mercoledì 28 aprile 2021

Di polverosi libri

Tenetevi cari i vostri libri di carta, sono scomodi e poco moderni, sono ingombranti e si sciupano nel leggerli, a volte puzzano e sono sporchi e pasticciati peggio di un cane con la rogna.


Ma tenetele care quelle pagine, perché certe volte stringendole fino a stropicciarle, usandogli violenza addirittura, é come afferrare l'autore, fare a pugni con lui, per quello che nel bene o nel male ci sta scatenando dentro. 


Sono pesanti i libri di carta e spesso il fardello maggiore é quello suscitato dai ricordi nello sfogliarli dopo tanti anni. Ma tenetevi lo stesso care quelle pagine, mischiato all'odore di muffa potrebbe arrivare alle narici l'odore estatico dell'infanzia.


Il libro di carta è sorpassato dicevamo, ma e l'unico mezzo che ci garantisce che quello che vi è scritto lì rimane, non lo potrà cambiare la moda, non lo cambierà l'ideologia,non lo potrà rimaneggiare la pubblica ignoranza, o la melliflua spocchia dell'elite', sfugge ai ripensamenti dell'autore, perché impertinenti si ribellano ai suoi cambi di opinione.


I libri sono fedeli compagni, che a volte ci ricordano chi siamo stati, altre volte chi volevamo essere, non è un caso se le dittature più feroci li hanno voluti bruciare, perché sanno che si ricorderanno delle loro gesta e conserveranno quelle vergogne. 


Sono ingombranti i libri, sono pietre d'inciampo che ci ricordano che siamo umani, è non siamo soli.

venerdì 23 aprile 2021

Tutti samaritani, con la figa degli altri.

Stavo leggendo di quella  madre che trovata dalla figlia biologica, non acconsente ad un prelievo di sangue per delle cure salvavita. La cosa che mi lascia più perplesso di questa brutta storia è la saccenza e disumanità delle persone che commentano il fatto, condannando senza scampo la madre, come una crudele egoista, senza conoscere un cazzo di niente della faccenda.


Ricapitoliamo per fare poi qualche ipotesi, un po' i fatti  come si possono grosso modo apprendere dai giornali: quella donna da giovane e stata violentata ed è rimasta incinta, invece di abortire, CORAGGIOSAMENTE decide di non far pagare ad un innocente le colpe del criminale che l'ha abusata e perciò  di portare a termine la gravidanza, però rendendosi conto che non potrà mai riuscire ad amare quella creatura che per lei e solo il simbolo vivente di un dolore troppo grande, decide anche che una volta ultimata la gravidanza  sarà bene affidarla alle strutture competenti. 


Pochi giorni fa dopo svariati decenni, quando ormai quel terribile evento era diventato solo un tormentoso ricordo, gli si presenta con un certo schiamazzo mediatico, una sconosciuta che gli dice di avere una grave malattia, ma supratutto di essere la figlia e di aver bisogno del suo sangue per un test genetico utile ad una cura salvavita. 


Ed ecco che tutto quello che si era cercato di nascondere e dimenticare salta fuori "magari anche l'identità del violentatore". Adesso  sto facendo solo un'ipotesi; ma mettiamo che lo stupratore sia un conoscente intimo o addirittura un parente,  magari stretto, così stretto che la vittima per continuare ad aver fiducia nell'umanità in tutti questi anni ha dovuto mentire perfino a sé  stessa,  ed ecco all'improvviso che salta fuori questa figlia e gli chiede di riconoscere quella verità, è  non solo a parole, ma con i mezzi inappellabili della scienza, poco importa l'anonimato, per qualcuno che certe verità le aveva negate perfino a se stessa, magra consolazione per una settantenne a cui si chiede di fare personalmente i conti col passato.


la poveretta ad un evenienza simile si rifiuta, forse terrorizzata, di sicuro quanto meno colta alla sprovvista.  ed ecco che viene aditata come un mostro (magari dalle stesse persone contrarie all'aborto,ma insensibili alle conseguenze di scelte simili, e dicendo questo puntualizzo che pur io sono contrario, ma senza la pretesa d'imporre ad altri scelte personali). 


Scrivendo del argomento io non so se sia giusto o meno che questa donna, manchi cosi tanto di pieta verso non una figlia, ma verso un altro essere umano, potrebbe forse essere questo un inciampo del destino, per trasformare quello che è  nato come una mostruosita in qualcosa di perfino bello, o per lo meno di chiudere una malvagita con una buona azione, magari anche la violenza e tutte le speculazioni su cui ho costruito alcune ipotesi sono solo suggerimenti giornalistici, utili solo ad aumentare i lettori, e tutta la vicenda si riduce ad una ragazzina come purtroppo molte, lasciata sola in un qualcosa piu grande di lei e di cui non si sentiva preparata ad offrontare,  ma nonostante cio ha deciso di andare avanti,. Pero di certo  so che tutti quelli che senza avere la minima sensibilità umana, almeno quella minima che permette di riflettere ponderatamente sulla vicenta, ma nonostante ciò rivolgono insulti e condanne verso quella donna, sono senza ombra di dubbio molto peggiori. Se non altro perché quella donna gia una volta ha fatto una scelta di grande eroismo mentre lorsignori  sono capaci solo di rivolgere ogni male ad una persona che per loro non è  simbolo di qualcosa di orribile e vissuto,  ma solo la involontaria protagonista di una notiziola letta in fretta su facebook.



