giovedì 25 aprile 2024

Il razzismo dei buoni




Approfitto di questo 25 aprile per parlare di una mentalità discriminatoria che si sta affermando sempre più, tendenza quest'ultima molto preoccupante in quanto spesso chi la subisce invece di combatterla preferisce goderne i benefici.


Per parlare di questa mentalità che io chiamo "la superiorità dei buoni" vorrei cominciare con una storia vera e che applica questo modo di pensare alle etnie, da qui il titolo del post. Dovete sapere che io abito in un piccolo paese di campagna dove anche grazie al loro basso numero gli stranieri che vi risiedono sono quasi tutti integrati abbastanza bene. qui tutti chi più, chi meno, curano un piccolo orto, al massimo quelli proprio sprovvisti di pollice verde hanno optato per un meno impegnativo giardino, con qualche rosa e un bel prato. Tutti dicevo, meno una famiglia che lascia tutto incolto, con gran disaggio per gli altri, non solo per il pericolo di incendio che un giardino pieno d'erba secca in estate può rappresentare, ma specialmente perché un giardino lasciato in quelle condizioni, specie in una zona di campagna è il rifuggio perfetto per animali poco simpatici quali topi e biscie, nonché un gran numero di parassiti e insetti molesti, animali che purtroppo per noi hanno il brutto vizio di sconfinare nei giardini altrui. Eppure sottointeso che uno ha tutto il diritto se lo desidera, di non badare al proprio giardino, basterebbe dargli una bella pulita e coprire con dei teli per evitare di dar fastidio ai propri vicini.

Adesso, Si da caso che l'appartamento in questione sia un'alloggio popolare che da più di vent'anni è abitata da una famiglia di senegalesi. A fare assegnare questa casa ai senegalesi  è stato un mio conoscente sindacalista, che va molto fiero di avere in tale modo aiutato delle persone bisognose, il fatto sta tutto in quest'ultima parola:" bisognose",  nel raccontarvi questa piccola storiella non ho specificato che questi senegalesi non sono gli unici stranieri che abitano qui nel vicinato ad avere un giardino e che la casa popolare non è composta da un unica casetta, ma da diverse villette a schiera che se escludiamo la casa incriminata godono di un discreto turnover, ma nonostante ciò il problema si presenta solo con loro , loro che tra l'altro sono l'unica famiglia che oramai ha preso la casa popolare come una sistemazione fissa è non come un aiuto momentaneo per superare un momento di difficoltà. Per farla breve, come dimostra oltre a quanto già detto il fatto che dopo vent'anni e più, nessuno di loro è ancora riuscito a trovare un'impiego fisso ma continuano a campare di lavoretti saltuari, tutto lascia pensare che quella famiglia non è composta da persone bisognose ma da degli scansafatiche.


Ma nonostante quanto detto per il mio amico sindacalista questi signori continuano ad essere "persone bisognose" e nella sua testa lo resteranno a vita; perché sono nere. Per quanto non lo direbbe mai in questi termini: per lui è normale che i neri essendo tali avranno sempre bisogno di essere aiutati,  ed il fatto che la causa della loro povertà e palesemente dovuta ad altre circostanze piuttosto che alle vicissitudini della vita, non fa altro che confermare i suoi bias. Bias che naturalmente non si applicano a famiglie bianche che se problematiche, anche dal mio amico  vengono giustamente inquadrate per ciò che realmente sono.

Non stiamo parlando solo di un tipico caso di doppi standard: questa e  la stessa mentalità di chi si oppone alle leggi anti immigrazione perché inconsciamente convinti che l'africa sia un paese irrimediabilmente povero da cui si fa bene a scappare, questa e la stessa mentalità di chi pretende le quote rosa fissate per legge, in quanto non ritiene le donne in grado, anche in un sistema giuridico non discriminatorio, di raggiungere in autonomia le posizioni a cui ambiscono.
Questa è la mentalità di chi considerando le persone diverse da sé "naturalmente inferiori", pretende verso queste persone provvedimenti attui ad agevolarli.

Tale tipo di mentalità non si sta facendo strada solo da noi, e la stessa causa che in Germania fa assolvere uno stupratore perché è Sardo, o che in America impedisce di giudicare con cattivo occhio certi fenomeni di machismo tipico dei ghetti neri, perché non bisogna giudicare la loro cultura, cultura che se si esclude il colore della pelle non si capisce per quale diavolo di motivo  dovrebbe essere diversa da quella dei bianchi, visto che oramai sono diversi secoli che fanno parte tutti dello stesso paese. 

Si potrebbe andare avanti per ore a citare esempi, ma credo che ormai sia chiaro il concetto, dove si pretende indulgenza verso le persone per il solo colore della pelle, la religione, il sesso o i gusti sessuali, non si sta compiendo una buona azione, ma praticando un implicita discriminazione e della peggiore specie:
Un sistema di discriminazione politicamente corretto e abberrante, in quanto così come uno specchio, ha il potere di riflettere le accuse che gli sono state imputate contro chi gli è la mosse.

Nessun commento:

Posta un commento