sabato 26 giugno 2021

FIOCCHI DI NEVE, UN RACCONTO

Era stata una giornata afosa, e l'avvocato Verdinois' pensò bene di approfittare della brezza che era salita col calar del sole,   tornando a casa a piedi, però non avendo in verità grande appetito, e volendo godere anche un poco della solitudine, intanto che chiudeva la porta dello studio e scendeva le scale, stava riflettendo ad un percorso alternativo per arrivare alla propria abitazione, correndo il minor rischio possibile di essere disturbato.

Non è che la geografia del paese in verità offrisse tutte queste alternative: o scendere dritto  e passare per il corso, con la seccante probabilità di essere fermato ogni quattro passi da un conoscente impegnato in una benefica passeggiata dopocena, intenzionato a scambiare due parole oziose; o prendere la via più lunga, attraversando prima la piazza, passare dietro san Domenico, e dopo zigzagare tra i vicoletti, fino a spuntare dirimpetto a Sant'Agostino, per passarlo a destra e immettersi così nello stradone principale, per poi imboccare subito via San Tommaso fino alla traversa San Francesco dove finalmente l'avvocato abitava.

Intanto che stava ripassando mentalmente questo itinerario; in parte topografico in parte martiriologico, che per brevità di parole potremmo fondere in martigrafico,  la piazza era bella che passata, senza troppi intoppi e dopo un inchino, un Pater Noster mentale, ed una preghiera a San Domenico, a cui era devoto, l'avvocato si era dileguato tra i vicoli cittadini che stretti e tortuosi erano stati lieti di inghiottirlo il più in fretta possibile.

Quella giornata Verdinois' aveva fatto tardi con le pratiche, ed infatti il sole aveva preso la strada che porta al tramonto già da un pezzo, e anche se un poco in ritardo per rispetto all'estate, anche la luce del giorno sembrava decisa a seguirlo, nonostante ciò, però i vicoletti brillavano di quel giallo della pietra di cui le case senza intonaco erano fatte, e che sembrava avessero rubato al sole il proprio colore, colore che dopo pochi istanti sarebbe stato esaltato ancor di più dai lampioni,  che una volta accesi avrebbero emesso una luce  della stessa intonazione. Per quanto il cielo stesse rinunciando all'azzurro per impreziosirsi di stqelle, il vento troppo cauto e gentile non riusciva a spuntarla sul caldo, e il caldo imperava esasperando i cristiani.  

Però l'avvocato, solo, a fantasticare con se stesso; in quel preciso momento aveva i brividi, brividi suscitati dalla malinconia, che approfittando del fatto di averlo trovato senza pensieri pressanti in testa, a camminare per quelle stradine senza fretta, gli si era messa accanto a tenergli compagnia, ricordandogli di quando ancora monello, per quei vicoli scorrazzava insieme alla sua banda tirando scherzi agli ignari passanti. 

"Quanto tempo era passato! Santo Iddio! i vecchi muri, le chiese, le case,  ci appaiono sempre uguali, così noi ci illudiamo di essere come loro, eppure se guardiamo meglio, quella casa lì a destra, è stata rifatta da poco, e lo spiazzo a sinistra avrà al massimo dieci anni,  "si certo! prima lì, ricordo benissimo, c'era la "sartoria Nicolazzi" con il negozio davanti e la parte posteriore sfruttata a magazzini, adesso l'hanno ristrutturata tutta, adibendo la struttura a stabile abitativo con un comodo posteggio per le auto davanti". Anche i luoghi cambiano, a volte invecchiano a volte si trasformano, altre volte muoiono addirittura, e per quel che riguarda noi; anche se fatichiamo ad ammetterlo; ci ritroviamo ogni anno con la testa un po' più bianca e la schiena un po' più curva".

Mentre era intento in questi pensieri, guidato dai ricordi che lo portavano  a perdersi tra i vicoli, rinunciando cosi all'originale percorso "martigrafico" preferendo inseguire i fantasmi del tempo che fu', l'avvocato dovette brutalmente riscuotersi  alla realtà a causa della visione di una sagoma, sagoma che identifico quasi subito con Giacomino, lo scemo del paese che teneva in mano qualcosa, forse un libro, ma da là, lontano si faticava a decidere con sicurezza. Li per li fu perfino seccato che quello scocciatore fastidioso anche se involontario, immettendosi nel suo medesimo tratto di strada interrompesse la catena del suo fantasticare, ma poi da attento osservatore delle cose umane quale era, fu attratto dalla reazione altrettanto scomposta dell'altro e dall'aria indispettita che non riusciva a celare, aria, e lui da avvocato  poteva ben dirlo, di colpevole colto in flagrante.

Si, ma colpevole di cosa?  Che Giacomino  valeva poco, tutti potevano certamente affermarlo, ma con la stessa sicumera  si poteva ben dire che non avrebbe fatto male ad una mosca. Forse a causa di questa curiosità,  con una certa dose di  irriverenza, alimentata dal sapersi appartenere ad un'altra classe sociale più  elevata,  cosa che spesso porta a far credere di essere  immuni dalla maleducazione, quando si compie una scortesia verso gente che consideriamo di livello inferiore,  l'avvocato decise di avvicinarsi a Giacomino per sincerarsi di cosa stringeva tra le mani. E incurante del viso sempre più contratto di Giacomino, anzi! Ancora più intrigato da ciò, con non curanza continuò ad avanzare, accellerando addirittura l'andatura.  

Arrivato a pochi passi dall'intruso, salutò l'altro con disinvoltura e rivolse in maniera quasi scortese l'attenzione verso il voluminoso oggetto  che il povero scemo teneva tra le mani e cercava a causa delle dimensioni, maldestramente di celare.

No! Non si era sbagliato si trattava proprio di un libro,  per giunta di un grosso tomo di un autore Russo, la cui unica affinità che ad esser generosi si poteva sospettare con il proprietario delle mani che lo custodivano era nel titolo. Giacomino infatti, stava stringendo a se una copia "dell'Idiota"

"Salve Giacomino, bella serata non trovi?" Disse l'avvocato. "Bellissima davvero, peccato che si é fatto cosi tardi..." rispose Giacomino desideroso di troncare la conversazione. " Tardi? A quest'ora? Ragazzo mio tu vai proprio a letto con le galline! Tu che sei ancora giovane dovresti goderti un po' più la vita" disse l'avvocato in tono scherzoso. Giacomino lo guardò un po' sorpreso ma l'avvocato lo incalzò ancora e non gli diede tempo di ribattere, continuando con le sue domande: "Adesso ti sei dato alla letteratura, benedetto ragazzo, Attenzione ai mal di testa ..."    "Egregio avvocato, ringraziando il buon Signore, per concedersi certi piaceri, e non incorrere a malanni, non occorre essere ricchi o importanti, e tanto meno sbandierarli al vento."  rispose Giacomino un po' indispettito dal tono troppo canzonatorio dell'altro.

