giovedì 3 ottobre 2024

Tracce di sé



Oggi tappa a Bergamo. Visto che c'ero, mi sono preso il pomeriggio libero per visitare la Città Alta. Stavo girando intorno alla basilica quando ho pensato che costruzioni come questa, che tanto ammiriamo, sono tutte consumate dal tempo. Eppure, se bene molti dei dettagli che chi le ha costruite aveva realizzato con estrema cura, sono persi per sempre, la loro bellezza e il loro fascino non sono diminuiti nemmeno un po'. Triste il paragone con certe architetture moderne, che, giusto il tempo di ultimarle, e sembrano già invecchiate, al punto che appena il tempo, davvero comincia a lavorarci sopra, viene voglia di proporne l'abbattimento, per ridurre il degrado urbano.


questo discorso non è valido solo per le grandi opere, ma vale ancora di più per l'edilizia cosiddetta civile. Dovete sapere che quando visito una città, se mi è possibile cerco di parcheggiare nella prima periferia, per poi raggiungere a piedi ciò che mi interessa vedere, mi immagino così di riuscire a cogliere un po' del clima del Luogo che visito; la vita quotidiana, le parlate, gli odori, eccetera.  Tornando alla macchina ancora influenzato dai ragionamenti fatti girando attorno all'antica basilica, mi sono reso conto che anche se non c'è nulla di memorabile, risulta comunque piacevole percorrere le strade affiancate da edifici costruiti diciamo fino alla prima metà del secolo scorso, questa piacevolezza, il riuscire a cogliere qualche pregio architettonico anche nella più umile di queste costruzioni è in fondo quello che ha fatto la fortuna di tanti borghi "minori". Però mano a mano che le costruzioni si fanno più moderne la camminata diventa più anonima, si perde interesse in quello che ci circonda e tutto diventa semplicemente il raggiungere un punto "b"  partendo da un punto "a". È davvero difficile che qualcosa riesca a catturare l'attenzione, si è circondati da edifici insignificanti, quando non proprio  brutti, senza altra pequliarita che quella di essere utili allo scopo per il quale sono stati costruiti, nulla più. 

Tranquillizzatevi, non sto scrivendo il mio ennesimo post sull'imbarbarimento dell'arte e la fine del senso estetico, almeno non solo, in verità volevo riflettere sul perche le opere del nostro tempo non riescono ad acquistare con gli anni quel  fascino che contraddistingue questo genere di manufatti, e del perché le altre costruzioni paiono troppo legate solo alla funzione, minimizzando altri aspetti importanti. Insomma volevo parlare del perché oggigiorno costruiamo come costruiamo, e questo perché, a mia opinione si riduce al fatto che questi manufatti quantomeno ad un livello inconscio, sono costruiti per non essere destinati a durare, compresi appunto, quelli che almeno sulla carta sono stati progettati per arricchire il patrimonio architettonico culturale del paese. 

Già qualcun'altro aveva posto l'accento che la nostra società, più che semplice amore ha quasi un feticcio per "il vecchio" al punto che spesso benché si dispone di tutti i progetti e i materiali per recuperare alcune grandi opere antiche, si preferisce lasciarle allo stato di rovina per paura di intervenire, si sostiene, che questo tipo di  approccio al restauro sia stato adottato per evitare di "tradire" l'opera e farla diventare un falso, ma anche grazie ad alcuni accorgimenti che le nuove conoscenze mettono a disposizione, il problema in realtà è più limitato di quanto si creda. personalmente io interpreto questo tipo di atteggiamento come una paura a confrontarsi col passato.

Ma anche quando si lavora sul nuovo si ha l'impressione che i progettisti siano preoccupati di lasciare dietro di sé delle tracce troppo profonde, se per gli uomini del passato era un punto d'onore costruire cose che sfidassero i secoli, per i moderni pare esattamente il contrario, ed ecco allora che si scelgono materiali sempre più leggeri e trasparenti, le pietre e i marmi, quando si adoperano, sono di spessore sempre più sottile, l'ultima trovata e quella di ricoprire gli edifici (cioè nasconderli) con elementi naturali, quali piante e alberi. per me tutto ciò fa trasparire un senso di inadeguatezza dell'uomo moderno, ed è proprio questo suo sentirsi inadeguato che lo porta ad evitare di confrontarsi col passato, e a cercare di non dare troppo risalto al nuovo, mettendo in primo piano altre caratteristiche quali la funzione o l'ecocompatibilita delle sue opere. Vista in questo senso anche la bruttezza trova una sua utilità; diventa un motivo in più offerto ai nostri successori per buttare giù e ricostruire, quello che gli lasceremo senza troppi rimpianti.

Un'altro segno del malessere e dell'insoddisfazione che la nostra civiltà sta vivendo? 


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