Post scriptum

Attenzione, mi è stato fatto notare che con questo post, do l'impressione di giustificare la Signora in questione dal suo gesto egoistico, niente di più erroneo, l'intenzione di questo post è un'altra; qui non si vuole assolvere o condannare nessuno, qui si sta cercando di tentare di comprendere, e magari suggerire di non ergersi a giudici inappellabili dell'animo umano.



mercoledì 21 aprile 2021

Di Grilli, stupri, giustizia, e di una generazione perduta

Visto che ne parlano tutti,  volevo ficcarmi anch'io nella bolgia di commentatori, "dell'affaire grillo" e fare qualche considerazione, se non altro per schiarirmi le idee e non riempirmi la testa delle opinioni altrui. Premettendo che non essendo competente in materia, non mi coprirò di ridicolo pontificando se sia giusto o no,  che una donna denunci la violenza giorni dopo l'accaduto, Fior di esperti hanno dato svariati motivi per giustificare ciò e in sincerità  mi sono sembrati motivi validissimi. Così come non starò a discutere troppo del perché grillo sia così bene informato dei movimenti della ragazza subito dopo il fatto, fatto, che secondo lui non è successo,  e volendogli credere, non posso però negare di aver pensato che di solito, in circostanze appunto normali, le persone non sono così bene informate sulla vita  degli amanti occasionali, non al punto di sapere come passano il tempo nei giorni successivi al rapporto,  è se si stanno divertendo o meno, d'altronde è pur vero che nei tempi d'oggi con i social e i telefonini sempre in tasca,  pagando le persone giuste un eventualità del genere non è una cosa così inverosimile e con buona volontà e con i dovuti " sé",  puo essere fatta,  senza difficoltà insormontabili, anche a distanza di un po' di tempo.  

Volevo invece porre tre considerazioni che questo caso e le reazioni da esso suscitate mettono bene in evidenza e credo possano interessare tutti.


La prima cosa  che vorrei porre in risalto è  che adesso si spera che anche i grillini si rendano conto che i processi mediatici non sono giustizia, ed il giustizialismo è qualcosa di mostruoso, trovo veramente beffardo che proprio l'ispiratore del partito che vuole abolire la prescrizione, adesso si lamenti della durata del processo al figlio, intanto che, il popolo sempre: "vox Dei", ha già  espresso nei vari social la sua condanna. Spero che si faccia un po piu largo anche  tra i suoi ammiratori il concetto, che in un paese civile si è innocenti sino a prova contraria, l'onere della prova spetta all'accusa e la giustizia deve essere neutra,  inoltre, cosa non meno importante; i processi si devono svolgere in tempi brevi, per non diventare essi stessi strumento di pena o vessazione. 


La seconda questione che vorrei far notare è della diffidenza che in molti nutrono verso i magistrati, e di come irrimediabilmente che ci si chiami Berlusconi, Renzi, Salvini o appunto Grillo se si ci ritrova dalla "parte sbagliata della storia" è praticamente sicuro  che ci sara un magistrato zelante, che troverà un motivo per aprire un'inchiesta  su di lui o un suo familiare.  Questa cosa da un lato e una spada di Democle appesa sulla testa di ogni esponente della classe politica, che se non vuole vedere il proprio nome trascinato in tribunale con conseguente sputtanamento pubblico, deve condurre vita che nemmeno un santo pratica, dall'altra getta il sospetto sui magistrati e cosi perfino in un caso odioso come questo, c'è in molti una certa diffidenza sulle reali motivazioni che spinge gli inquirenti  ad agire sul figlio di Grillo.


La terza considerazione che vorrei porre è quella che mi lascia personalmente piu perplesso, riguarda molti degli utenti Internet che commentano l'accaduto: posto che giovani lo siamo stati tutti e a quell'età sia facile perdere il controllo,  ho trovato però straniante che moltissimi commenti davano l'ubriacarsi quasi fino al coma come un qualcosa di scontato e tollerato, cioè molti commentatori lasciavano intuire che per loro il riempirsi di alcool fino a stordirsi e finire completamente in mano a chi ci sta attorno non e quell'unicum, in cui ci si puo imbattere per inesperienza, quella volta nella vita, ma un rischio quasi necessario, che bisogna correre e per cui è meglio organizzarsi prima,  con l'aiuto di amici fidati se ci si vuole divertire davvero. Onestamente mi ha lasciato un certo disaggio questa associazione tra divertimento e sballo come se le cose non potessero essere scisse, posso comprendere un atteggiamento simile nei bambini perduti della mosca anni 90, che abbandonati dai genitori e costretti a vivere come topi, per sfuggire a questa bruttura inalavano colla ed altre schifezze, trovo la cosa di più difficile comprensione tra figli di benestanti nell'italia del 2020.


lunedì 19 aprile 2021

la lega dei super brocchi

Sto leggendo divertito della storia sul campionato dei "fighetti", a mia opinione questo episodio si rivela abbastanza emblematico del mondo moderno.


Infatti trovo assolutamente in linea coi tempi, che una serie di club pretende di fare un campionato dei "migliori", senza il fastidio di meritarsi tale appellativo, si sa mai che dovendo competere seriamente perdano, con gravi danni al portafoglio.


Dopo tutto il mondo dello sport ed il calcio in particolare si è riempito di finanzieri e laureati in economia, la stessa gente che è  riuscita a trasformare le industrie occidentali in quelle baracche incapaci di produrre alcunché, che ci ritroviamo (ma garantendo per lor signori, le stesse entrate milionarie, anzi!),  figuratevi se non riescono a svuotare lo sport della sua essenza; la competizione, la sfida e la possibilità di perdere, per trasformarlo in qualcosa dove si partecipa tanto per esserci.  Io dico che messi come siamo messi i tifosi devono ringraziare che ai "campioni" li fanno giocare ancora col rischio di infortunio e conseguenti perdite milionarie, a pensare male si fa peccato, ma secondo me qualcuno che sta pensando di decidere le partite a tavolino, come nel wrestling c'è già.


Tanto dopo verranno a spiegare che ci sono cifre troppo grosse in gioco, per lasciare decidere al caso e alla mera bravura, quando invece grazie ai loro sistemi tutto può essere gestito garantendo la stessa spettacolarità.  


