Alla vigilia del conflitto in Ucraina mi ero persuaso che la Cina avrebbe osservato la reazione Statunitense, per decidere come agire riguardo la questione Taiwanese, perciò temevo che dopo tante sbruffonerie da parte della dirigenza Americana, eventuali debolezze di Washington avrebbero potuto invogliare Xi a provare a risolvere la questione con un atto di forza. Riflettendoci meglio però mi sono convinto che certi metodi non fanno parte della mentalità di quel popolo, i cinesi che per cultura non glorificano la guerra, meglio di noi sanno che occupare di forza quel territorio risolverebbe si, in breve tempo la questione, ma al prezzo di rendere la frattura tra la Cina continentale e l'isola di Formosa una ferita difficilmente sanabile, senza contare poi che un eventuale azione di questo genere metterebbe a repentaglio il benessere faticosamente raggiunto dal blocco continentale, benessere che in gran parte ancora deriva dai commerci in atto tra Cina e paesi occidentali o loro partners.
Oltre ciò, non c'è da dubitare che anche i Cinesi devono essere consci che sebbene l'esercito USA negli ultimi decenni non abbia dato grande prova di sé, al punto che possiamo affermare tranquillamente senza paura di smentita che è dall'45 che non vincono un conflitto, è altrettanto vero che grazie alla loro invidiabile posizione geografica, nonché alla mostruosa potenza economica, sono dei maestri insuperati nella conduzione delle cosiddette guerre per procura, cioè quelle guerre dove ad impegnarsi in combattimento è una nazione terza, mentre la potenza interessata, personalmente si limita a rifornire loro risorse e know-how, ed un eventuale offensiva verso Taiwan, ricadrebbe almeno inizialmente in questa tipologia di scontro.
Per ciò no, adesso non credo che la dirigenza cinese rischierebbe di mettere in gioco la posizione della Cina ed il consenso interno fin qui raggiunti solo per accelerare la risoluzione del problema a maggior gloria del presidente Xi, noi occidentali dopo aver creato il concetto di "teoria della mente" dovremmo adesso impegnarci ad applicarlo un po' di più, specialmente per dipanare questioni come queste.
Tuttavia a titolo di ipotesi, se proprio vogliamo pensare che la Cina sia intenzionata a risolvere la questione della provincia ribelle "manu militari", temo proprio che il periodo a cui ci stiamo avvicinando sembra essere il momento giusto per preoccuparsi; infatti se davvero i cinesi sono intenzionati a invadere Taiwan non credo che ci sia stata, ne ci sarà in futuro una congiuntura migliore di quella che si sta realizzando in questi giorni; più precisamente dopo le votazioni di metà mandato in terra americana, quando come pare assai probabile l'amministrazione Biden uscirà sconfitta dalla sfida elettorale, lasciando cosi l'America con un presidente di molto indebolito, costretto per giunta ad occuparsi delle tensioni interne già in essere, ma che inevitabilmente queste elezioni peggioreranno, problemi questi che andranno a sommarsi con il fatto che già adesso si ritrovano un esercito in scarsezza di armamenti, dato le ingenti risorse spese a favore dell'Ucraina.
Un inflazionato proverbio asiatico consiglia di sedersi sulla riva del fiume ad aspettare di vedere passare il cadavere del proprio nemico, se ai Cinesi per agire, dovesse bastare il solo vederlo in stato comatoso, penso che quella che si va propinando par proprio essere l'occasione giusta.
Per il bene di tutti spero che anche di questa evenienza gli strateghi dello zio Sam stiano tenendo conto, ammetto che una guerra nucleare globale non è il tipo di spettacolo a cui mi piacerebbe assistere.
Piccolo post scriptum speculativo
In uno scorso post scrissi che da quel poco che conoscevo i Cinesi, per risolvere le controversie in atto, probabilmente in questo momento sono impegnati a trovare una soluzione differente da una guerra diretta con gli Stati Uniti, scrissi anche che chiunque pensasse che questo volesse dire uno svolgimento dello scontro in maniera meno cruenta, si sbagliava di grosso.
Nel corso della loro storia gli stati Uniti hanno patito sul proprio territorio solamente due guerre: quella di indipendenza e quella di secessione, cioè fondamentalmente due guerre civili, particolare che non deve essere sfuggito alla dirigenza Cinese, che la storia al contrario degli americani, ha dimostrato di studiarla seriamente. Ho già accennato nel post alle tensioni cui è soggetta la società americana e di come con la prossima tornata elettorale queste tensioni siano destinate ad acuirsi, Riallacciandomi al discorso sulle diversita di vedute e conseguenti tipologie di approccio strategico tra occidentali e Cinesi, in tutta onestà se io sedessi dalle parti di Washington, ancora prima di una imminente offensiva su Tapei, mi preoccuperei che gli amici Cinesi non stessero provando ad accendere sul suolo americano un terzo conflitto della stessa tipologia dei due precedenti.
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