venerdì 28 febbraio 2025

Varie ed eventuali




Grande agitazione stanno causando nelle file dei "riflessivi" le esternazioni di Trump e di alcuni suoi collaboratori, questo tipo di uscite tanto fanno rimpiangere a questi poveretti il garbo e il buon senso politico del precedente gabinetto Biden. Si può essere, come da se stessi certificano, istruiti, informati, preparati e tutto quel che vi pare, ma è evidente che per giudicare un essere umano occorrono altre qualità, che, evidentemente, questi signori non possiedono, altrimenti capirebbero da sé medesimi che tra l'amministrazione Trump e la precedente la differenza è di stile, non di intenti.

Ma questa di rimpiangere il vecchio contro il nuovo deve essere una caratteristica intrinseca delle masse, come non citare ad esempio il famoso motto: "si stava meglio quando si stava peggio. Ricordo che in Italia ragionamenti simili si sono fatti addirittura per la mafia, dove persone anche di un certo livello culturale rimpiangevano la vecchia mafia di "sani principi" sostituita dai feroci corleonesi. Invano il povero Falcone tentava di spiegare che, nonostante le apparenze, in realtà erano tutte serpi dello stesso nido.

E se devo dirla tutta, nemmeno la qualità umana tra questa classe dirigente e l'esempio di cui sopra è così diversa, signori miei, parliamoci chiaro: questa non è la lotta tra vecchi politici, magari un po' grigi ma coscienziosi, quasi dei saggi padri di famiglia, contro dei pericolosi apprendisti stregoni. Ciò che sta accadendo è uno scontro tra gruppi di potere. Tutta l'indignazione, gli appelli alla democrazia, gli articoli di giornale sono solo scena, nient'altro che mezzi che la fazione in svantaggio sta usando per tentare di conservare il sostegno delle masse, e per rendersi conto di quanto sia vero ciò che affermo, basta guardare come è cambiata nel corso del tempo la narrazione attorno a quei personaggi che hanno deciso di passare da uno schieramento all'altro. Non ci sono né pazzi megalomani né stupidi arricchiti, anzi meglio, i veri stupidi sono coloro che, chiusi nelle proprie stanzette, dall'alto delle loro tastiere, sono davvero convinti di saperla più lunga di uomini arrivati dove si decide il destino del mondo.

Continuando con Trump, un bel polverone sta facendo in questi giorni, nella sinistra moderata, il video creato con l'I.A. dove si vede Gaza trasformata in un paradiso turistico. Non sono bastati i 40.000 morti civili palestinesi per fare rompere il silenzio a questi signori, ma è bastato il video del presidente, poco rispettoso della memoria delle vittime. Potevate dirlo subito: per voi il problema non è se si trucidano degli innocenti, ma il riderci sopra di quegli altri.

Nel mentre, in Italia, la segretaria del maggior partito d'opposizione fa post infuocati chiedendo che il presidente del Consiglio chiarisca cosa pensa di quest'ennesima uscita di "The Donald". Le cose sono due: o la Schlein crede che la politica sia una specie di società tra comari, oppure il suo mondialismo è così spinto che ormai vede la Meloni solo come la rappresentante italiana del partito di Donald Trump. Se le cose stanno così, mi chiedo: lei, in realtà, è la rappresentante di quale gruppo? E ciò ci riporta al discorso di prima sullo scontro di poteri e fazioni vincenti e perdenti. A dire il vero, ci sarebbe una terza ipotesi: ovvero che la Schlein pensa che coltivare buoni rapporti con il leggitimamente eletto capo, irascibile e vendicativo, del più importante paese del mondo, nonché tra i nostri principali partner commerciali, e azionista di maggioranza dell'alleanza di cui facciamo parte, non sia una buona cosa. Possibilità, quest'ultima, che confermerebbe la mia teoria: e cioè che visto le tempistiche, la Schlein sia stata messa dove si trova solo come contrappeso alla Meloni, Insomma per dimostrare che anche a sinistra le donne possono giungere a posizioni di potere, ma non appena i giochi si faranno seri verrà gentilmente messa da parte. Ad ogni modo un esempio di politica di bassa lega, e si che questo governo non ha lesinato occasioni di attacchi più raffinati.

Intanto, a Bruxelles, si parla di difesa europea: "serve investire in armamenti", sottinteso americani, dicono. Come se la guerra russo-ucraina, tra le altre cose, non avesse ampiamente dimostrato che per vincere una guerra non è tanto possedere molte armi, ma piuttosto la capacità di produrle, ovvero possedere un'industria in grado di fare vincere le sfide che un conflitto reale propone. Ma serviva la guerra in Ucraina per capire ciò? Non bastava, dico io, guardare alle dinamiche guerresche a partire dalla Grande Guerra, e forse anche da più indietro?


A proposito di vittorie, mentre cercavo informazioni sulle elezioni in Germania, mi sono capitate sotto gli occhi, alcune vecchie dichiarazioni sulla Russia, di una che la sua partita l'ha stravinta, ovvero la signorina Carola Rackete che, alle scorse elezioni, è riuscita a entrare nel Parlamento europeo. Ricordo che la signorina in questione ha conquistato fama internazionale trasbordando immigrati irregolari in Italia e speronando una nave della Guardia di Finanza. Che il suo fine non fosse (solo) voler aiutare gli altri, già allora era chiaro a tutti; del resto, dalla sinistra post-'68 in poi, esordire con azioni di rottura è una strategia consolidata. Dico, era chiaro a tutti, eccetto a chi l'ha votata, i quali, appunto, votandola hanno dato la perfetta dimostrazione che il popolo si merita sempre chi lo governa.

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