Il salutatio angelica, raggruppa insieme alla preghiera del signore, ed al simbolo degli apostoli, in un trittico ideale tutta la dottrina della fede cattolica o almeno la più importante e profonda, quella professata dai poveri di spirito, veri eredi del regno celeste.
E ammirevole come il sentimento religioso, in tra l'altro relativamente pochissimo tempo abbia saputo cogliere nei testi sacri e condensato in un così breve testo tante intuizioni teologiche, poi professate con fiducia in maniera ininterrotta da innumerevoli generazioni.
Vedere come i membri di una certa appartenenza politica per mere contingenze elettorali ne facciano strumento di ilarità e ridicolo, non è solo fastidioso per il sentimento religioso, ma soprattutto per chi avendo ancora un senso della storia e cosi riuscendo ad aprezzare il valore della tradizione, riconosce in quella dottrina, il più compiuto e meglio realizzato, sebbene imperfetto, tentativo di coniugare comunità e persona nel rispetto reciproco di entrambi.
Riempie di profondo sdegno constatare che i figli di chi ieri voleva annullare l'individuo per il trionfo della comunità, oggi cresciuti e autoproclamatosi paladini dell'individuo, predicando l'esatto opposto di quei loro padri, dileggiano con saccenza, quella fede che tanto avrebbe da insegnargli in queste cose.
“Ave, o Maria,
piena di Grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne,
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte. Amen”
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