Se non ricordo male anch'io su questo blog qualche tempo addietro scrissi sull'argomento, spiegando che i motivi principali di questo crollo a mia opinione sono fondamentalmente due:
Il primo motivo è economico; per una donna nelle società moderne strutturate come la nostra, fare dei figli non è la scelta economicamente più premiante , perché rispetto al passato ci sono opzioni economicamente più vantaggiose. Esattamente gli stessi motivi che nelle società arcaiche spingevano gli uomini ad accasarsi in relativa tarda età, il guaio è che questo sistema che insegue l'optimum economico non tiene conto delle specificità biologiche della donna.
Il secondo motivo e culturale: la narrativa non da della genitorialità una rappresentazione positiva, fare figli viene venduto come un limite, un fardello, una preoccupazione.
Sono ancora convinto che a grandi linee queste due motivazioni spieghino abbastanza bene il fenomeno, almeno sul piano materiale, Oggi però volevo tentare di cambiare prospettiva e provare ad offrire una diversa interpretazione della questione più idealista, prendetela per quel che vale.
Dove abito adesso, tra gli anni ottanta e i novanta è stata costruita una scuola nuova di zecca dotata di tutti i requisiti di funzionalità e comfort che un moderno edificio del genere richiede, ci sono infatti; palestra, ampi spazi verdi, aule tematiche, ecc, ecc. Ha solo un difetto: l'edificio è brutto, anzi peggio fa schifo, sembra un carcere, tutto squadrato e grigio senza il minimo abbellimento estetico, una struttura votata solo alla funzione, all'efficienza. Questa bruttezza non è caratteristica del luogo; infatti il vecchio edificio seppur costruito in periodo fascista (quindi in tempi economicamente più poveri) si è concesso qualche vezzo estetico, senza eccessive pretese architettoniche ha una sua gradevolezza. Da ciò dicevo, generalizzando, ma con molti altri casi a conferma che qui tralascio, deduco che la bruttezza non è caratteristica geografica ma temporale; i nostri tempi votati all'efficienza hanno rinunciato alla ricerca del bello, per la società moderna l'unico requisito necessario al mezzo è l'efficienza con cui si raggiunge lo scopo, il resto è ininfluente.
Da qui il calo delle nascite: perché mettere al mondo una nuova vita è prima di tutto una cosa bella:
Non da più ritorni economici, anzi il contrario.
Non procura vantaggi (se non nel periodo a cui i nostri tempi meno pensano quelli del'impotenza e della malattia).
Non ha grande utilità nell'espletamento delle nostre vite così come il mondo moderno ci induce a condurle.
Fare dei figli è prima di tutto una scelta estetica, l'etica e tutto il resto vengono dopo ne sono conseguenza.
Perciò mettere al mondo un bimbo a logiche moderne appare fine a se stesso, bello ma non spendibile, antieconomico al massimo grado: almeno un quadro, un opera d'arte si può vendere, un bambino no...
...o quasi; sarà un caso che nelle nostre società i più interessati a generare della prole, ad allevare delle nuove vite, siano proprio quella categoria di persone che devono pagare per averli?
Dicendo Questo il post non vuole essere un attacco alla gravidanza per altri o cose del genere; la tematica e troppo acerba, per far si che chi non si occupi del fenomeno in maniera seria possa esprimere giudizi*. Semplicemente, stavo solo riportando un dato di fatto, lo Zeitgeist, i grandi media ecc, ecc. Paiono interessati a questi temi attribuendo ad essi un valore positivo, solo quando questi manifestano un qualche ritorno materiale, un utilità pratica; una funzione per l'appunto.
* Benché personalmente ritengo la pratica dell'utero in affitto, qualcosa di inumano, mi lasciano perplesso alcune motivazioni di quei cattolici contrari a queste tecniche di procreazione che argomentano che questa pratica vada contro l'interesse del bambino: di fatti questa pratica è stata l'unica opportunità data a quei bambini per esistere, li considerano forse un abominio già condannati alla dannazione etarna?
Francamente a contorno ci sono problematiche più robuste, almeno sul piano logico.
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