L'avvocato resosi conto dello scivolone,  tentò di rimediare, tornando ad un tono serio e un po' per riparare alla scortesia, un po' forse perché benché non del tutto cosciente della cosa, la curiosità persisteva invitò Giacomo ad unirsi a lui. Quest'ultimo visto che aveva svoltato per quella direzione, per evitare a sua volta di esser tacciato di sgarbatezza, si sentì costretto ad accettare. 

"Allora Giacomino come vanno le cose, come mai gironzoli da queste parti?"          "Caro avvocato non posso lamentarmi, non ho debiti e nemmeno debitori, ascolto tanto e parlo poco, di quello che ascolto se posso imparo, altrimenti dimentico". L'Avvocato restò un po' sorpreso dalla risposta, ma da uomo consumato non lo diede a vedere e continuò; "É molto tempo  che ti dedichi alle letture, o é una passione sorta di recente?"  Giacomo  aspetto` qualche attimo a rispondere e si guardò in giro quasi a voler scongiurare un agguato, poi un po' con aria rassegnata replicò; "No, non è una cosa di quest'ultimi tempi,  ho sempre letto, e mi è sempre piaciuto farlo, in casa possiedo una discreta biblioteca personale, per ciò fino ad oggi non ho mai avuto bisogno per soddisfare questo mio piacere di ricorrere all'aiuto del prestito, ne pubblico, ne privato…"  dette queste parole si fece pensieroso,  poi scoppiò in un risolino strano. L'avvocato lo guardò in maniera interrogativa, poi fece per aprire bocca ma giacomo lo interruppe: "Perdonatemi avvocato, dovete pensare che io sia un personaggio quanto meno strambo a mettermi a ridere così, ma vedete, nel giustificare i motivi che mi hanno portato in questo vicolo con questo libro in mano, perché ammettetelo purè é  questa la curiosita che vi ha spinto ad intavolare questa discussione con me, si é accostata nella mia testa la figura di un altro tipo umano che certamente nella vostra vita professionale dovete incontrare spesso; quella dell'assassino. Io mi immagino il soggetto: si é trovato sul luogo del delitto chissà quante migliaia di volte, e mai un'anima in vista,  un rumore che indicasse la presenza di un'altro essere umano, che dico! Di un altro essere vivente, che frequentasse il luogo. Poi succede l'imponderabile ed il vicolo, l'androne, la scala, quel che il destino ha scelto come luogo del crimine, si riempie di vita: l'uomo che porta a passeggio il cane, l'ubriaco in vena di chiacchiere, i giovani innamorati che si scambiano le ultime effusioni prima di separarsi, ed è così che il nostro assassino si ritrova perduto. Vede avvocato il destino mi ha messo in condizioni simili, e questo mi ha fatto riflettere sul criminale che magari ha escogitato il suo piano per mesi quando  non anni e poi si ritrova beffato dalla casualità, così  come il mascalzone improvvisato." L'avvocato lo scruto sospettoso, giacomo colse lo sguardo e si affrettò a chiarire le parole di prima: "Per carità! Avvocato, non mi guardi così! Io non ho certo ucciso nessuno, vede: quasi tutte le sere  pressappoco verso quest'orario, mi piace vagabondare per questi vicoletti senza una precisa direzione, se non quella che garba in quel momento alle mie gambe, per meditare e godermi un po' la città in solitaria, ed infatti in tutto questo tempo,  davvero mai mi é capitato di incontrare un conoscente e che questi volesse intrattenersi a parlare con me più che al massimo un cenno di saluto frettoloso. Queste, in genere sono strade, specie a quest'ora che si percorrono per uno scopo preciso. Come le ho già accennato disponendo di un eccellente biblioteca privata, di solito coltivo la lettura come piacere solitario, purtroppo, leggendo il titolo che ho qui in mano, giunto alla fine ho scoperto con grosso dispetto che mancavano le pagine conclusive, forse strappate addirittura da me bambino, per chissà quale ragione, forse per monelleria, una delle tante che si commettono in quel periodo della vita, ad ogni modo, per questo motivo  proprio stasera sono andato a casa di un amico fidato a chiedere che mi prestasse una copia del medesimo libro, per rimediare al fastidio, dopo di che nel tornare a casa non ho voluto rinunciare al mio solito giro, forte delle esperienze passate, che mi rassicuravano che difficilmente sarei incappato nell'interesse di qualcuno, invece  proprio stasera il caso ha deciso che dovessi incontrare voi e destare la vostra curiosità.  Come vede niente di delittuoso, una sciocchezzuola che dentro la mia testa  ne ha richiamata un'altra e così via.. "  

Intanto che le gambe dei due uomini guadagnavano strada, anche la frescura dell'aria notturna sembrava quasi per spirito di emulazione, prendere spazio alla calura del giorno, e a loro volta le membra dei due viandanti rinvigorite dalle temperature più sopportabili, sembravano rilassarsi rendendo i pensieri più sciolti e la lingua meglio disposta alla chiacchiera. 

"Capisco la coincidenza tra le due situazioni" disse l'avvocato, "Ma la lettura non é certo un vizio da nascondere, anzi!"  " Qui si sbaglia" rispose giacomo, " la lettura é un vizio pericoloso, tra i peggiori di tutti, peggio del bere che scioglie la lingua e ci induce a dire di noi quello che non vorremmo, infatti da quello che legge, si può capire il tipo d'uomo che ci si para davanti  o almeno farsene un'idea affidabile. E si dà il caso che magari a qualcuno può dare fastidio il farsi leggere, perdoni il gioco di parole, così profondamente dentro". 

"Le sue obiezioni, benché argute mi sembrano un po esagerate".

"Lei pensa avvocato?" 

" Si giacomo, lo penso, un uomo come lei non dovrebbe celare certe qualità".

"Vede avvocato, io sin da bambino mi sono fatto convinto che ogni essere  umano indipendentemente dal suo ruolo e dalla sua posizione avesse un grande valore, e quella cosa che gli da valore é  l'anima. L'anima non é come crede certa gente un altro pezzo del nostro essere che so' un  braccio o una gamba, l'anima, é  quella cosa che ci costruiamo vivendo, possiamo paragonarla ad una valigia vuota che noi riempiamo di esperienze, di ricordi, di sensazioni e di tutto quello che volenti o nolenti ci capita nella vita. Avvocato, onestamente che questa valigia sia qualcosa di eterno o di effimero per me poco importa per farmici attribuire un grande valore, così come quel valore é  indipendente dal che esista un Dio, e in confidenza io credo che esista, o ci  si considera i figli di una natura matrigna e indifferente,  io credo che tutta la libertà che ci è concessa o ci possiamo prendere  in questo mondo sta nell'attribuire, o meno valore all'anima, come un qualcosa di unico, come un fiocco di neve, che benché destinato a durare solo pochi attimi deve la sua grandezza al fatto di essere unico in mezzo a miliardi di altri fiocchi di neve, irripetibili a loro volta, e non serve nessuna discussione per capire ciò". 

