Ho come l'impressione che in quest'epoca tutto ciò che abbia più di cinque minuti venga visto come superato e quindi da sostituire. Viviamo un'ossessione verso il nuovo; gli oggetti non devono più risultare inutili o rotti per essere accantonati, basta che diventino vecchi.
Ed è così che a fare le spese di questa mentalità , pare ci sia anche il vecchio libro di carta, superato, a quanto alcuni affermano, dai più performanti ebook, un formato di tipo elettronico, che oltre a godere di innumerevoli vantaggi pratici, ha inoltre il pregio di consentire, anche nel mondo del libro, quella transizione,dal possesso tangibile di un bene, al suo mero godimento temporaneo, paradigma questo che tanto sembra piacere ai nostri imprenditori. Ma siamo sicuri che sia così? Davvero anche per i libri tradizionali stanno per scoccare le ultime ore?
A mio parere, no. A scanso di fraintendimenti, chiarisco subito che personalmente sono un gran fruitore sia di libri cartacei che di libri elettronici; anzi, devo dire che oggi come oggi farei veramente fatica se dovessi rinunciare a quest'ultimo tipo di supporto. Ma, pur apprezzando i vantaggi in specifici ambiti e settori del formato elettronico, resto convinto che il libro di carta, facendo un bilancio tra tutti i vantaggi e gli svantaggi per quel determinato tipo di media, sia già il supporto ideale; un po' come per il caro vecchio ombrello che, per quanto ci si sforzi in mille trovate di originalità , fin quando esisterà la pioggia, e fin quando l'essere umano considererà fastidioso l'impregnarsene, ha trovato la sua forma definitiva, a cui al massimo possiamo affiancare soluzioni eccentriche e strumenti coadiuvanti come l'impermeabile.
Allo stesso modo dell'ombrello dell'esempio di prima (o delle care vecchie forchette, o di una chitarra acustica, o un fazzoletto di carta, o uno zaino, eccetera), ancora la carta stampata è il media ideale per il libro, e questo per tutta una serie di motivi. Nel presente articolo voglio sorvolare sui vantaggi più prettamente psicologici che il libro di carta sa offrire, come ad esempio il senso di possesso, la possibilità di aggiungere note o sottolineature immaginandoci così di aver contribuito anche noi alla completezza del testo, il constatare che le parole che tanto amiamo di questo o quell'altro autore possiedono una loro fisicità ; una loro concreta realtà materiale.
Non mi dilungherò nemmeno sui piaceri sensoriali che un libro sa offrire: il profumo di inchiostro, le finezze tattili di certe edizioni pregiate, la bellezza visiva di un singolo libro ben costruito, o ancora di più la maestosità di una biblioteca intera!
In questo testo voglio concentrarmi su aspetti più squisitamente pragmatici, come per esempio l'immediatezza: per quanto probabilmente l'intelligenza artificiale mitigherà questo problema, oggi come oggi, a meno di non aver aggiunto in precedenza un segnalibro, è molto più veloce cercare uno specifico passo su un libro di carta che sulla sua controparte elettronica.
Difficilmente invece, l'intelligenza artificiale potrà fare molto per equiparare l'immediatezza con la quale in un libro cartaceo si possono raggiungere due pagine anche molto distanti fra loro e consultarle in contemporanea. Benché i libri elettronici sono fornitori di un opzione con la quale si può andare direttamente alla pagina desiderata, ed altri evoluti metodi di avanzamento veloce, il colpo d'occhio che la sua controparte cartacea fornisce è un qualcosa di inimitabile.
Un altro aspetto da non sottovalutare è, a mio avviso, la disponibilità : un libro cartaceo, una volta acquistato, finché esisterà materialmente sarà sempre a nostra disposizione. I libri elettronici invece su questo aspetto hanno svariate limitazioni; intanto serve un lettore per usufruirne, ma soprattutto, a meno di non usare copie illegali, ci vincolerà allo store (o all'editore) per permetterci di trasferire il file da certi dispositivi a certi altri. Naturalmente, vista la relativa giovinezza del supporto, ancora è tutto da definire, ma personalmente dubito che le aziende saranno disposte a cedere più del minimo necessario.