Tutto giustissimo per carità! L'unica cosa che mi domando io é perché i tifosi invece di perdere tempo a guardare le classifiche varie, per sapere l'andamento della propria squadra, non si limitano a leggere i risultati ottenuti nei listini delle borse dove sono quotate, tanto a questo punto, forse c'è davvero più sport lì che sul campo.

domenica 18 aprile 2021

Io, Ettore

 

A casa nostra mio papà aveva un accappatoio da doccia marrone, per me molto anonimo, infatti le piastrelle della stanza da bagno di casa nostra erano dello stesso colore, e quando lo indossava sembrava quasi un volere confondersi con l'ambiente, un conformarsi con esso, qualcosa privo di vera personalità. Quando mi sono sposato e trasferito in casa mia, ho acquistato un accappatoio rosso fiammante, spiccava molto nell'ambiente, nonostante lo avessimo lavato la prima volta che lo indossai, mi riempi di pelucchi rossi, così pure la seconda ed anche la terza, da allora dopo averlo lavato lo riposi in un armadio ed adopero anch'io un bel accappatoio marrone. 




Quando morì mio nonno, mio padre aveva circa trentaquattro anni, ricordo ancora nitidamente che mi fece specie vederlo piangere. All'epoca avevo circa sette anni e mio papà era per me l'adulto per antonomasia, qualcosa di completamente diverso da quel me bambino, quasi fosse fatto di una sostanza diversa. Nonostante quell'episodio avesse scalfito le mie granitiche certezze per ancora molto tempo questa distinzione tra il me infante e " loro adulti" fu nitidissima.



Forse è per questa solo percepita differenza che i genitori deludono in qualche modo i figli quando crescendo, ci accorgiamo che anche loro sbagliano, sono Fallaci, e soggetti alla balia del caso esattamente come noi. Ed è questo, come dire questa loro mancata universalità, qualcosa che difficilmente si riesce ad accettare e soprattutto perdonare.



Io credo perché frantuma uno dei più bei sogni dell'infanzia; quella falsa speranza che una volta cresciuti avremmo capito tutto, o quasi. forse invece, perché man mano che scopriamo questa loro fragilità, così simile alla nostra, viene a mancare in noi quel pilastro in cui speravamo di trovare appoggio nelle decisioni difficili che l'esistenza inevitabilmente ci parerà di fronte, non lo so e penso che questo sia uno di quei misteri che più che l'esattezza  della scienza, l'intuizione del mito può aiutare a decifrare; mi riferisco ad Edipo e i suoi emuli; l'assassinio del padre per prenderne il posto ma, al contempo sperare  neppure tanto inconsciamente,  che il più presto possibile, anche la nostra progenie faccia lo stesso  per rinforzare le fila, augurandosi che il figlio non abbia più  bisogno di essere sorretto ancora per molto,  per essere portato avanti, ma ci offra un braccio a cui aggrapparci per avanzare sulla strada della vita. 



E mentre scrivo tutto questo penso alle mie figlie, e come in qualche modo vedono me e mia moglie, assieme a tutti gli adulti che gli sono cari come rocce a cui aggrappare la loro esistenza, ed anche se so che non è giusto e nemmeno lecito, penso come sarebbe bello e liberatorio spiegargli di non prendersela se anche noi sbagliamo, perché anche se un po' più grossi, in fin dei conti siamo anche noi, assieme a loro, come quei pollini leggeri trasportati dal vento, nell'oscura immensità che é  la vita.


mercoledì 14 aprile 2021

Italiani razzisti

L'italiano sta diventando profondamente razzista, ma il fatto  non è questione di destra o sinistra, come volgarmente lo si vuole ridurre,  probabilmente è questione di ignoranza, d'altronde se riduciamo un problema ai minimi termini, cosa non lo è? 


L'ignoranza di capire che se ancora ( per poco) siamo una nazione ricca, non lo si deve a qualche presunto destino della razza italica, nemmeno ad una vaneggiata superiorità degli occidentali, come in molti sembrano essere convinti,  ma più semplicemente al verificarsi di condizioni eccezzionali, colte grazie ai sacrifici delle generazioni che ci hanno preceduto. Purtroppo, ultimamente, pare che questo fatto sia stato dimenticato. forse per meglio rammentarsi dei diritti inalienabili che per volontà, alcuni sospettano divina, possediamo, quelli si sempre bene a mente.


Kierkegaard come metafora della fine di questo stato di cose, prendeva l'esempio di un teatro in cui scoppiava un incendio, sciaguratamente però per avvertire del pericolo, sul palco saliva il pagliaccio, cosi più questi si agitava e sbraitava, per intimare agli spettatori di fuggire più quest'ultimi ridevano. Il filosofo concludeva che tutti gli uomini sono come quegli spettatori, essi si ritenevano troppo scaltri per prendere sul serio e credere ai gesti del pagliaccio.

Così  allo stesso modo noi ridiamo ai prodotti di scarsa qualità che provengono dalla Cina, ridiamo dei malumori del resto del mondo, ridiamo di tutti convinti come siamo che il mondo là fuori  è lì ad aspettarci, sentendoci troppo furbi per farci ingabolare da battaglie  che un individualismo spinto all'estremo, non ci fa percepire più  come nostre. Ridiamo, e non ci rendiamo conto che stiamo dilapidando il patrimonio dei nostri padri. Sarà probabilmente col sorriso ancora ben impresso sul volto che fra non molto verremmo sbattuti fuori dal palcoscenico della storia.

lunedì 12 aprile 2021

Cinesate democratiche

Quando scoppia una guerra, non è nei confronti degli innocenti già nati che ci dobbiamo vergognare, quelli ormai coscienti di ciò o meno, fanno già parte dello spirito del mondo, è a quelli che non nasceranno che dobbiamo chiedere  scusa, loro che potevano essere tutto e sono rimasti niente.