"Certo che capisco il vostro pensiero, e lo trovo sublime direi, però perdonatemi, ancora non riesco a capire in che modo possa implicare con il fatto che tenete a serbare che siete un uomo che coltiva certe qualità"

"Per spiegarvi questo, se mi permette adesso prenderò proprio questa nostra discussione come esempio, ascoltatemi bene dunque: prima di scoprire questo mio vizio o qualità che dir si voglia, lei mi ha dato sempre del tu, adesso invece che ha scoperto questa mia chiamiamola inclinazione,  ha iniziato a darmi del lei, cosa strana visto che per certo, sicuramente converrà con me  che mi conosce meglio di prima. Adesso se io mi devo comportare come il tipo d'uomo che legge questo genere di libri e fa questo tipo di discussioni, dovrei offendermi.  Perché il tu che fino a dieci minuti prima mi dava, non era un tu di amicizia, ma il tipo di tu che si dà alle persone che si considerano poca cosa, come prova il fatto che adesso che in me ha scoperto qualcosa che fino a mezz'ora fa non conosceva, é passato a darmi del lei, perché mi sta studiando e vuole capire come collocarmi.  Adesso si da il caso che io la stimo e la rispetto, in primo come uomo, perché il signore Dio in cui come le ho detto credo, ci ha insegnato così,  in secondo come lei personalmente, perché la conosco e so che è una persona onesta e coscienziosa. Per ciò vede,  io personalmente preferisco non far sapere che sono un lettore assiduo ed altre cose del genere, in modo che quando vedo l'avvocato Verdinois`, ed altra bella e brava gente di uguale valore, possa sorridere ed esser lieto che mi onorano della loro amicizia al punto di darmi del tu, invece che offendermi, ed andarmene via rancoroso, perché conscio che quel tu in verità, magari senza una volontaria malizia, è il segno della mancanza di vicinanza umana verso chi ritengono distante da loro e poco utile ai loro scopi personali. In breve avvocato io mi voglio porre al di fuori di chi sceglie di mettere la propria anima un gradino sopra le altre, senza per questo però, visto che non mi attribuisco virtù da santo, mortificare la mia, e negli anni ho capito che il miglior modo è  di non capire proprio tutto e soprattutto non suscitare negli altri il sospetto che si possa aver capito. Per questo caro avvocato visto che siamo arrivati davanti al mio portone prima di salutarla, per quanto detto ed un'altra serie di validissimi motivi con i quali non voglio annoiarla, la prego di una cortesia: torni a darmi del tu e si dimentichi dei particolari di questa nostra chiacchierata, la servi tra le suggestioni che il passeggiare in questi vecchi vicoli suggeriscono  allo spirito sensibile e niente più di questo, detto ciò, buona serata, avvocato".

Dicendo così si infilò nel portone.  Intanto, l'avvocato che stava per rispondere stupito com'era dandogli ancora del lei,  a dar prova della sua abilità nel mestiere che praticava, si corresse prima che il fiato lo tradisse, e così  pronunciò  un più  adatto: "Ciao, buona serata a te giacomino" e si allontanò in fretta. 



lunedì 21 giugno 2021

La libertà d'opinione, ai tempi dei social media


Come avevo previsto, con la scusa  di Trump, i grandi  dell'alta tecnologia statunitense  stanno rivedendo le loro politiche inasprendo a poco a poco,  la censura per quanto riguarda  determinati temi.


Premesso che se non fossi cosciente del fanatismo e spirito di crociata che sta imperversando in occidente in questi tempi,  nutrirei più che qualche vago dubbio, sul fatto che dei giganti simili, conscio oltretutto dei milioni di dollari che spendono in immagine, siano così imbecilli da non capire che stanno inasprendo lo scontro, creando in questo modo antipatia verso gli argomenti su cui dicono di voler stimolare l'opinione pubblica,  e che in conseguenza a questo vago dubbio,  nutro un tenue sospetto che questi concentrati di potere, da interessati al controllo totale quali in effetti penso siano, abbiano il vero intento di schifare a tal punto i moderati da indirizzarli verso quei gruppi intransigenti e antidemocratici che all'apparenza dicono di contrastare, facendoli apparire in questo modo; come dei Davide che lottano per la libertà, contro i cattivi Golia,  ma in realtà con questo metodo avvantaggiandoli,  reputando forse questi partiti  più propensi a scendere a compromessi su certe questioni. 



Comunque, seguendo il principio di Occam ed accontentandoci dei fatti alla luce del sole, prendendo tutto per cosi com' è,  accantonando i sospetti sulle reali motivazioni di politiche simili (senza però  per questo far finta che non esistano), a mio parere ci stiamo per imbattere in un altro problema legato a questi fenomeni, abbastanza grave e dagli effetti perniciosi di cui volevo parlare in questo articolo. 


Provo a spiegarmi:  in questi ultimi anni ho visto il mondo della cultura in senso lato, spaccarsi letteralmente in due: da una parte la "cultura alta" riservata alle classi dirigenti  o comunque alle classi abbienti che a parte pochi timidi tentativi usa per propagarsi i mezzi classici ed ad ogni modo  linguaggi elitari.  Dall'altra il nascere di centinaia di "divulgatori"  che svolgono il loro lavoro anche con un discreto successo  e indubbie capacità, sui canali social.


Questi ultimi sono un fenomeno abbastanza interessante; in primo perché dimostrano che una fame di cultura proposta in maniera congrua é presente in tutti i livelli di popolazione, e un certo decadimento culturale  è più millantato e magari auspicato, da chi sta in alto che reale,  in seconda perché come diretta conseguenza di quanto detto prima in questo ultimo periodo stanno esplodendo diventando un fenomeno di vasta proporzione.



Però proprio qui sta il pericolo, nonostante l'altissimo seguito che queste persone hanno  e di conseguenza  la loro grande possibilità di influenzare l'opinione pubblica, a parte pochi veri grossi nomi che comunque devono sottostare a certe logiche , tutta la loro fortuna e reddito dipende dai social sui quali lavorano. Per questo motivo non potranno mai veramente trattare argomenti contrari alle politiche di quei social,  se non in un certo modo, pena il rischio  di essere bannati e dover dire addio alla loro posizione. 


