Però c'è un obiezione a quanto detto fino ad ora che per non finire in stupide semplificazioni impone di proseguire il ragionamento: queste cose anche se vere, sono tutte condizioni pregresse che in passato non hanno mai impedito dentro un determinato quadro generale, una certa libertà di manovra ai politici del nostro paese, nemmeno finita la guerra fredda, situazione che finché permase, quando saputa ben sfruttare per sé stessa garantiva ampi margini di libertà. Il discrimine vero a mia opinione sta in un altro episodio ed è molto più recente; è infatti da ricondursi al 2011 precisamente alle modalità utilizzate per far fuori (politicamente) Silvio Berlusconi. Fu allora infatti che tutte le forze politiche comprese quelle che vi si prestarono per convenienza, si resero conto che con le dovute precauzioni, non solo poteri internazionali potevano fare e disfare leader in Italia, ma adottando la giusta narrazione nel farlo avrebbero avuto tutto l'appoggio necessario da parte della popolazione. Se infatti alla fine della prima repubblica già una volta poteri non molto occulti riuscirono a disfarsi di un intera classe politica prendendo a pretesto la mafia da un lato e la corruzione dall'altro col plauso della popolazione, allora va però quantomeno riconosciuto che le colpe che venivano imputate a quella classe dirigente erano veritiere ed ad ogni modo, quelle vicende furono interpretate in un ottica di eccezzionalita come il riflesso locale dei grandi stravolgimenti internazionali che stavano attraversando il mondo, così si credette che una volta trovato un nuovo assestamento, comportandosi in maniera accorta ed evitando di voler strafare, il perseguimento di certi obbiettivi dentro un determinato sistema di regole fosse ancora possibile. Nel 2011 invece nei confronti del governo Berlusconi da più fronti parti un vero e proprio attacco pretestuoso, con motivazioni create ad arte, senza che nessuno, nemmeno gli stessi elettori di governo, facessero niente per impedire il sovvertimento dei processi democratici.
A sostegno di questa affermazione vorrei provare ora a ricapitolare per grandi linee i fatti salienti di quel periodo: Se ricordate l'Italia fino ad allora aveva retto bene alla crisi iniziata nell'2008, anzi le aziende italiane abituate da sempre a condizioni di bassa liquidità, si stavano facendo valere anche in ambito internazionale con una serie di acquisizioni all'estero; il caso più famoso in tal senso fu l'accordo FIAT-CHRYSLER. Anche dai successivi fatti di Grecia che vengono comunemente ritenuti l'avvio alla speculazione sui debiti sovrani, fatti che furono aggravati dalla malaccorta gestione franco-tedesca, il paese non stava subendo ripercussioni in modo più pesante rispetto alle altre nazioni della zona euro, allora non c'erano reali motivi per giustificare quello che stava per succedere, di fatto l'attacco al governo Berlusconi parti approfittando dello scoppio di una crisi interna; nell'estate 2011 la maggioranza già uscita sconfitta dal referendum sull'acqua ed il nucleare (soprattutto a causa del disastro di fukushima) e con il capo del governo che andava incontro a nuovi guai giudiziari( di cui proprio di questi giorni è la notizia scontata d'assoluzione), si ritrova con un Gianfranco Fini, che secondo la mia opinione, vedendosi surclassato da Tremonti quale Possibile capo del centro destra nella linea di successione, decise (su imbeccata di chi?) di iniziare a destabilizzare l'esecutivo, fino ad allora abbastanza compatto, successivamente Mario Draghi passato alla direzione della banca centrale europea, invia una lettera coofirmata col suo predecessore, indirizzata al governo e resa pubblica dal corriere della sera, dove sconfessava quanto la banca d'Italia suo istituto di provenienza, tramite la sua stessa bocca andava dicendo fino al mese prima sulla buona gestione delle politiche di bilancio del paese, ancora, le agenzie di rating, quelle stesse che fino al giorno prima del fallimento attribuivano il massimo punteggio alla lehman Brothers, senza nessun preavviso declassarono l'indice di affidabilità della nazione, non in base a dati concreti ma sulla "convinzione" che il governo in carica non avrebbe varato i provvedimenti necessari alla stabilità del paese, nel mentre una serie di attacchi speculativi, conditi da una campagna di stampa attua a suscitare il panico rischiarono di buttarci a gambe all'aria, fu così che alla fine Berlusconi ed il suo governo dopo aver tentato di offrire Giulio Tremonti quale capro espiatorio, abbandonato ormai da tutti, anche dai suoi stessi elettori ormai