martedì 15 ottobre 2024

Il mondo moderno spiegato in breve



Il funzionamento del sistema economico moderno si basa su un principiò fondamentale, ovvero: la costante crescita. Ciò vuol dire che se ieri si produceva (e con questo termine non si intende solo la produzione materiale), diciamo dieci, per mandare avanti il tutto, domani si dovra produrre almeno dodici e così via.

Come è facile capire un sistema del genere funziona molto bene in una società che parte dal basso, con un alto numero  di bisogni da soddisfare, mentre in una società avanzata, per di più con un saldo demografico neutro, quando non negativo, le cose si fanno più complicate, infatti dopo aver convinto la gente che ha bisogno di una televisione per il salotto, una per la cucina e un altra per la camera da letto, diventa un tantino difficile indurli a credere che ne occorrerebbe una anche in bagno.

In sostanza; questo vuol dire che il sistema va in affanno e rallenta, le nostre società hanno un numero di bisogni da soddisfare minori, rispetto a quello che servirebbe al modello economico per funzionare al pieno regime. Per risolvere una situazione del genere, quantomeno in teoria esistono diverse soluzioni. 

Quella che almeno apparentemente sembrerebbe la più semplice di tutte sarebbe  di riformare il sistema economico e adattarlo alla nuova realtà dei mercati, purtroppo, al contrario di come qualcuno vorrebbe fare credere, i fanatismi non riguardano solo le religioni, ma fanno parte della forma mentis dell'essere umano. percio vi è la stessa difficoltà sia nel convertire un'integralista che nel convincere un'economista che il pensiero economico vada riformato. Inoltre ad onor del vero e a parziale difesa degli economisti, c'è da dire che alcune proposte per una economia alternativa, come ad esempio la teoria della decrescita, paiono più delle minacce che dei veri modelli economici. motivo per cui questa soluzione per lo più, non è stata nemmeno presa in considerazione.

Un'altra soluzione probabile potrebbe essere quella di investire ancora di più in ricerca e sviluppo, una maggiore rapidità nell'innovazione e l'uscita di sempre nuovi prodotti e servizi può contribuire a tenere alto il numero di bisogni da soddisfare. Però una soluzione del genere richiede che gente per natura avida investa ancora di più, di quanto regolarmente fanno, senza la sicurezza di un vero ritorno, difatti nessuno garantisce che ai fini economici, aumentando la voce risorse investite, diminuisca in maniera proporzionale la voce tempo impiegato per la scoperta e lo sviluppo di prodotti davvero capaci di creare nuovi mercati.


I geni dei mercati, per ovviare a tutti questi problemi, hanno furbamente pensato  che esisteva un'altra soluzione molto più comoda,  per rimettere l'economia sulla giusta carreggiata senza tutti questi rischi (per loro), ovvero inglobare dentro il sistema una realtà fino ad allora esclusa, costituita da una popolazione numerosa e ricca di bisogni, Naturalmente stiamo parlando della Cina.

Quello che questi signori, per via del loro intrinseco razzismo, non hanno considerato e che i cinesi non sono degli sprovveduti, perciò dopo essere riusciti a ripartire, grazie alla spinta che noi gli abbiamo fornito, hanno giustamente pensato che questa fame di bisogni di cui soffre la loro popolazione, invece che essere usata per alimentare l'economia occidentale, poteva essere indirizzata per sostenere la crescita della propria economia. 

Ecco perché la dirigenza cinese è diventata il male assoluto. 

Siamo così giunti ai giorni nostri, a fronte dello scorno cinese, che invece di risolvere il problema lo ha aggravato, adesso ci sono due scuole di pensiero per risolvere la crisi che viviamo: premesso che rivedere il modello economico resta sempre e comunque tabù. La prima scuola di pensiero più americana vorrebbe riprovare, con l'india ciò che è fallito con la Cina, sperando che gli indiani siano piu idioti o quantomeno più accondiscendenti. 
L'altra via, preferita soprattutto, ma non solo dagli Europei e quella di provare a stimolare i mercati interni attraverso un cambio di paradigma: ed ecco a voi spiegata in breve la rivoluzione green di cui tanto si parla. 
E intorno a tutto questo, un mondo che corre troppo veloce, per essere analizzato senza il necessario, sennò del "poi" 




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