Questo come facilmente si puo intuire ci porta che qualsiasi questione verrà irrimediabilmente affrontata "dall'interno"  cioè per essere banali: "in un social che sponsorizza gelati alla panna, potremmo al massimo disquisire se vogliamo più o meno zucchero  tra gli ingredienti, ma dire che ci piace di più il gusto fragola e consigliare marche che lo commerciano rischia di metterci fuori da quel social . 


Ciò non sta portando come si potrebbe pensare ad un conformismo di opinioni, ma semmai ad una radicalizzazione morbida  delle opinioni, dove le opposte fazioni eleggono le loro piattaforme di riferimento  e dentro di esse mimano quello che è un vero dibattito condannando irrimediabilmente chi ha opinioni diverse e discutendo fra loro di differenze minime. Impedendo così qualsiasi forma di discussione e rafforzando l'idea che il sistema appoggiato sia giusto, e se il fruitore non si ritrovi in nessuna delle posizioni espresse  ma  nutre dubbi e da ascolto a "quelli la'" è perche nell'inconscio probabilmente  coltiva pregiudizi sbagliati.


Ho chiamato questo tipo di radicalizzazione, morbida, perché come scritto nel precedente post, non credo che dietro i fini che spingono queste organizzazioni che sono sopratutto economiche, vi siano motivi ideali,  ma solamente la ricerca di un profitto.  Perciò gli alti ideali di cui si rivestono sono suscettibili di rimodellamento nel caso il mercato lo richieda. Al giorno d'oggi pensano che per meglio smerciare i loro prodotti sia utile una popolazione il quanto più uniforme possibile, se da domani gli esperti del marketing suggeriranno loro l'odio razziale come politica aziendale,  se il danno di immagine immediato non gli apparirà troppo alto, cambieranno  subito bandiera.  Cioè il pensiero non é piu soggetto a vincoli di discussione logica ma unicamente ai vincoli di mercato. 


Piccola prova di questo sono i simpatici loghi arcobaleno che più o meno  tutte le grandi firme hanno adottato dalle nostre parti, in cocomitanza con questo periodo dedicato all'orgoglio gay, ma rigidamente in colori tradizionali e monocromatici in lidi diciamo cosi: più omofobi, in modo da non irritare i pur sempre denarosi consumatori di quelle parti del globo.



Nel nostro paese, sopra tutte le altre nazioni abbiamo in piccolo già vissuto e stiamo vivendo una situazione simile: con la cosiddetta "egemonia culturale", dove per definizione un argomentazione per essere ritenuta intelligente doveva provenire da sinistra ed al massimo c'era da decidere quanto a sinistra l'argomentazione stessa si collocava. Mentre tutto ciò che sorgeva da destra veniva etichettato a priori come retrogrado quando non fascista, chiudendo così il discorso dentro ghetti culturali,  prima che raggiungesse la popolazione.  



Al giorno d'oggi, forse  in questo modello da me descritto,  possiamo vantare un poco più di pluralità dove magari un algoritmo sapientemente impostato, ci saprà indirizzare su posizioni a noi affini.  ma scordatevi un confronto vero e proprio.   Perciò se siete curiosi su quale sarà il modello culturale egemone nel prossimo futuro, in questo stato di cose sono abbastanza convinto, che questo dipenderà quasi del tutto dalla potenza di fuoco del social che propugna questa  o quell'altra tesi, più che dalla validità delle tesi in se, ritrovandoci così con uno strato " alto" di popolazione che educata alla discussione da altre fonti, potrà dibattere dei piu svariati concetti più o meno come quel tipo di classi ha sempre fatto (in proposito ricordo che Galileo ha suscitato tutto il polverone che ha suscitato soprattutto perché ha scritto in volgare), e gli strati più bassi influenzati dalle esigenze del mercato ed al massimo radicalizzati in fazioni più o meno ampie a secondo di quanto questo o quell'altro leader, sarà disposto a pagare per averli. 








domenica 20 giugno 2021

l'impossibile ritorno alla normalita che non esiste più


In genere in situazioni quali la guerra o la caccia, l'esercito più forte o il cacciatore nel secondo caso,  si guardano bene dal far capire all'avversario/preda che non vi sono più possibilità di fuga, perché come ogni bravo generale/cacciatore sa, se il nemico realizza che ormai non c'è più speranza di salvare la pelle viene a crearsi l'effetto che io chiamo "Termopili",  cioè lo sconfitto smetterà di combattere per la vittoria o comunque preoccupandosi di salvare la pelle, ma inizia a lottare al solo scopo di fare il massimo danno al nemico, costi quel che costi.


Ultimamente sento tantissima gente che confessa di essere stanca della situazione odierna e spera che le cose tornino presto come prima. Si, ma prima quando? Prima della pandemia? Della crisi del debito? Di quella dei mutui sub prime? O prima dell'11 settembre?  Forse prima dell'entrata in vigore dell'euro? 


In realtà è dall'inizio degli anni novanta che le cose in tutto il mondo occidentale sono via via peggiorate, e gli eventi sopra chiamati in causa, a mio avviso non ne sono i soli responsabili; sono disposto ad accettare che  in quanto eventi sistemici hanno forse accelerato ed acuito i problemi ma non ne sono la causa. Le pandemie si superano con un buon sistema sanitario, le crisi economiche grazie alle politiche sociali ed il terrorismo con una politica lungimirante.


Per quanto tutte queste cose in sé siano gravi e destabilizzanti non giustificano assolutamente il sempre più scarso tenore di vita delle classi medio e basse del mondo occidentale. Se vengono prese dai media e dalla classe dirigente che li controlla come capro espiatorio, è  per lasciare nella popolazione l'illusione che superato lo scoglio, tutto tornerà come prima ed evitare così di incorrere nella situazione descritta all'inizio del post. 



Archiviata l'epidemia come spauracchio,  sono abbastanza sicuro che il nuovo motivo per cui verrà chiesto alla popolazione di tirare la cinghia, probabilmente sarà il dover contrastare le politiche imperialiste e antidemocratiche dei Russi e Cinesi. Insomma l'occidente è  aperto al mondo ma fino a quando questo si presenta come manodopera, da sfruttare e con cui ricattare i locali  se questi pretendono troppo.  O in alternativa   da lasciare affondare insieme alle barcacce con le quali hanno tentato di raggiungerci,  se la situazione lo richiede. 


O magari ancora, i sacrifici ci verranno richiesti in nome del pianeta, la tanto sospirata svolta ecologica dell'umanità, dove anche se puo sembrare un paradosso; per essere rispettosi dell'ambiente dobbiamo buttare quello che possediamo,  per sostituirlo con modelli nuovi, probabilmente cosi ci ritroveremo piu amici di madre natura, di sicuro non ci sono dubbi che è un bel modo per mostrare quell'occhio di riguardo agli interessi del mercato, che non dispiacera sicuro a molti figuri. 