preoccupati solo di riuscire a salvare i propri conti in banca, forse sperando vanamente* di ottenere in cambio un accordo per la sistemazione dei suoi affari personali decise di dimettersi, sostituito appena quattro giorni dopo, sotto la regia del presidente Napolitano da un già da luglio preavvisato Mario Monti quale successore, alla guida di un governo tecnico che condusse una politica improntata sull'austerità, ed attuò una serie di provvedimenti di stampo neoliberisti, che impoverirono il paese e lo portarono da prima ad una vera e propria recessione e dopo ad una stagnazione da cui uscimmo solo nel 2022 (in attesa che le conseguenze della guerra e tutte le follie degli anni scorsi presentino il conto) quando a causa del covid il patto di stabilità fu allentato, togliendo finalmente quei freni che avevano impedito al paese di esprimersisi liberamente. A chi critica la mia ricostruzione, faccio rispettosamente notare che non solo tutti gli indicatori macroeconomici subito prima della crisi erano tutto sommato buoni rispetto agli altri partners europei, compresi quelli tedeschi, ragione per cui non si prestavano in alcun modo ad alimentare il panico che fu creato, ma inoltre il nostro debito pubblico dopo la cosiddetta "cura Monti" non smise minimamente di crescere, anzi! Così come non furono toccati gli altri problemi che affliggono il paese, la stessa riforma delle pensioni divenuta tristemente famosa con il nome di "riforma Fornero", in realtà non fu altro che l'attuazione di una legge già varata dal precedente governo, se proprio vogliamo dare dei meriti al dicastero di quell'allora ministro, l'unico possibile e quello del vergognoso menefreghismo con cui fu affrontato il problema degli esodati problema che della riforma era figlio. L'unica cosa di straordinario che si può ricordare di quel periodo, allo stesso modo della recente "gestione Draghi", furono le arrampicate sugli specchi di giornalisti e servi vari , per spiegare alla popolazione i miracolosi, benché invisibili effetti delle riforme improntate dai suddetti governi tecnici.
In conclusione ai fini del discorso è importante rendersi conto di come tutta questa storia ha reso per i nostri politici chiaro e lampante che in caso vi fosse necessità; tra la storica tutela esterna, avversari sempre inclini al vecchio vizio di chiedere aiuto allo straniero, cittadini distratti alla cosa pubblica ed interessati solamente a preservare il proprio orticello, dunque condizionabili dalla paura, nonché vere e proprie quinte colonne totalmente prive d'onore e senso della patria, attuare un cambio di governo sgradito in tempi relativamente brevi e con scarse opposizioni nel nostro paese è un obbiettivo tutto sommato facile, motivi per cui i governi non fidandosi in caso di scontro, dell'incondizionato appoggio del paese preferiscono per rimanere ancorati al potere allinearsi alle politiche di sovrastrutture internazionali, con i partiti politici tutti che paiono fare a gara a chi si dimostra più accondiscendente.
Se tutto ciò non bastasse, come un motore che si autoalimenta, gli avvenimenti narrati sopra e le relative crisi, con i deludenti avvicendamenti di governo dell'ultimo decennio che di quegli avvenimenti sono diretta conseguenza, hanno portato i cittadini a fidarsi ancora meno della propria classe dirigente, con il paradossale effetto che adesso per quegli enti esterni, risulterebbe ancora più facile sbarazzarsene se necessario.
In sintesi siamo in una situazione in cui i governanti non si fidano dei governati allo stesso modo di come i governati non si fidano dei governanti ed ecco perché alla fine entrambi preferiscono affidarsi all'appoggio/sorveglianza di altri enti esterni.
*Di fatto i suoi guai giudiziari continuarono fino ad arrivare a pesanti condanne per le sue aziende, mentre lui personalmente fu riabilitato parzialmente solo nel 2018 quando si sperava in questo modo di frenare l'incognita Salvini.
Post scriptum per gli antiberlusconiani di ogni ordine e grado.
Il fatto che Berlusconi per voi sia il male assoluto, dentro questo discorso non vuol dire una cippa di niente; la situazione e un po' come se un ladro decide di venire a rapinare il vostro socio di lavoro che vi sfrutta e vessa, sfruttando a suo vantaggio il fatto che voi lo odiate e non muoverete un dito per difenderlo. Per Come la si mette, mette, Il ladro è intenzionato a derubarlo per suo tornaconto personale non di certo per vendicarvi e fare giustizia per voi, che anzi finirete col rimetterci a causa dei danni patiti dal vostro socio.
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