domenica 28 dicembre 2025

Decenni


Ci sono decenni che visti da lontano  paiono somigliare ad alcune giornate. Non il decennio in sé, si capisce, ma la percezione che ne resta. Quasi fosse quello l'importante, come la morale in una favola.

Gli anni settanta, ad esempio, hanno il sentore di certi pomeriggi vuoti, un poco claustrofobici. Quelli in cui ce ne si sta da soli senza niente da fare, nemmeno un film da guardare, magari a dormire. Soli in una casa dai mobili squadrati e dai colori neutri, giornate inquiete e un po' angoscianti. Ma era normale, c'era da rimettersi dai bagordi del giorno prima, quegli anni sessanta dall'atmosfera festosa e tutti quei colori. 
Qui la luce è quella dei pomeriggi d'autunno, quasi velata, forse fuori piove. Come musica di sottofondo, direi che è perfetto Morricone, non quello epico dei western di Leone, ma quello uscito fuori da certi film italiani: indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, il clan dei siciliani, gli scassinatori, eccetera. Geniale come al solito, ma un po' ossessivo.

Gli anni ottanta invece hanno la frizzantezza del mattino, magari in giro per il paese a fare spesa, ma non il giorno di mercato. C'è la luce della tarda primavera e si ha voglia di parlare con i bottegai e con gli altri passanti. C'è una festa in avvicinamento, forse un compleanno, il santo del paese o chissà ché, si è in cerca di qualche idea per renderla ancora più memorabile. La musica è quella leggera italiana, orecchiabile di buona scuola, allegra e non troppo impegnata.


Con gli anni novanta torniamo ad atmosfere più simili ai settanta, ma una calma più controllata, non si sta a casa apatici, si esce fuori in strada a cercare qualcuno con cui fermarsi, magari in un bar di prima periferia, per chiacchierare un poco e organizzarsi per il fine settimana. Anche qui la luce è quella estiva, ma da secondo pomeriggio, non c'è più la chiarezza del mattino, si fanno invece spazio mille tonalità. Anche la freschezza della mattinata ormai è solo un ricordo, ma il caldo non è più quello feroce delle ore meridiane. La musica dipende dalla radio del bar scelto, si sente l'influenza di quella americana, soprattutto il rap e il pop.

Poi venne il duemila. L'atmosfera era di primavera e di festa di paese. Purtroppo di festa andata a male a causa di un acquazzone non previsto. Così ci si ritrova in casa, pentiti di non essere andati fuori porta. C'è chi si accomoda davanti al monitor di un computer, chi invece opta per un centro commerciale.

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