Io sono convinto che il vero motivo di questo generale decadimento delle condizioni di vita, e il concentramento delle ricchezze in poche mani sia una guerra ideologica, che vede scontrarsi il potere politico contro il potere economico finanziario.  Una guerra globale ma che vede in occidente intanto un precedente; quando il potere politico dovette scontrarsi per la predominanza sul potere spirituale. E non secondariamente l'affermarsi dell'economia come potere vero e proprio.


L'errore della politica occidentale  é stato a mio avviso il trasformare l'economia da mezzo a fine della politica. ll voler giudicare il valore di un governo con parametri quali il "pil"  ha suscitato negli elettori la falsa credenza che il compito primario della politica sia quello di assicurarsi che l'economia prosperi e poi il resto vien da se. Cioè la politica ha dato l'impressione di proporsi  come arbitro e non come giocatore. Ed adesso ne sta pagando le conseguenze, viviamo in una società ossessionata dall' economia, come mai prima nella storia, all'economia sacrifichiamo gli anziani ed i figli, all'economia abbiamo sacrificato la ragion di stato e l'interiorità personale, ogni aspetto delle moderne società é  finalizzato al solo ed esclusivo benessere economico, tutto il resto ci sembra Marxianamente subordinato ad esso.



Non so chi vincerà alla fine, se la politica riuscirà screditata com'è  a ricondurre la situazione a suo vantaggio,  ma se l'economia non viene riportata a instrumentum regni, la vedo dura pensare che le cose possano migliorare. Infatti se il potere religioso si preoccupa della salvezza spirituale e per questo si è  dato l'impegno di fornire un'etica ed una morale alla società, la politica in quanto potere puro si pone come obiettivo il mantenimento di questo potere mediando tra le varie istanze sociali e fornendo dei diritti/ doveri alla società, in modo almeno teorico che nessun aspetto prevalga su un altro.  



Il potere economico invece  ha come unico obiettivo l'aumento della ricchezza,il famoso motto: "io devo rendere conto solo agli azionisti", le persone in un sistema simile verranno valutate in base a quanto siano capaci di produrre ricchezza, e per perseguire questo obiettivo continuerà a creare bisogni e proporsi come unica istanza capace di esaudirli. 



In un contesto simile serve poco che 

la politica si metta ad urlare di essere l'unica che può garantire di preservare libertà di azione e di parola, senza il nuovissimo modello di iPhone con cui le persone possono manifestare le loro idee grandi o piccole ormai e secondario, è  ricevere in cambio qualche like di queste libertà non sanno che farsene per questo noi cittadini siamo sia vittime che volenterosi sostenitori di questo stato di cose.



Dispostissimi  magari a titolo di esempio a sacrificare famiglia, affetti, e sviluppo interiore, lavorando come bestie per 11 mesi e tot ma pronti però a sollevare sommosse se ci viene negata la vacanza per il pur misero periodo rimanente dell'anno. 


E che l'economia sia in netto vantaggio rispetto alla politica, mi è  gioco facile citare, il governo Berlusconi per quanto col senno di poi o meglio ancora semplicemente con buon sennò, l'uomo si sia rivelato poca cosa ( cosa comunque migliore di certe alternative), nel 2011 godeva di consensi plebiscitari eppure per farlo cadere é bastato alterare un parametro astruso ai più sino ad allora,  signori! Ma che fine ha fatto il famigerato spread, in nome del quale ci siamo piegati a riforme inique e deleterie, e no che nessuno provi a spiegarmi che il governo Monti ci ha salvato dal baratro, se non é  capace di spiegarmi in concreto come il suddetto figuro ci ha salvato, visto che i problemi di quell'Italia sono i medesimi forse più incancreniti dell'Italia di oggi. Ma in fondo perché tirare in ballo il passato attualmente il presidente del consiglio si chiama: Mario Draghi, sicuramente uno dei più bei nomi dell'economia e finanza internazionale , ma seriamente di politico ha ben poco.


Quindi no le cose non miglioreranno, in compenso però ci saranno fior di esperti, professori, ed opinion leader, che ci spiegheranno che:  "Si! La congiuntura economica impone sacrifici ma le prospettive sono rosee, e in fondo di che cazzo vi lamentate  non vedete come è cool il nuovo cellulare, c'ha un processore capace di pilotare una missione marziana e voi potete usare tutto sto ben di Dio di potenza, per poter elaborare il vostro selfie,  e nascondere quel inopportuno brufolo che vi é spuntato proprio durante la vacanza a Formentera" privilegi simili varranno pure la perdita di qualche diritto! 






mercoledì 16 giugno 2021

Intelligenti e furbi

Oggi vorrei fare una piccola riflessione di poche righe, d'altronde l'argomento e stato discusso in modo molto più consono da penne infinitamente superiori a questa, per meritare piu spazio.  Però siccome il fatto in questione è una realtà a cui più o meno giungiamo tutti, suppongo di non far nulla di male a dire anche la mia.


L''Italia non e un paese fatto per persone intelligenti che infatti quando vi nascono se né  hanno occasione emigrano all'estero, ed a scanso di equivoci dichiaro che non mi reputo appartenente a questa cerchia; come dimostra d'altronde il fatto che qui sono restato. l'Italia e un paese di furbi, e che non mi reputo neppure appartenente a questo clubs, lo prova il fatto che stia qui a lagnarmene. la differenza tra intelligenza e furbizia e la stessa che c'è fra nuotare e galleggiare;  visti da lontano i corpi sono entrambi sul pelo dell'acqua, ma chi nuota può spostarsi, chi sta semplicemente a galla; magari e convinto di fare meno fatica però resta in balia degli eventi e soprattutto non può fare avvicinare nessuno a se, perche appena lo toccano rischia di affondare.


Che l'Italia e un paese di furbi lo dimostra il fatto che l'italiano sacrifica sempre il domani all'oggi perché:  "Francia o Spagna basta che se magna" e poco importa che il vincitore dopo torni a chiedere il conto. L'italiano e quello che comincia una guerra con un alleato e la termina con un altro e ritenendosi troppo dritto pensa di averla fatta franca, nemmeno si accorge che il paese  è  diventato una colonia, e Non mi sto Riferendo all attuale occupazione da parte degli stati uniti d'America,  che si sono rivelati se non altro padroni cortesi, ma della costante storica abitudine dei vari potentati localistici di chiedere aiuto allo straniero, convinti che in seguito grazie alle loro personali abilità saranno capaci di scrollarselo di dosso, quando non  addirittura continuare ha manovrarlo per i propri scopi. E che questa "furbizia" è più millantata che reale ancora non c'è la fatto capire secoli di giogo straniero.


