venerdì 21 novembre 2025

Vita nei boschi

Sto seguendo a tempo perso la storia di quei due genitori inglesi che vivono dentro i boschi dell'Abruzzo, a cui si vuole revocare la custodia dei figli perché secondo gli assistenti sociali non conducono una vita idonea a garantire ai minori una corretta crescita.

Per caso, mi è capitato sottomano un post del ministro Salvini, che col tempismo che lo contraddistingue ha lanciato un meme, che dice pressappoco così: perché gli assistenti sociali invece di occuparsi di questa famiglia, non vanno a vedere in che condizioni vivono i bambini nei campi rom? 

Tralasciando che essendo Salvini membro del governo in carica, certi quesiti, invece che sui social, dovrebbe porli ai ministri competenti suoi colleghi. In realtà questa domanda è a mio parere meno banale di quanto sembri, perché al netto del populismo di cui l'ha caricata Salvini, può condurci a riflessioni interessanti. Dunque proviamo a domandarcelo anche noi: perché lo stato interviene qui in modo così diretto, mentre altrove chiude un occhio, anche davanti a situazioni di più grave degrado?

Secondo me per il semplice fatto che, seppur con qualche impegno, questa famiglia rappresenta un modello di vita alternativo, veramente percorribile da una discreta fetta di popolazione, mentre lo stile di vita, per esempio degli zingari, con tutto il rispetto, no.

Questa storia mette in crisi il modello efficientistico dell'esistenza votata alla produttività, anche personale, che la nostra società ha fatto proprio. Perciò non basta che simili condizioni di vita appaiano scomode e faticose quali sono. Perché a differenza di altre realtà, restano comunque condizioni tutto sommato dignitose: da quello che si apprende, i genitori in questione hanno un certo capitale economico e sono provvisti di buona cultura, anche l'abitazione descritta da alcuni, come fatiscente, in realtà pare essere dotata di pannelli solari e di altri strumenti moderni che la rendono autosufficiente. Insomma un modello di vita diverso, certamente duro, ma difficilmente definibile degradato.

Adesso, dopo il clamore mediatico suscitato, il messaggio che sta passando è che certe scelte non sono praticabili, in quanto le uniche alternative che la società può tollerare al modello dominante sono o vivere nel degrado ai limiti della legalità, oppure condurre una vita da eccentrico, in solitaria. Figura quest'ultima, addirittura utile, per dare l'illusione che esistono alternative al modello standard. Ma una famiglia intera con tanto di figli e animali al seguito, per giunta all'apparenza felici, proprio no, è una cosa troppo destabilizzante.

Dunque la società, così come un po' tutti i sistemi organizzati, cerca di salvaguardarsi, infischiandosene delle condizioni dei bimbi veramente ai margini e accanendosi contro la famigliola inglese. Che forse riuscirà a vincere la sua causa e alla fine troverà un accordo. Ma solo come eccezione, una concessione che la società gli dona come atto di generosità, non di diritto.


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