Qualche mese fa ho scritto sulle ragioni storiche, che chiariscono in parte  il comportamento della Russia e le sue motivazioni, oggi volevo dire qualcosina veloce sulla Cina e sul crollo delle democrazie.


Partiamo dalla Cina; premetto subito che non sono un esperto di storia cinese e non azzardo ad improvisarmi tale, piuttosto volevo esporre  un concetto semplice ma a mio avviso fondamentale per rapportarsi con questo paese e un aneddoto anche questo secondo me utile a capire quella gente.



Per brevità partiamo dall'aneddoto; si racconta che alcuni diplomatici cinesi in visita negli Stati Uniti, sul finire del milleottocento, tra i propri bagagli avessero anche delle anfore dove all'occorrenza fare i propri bisogni, questo perche per la loro mentalità non era giusto che qualcosa di cinese si disperdesse fuori dalla terra natia. 



Il concetto invece è il seguente; La Cina nella sua plurimillenaria storia,  particolarmente ricorda come periodi di grandi umiliazioni due epoche: la prima è all'inizio dello scorso millennio con la dominazione Mongola, e la seconda verso la sua fine, nell'ottocento con la dominazione occidentale, durante quest'ultimo periodo in particolare la civilta Cinese rischiò di scomparire sotto gli appetitti Europei da un lato e Giapponesi dall'altro, visto che ultimamente  si parla di Hong Kong, sarà forse utile per capire perché i cinesi chiamano ancora quel periodo "Il secolo della vergogna",  ricordare che quella città  finì sotto protettorato Inglese come risarcimento di guerra, guerra iniziata degli inglesi, dopo che l'imperatore aveva emanato una legge che vietava il consumo di oppio, oppio che non poco ruolo aveva nel degrado che la società  cinese aveva raggiunto, oppio che è  bene specificare  veniva venduto dai sudditi di sua maestà per controbilanciare l'importazione di seta e the. Se i comunisti di Mao riuscirono a raggiungere e sopratutto mantenere il potere non è perché avevano  promesso il benessere a tutti i cinesi, ma perché avevano promesso  loro che mai più un non Cinese avrebbe deciso per la Cina, detto ciò credo che ci sia poco da dire sul perché la rozza politica americana verso questo paese sta producendo più disastri che altro.



In questo post, volevo anche dire due parole sui duri colpi, sia in immagine sia in senso più materiale,  che il modello democratico ha subito negli ultimi anni, rispetto a sistemi più autoritari. 


Se gli stati democratici negli ultimi decenni sono in affanno in termini di popolarità, a mia opinione, non è solo perché i modelli come quello cinese o turco offrono alternative più performanti in termini di  sviluppo, ma è  perché gli stati autoritari si stanno rivelando gli unici che riescono a svilupparsi ed attuare una politica di interesse nazionale anche in contrapposizione di "certe potenze";  le democrazie si sono rivelate troppo influenzabili e facili alla penetrazione di ingerenze da poteri stranieri per fare gli interessi della nazione se questi interessi non sono ben visti  oltre Atlantico; per restare in Italia è  facile per me tirare fuori il caso Craxi e di come sia stato semplice sbarazzarsene, col beneplacito della popolazione aizzata dai media,  per non parlare del governo Conte sostituito in quattro e quattrotto da un Mario Draghi che gia dal suo discorso iniziale si è premurato di ribadire, la sua incondizionata fedeltà atlantica.


Update 4-11-2021


Mi è stato fatto notare che in questo ed in altri post, sembro assumere un atteggiamento filocinese, con tutto il rispetto per quella grande civilta considero la cina un grave pericolo per tutto l'occidente e una sua egemonia assoluta quanto di peggio ci possa capitare. quello che critico è il modo scelto per prevenire questo pericolo, a mio modo di vedere, inetto e miope.

domenica 11 aprile 2021

conformismo e rincoglionimento mentale

Il pensare*, indipendentemente, che si stia cercando una soluzione ad un problema materiale, che si stia provando a capire e farsi un'opinione su un fatto accaduto, o si stia speculando della nostra posizione è ruolo nel creato e della correlazione tra tutte le cose, è un'attività sia faticosa che rischiosa. È faticosa perché il cervello consuma energia ed in un mondo dove l'energia scarseggia, tutta la nostra biologia ci spinge ad usare questa facoltà con la massima parsimonia. È rischiosa perché indipendentemente o quasi dal nostro livello d'intelligenza, il ragionare può condurci in strade sbagliate o pericolose  ed in ogni caso nessuno ci garantisce, che le nostre idee anche se giuste, trovino consenso nel nostro gruppo sociale e perciò della grande forza d'animo, detta anche onestà intellettuale o più semplicemente umiltà, che occorre se in errore, per riconoscere i propri sbagli e ravvedersi, o al contrario di quanta determinazione e coraggio sono  richiesti per difendere le proprie vedute, se ritenute corrette.


A mia opinione quello che ho illustrato spiega abbastanza bene come mai la maggioranza delle persone nella vita adotta un atteggiamento conformista, e tende a preferire  dove disponibili, soluzioni pronte. Inoltre chiarisce il motivo del perché siamo così propensi a farci affascinare da affabulatori è sofisti vari; la tentazione di seguire qualcun'altro che già gode di consenso e sa porsi da leaders ( politico, etico, religioso, lavorativo, culturale ecc.) è in noi troppo allettante  per resistergli. Questi tipi di comportamento sono insiti nella nostra specie, in quanto sociale e di conseguenza strutturata, che indirizzandoci verso condotte del genere, prende due piccioni con una fava; al singolo risparmia le energie del pensare  ed al gruppo evita tensioni gerarchiche e disgregazioni che sarebbero inevitabili, se ognuno avendo le proprie idee decidesse di non seguire i capi. 