Il nostro paese ha talmente istituzionalizzato la furbizia che se ne potrebbe fare quasi uno studio antropologico, dispone infatti di una serie di proverbi, storielle e facezie  che sono un vero inno alla furbizia sia collettiva che individuale dal famoso: "chi si fa i fatti suoi campa cent'anni" motto cosi miticizzato nel meridionedel paese, che gode di tutta una filosofia a se dedicata: Il famoso concetto di "omertà" che in realta più che furbizia e "saper vivere", null'altro  è se non la vigliaccheria ed il calcolo meschino a denunciare il prepotente, ideologizzato e nobilitato per salvare  l'amor proprio.


 Potrei continuare scrivendo della geopolitica dell'ultimo secolo che approfittando della posizione geografica della nazione a vacillato sui due blocchi contrapposti cercando di trarre il massimo profitto da entrambi i fronti, facendo spazzare via un intera classe politica che ritenendosi troppo furba non e riuscita a capire che con la caduta di uno dei due blocchi i tempi erano cambiati.



Ma in questo post non volevo parlare di massimi sistemi, che benché altrettanto antipatici possono trovare loro legittimità, nelle circostanze è  nella ragion di stato, volevo parlare di quella furbizia pidocchiosa, quella che muove i caporali e giù andare fino all'ultimo lustrascarpe di quella malvagita che ammorba ogni singolo abitante del paese, e che non lo porta a gioire della felicita propria, ma delle disgrazie altrui. Ma visto che siamo un paese di furbi ho gia detto troppo. Tanto che senso ha perdere tempo a leggere uno che a priori si e tirato fuori dalla categoria.


martedì 15 giugno 2021

reddito di cittadinanza, nuovi schiavi e padroni del vapore

Vorrei fare una piccola riflessione sul reddito di cittadinanza che si sta trasformando nella bestia nera della destra e nell'incubo della sinistra. 



Innanzi tutto; sì il reddito  di cittadinanza serve e più avanti spiegherò perché penso ciò. Prima però voglio spendere due parole sull' atteggiamento di alcuni giornalisti che appena scoprono un disonesto percepire il sussidio scrivono articoli pieni di indignazione piagnucolando di come i soldi dei poveri contribuenti vengono sprecati per finire nelle tasche di tal genia. Io capisco che anche i giornalisti hanno da pagare il mutuo come si usa dire,  ma veramente  a leggere certi giornali, tra fare quel mestiere e la prostituzione, nella seconda scelta c'è mooolta più dignità, se poi vogliamo dirla tutta; mi chiedo  perche ci indignamo che i sudetti criminali percepiscono il reddito di cittadinanza e non invece quando hanno accesso al sistema sanitario, all' istruzione per i propri figli, o al diritto di voto tanto per dire. Articoli del genere sono solo uno scadente metodo per indirizzare l'opinione pubblica, e lisciare il pelo ai propri padroni un po' come invitare la gente a farsi asportare il sistema circolatorio perché vi è il rischio che qualche parassita vi si attacchi.  



Secondo gli esperti tra un massimo di quindici anni e un minimo di dieci la gran parte del trasporto sarà a guida autonoma, già adesso le casse automatiche funzionano egregiamente ed il commercio online va a gonfie vele, per non parlare dello smart working, e dell'intelligenza artificiale che minaccia di fare una strage nel terzo settore.  Adesso in un paese che fatica ad assumere giovani preparati, io mi chiedo senza reddito di cittadinanza, siamo sicuri che il sistema-italia sarà capace di convertire un  ESERCITO poco scolarizzato di: camionisti, piccoli impiegati, cassieri ecc, con un'età compresa tra i 45 e i 68 anni in personale altamente qualificato capace di gestire e mettere mano sulle  macchine ed algoritmi che li hanno sostituiti?  Chi conosce cosa vuol dire il termine "luddismo" sara d'accordo con me col dire che: no! Una tal massa di persone non è  gestibile e sono tutte fregnacce i discorsi di chi dice che col senno di poi l'umanità nel suo complesso c'ha guadagnato grazie alla rivoluzione industriale, col senno di poi si vincono le guerre, provate a spiegarlo a chi all'epoca vedeva i figli morire di fame o a tutti i ragazzini che per buscare due soldi ed aiutare le famiglie si impiegavano come spazzacamini  e morivano di cancro alle palle.  Faccio notare che rispetto alla prima rivoluzione industriale siamo appena qualche miliardo in più.



In questa mia ottica il reddito di cittadinanza è  il metodo più giusto per ridistribuire la ricchezza ed evitare che una generazione di lavoratori vada "perduta" con tutti i problemi che un evento simile può comportare. Cosa pero difficile da far capire ad un popolo che dopo un secolo di sistema previdenziale è  ancora convinto che con i contributi: "si stia pagando la propria pensione e  non quella di chi l'ha preceduto" specie poi se la cosiddetta "classe dirigente" ancora oggi negli spaghetti western fa il tifo per i confederati contro i maledetti yankee. 


Ed infatti sui giornali leggo; che gli industriali, accortisi che i loro cani, ops giornalisti non riescono a condurre il gregge dove vogliono, scendono in campo in prima persona a spiegare agli italiani che quei lazzaroni dei loro figli per colpa del reddito di cittadinanza non vogliono più lavorare, la faccia come il bronzo ci vuole! Praticamente stanno dicendo che lo stipendio che offrono per spaccarsi la schiena è  meno allettante di un sussidio di povertà e si lamentano pure che non c'è nessuno disposto a scambiare questo con quello.  Ed il bello di tutto ciò è  che la cosiddetta "sinistra" incalza pure con la storia degli: "immigrati che svolgono i lavori che gli italiani non vogliono più fare". No! Signori miei quella non è sinistra è  schiavismo e se i poveri non vi facessero così schifo scoprireste che è  una cosa abolita già da qualche secolo. La verità è  che  non è  che  la gente all'improvviso  non ha più  voglia di fare certi lavori, è  che non hanno voglia di prenderlo in quel posto intanto che li fanno, cosa che magari può non sembrare così tragica a chi scappa da guerre e carestie, cazzo! Non dico Marx ma almeno Gramsci leggetelo prima di rompere le scatole con "bella ciao" che per la cronaca  è  una canzone nata nel 1946/47 in piena età repubblicana, altro che resistenza! Con tutto il rispetto salutatemi, "la brigata maiella".