Molto simile al discorso precedente è il caso dell'ereditabilita . Come si sarà capito, io sono un appassionato di libri, e pur non disponendo di certo della "biblioteca di Babele", possiedo una discreta collezione, collezione che quando non ci sarò più passerà ai miei figli, che potranno continuare ad usufruirne, venderla, oppure donarla a seconda di ciò che gli farà più comodo. Nel caso del libro elettronico (anche per il cartaceo in verità , ma per come è il supporto il problema non si pone) giustamente non si acquista l'opera riprodotta, ma la licenza a goderne, licenza che è collegata a un account che a sua volta è collegato a una determinata persona fisica. Ma alla morte della persona fisica, cosa succede a quell'account? La licenza a godere di quelle opere (che essendo elettroniche non soffrono di deterioramento) si estinguerà con il defunto o passerà agli eredi? Anche qui vale il discorso di prima: la materia è ancora giovane per essere ben definita, ma dubito che le aziende tengano in piedi server su server per permettere alle varie generazioni di godere della licenza acquistata dal loro antenato.
Ma, secondo la mia opinione, il vantaggio più importante che il libro di carta mantiene rispetto al suo corrispettivo elettronico è la staticità del libro stampato. Oggigiorno si fa dell'aggiornabilità in tempo reale un gran merito, ma vi sono ambiti dove questa dote è quanto meno problematica: avendo l'abitudine di salvare offline articoli ed opinioni che considero interessanti, più di una volta mi è già capitato, paragonando la versione di un articolo precedente salvato con quella online, di trovare modifiche anche importanti, a volte addirittura l'affermare bianco dove fino a ieri si diceva nero, cosa che quanto meno per il lettore comune rende difficile ricostruire il pensiero originale dell'autore. Almeno di non salvarsi tutto ciò che si legge e confrontarlo ogni volta con la copia "ufficiale", cosa perigliosa ma fattibile con pagine web e simili, ma ancora più difficile con veri e propri e-book che possono venire aggiornati automaticamente dalle case editrici o dall'azienda che ci ha fornito il lettore, anche all'insaputa dell'utente, stiamo rischiando in questo modo di ritrovarci a vivere in un incubo stile "1984". Ecco, con la carta queste cose non possono succedere. Benché in successive edizioni l'autore possa modificare anche a 360 gradi il suo pensiero, almeno in un mondo libero come il nostro resteranno sempre le vecchie edizioni di cui l'autore dovrà rendere conto e giustificare il cambio di direzione.
L'eBook è uno strumento comodissimo per letture leggere, poco impegnative e veloci: come in metropolitana o in spiaggia, ma in altri ambiti soltanto un pazzo rinuncerebbe alla comodità , affidabilità e, perché no? Anche al piacere che ci offre la cara vecchia carta.
La verità è che il nostro tempo è troppo malato di modernismo, motivo per il quale siamo fin troppo propensi a considerare morente il vecchio appena si prospetta il nuovo all'orizzonte. Ma per alcune cose non sempre più nuovo vuol dire necessariamente migliore. Bisogna riconoscere che per alcuni oggetti, specie quelli che ci fanno compagnia da tempo immemorabile, si è già raggiunta una forma definitiva, alla quale al massimo possiamo affiancare degli "aiutanti" per alcuni ambiti specifici, ma difficilmente dei veri e propri sostituti, nonostante certi proclami entusiastici.
Proprio per questi motivi sono convinto che gli ebook o per meglio dire gli sviluppatori di ebook, più che mettersi a scimiottare le funzioni dei libri tradizionali debbano puntare sulle potenzialità che il formato elettronico garantisce, come per esempio la possibilità di offrire contenuti multimediali, l'ipertestualita, la lettura vocale, la possibilità di offrire contenuti aggiuntivi senza aumentare l'ingombro del libro, eccetera. Seguendo questa via sono persuaso che entrambi i formati avranno ancora molti, moltissimi anni davanti a loro.
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