Nelle società passate, così come nei suoi singoli membri però, la pluralità di idee e lo stimolo al pensiero autonomo era comunque garantita, perché Tutto ciò che ho esposto finora, veniva perfettamente mitigato, in quanto controbilanciato in modo naturale, dall'estrema frammentazione delle organizzazioni  umane e dalla lentezza, dovuta sia alle distanze, sia ai mezzi tecnologici con cui le idee si propagavano. Tali contingenze assicuravano sempre che tutte le popolazioni nel mondo, avessero  l'esigenza, di sviluppare un proprio sistema di idee, quella che comunemente chiamiamo cultura,  ed è costituita da un nocciolo duro di utili credenze, pratiche e modi di fare,  comuni al gruppo ed una lingua che via via, senza le (benefiche) influenze esterne, tenderebbe si  ad affinarsi, ma anche ad appiattirsi sempre più sulle proprie vedute culturali. I sopracitati limiti fisici, Permettevano inoltre che le periferie godessero di una relativa  autonomia e vivacità di pensiero, che propagandosi se valido verso il centro, dava vigore e freschezza alle idee dominanti ed in casi estremi e rari riusciva a sostituirsi in toto ad esse rivoluzionando  la cultura di un intero paese. Stesso discorso era applicabile naturalmente anche ai singoli individui, dove la lentezza e cattiva qualità delle comunicazioni, contrapposti all'esigenza di dare una risposta rapida alle situazioni affrontate, li obbligava ad elaborare e risolvere personalmente le informazioni e i problemi  che gli si paravano davanti e solo in un secondo tempo confrontare le proprie soluzioni ed opinioni con altre e nel caso adeguarsi, o appunto dare adito a quel movimento dalla periferia al centro di cui scrivevo prima.



Questo stato di cose, a causa soprattutto delle nuove tecnologie ( ma non del tutto trascurabile  è  anche il fatto di aver compreso bene come sfruttare certe dinamiche psicologiche) non è più valido ed al giorno d'oggi  un opinion leader abbastanza capace può raggiungere ed influenzare praticamente ogni angolo della terra. Questo pone alle società umane almeno due pressanti problemi:


Il primo è il rischio che sorga; "un pensiero unico dominante", onnipresente e almeno in linea teorica in grado di soffocare sul nascere qualsiasi idea indipendente, infatti grazie alle capacità fornite dai nuovi mezzi, non che dalla diffusa e standardizzata scolarizzazione che livella ed uniforma  le prospettive culturali dei ragazzi e tende a dare dei preconcetti  già confezionati a cui ispirarsi,  uno o più  ipotetici centri direzionali anche concorrenti, ad esempio, al verificarsi di un evento  potrebbero  proporre la loro "versione dei fatti"  istantaneamente a qualsiasi persona, non dandogli il tempo di elaborare una propria opinione, è grazie a strumenti come  l'intelligenza artificiale, riuscire a  smussare gli aspetti più controversi per il soggetto specifico, ed in questo modo adattarsi ad ogni individuo per fare accettare così, la parte fondamentale  nell'interpretazione dell'evento che si vuole imporre, così come un vestito si adatta ad ogni soggetto,  cambiando semplicemente taglia; potremmo definirla non scorrettamente, l'era del pensiero Prêt-à-porter. 


Badate bene che qui non stiamo facendo ipotesi astruse e remote, qualcosa di simile, se considerata con la dovuta scala e in base ai mezzi disponibili, sta già capitando col predominio culturale anglosassone, ed è già capitato, a grandi linee in Europa  é particolarmente in Italia con la cosiddetta egemonia culturale gramsciana; quando sul finire della guerra i poteri vennero suddivisi tra le forze vincitrici per tacito accordo nel modo che segue: le forze di centro,si assegnarono il potere politico ed le sinistre,si presero quello culturale, ciò in cinquant'anni ha comportato che alcuni principi spiccatamente di sinistra, indipendentemente dalla loro presunta o meno, universalità, siano diventati patrimonio condiviso di tutti i cittadini, in modo così profondamente che nemmeno le destre più ortodosse, osano mettere in discussione tali assiomi di fatto. Sono diventati così parte di noi che valutiamo i paesi in cui questa mentalità non è in vigore come arretrati, nonostante su molti aspetti anche materiali siano inconfutabilmente più progrediti o comunque al nostro livello, basterà come esempio citare gli stati uniti cui cittadini, l'italiano attribuisce lo stereotipo di una certa ingenua  faciloneria  di fondo,  tesa a giustificare l'accettazione acritica  di certe   peculiarità  di quel paese che da lui vengono viste come" storture" propagatori di disuguaglianza.


Il secondo grave problema cui stiamo andando incontro e  un generale impigrimento mentale, cioè il fatto che persone sempre meno propense a ragionare in maniera autonoma, grazie alla facilità e immediatezza nel trovare soluzioni e spiegazioni ai problemi sia materiali che intellettuali che si trovano davanti, col tempo e l'abitudine, tenderanno ad accordare le loro preferenze ad idee man mano più semplici e meno dispendiose, tipico esempio di questo fenomeno a mio avviso, si può intravedere già ora dal nascere di nuove teologie molto rozze e basilari, o  ancora dai vari gruppi complottisti; cui punta di diamante in questo senso ritengo i terrapiattisti, persone cosi talmente disabituate a pensare, che ormai come unico metro di giudizio e verifica del mondo adottano i propri sensi.