A mo' di post scriptum sfido io se c'è una, dico solo una persona; che con il solo ausilio dei contratti di lavoro che questi "capitani coraggiosi" sono disposti ad offrire, invitandovi a rischiare.  riescano prima dei 35/40 anni a costruirsi una famiglia. E no mi dispiace per voi nel frattempo non vi siete goduti la vita, vi siete lasciati fottere dalle pubblicità, che per vendere le loro carabattole e potervi sfruttare più a lungo, vi hanno illuso che siete ancora giovani. Non vi aspetta un futuro di rimpianti, ma sarà pieno di rimorsi.

lunedì 14 giugno 2021

La critica nella societa dell'estetica


Questo post vuole mettere in evidenza, un certo tipo di atteggiamento che ha preso piede tra chi scrive e commenta su internet, l'attegiamento di chi si prende troppo sul serio; "gente che scrivete sulla rete, per favore datevi una calmata, non siamo intellettuali e la maggiorparte di quello che scriviamo è molto probabilmente una "CAGATA PAZZESCA",  per citare un maestro vero, non conta niente che le nostre mamme dicono di essere tanto fiere di noi. Per scrivere qualcosa di realmente significativo serve studio, fatica ed elasticita mentale, internet e pieno di enciclopedie copia/incolla, la validità di una qualunque tesi si misura dallo studio che vi è dietro e dall'integrazione con altre branche del sapere, non dai follower". Detto questo veniamo al dunque. 



In questi ultimi tempi sto guardando la serie tv: Black Mirror, trovandola fantastica e volendo fare del male a me stesso, non pago delle ottime prime due stagioni più puntatona speciale, nonostante alcuni amici me ne abbiano sconsigliato la visione ho deciso di proseguire con le puntate targate netflix, o come diavolo si scrive, ed ecco iniziare la mia passione. 



Infatti nonostante le idee di fondo siano sempre ottime, queste ultime vengono sminuite da una realizzazione pessima, da imputare a mia opinione al passaggio della serie dalla tv britannica all'editore americano, che ne ha fatto scemare la qualita narrativa  per renderla piu digeribile ad un pubblico mainstream, in modo imbarazzante, sperando di sopperire la cosa con la sfarzosa realizzazione tecnica, dovuta alle generose finanze messe in campo. purtroppo questo, sempre a mio parere non basta a far digerire lieti fine forzosi ed incongrui, è  come se ciò  già  non bastasse ci ritroviamo dentro ogni puntata l'aggiunta di un pizzico di tutte quelle ideologie che con l'ascesa di Trump a modo di contrappeso hanno preso auge e vigore, in quel popolo di simpatici fanatici. Così una serie nata per disturbare le coscienze e far riflettere, si ritrova azzoppata in maniera penosa, con lo spettatore che invece di riflettere sul significato che l'episodio vuole trasmettere e costretto a cercare sotto una montagna di merdosa melassa, cosa gli autori abbiano voluto veramente dire.




Ma visto che io sono notoriamente uno stoico, ed oltre tutto come accennavo le idee di base di molte puntate restano interessanti e degne di riflessione, eccomi qui che mi ritrovo per capire il vero senso di quello che sto vedendo scevro della melassa di qui sopra, che prendo il mio fido cellulare ed intanto che uno dei comprimari prima di esprimere il suo orrore per essere stato trasformato in un alieno dalle orecchie a punta e dalla pelle verde e grinzosa, ci tiene a farci sapere che non nutre pregiudizi razziali e il suo disgusto è dovuto solo alla disabitudine ( puntata 4x01), a leggere su internet le opinioni degli appassionati, barcamenandomi sui vari; forum, vlog, blog ecc.




E qui mi si è dischiuso un mondo, un mondo ricco di gente che di mestiere reale fa il "pigliamosche", quando un mestiere almeno sono riusciti a trovarlo. Ma Sulla rete scrivono con una saccenza che Morandini in confronto e uno scolaretto,  che uno ci crede pure nel leggerli Disquisire; d'immagine, luci, tecnica stilistica, costumi ed altre idiozie simili. 


Dico idiozie perché dopo il primo abbaglio, si capisce subito che questi signori dell'argomento di cui stanno parlando capiscono poco, appena  il lato "meccanicistico" quello che si riesce ad apprendere dai manuali, non certo quel "quid" fornito dall'intelligenza o dal "mestiere", dalla pratica insomma, non c'è ne uno, dicasi uno che parli del messaggio che il media voleva veicolare, e se l'opera e riuscita nel proprio intento. Tutti concentrati sul tipo di inquadratura utilizata nella scena madre, ma nessuno che si interroghi sul significato che quella scena volesse trasmettere. la morte dei sentimenti, dell'io, sull' altare della tecnica. 




Con la democratizzazione della critica attraverso la rete, stiamo assistendo a quello che io chiamerei una sua, "sgarbizzazione" dove c'è un mucchio di gente pronta a disquisire per ore ed anche più su un dato argomento (preferibilmente in modo polemico e ricco di allusioni elitarie) senza spostare di una virgola la conoscenza dell'argomento stesso per i non adetti al settore, il puro trionfo del lato estetico della dimensione umana. 


Incuriosito dal fenomeno, stimolato dal mio stesso ragionamento ed interessato alla sua reale portata ho voluto approfondire la cosa, e davvero mi sono stupito di come tralasciando i nomi in qualche modo già affermati per meriti esterni alla rete e che magari ipotizzo:  già conosciuti come sono non temono di approfondire l'argomento invece che  soffermarsi solo sugli aspetti tecnicistici e di nicchia, per timore forse di suscitare risentimento e calo di ascolti (?). La rete è ricca di perfetti sconosciuti, pieni di boria incapaci di ironizare su quello che dovrebbe essere, visto i loro curricula un passatempo da "bar sport", un modo per coltivare una passione, ma che invece molti intravedendolo come possibile sbocco professionale ed in questo atteggiamento prendendosi troppo sul serio si lasciano ingessare diventando pedanti e didascalici. Ignorando che quegli argomenti possono si interessare una nicchia di piu curiosi,  ma solo dopo che si saranno sviscerati gli aspetti piu pressanti dell'opera; il suo significato appunto. Cattivi maestri che sfornano pessimi allievi, troppo abituati a capire cosa succede dietro le quinte per concentrarsi e capire quello che avviene sul palcoscenico.



Quello che mi premeva far notare di questa nuova categoria umana, è la loro sostanziale differenziazione dell'imbecille cui internet ha dato diritto di opinione al Umberto Eco, tanto per dire.  Qui stiamo parlando di gente che a modo loro  è veramente ferrata  del settore di cui discutono ma come delle monadi sono cosi chiusi in se stessi che come dicevamo per miopia di vedute o forse malafede ignorano tutto il resto che li circonda.


