giovedì 2 ottobre 2025

Sulla deresponsabilizzazione della donna

Premesso che il succo di quanto dirò, con i dovuti distinguo,  credo sia valido anche per i maschi, vorrei cominciare con una storiella letta l'altro giorno su un social network.

Bene, c'era questa signora che lodava il comportamento del marito, perche a seguito delle reazioni di apprezzamento scomposte di altri due uomini. Quando lei gli ha chiesto se avesse esagerato a indossare un abito così provocante, quest'ultimo le ha risposto che lei era libera di vestirsi come gli pareva, erano semmai i due individui ad essere due cafoni ignoranti. Naturalmente anche i molti commenti al testo originale erano tutti elogiativi verso un marito così civile. 

Lungi da me voler giustificare certi comportamenti inappropriati. Personalmente trovo questo episodio illuminante di come si sia stravolto il senso delle fiabe: una volta quest'ultime servivano per mostrare come anche in un mondo da fiaba, appunto, il male e l'errore fossero dietro l'angolo. Adesso invece, storie come queste, servono esattamente per lo scopo contrario: insegnare che, sconfitti i pochi malvaggi superstiti, anche nel mondo reale, il bene trionfa. E che la volontà umana è qualcosa di tenace, addomesticabile dalla nostra razionalità.


Torniamo all'episodio di prima.
Nessuno mette in dubbio che la signora abbia tutto il diritto di vestirsi come più le garba, senza che ciò fornisca attenuanti a chicchessia.  Ma ribadito questo, per quanto lo si vorrebbe negare, il vestirsi è un modo di comunicare, e se comunichiamo in pubblico, non possiamo pretendere che chi ci circonda si tappi le orecchie (o gli occhi),  perché il messaggio che vogliamo trasmettere è rivolto a una specifica persona, se non addirittura solo a noi stessi. 

Una volta concordato che noi esseri umani, in ogni nostra azione e comportamento,  trasmettiamo messaggi, e che questi possono essere captati anche da destinatari a cui non sono rivolti. Allora, evitare fraintendimenti è anche per noi medesimi una forma di protezione. Il fatto è che oggi si pretende da sé stessi più di quanto è umanamente esigibile. Per restare in tema, ad esempio, una volta le donne e gli uomini già impegnati, avevano look e indossavano abiti diversi rispetto a chi era libero da vincoli. No, non era (solo) un imposizione patriarcale, ma un modo di evitare tentazioni. Perché si, può anche darsi che la quasi totalità di certi approcci sia solo fastidiosa, ma per la legge dei grandi numeri prima o poi potrebbe capitare l'avances fatta nella maniera giusta, che metterà a dura prova la nostra forza di volontà, magari un periodo difficile col partner, la paura di invecchiare, la semplice noia...

Non è solo questo, ovviamente, ma la scelta di sposarsi alla fine risponde anche a logiche di costi/benefici.  la persona scelta, anche se inconsciamente, è quella che in un campionario, comunque limitato se paragonato alla popolazione mondiale, risponde meglio alla domanda: Qual è la persona più idonea per costruire insieme una relazione duratura? È probabile, anzi certo che se poniamo la domanda: qual è la persona più adatta per  un'avventura di una sera? il candidato sarà un altro, magari meno intelligente e affidabile, ma più divertente, atletico e così via. 


Anche le dinamiche all'interno di una relazione seguono le stesse logiche, se ci si impegna in un legame stabile, oltre naturalmente all'affetto, è anche per dirottare le proprie energie in altri progetti oltre al corteggiamento; i figli, la sicurezza economica, eccetera. Questo fa sì che i rapporti di coppia si modifichino e che certe attenzioni, anche se vi si è rinunciato consapevolmente, inevitabilmente manchino.

Quello che la vulgata oggi vuole far passare, e che quelli che approcciano una donna vestita in un certo modo sono tutti dei maleducati, ma questo non è vero, in realtà, scartati i maleducati, tale pratica e una normale forma di corteggiamento, perciò come già detto prima, se si insiste su una certa via, potrebbe arrivare qualcuno che saprà fare il complimento giusto. Sì, una persona adulta, è capace di controllare certi istinti, ma è come tenere la nostra torta preferita in frigo, in bella vista quando decidiamo di iniziare una dieta, la prima settimana ok, resistiamo, ma alla decima? 


Non è un problema di non provocare gli "altri", fatto salvo le basilari regole di prudenza, non si discute che spetta comunque a loro rispettare certi limiti. L'abbiamo già detto: non vogliamo giustificare determinati comportamenti . Ma piuttosto sconsigliare di infliggere certe prove a noi stessi.
Rinunciare alla torta in frigo è un limite alla nostra libertà, ma un limite autoimposto per non stressare un obiettivo maggiore: la salute e il successo della nostra dieta. In ultima analisi tutti si sono concentrati sulla risposta del marito, ma essendo la signora una persona adulta dovrebbe sapere da sé se quel modo di vestirsi mette sotto stress qualcosa di più importante e se ne valga la pena.

Ed è proprio per questo che ho riportato tale storiella; perché porta in luce un certo tipo di mentalità dei nostri tempi che mira a deresponsabilizzare le donne. La signora lodando il comportamento del marito, stava nel contempo affermando che non è colpa sua se altri uomini ci provano, a volte in maniera rozza e offensiva, come nel caso raccontato. Ma faccio fatica a credere che non le capitano approcci più garbati e piacevoli, di cui esattamente come nel caso precedente lei è deresponsabilizzata, in fin dei conti lei sta solo vestendosi come più gli grada, ricordate?

Tale deresponsabilizzazione, naturalmente non si applica solo al modo con cui ci si relaziona col mondo, ma se mi permettete una semplificazione, praticamente ad ogni cosa. Dal diritto all'aborto, a quello alla carriera. 

Chiariamoci: evitiamo facili teorie complottiste, o peggio ancora incel, magari certe politiche, in verità visibili anche sul lato maschile, servono a demolire la graniticita di certi ruoli di genere. Battaglia questa anche condivisibile entro certi limiti, per tornare all'esempio, non si può ignorare che nelle società tradizionali, il compito di gestire la sessualità e le tentazioni, era affidato esclusivamente alle donne, mentre gli uomini, considerati incapaci di gestire i propri istinti erano quasi esonerati dal rispetto di un codice comportamentale. Ma qui quello che si contesta non è il fine in sé, ma i metodi, che a mio avviso risultano troppo distruttivi.

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