Leggevo l'articolo di una giornalista, dove tra le altre cose, ci si lamentava di come nonostante l'enorme numero di opportunità che gli si dispanano davanti, per molte giovani d'oggi, stiano tornando come obbiettivi primari di vita, il conseguimento di un felice matrimonio e il desiderio alla maternità. La giornalista si stupiva di questa tendenza, perché secondo lei queste pratiche, se vissute con tale dedizione, sono relitti di un passato patriarcale, a cui una donna moderna se davvero è tale, dovrebbe se proprio lo vuole, dedicare il minimo strettamente necessario, per poi, sempre secondo l'opinione della giornalista in questione, occupare il proprio tempo in attività veramente importanti. Lei per esempio contrapponeva a questi valori "retrogradi" obbiettivi come la carriera, attività questa che può garantire emancipazione e sviluppo personale.
Alla giornalista non è passato minimamente per la testa che queste scelte di vita, in quanto compiute in piena consapevolezza e libertà possono assicurare a chi le compie le stesse soddisfazioni e gioie di quelle scelte che lei considera canoniche. C'è una sola cosa che all'essere umano riesce meglio che individuare i pregiudizi altrui: non accorgersi dei propri.
Alla fine è sempre la stessa storia della trave e della pagliuzza. Comunque dal canto mio, se l'andazzo è questo , ringrazio Dio di non avermi fatto nascere donna; al giorno d'oggi infatti a parere di certe ideologie, queste poverette, per essere libere devono sottostare a talmente tante regole che in autonomia non possono più decidere nemmeno se sentono caldo o freddo.
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