Sono i classici tipi cui dato un martello in mano tutto gli sembrera un chiodo, e nostro malgrado ritenendosi loro i migliori martellatori del mondo non accetteranno critiche da nessuno. Adesso io non mi azzardo ad esprimere un giudizio definitivo, se questo fenomeno é dovuto appunto alla mancanza di autoironia come dicevo o invece ad un "imputtanimento" della cultura che per riuscire ad essere popolare ed in questo modo monetizzare deve riuscire ad essere il piu inclusiva possibile evitando nel bene o nel male di stimolare  riflessioni serie ( e la polemica non è una riflessione seria é marketing) ma di certo è un fenomeno che negli anni a seguire man mano che le nuove forme di divulgazione prenderanno piede si fara sempre più pressante; l'era della cultura farisaica.

lunedì 7 giugno 2021

Crisi di democrazia o carenza di competenza?

Sempre più spesso ultimamente nei giornali, leggo di presunte crisi della democrazia, rispetto ad altre forme di governo più verticistiche ed autoritarie. 

Ritengo che i giornalisti che analizzano questo fenomeno siano in errore, errore dovuto alla malafede.


In errore perché a mia opinione più che di crisi della democrazia, io parlerei di scomparsa di competenza da parte di chi democraticamente eletto viene scelto a gestire la cosa pubblica. In malafede perché questa incompetenza è in gran parte  dovuta al modo in cui il sistema dei media, perciò anche chi denuncia il fenomeno,  presenta e pubblicizza  i vari candidati; cioè  privilegiando l'apparire all'essere. 


A validare la mia opinione basta prendere in esame due casi famosi, quello di Berlusconi e di Trump:


Iniziamo con Berlusconi; che da ottimo faccendiere ( a mio avviso non è mai stato un imprenditore, l'imprenditore era semmai Confalonieri, Berlusconi per sé si era ritagliato il ruolo di stringere rapporti, amicizie ed alleanze, il segreto del successo di Silvio Berlusconi sta tutto nell'essere stato capace nella vita, di saper valutare gli uomini e di circondarsi di quelli giusti ai suoi scopi ed evidentemente anche quello di sapersi serbare fedeli tali uomini, dandogli quello che richiedevano in cambio della loro fedeltà.) all'indomani di tangentopoli si improvvisa mediocre politico, ed a molti per giunta ha lasciato l'impressione che fosse più interessato a risolvere alcuni suoi fastidi personali, piuttosto che ritagliarsi un ruolo da statista. In ogni caso l'unica capacità accertata del soggetto e riconosciutagli unanimemente è quella di saper bucare lo schermo, oltre che fare gaffe internazionali, naturalmente. Ma nonostante questo scarso curriculum politico e le bordate dei giudici, riesce a dominare la scena italiana per vent'anni, facendo e disfacendo partiti suoi e d'altri, e solo ultimamente siamo riusciti a vederlo eclissarsi a causa dell'età, più che dagli avversari o dai successori, questi ultimi a dire il vero completamente inesistenti, come sembra suggerire il fatto che il suo partito appare destinato a scomparire con lui. Provate ad immaginare, adesso invece un Moro, un Andreotti o un Togliatti, quanto tempo ci avrebbero messo a sbarazzarsi di un rivale simile. 


Passiamo ora agli Stati Uniti d'America, dove il partito di Lincoln, di Teddy Roosevelt e di Eisenhower viene travolto e galvanizzato assieme a milioni di elettori da un parvenu volgare e poco capace (nel senso politico)  come Trump, ma in grado di tenere milioni di spettatori incollati allo schermo, come dimostra il successo del suo reality show. è il rivale storico, quel partito democratico già dell'altro Roosevelt, che non riesce  a trovare di meglio da contrapporre, di una signora in piena crisi di megalomania isterica prima, r di un anziano vicepresidente, portato in auge sulla scia del expresidente carismatico ( famoso a sua volta perché appunto carismatico e scuro) e dal fatto di  aver eccitato gli estremisti del perbenismo politicamente corretto scegliendo il vicepresidente(ssa) per il colore della pelle e per la specificità dei suoi organi riproduttivi, dopo. Praticamente si può affermare senza paura di smentita che il primo vero grande  promotore dei democratici sia stato il covid, ma tant'è. ad elezioni avvenute nonostante  l'indegno spettacolo di cui Trump si è ricoperto ( e che vi sia stato ficcato dentro o meno, poco importa, visto che la prima dote di un politico è "leggere il momento" ) cosa più unica che rara in quella democrazia, i repubblicani non riescono a scrollarselo di dosso e rimpiazzare lo scomodo leader, e  sfido i più vecchi a ricordare quando mai un candidato sconfitto di entrambi i due partiti americani,  finite le elezioni siano rimasti a guida della propria fazione, per fare un esempio; Al Gore che personalmente non mi piace  e considero mediocre, quando perse le elezioni con Bush i Democratici erano stati ancora capaci di sostituirlo, e lui allontanato  dalla politica è comunque riuscito a vincere un Nobel, tanto per dire.


Non voglio infierire  ancora ricordando come un Sarkozy, in una conferenza stampa prende in giro il primo ministro di un paese alleato. (ma non farà male però ricordare come certi paladini dell'intelligenza nostrana, invece che indignarsi e fare muro per il bene del paese, si genuflettono ossequiosi ad un personaggio simile, finito come tutti sappiamo.) O al suo successore che invece di badare agli affari di stato, scappava in scooter dal palazzo presidenziale per correre dall'amante, non dico l'integrità di un De Gaulle, ma almeno lo stile di un Mitterrand, per Bacco!


È inutile continuare con gli esempi, a questo punto non credo sia sbagliato affermare che la cosiddetta crisi della democrazia, come dicevo prima;  non sia dovuta ad una fallacia del sistema democratico in se stesso, ma piuttosto al sistema con cui si selezionano gli alfieri di questo metodo di governo negli ultimi decenni, che ci propone candidati a mio avviso, più adatti a rappresentare il ruolo che poi veramente rappresenteranno in un film hollywoodiano, ed in certi casi film comico, piuttosto che nella realtà. 


 

In un post precedente avevo scritto che i nostri politici non sono stupidi, e questa cosa la penso ancora, i nostri politici sono dei veri esperti dell'apparire; nell'età dell'immagine, del sempre connessi, questo è il requisito piu richiesto, però semplicemente non è il requisito appropiato per poi  gestire uno stato. Purtroppo però stando  così le cose vinceranno  sempre loro a discapito dei veri statisti. E questo è appunto secondo il mio parere colpa dei media, che rappresentano il fare politico in un ambito estetico ad un livello mai raggiunto prima e che totalizza la campagna elettorale a discapito di competenze e programmi concreti. E di questo non possono non essere consci, da qui la malafede.