Ho sempre cercato di non assumere una posizione eccessivamente critica nei riguardi del fascismo, perché in fondo sono convinto che quest'ultimo, benché non privo di gravi responsabilità, sia stato, in ultima analisi, solo un capro espiatorio. Già, perché il fatto è che se il duce, paradossalmente ancora il giorno dopo la dichiarazione di guerra, avesse indetto regolari elezioni per rimettere la sua scelta nelle mani del popolo, sono certo che avrebbe vinto a mani basse.
E in democrazia, così come in ultima analisi in tutte le forme politiche, a decidere è sempre la maggioranza; a volte con la sua partecipazione, altre volte con i suoi silenzi, la storia dei pochi che opprimono i molti è solo una baggianata, al massimo i pochi possono persuadere i molti, ma quando la persuasione si protrae per vent'anni, fatemi un piacere andate a raccontarla a qualcun'altro la storiella del popolo oppresso.
Comunque, le cose sono andate come sono andate e, con la scusa della dittatura, gli italiani pensano di essersi lavati la coscienza e dopo aver punito i pochi colpevoli, di meritare solo compassione per le tribolazioni che quell'infausto periodo ha apportato loro.
Questa volta, però, noi altri facciamo vanto di essere una nazione democratica, e per di più siamo appena usciti da una tornata elettorale. Proprio da queste elezioni il nostro paese è fra i pochi dove il partito di governo, con le sue posizioni spiccatamente filoatlantiche, ha retto la prova delle urne (e a riprova aggiungerei che anche il principale partito d'opposizione, con le stesse posizioni, ha guadagnato terreno), come ha affermato più di un analista: " la situazione internazionale e specificatamente la guerra in Ucraina, non hanno spostato nemmeno un voto"
Considerato ciò, sarebbe bello, se il disastro che pare prossimo dovesse davvero realizzarsi, che gli storici del futuro, almeno questa volta, non parlino della pazzia di pochi, ma semmai del menefreghismo dei tanti. Suonerà sicuramente peggio per il nostro amor proprio, ma sarà quanto mai salutare per la nostra maturità.
Nessun commento:
Posta un commento