Ricordo la sensazione dei primi giorni di scuola, specialmente quelli provati nel mio paese, a Naro; il sonno interrotto, il senso di costrizione che la consapevolezza di dover passare nove mesi dentro quelle aule mi dava, la prospettiva dell'arrivo dell'inverno e del suo freddo (comunque mai come qui, al nord), l'odore di carta, di penne e matite nuove, di gessetto, insomma l'odore di scuola. Il grigiore di quei giorni, se paragonati all'estate appena trascorsa, con il suo libero gironzolare tra le strade e per campagne, il sapore artificiale, sapore di convenzione e disciplina di quegli odori, rapportati ai profumi che sprigiona la stagione estiva la giù: in Sicilia.
A crederci allora, mentre infreddolito divoravo una ciambella calda presa al forno, accompagnato da mia nonna nel tragitto tra casa e scuola, che oggigiorno per rivivere quelle stesse sensazioni cederei volentieri una gamba.
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