*In questo post, come si può facilmente capire leggendolo, faccio poca distinzione tra il ragionare per trovare una soluzione per risolvere un problema pratico, il filosofare sul origine e destino dell'uomo e dell'universo, o il capire e collocare  correttamente un evento che accade  dentro la propria società, come ad esempio; capire gli interessi che spingono ad una guerra, ho il tentativo di una fazione di prendere il potere, questo essenzialmente per due motivi: 


il primo naturalmente e perché chi nella vita risolve problemi anche banali, ha il cervello più "allenato" di chi invece non ha nessuno svago creativo e svolge qualche lavoro ripetitivo, possiamo prendere a modello  il contadino dotato a suo modo di una certa comprensione del mondo e il bracciante agricolo che prestava la sua opera avendo spesso solo a spanne, l'idea di cosa stesse facendo egli stesso.


Il secondo motivo e perché ritengo sia abbastanza evidente  con i dovuti "se" è "ma", che rapportata  in epoche storiche  la differenza di intelligenza utile a capire questi fenomeni sia più quantitativa che qualitativa, e tralasciando le spiccate  facoltà intellettive e di pensiero critico di alcuni individui, quello che ce li fa sembrare di un valore qualitativo diversi e il grado di organizzazione e complessità che la società ha raggiunto; prendiamo ancora il contadino di prima, e facciamo un esempio ipotetico: se zappando il suo orticello, nota che l'attrezzo non è adatto al tipo di terreno e questo rende il lavoro più faticoso, magari studiandoci su un po' per risolvere il problema inventa la vanga, tutti loderemmo l'ingegno ma credo che nessuno griderebbe al miracolo, in fondo il contadino e fornito di un certo tipo di background, conosce a priori quale risultato deve ottenere, possiede già una zappa ed è riuscito a farsi un idea di che tipo di terreno era adatto a quello strumento. Anche nella costruzione della vanga avrà probabilmente preso la zappa come base e consultando un libro di metallurgia su come lavorare i metalli grazie all'ausilio di un martello ha apportato le modifiche necessarie, quando non si è  addirittura  rivolto direttamente ad un fabbro, limitandosi a fornire il progetto su carta. Tutto ciò è vero ma si e potuto verificare, grazie al fatto che l'intelligenza è  distribuita nel ambiente attorno al contadino, accumulata dagli uomini che lo hanno preceduto e resa disponibile dalla società moderna e lui personale  ha dovuto fare solo un piccolo passo utile ad adattare quello che c'era già alle sue esigenze. Però provate ora a pensare ad un contadino di diecimila anni fa, non aveva niente, aveva solo visto alcuni semi gettati a terra germogliare e da questa intuizione si inventò l'agricoltura. Sono convinto che se i cacciatori raccoglitori fossero stati un Po' più riflessivi nel vedere quel loro simile che con i primi successi si godeva  la raccolta delle mèsse,  sarebbe apparso loro tale e quale appare a noi un ingegnere della nasa, e forse ancora più determinante, se mi si concede la licenza poetica, visto che dalle sue scelte su quale cereale specializzarsi si basa il destino delle sue terre se essere Cina con il riso o Mesopotamia col grano.  Per non parlare della politica, se oggi un politicante deve ingegnarsi per ingannare gli elettori, difficilmente gabbera i colleghi, edotti ( si spera) dalla storia dei millenni passati, ma immaginate gli scontri tra Cesare e Pompeo… per non parlare delle gesta di Sargon, il primo imperatore dalle nostre parti, i salti mortali che deve aver fatto per concepire e gestire un impero, unificando quello che prima al massimo a cui si era riusciti a raggiungere  erano;  sulla carta varie città-stato, in pratica un mucchio di villaggi di contadini e pecorai, culturalmente troppo miopi per riuscire a concepire la propria insignificanza. 


Per concludere con una breve sintesi, sono convinto che; quello che oggi ci appare come banale e semplice e solo perché non ci soffermiamo ad analizzare la complessità che gli sono di contorno, dove non usiamo personalmente la nostra intelligenza e solo perché in un modo o nell'altro stiamo adoperando quella di qualcun'altro, ed in certe situazioni ed in altre epoche risolvere certi problemi, per noi banali, doveva essere un'impresa titanica.


domenica 4 aprile 2021

di fiori e imbecilli

Se c'è una categoria di animali che suscita un certo ribrezzo generale sono gli insetti; troppe zampe, troppi occhi, troppo duri e molli allo stesso tempo, insomma troppo diversi dalle nostre categorie estetiche per suscitare simpatia.


Eppure il profumo dei fiori, i loro meravigliosi colori, le stupefacenti forme, tutto di queste poesie vegetali è  fatto a misura di insetto. Credo in fin dei conti  che animaletti con un così straordinario senso del bello, devono nasconderci sotto i loro orripilanti gusci, interiorità meravigliose…


Questi pensieri sulle false apparenze, e la fallibilità dei nostri giudizi, mi riportano alla mente un'altra idea su cui sto riflettendo in questi giorni, è  in verità poco hanno a che fare con l'argomento di prima; come giudicare gli imbecilli.  Senza tirare fuori troppa filosofia, non è questo il posto,  ne tanto meno il male dei nostri tempi; quel politicamente corretto che ci sta rovinando, ma spesso vedo gente affibbiare questo titolo con troppa facilità. Devo ammettere in tutta onestà,  che io personalmente  nel classificare le persone in questa categoria sento un brivido lungo la schiena. Intendiamoci non è che non lo faccia, anche perché certi individui sembra quasi che si impegnino per rientrarci. 


Però quando sono in dubbio se aggiungere una persona alle numerose schiere che occupano questa categoria di umani,  quello che mi chiedo è:  "ad essere idiota in una persona, è la persona medesima o la sua storia?"


