giovedì 11 aprile 2024

Giù per il tubo di YouTube




Ne ho già parlato ma questa cosa sta diventando così allarmante, che penso meriti un post a sé. Mi riferisco al fatto che sempre più gente sceglie di informarsi attraverso i social media, specialmente YouTube.


Prima di iniziare tuttavia e meglio fare una doverosa precisazione: badate bene che qui nessuno sta mettendo in discussione la pessima qualità dei mezzi di istruzione tradizionali, ma occorre ribadire che almeno qui in Italia, quelli nuovi sono addirittura peggiori.

In questo post io parlerò nello specifico di YouTube, ma solo perche è il social che se escludiamo i libri per documentarmi utilizzo maggiormente, ma con i dovuti accorgimenti il discorso è valido un po' per tutti i media.

Come già detto anch'io per avere un infarinatura generale su un dato argomento, non disdegno di ascoltarmi qualche video "sul tubo", tuttavia i video che cerco sono lezioni o conferenze ufficiali, ancora meglio se il convegno verrà messo agli atti, e prima di guardarli non manco mai di fare una ricerca per informarmi su chi sia, che meriti ha e come la pensa il relatore di turno. Mentre ad esclusione di argomenti dove sono già ferrato, non guardo mai, se non per svago, o per meglio dire: per puro cazzeggio i cosidetti Youtubers.

Ascoltare gli Youtubers, capiamolo bene non è poi tanto diverso dall'ascoltare una conversazione magari interessante al bar. Sono discussioni estemporanee nate per cavalcare la notizia del momento. Questo fatto non cambia  anche se magari chi gestisce il canale è effettivamente un vero esperto sul tema. Ciò perché in questo particolare caso la sua professionalità diventa un mezzo, mentre il fine sarà quello di ottenere il più alto numero di visualizzazioni possibile.

Questo fa si che se un tema è particolarmente "caldo" o che sta a cuore a chi gestisce la piattaforma, difficilmente i creatori di contenuti diranno cose troppo diverse da quello che gli ascoltatori si aspettano di sentire, e ancora meno da quello che si aspettano di sentire gli algoritmi, la pena che tocca a chi disubbidisce a tale condotta sarà la perdita di visibilità, quindi di guadagni. In realtà ci sono youtuber che escono da questo schema ma generalmente solo per polarizzarsi dalla parte opposta e guadagnarsi una propria nicchia di ascoltatori. Un'esempio magistrale di quanto Sostengo a mia opinione la si è potuta osservare durante la crisi pandemica, dove la maggioranza invitava a murarsi in casa e fare i bagni col vaccino, mentre una fazione minoritaria si e messa a sostenere le più assurde teorie sui fini di chi ha gestito l'emergenza. E in questo marasma chi sosteneva posizioni più equilibrate passava volutamente inosservato, o se godeva di una certa popolarità veniva incasellato automaticamente in una fazione o l'altra (vedi Cacciari). 



I nuovi Media non sono i soli a funzionare in questo modo, guardate per esempio il buon Dario fabbri come ha rivisitato le proprie idee geopolitiche sulla questione ucraina e sulla Russia, da quando collabora con LA7. Ma i social amplificano a dismisura questo fenomeno, intanto perché in televisione in genere si chiamano professionisti affermati, quindi più interessati a salvare quantomeno le apparenze.  secondariamente perché appunto molti Youtubers in realtà non sono minimamente competenti di ciò di cui parlano ma solo interessati a cavalcare l'onda.

Tutto ciò sta permettendo che internet, da strumento di informazione, va diventando ogni giorno di più, uno strumento di disinformazione, e chi potrebbe essere interessato a sfruttare il fenomeno, beh credetemi si è accorto della cosa. Il bello di tutto questo è che per sfruttare il sistema non occorre corrompere, minacciare, o cooptare nessuno, basta modificare anche di poco l'algoritmo del social, in modo da essere più premiante verso chi suona come vuole il capo orchestra, e i vari influencer vi si adatteranno per non soccombere nella competizione con gli altri creatori di contenuti. Se le cose continueranno in questo modo temo si prospetti uno scenario veramente distopico.

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