giovedì 9 maggio 2024

Transumanisti e trasferimento di coscienza



Vi è questa speranza dei transumanisti che si sta, via via, facendo largo anche nel resto della società: di potere un giorno traslare le proprie coscienze dentro qualche sorta di aggeggio e così facendo diventare immortali.

Essi sostengono che essendo la nostra coscienza un qualcosa di molto simile a un software, copiandola dentro un computer o qualcosa del genere potremmo in questo modo finalmente raggiungere la vita eterna. A dire la verità i transumanisti non usano la parola "copiare" ma il termine "trasferire", L'errore di questa ipotesi dal mio punto di vista sta tutta qua.

Anche prendendo per buoni i loro postulati; ossia che la coscienza è soltanto un insieme di algoritmi eseguiti dal cervello e per tali motivi escludendo argomentazioni che includono concetti come "l'anima", e dunque rimanendo su un piano esclusivamente materiale, in realtà nel caso questo processo fosse realmente possibile cioè si riuscisse a preservare una certa dose di "continuità" concetto che svilupperemo in seguito, tra cervello donatore e supporto ricevente, non avverrebbe nessun trasferimento, cioè i cosidetti dati che compongono la nostra coscienza non verrebbero spostati da nessuna parte, tali dati semplicemente sarebbero appunto copiati e riscritti sul supporto di destinazione, vale a dire che se ne otterrebbe soltanto una replica perfettamente identica all'originale, al punto da esserne indistinguibile; allo stesso modo di come un file di formato elettronico anche se duplicato su due o più supporti differenti è identico a sé stesso, infatti in base alle nostre attuali conoscenze*  nessuno sarebbe capace di trovare delle differenze tra i vari duplicati, partendo da questa evidenza i transumanisti concludono che se anche le due coscienze fossero perfettamente uguali, allora devono essere la stessa cosa, ma facendo questo ragionamento essi non tengono conto che mentre un file non ha una consapevolezza di sé, l'essere umano si.

A mia opinione è questo il secondo errore che commettono (e li porta a fare il primo), ovvero adottare il punto di vista non del soggetto originale ossia il punto di vista che conta veramente, ma quello di tutti gli altri, copia inclusa; da tali prospettive in effetti come giustamente essi sostengono  non c'è differenza neppure minima tra il soggetto originario e quello derivato, quindi in base a questa evidenza risulta corretto concludere che effettivamente si è trattato di un trasferimento di coscienza, e tale affermazione risulterà valida anche per la copia che semplicemente si sarà addormentata in un posto  "a" e si risveglierà in un posto  "b". ma se prendiamo il punto di vista dell'originale, scopriremo che esso è rimasto semplicemente dov'era, con l'eventualità se ancora in vita di poter costatare a processo terminato alla "nascita" di un suo doppio" 

Tali errori sono  possibili perché i transumanisti non tengono in conto un requisito fondamentale di tutti gli esseri viventi ovvero la "continuità': la vita stessa e di conseguenza tutto ciò che essa implica, coscienza inclusa, per essere davvero tale ha bisogno di continuità', continuità intesa come trasmissione della vita, che non si è mai interrotta dall'attimo stesso in cui essa è comparsa sulla terra, continuità come esperienza coerente e costante nel tempo, continuità intesa come integrità, eccetera.

Se, sia per il singolo essere, che per gli esseri viventi nel loro insieme, Immaginiamo la vita come un fiume che scorre nel tempo.  La continuità rappresenta il flusso costante di questo fiume, cioè quel "qualcosa" che gli permette di mantenere la sua identità, pur rinnovandosi  continuamente, attraversando diverse fasi e trasformazioni.


La continuità sembra essere una legge fondamentale della vita, sia come specie che come singoli esseri con la propria consapevolezza. Ed anzi più questi processi si fanno complessi, più questa continuità pare trasformarsi in una sorta di regolatore che per restare all'esempio del fiume, necessita di avere una  portata costante per poter funzionare. Per capire cosa voglio dire con questo concetto possiamo fare l'esempio della riproduzione:
La nostra, come altre specie sono arrivate ad un tale livello di complessità che la continuità per passare da una generazione all'altra deve  "assottigliarsi " (ma senza mai arrivare ad un'effettiva interruzione) nella metafora del fiume potremmo dire "perdere portata"  per riuscire a fondersi con altre linee nelle quali nel corso del tempo si era biforcata, e questo porta alla nascita di un nuovo individuo,con una propria consapevolezza, totalmente differente dai genitori . Come è facile capire, sto parlando della riproduzione sessuale, dove si adopera solamente metà del patrimonio genetico e quel poco della personalità che riusciamo a trasmettere con l'educazione, mentre molte altre informazioni che compongono li individuilita dei genitori vengono perdute. Possiamo contrapporre questo metodo di trasmissione della vita, a quello di organismi relativamente meno complessi, in questi casi potremmo constatare che questo "assottigliamento" e minore, per non dire quasi nullo, cioè il fiume della continuità riesce a passare senza perdere portata, come ad esempio, nella scissione binaria dei batteri, dove alla fine del processo abbiamo due individualità identiche al batterio originale. Ma come contrappasso bisogna ricordare che, essendo, se presente, lo stato di consapevolezza di questi microbi veramente molto ridotto non vale nemmeno la pena stare qui a chiederci chi sia l'originale e chi la copia.



Personalmente per motivi che ho premesso di non voler adoperare in questo post, dubito anche di questo metodo , ma per le ragioni sopra esposte quantomeno in teoria, se si vorrebbe davvero trasferire la coscienza da un supporto ad un altro, mi sembra  più corretta la soluzione di chi progetta di sostituire gradualmente le componenti biologiche del nostro cervello con componenti elettroniche, in modo da rispettare questa "continuità".


*Ho tenuto a precisare: in base alle nostre  attuali conoscenze, in quanto memore che il sistema più efficiente per copiare informazioni prima della nascita del digitale; ovvero la replicazione del DNA, nonostante i suoi miliardi di anni di perfezionamento, come ben sappiamo non riesce ad effettuare davvero una replicazione perfetta; il digitale in ciò pare molto più efficace, tuttavia benché più precisa, non mi giocherei l'anima scommettendo che sia davvero capace di correggere totalmente gli errori di duplicazione.