Cioè voglio dire pensate ad un Napoleone; veniva da una famiglia della bassa nobiltà di tradizione militare, ha fatto gli studi che ha fatto, poi la rivoluzione francese e tutto il resto, ed è diventato Napoleone. Ma se avessimo preso lo stesso bambino e lo avessimo fatto crescere ad un ciabattino di mezzo secolo prima della sua epoca, cosa sarebbe successo?  Di solito questa è una domanda da filosofia della storia: sono gli uomini a fare gli eventi o sono gli eventi che producono gli uomini? Io qui voglio invitarvi però a vedere la cosa da un altro punto di vista: diciamo che a questa domanda abbiamo già risposto, è un mix tra le due cose, l'uomo giusto al momento giusto, ed a questo punto visto che nel 1739 il potere era saldamente in mano alla vecchia classe dirigente e che comunque il figlio di un ciabattino in condizioni normali in quei tempi (come oggi), difficilmente avrebbe potuto contare su un ascensore sociale, in questo scenario come avrebbe vissuto il ciabattino Napoleone? Sarebbe stato famoso almeno nel circondario per la sua astuzia? Sarebbe stato capace di trascinare uomini o gestire affari, sarebbe in qualche modo riuscito a cavarsela bene?  O invece sarebbe stato un ciabattino stupidotto e ignorante figlio a sua volta di un ciabattino sempliciotto?



Prendiamo un altro personaggio ligabue il pittore, a causa della sue tristi vicissitudini familiari che gli lasciarono evidenti segni sia fisici che mentali, a Gualtieri dove abitava, fino  quasi alla sua morte fu considerato alla stregua di un mentecatto, che girava tutto il giorno in moto ad elemosinare un po'  di intimità, negata dalle ragazze del circondario. Adesso mi chiedo se invece che a Gualtieri il destino lo avesse condotto a Parigi cosa sarebbe successo di Ligabue? 


Per finire prendiamo ad esempio "il cervello" per antonomasia Albert Einstein,  che in vita il grande scienziato fosse strambo è  voce comune, adesso pensate se la sorte non avesse deciso che i genitori dovessero spostarsi dalla Germania militarista del periodo guglielmino, dove il nostro manifestava ricambiato grave insofferenza per il rigido sistema scolastico,  Einstein sarebbe riuscito lo stesso a far brillare il suo ingegno o sarebbe magari diventato un derelitto senza arte né parte morto di stenti durante il primo dopoguerra o in un lager hitleriano? 

Sono domande a cui non so rispondere e che alla fine si riducono tutte a quella iniziale: presupponendo che tutti noi siamo stupidi in qualcosa,  la stupidità in generale é  un difetto  della persona ? Oppure è la mancanza per cause fortuite della possibilità di sviluppare la predisposizione naturale,  che avrebbe contraddistinto quel dato  individuo?

Verrebbe voglia di liquidare la questione con una battuta, forse tutto ciò  è  solo lana caprina, pero la prossima volta che il tizio nemmeno capace di allacciarsi le scarpe, ci farà girare le scatole, il pensare che con altre occasioni poteva diventare un Cesare ho forse un nuovo Manzoni, potrebbe essere un modo per alterarsi di meno, e dopo tutto comunque  se davvero stupidi si nasce; chissà gli altri cosa pensano di noi. 

sabato 3 aprile 2021

ci vuole un esperto!

Una delle sciagure dell'umanità, che si è fatta più grave nel mondo moderno specialmente alle nostre latitudini, è il proliferare del cosiddetto "esperto"; chiamato a volte "mio cuggino", e più confidenzialmente; "un mio amico", o ancora "uno che conosco", a secondo che preferiamo usare la denominazione greca o latina.

Io per comodità suddivido questi  personaggi in due tipi ma la cosa è solo convenzionale, spesso lo stesso soggetto esprime entrambe le carateristiche. Comunque di solito una è  più dominante dell'altra ed è così che si riesce a classificarli.

Le categorie sono le seguenti: nel primo tipo abbiamo quel personaggio che per il solo fatto di aver letto il "bignami" crede di essere un luminare del settore, e non dubita sia suo preciso dovere intervenire ad ogni discussione sull'argomento, cui si attacca tipo zecca, esprimendo le sue critiche e spiegando come lui avrebbe fatto mille volte meglio la tal cosa. Se un esperto vero prova a contraddirlo, diventa complottista e tira  dal cilindro  interessi di casta, che impediscono alla verità di uscire fuori, o inizia ad aggiungere complessità superflua,  comunque il suo fine è buttarla in caciara, per non far capire più niente ed evitare di fare una figura barbina. 

Il secondo tipo è quello che guarda l'interlocutore dall'alto al basso, Dando assolutamente per cosa certa che quel che crede lui è l'unica verità, di conseguenza chiunque non la pensi o faccia a suo modo, è  sicuramente in errore, l'eventualità che due persone possono avere opinioni e metodi diversi, nonostante siano entrambi inteligenti,  è  così estranea al suo essere che in confronto materia e antimateria sono buoni amici. Se discutete con un soggetto simile, non appena avrà sentore che non la pensate come lui inizierà a vedervi come un imbecille, smetterà di ascoltarvi (anche quel poco) e partirà con un pippone che secondo le sue intenzioni dovrebbe riportarvi sulla giusta via, se nonostante i suoi generosi sforzi voi restate delle vostre idee, non farete altro che confermare l'opinione che lui si è fatto di voi: "siete degli imbecilli". 

Tutti hanno conosciuto questo tipo umano, per fare qualche esempio concreto è  il classico elemento che per aver partecipato alla partitella scapoli/ammogliati,  pretende di saperla più lunga e dare consigli all'allenatore della nazionale, o avendo comprato un dato modello di macchina, spiega perché tutte le altre macchine non sono al livello della sua e non dovrebbero esistere, se fate notare che qualcuno le compra vi spiegherà di come la gente  non capisce niente di motori.

