lunedì 15 luglio 2024

Compromessi



Qualche tempo fa ho fatto un colloquio di lavoro a una ragazza, ragazza che fin da subito mi ha fatto un ottima impressione; seria, chiara nel parlare e con idee abbastanza precise su ciò che poteva offrire all'azienda, cosa si aspettava in cambio e su cosa invece non avrebbe accettato compromessi. 

Continuando nel discorso ho scoperto che la signora in questione è una testimone di Geova, cosa che confesso, non mi ha meravigliato più di tanto. Parliamoci chiaro: fatto salvo la buona volontà dei praticanti, ho ben presente tutte le carenze che questa "religione" presenta sia da un approccio logico che storico. Però in questo discorso la cosa mi è indifferente, perché invece mi interessa sviluppare una riflessione sul rigore, che ho costatato anche a livello personale, che una discreta maggioranza di chi pratica questo culto, quantomeno a livello dei semplici praticanti, applica a sé stesso, rigore che poi si traduce anche in una certa coerenza di vita; inutile girarci attorno, anche ammettendo che questo atteggiamento spesso può essere solo sintomo di un certo dogmatismo mentale, e innegabile che molte altre di queste persone seguono dei principi, principi che intendono rispettare anche al costo di rimetterci personalmente, e questo conferisce loro una certa garanzia di affidabilità.

Affidabilità che purtroppo non vedo, anche tenendo conto delle dovute proporzioni in percentuali simili dentro il mondo cattolico a partire dalle gerarchie stesse. Escludendo le lodevoli eccezzioni,  sarà forse il dover gestire una dose eccessiva di potere, oppure una certa scorza che dopo duemila anni di storia volenti o nolenti  si acquisisce, ma osservo nei cattolici, specialmente negli ultimi tempi, una certa propenzione al compromesso, mi pare che in molti abbiamo scordato quel passo del vangelo dove si dice: "il vostro dire sia sì sì no no, il di più viene dal maligno”. 

Ecco allora che da ogni parte spunta quella "propensione al dialogo" spesso eccessiva e fuori luogo. Questo tipo di dialogo infatti non è un sano confronto che parte da posizioni nette, ma piuttosto  una ricerca di un'accordo, un aggiustamento che permetta di salvare capri e cavoli. Quante volte in questi anni abbiamo visto uomini di chiesa ascoltare in ossequioso silenzio l'ateo di turno, quando non l'apertamente anticlericale spiegargli come dovrebbe diventare la chiesa del nuovo millennio? 

Di questo stato di cose in molti oggi giorno tendono a scaricare tutte le colpe sulle spalle di  Papa Francesco, facendo proprio il motto che: "il pesce inizia a puzzare dalla testa", tuttavia si tralascia il  fatto che questo papa è in carica da relativamente ancora poco tempo per imputargli tutte queste responsabilità. Per non parlare po' del fatto che quello cattolico è un pesce un po' particolare, che comincia dove gli altri pesci finiscono, cioè dalla coda; ovvero dai fedeli.


Sono proprio quest'ultimi a mio avviso, ad aver perso quella disciplina richiesta a tutti, non certamente in maniera eroica come nel caso dei santi, ma perlomeno in maniera sufficiente a permetterci di non rinunciare a quella coerenza di principi e dignità personale, che in coerenza con i tempi oggigiorno appaiono sempre piu relativi.

Quello che, in sintesi, voglio dire è che, a mio parere, molti dei problemi che affliggono il cattolicesimo moderno, più che alle cause che spesso vengono imputate quali origine dei problemi, in realtà sono dovuti al fatto che i cattolici hanno perso quella ambizione a differenziarsi, ad essere "sale della terra", per adagiarsi su posizioni meno divisive e più di compromesso. E se ciò li può far considerare con un occhio benevolo da chi magari cerca appoggio nella "battaglia del momento", alla lunga riduce la loro posizione ad una tra le tante dentro il relativismo imperante. A differenza di altre religioni che, pur partendo da basi meno solide quanto non proprio mancanti, nel bene e nel male riescono a conservare una "posizione forte" che li contraddistingue. E tutto ciò si riversa anche nella condotta personale di molti che si definiscono cattolici Insomma, se ipoteticamente domani il vostro nuovo collega vi dicesse di essere testimone di Geova, per restare all'aneddoto di prima, seppure in maniera generica, voi vi fareste un'idea su cosa aspettarvi da quella persona. Se venite a sapere che è cattolica, salvo casi particolari, questa notizia non vi dà nessuna informazione aggiuntiva: il vostro collega potrebbe essere ancora tutto e il contrario di tutto; per fare un esempio concreto, stiamo parlando di un mondo dove ci sono cattolici, anche consacrati, che pur continuando a definirsi cattolici mettono in dubbio l'autorità stessa del Papa, e non sto parlando solo di Francesco: seppur in maniera meno esplicita, queste cose accadevano già ai tempi di Giovanni Paolo II.


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