Il mio battesimo con personaggi simili è  avvenuto da ragazzino su internet, non che mancassero dal vivo, pero dei coetanei si sapeva che da ragazzi è una gara a dire fesserie, mentre con gli adulti c'era la barriera del età, che impediva di addentrarsi piu di tanto in certe discussioni.  Sulla rete invece, l'anonimato garantiva un certo livellamento.

Comunque la storia che più mi fece comprendere questo tipo umano è  questa: essendo appassionato di libri, ingenuamente soffrivo leggendo i giudizi di questi novelli Catoni, sulla pessima qualità delle varie traduzioni a cui per mia ignoranza dovevo rivolgermi per sopperire alle mie lacune in lingue straniere. Per quanto prestigioso fosse il traduttore, postavano pipponi su come fosse tradita l'aderenza all'originale, e cose del genere. Poi in un gruppo di tal fatta, qualcuno di buona volontà si mise all'opera per regalare all'ignorante plebe italica, una traduzione degna di questo nome di non ricordo più quale testo (lo ricordo benissimo, evito di citarli per pietà), quello che ricordo ancora con orrore è la superficialità del lavoro svolto, carente della benché minima mediazione culturale, gli imbecilli che dopo aver buttato la peggiore immondizia addosso al traduttore ufficiale si erano messi all'opera, avevano fatto per primo l'errore di eseguire una traduzione quasi letterale senza dare peso alle sfumature che le varie lingue sottintendono.  Per secondo, cosa ancor più grave, avevano dato per scontato che il lettore fosse competente dell'ambiente  culturale e della subcultura in cui l'opera si svolgeva, in questo modo chi non conosceva da dentro quel mondo non riusciva  a capire cosa il libro stesse narrando o peggio ancora rischiava di travisare completamente il senso dell' opera. Morale della storia la traduzione era così esoterica, per chi non aveva accesso all'opera originale, che attorno ad essa sono nati una decina di culti ed alcuni di essi giunti ad oggi aspirano a diventare religioni. Scafato da questa esperienza da allora quando qualcuno fa osservazioni del genere mi armo di enciclopedie, dizionario e pazienza controllando personalmente,  per scoprire il più delle volte che gli unici problemi sono nella testa di chi li ha posti. 


Un altra volta qualcosa di simile mi capitò per un videogioco, dopo aver finito l'esperienza originale mi ero addendrato nel meraviglioso mondo dei mod che per chi troppo vecchio per conoscere, sono aggiunte all'esperienza originale create da altri utenti. Nel caso specifico il gruppo in cui mi impantanai prometteva di rimediare a tutti gli sbagli che la casa produttrice, a loro avviso aveva commesso, il ben più misero risultato ottenuto fu invece che la vera sfida del videogioco passo dal superare le quest, al non distruggere il computer alla millesima morte dovuta alla sadica e insensata difficoltà imposta dai modder. 

Crescendo ho scoperto che questo fastidioso problema è una cosa intrinseca alla nostra specie, che ci porta a sottostimare la complessità dei fenomeni di cui non abbiamo confidenza e di conseguenza a sminuire l'operato altrui, nonostante adesso capisco tutto ciò; la voglia di dare qualche calcio sui denti e sempre difficoltosa da reprimere. 


Così ci si ritrova a scrivere post come questo, per sfogarsi dell'ennesimo imbecille che mi ha fatto perdere tempo spiegandomi come funziona una cosa che conoscevo meglio di lui,  sperando ma non credendoci un granché, che venga letto da chi afflitto da certe fisse, lo prenda come un invito a volare basso, riflettendo che se gente che di mestiere fa la tal cosa,  ha deciso di fare in un certo modo un motivo ci deve essere, almeno che non si stia parlando della Disney, in quel caso come dimostrano le loro scelte sulla lucas art ed in particolare su star wars, stiamo parlando veramente di scelte insensate.

giovedì 1 aprile 2021

valore profitto e nuovi schiavi

Spesso sento dire in giro dai ragazzi più giovani, che nonostante le loro competenze e l'impegnarsi nella formazione continua, non riescono a trovare lavoro. Credo che queste persone siano vittime di un malinteso e' che la colpa di ciò sia attribuibile ai genitori ed insegnanti di quei ragazzi, che forse perché dentro la loro bolla non vivono certe situazioni, sono poco aggiornati sulle nuove dinamiche del mercato.


Sarebbe da spiegare a tutti gli educatori, che se fino ai loro tempi, i capitali erano nelle mani degli industriali interessati a creare valore, con gli anni novanta del secolo scorso, il potere economico è  via via scivolato nelle mani dei finanzieri il cui unico obiettivo è  il profitto. Tra valore e profitto c'è una differenza abissale, purtroppo però non tutti comprendono questo punto fondamentale;  se infatti il valore di una qualsiasi cosa si costruisce col tempo, il profitto al contrario richiede rapidità e spregiudicatezza. 


Tradotto in soldoni per i più giovani lavoratori, questo vuol dire che dove gli industriali  dai neoassunti cercavano abilità e competenze ed erano disposti anche ad investire sulla formazione degli  operai, per il finanziere la cosa importante, è la disponibilità per uno stipendio risicato  a fare turni di lavoro da schiavi, sorvolando per questo su eventuali carenze e pressapochismo nel lavoro svolto. Il loro dipendente ideale è il precario da assumere per i picchi di produzione e lasciare a casa in concomitanza delle trimestrali, per far aumentare  l'utile e di conseguenza i bonus e dividendi vari.


Quindi a mia opinione se un ragazzo sta cercando lavoro, il consiglio che posso dargli è  quello di evidenziare bene nel proprio curriculum che Spartaco a loro sta antipatico e in tutti i film western era un  acceso fan dei confederati, per non parlare di come gli piacerebbe vivere nella Roma dei Cesari, o al servizio di qualche signorotto nell'Europa feudale.