martedì 1 ottobre 2024

Il sorteggio, un racconto



Eccolo arrivare, per ora è ancora un puntino nell'azzurro cielo, nient'altro che un riflesso di luce seguito da due ali di vapore. così, grosso modo penso, anche gli antichi dovevano figurarsi l'arrivo degli Angeli di Dio, che avrebbero portato il giudizio sulla terra. Chi mai avrebbe immaginato che ne sarebbe bastato solo uno?  Ma non si tratta di un Angelo, quello è un ammasso di tecnica e ferraglia, quello è l'aereo che ci consegna la bomba, ne eravamo a conoscenza, sono tre mesi che già lo sappiamo, la nostra Città è stata sorteggiata e prima di comunicarlo in diretta mondiale avevano provveduto a blindare l'area, compreso lo spazio aereo, affinché nessuno potesse scappare o rimanere vittima involontaria. Ma che lo si sappia con  preavviso o no, beh, fa sempre un certo effetto, non capita tutti giorni che ti scoppino venti kilotoni sulla testa. 

Intanto che parlo la forma dell'aereo si fa più netta, più distinguibile, e in lontananza si sentono grida, gente che piange, che scappa, che ride impazzita. Gente che sfoga come meglio riesce la tensione che via via si è accumulata e ora e giunta al culmine, si sentono rumori di vetri rotti e ferro che stride, di porte che sbattono e macchine sgommare. Pensandoci bene, l'attesa di tre mesi che separano il sorteggio dall'esecuzione, è la cosa peggiore, in tutta onestà credo che sarebbe meglio se la faccenda venisse sbrigata subito: una città viene scelta e si fanno partire i missili, senza tante chiacchiere; che senso ha fare aspettare tutto questo tempo,  dicono serva a permettere ai  Sortegiati di prepararsi, dare loro il tempo per concludere tutte le loro questioni, ma davvero bastano tre mesi per terminare tutta una vita? E per terminare quei tre mesi non sarebbe giusto lasciarci altre tre settimane, poi ancora, per quelle tre settimane in questo mondo divenuto oramai un sogno utopico, resta ancora così ampio spazio alla crudeltà da negarci altri tre giorni, e poi tre ore, tre minuti e così via, Come nella storia della tartaruga. Dicono anche che procedendo in questo modo, funziona meglio per tutti gli altri che assistono, che cosi anche loro hanno tempo di entrare in empatia, di immedesimarsi con i condannati. sarà ma mi pare lo stesso crudele, ma poi, no, ci ripenso e mi sembra giusto così, d'altronde il "sorteggio" serve proprio a fare da monito  per la generazione che assiste, bisogna mostrarlo tutto l'orrore della violenza: "sterminare una città per salvarne altre mille." È questo lo scopo e visto che sono già due secoli che non scoppiano guerre non possiamo contestarlo.

Ma mentre che parlo l'aereo e proprio sopra di noi ed ha iniziato le manovre per lo sgancio. Ecco! Ha sganciato la bomba, la bomba cade ed io sono qui a passeggiare col mio cane che indifferente annusa la terra per decidersi a dove pisciare, la bomba cade e qualcuno sta facendo l'amore per l'ultima volta, sperando di morire nell'amplesso, la bomba cade e qualcuno sta a mangiare, a ubriacarsi, a litigare. La bomba cade e tutti stiamo qui, come ipnotizati a fare i fatti nostri.

Si è aperto il paracadute, a rallentarne la discesa e dare ai piloti il tempo di salvarsi, adesso la bomba e ben visibile, le urla hanno lasciato posto ad un incredulo silenzio, no, no, c'è più casino di prima in realtà, ma è un  caos  diverso, che ha perso l'anarchia di pochi istanti fa, adesso i rumori sembrano accordarsi fra loro; rispettare un certo ritmo, quegli urli, quelle risa, quei pianti, le preghiere, presi nel loro insieme  hanno un che di cerimoniale, quasi un canto rituale, o forse sono io ad essere diverso, a sentirmi diverso,  un prescelto, come le vittime sacrificali di epoche passate che con il loro sacrificio permettevano che il sole sorgesse, adesso  noi con il nostro permettiamo che la pace continui, poi nascerà un'altra generazione, ed allora un altra citta verrà bruciata per fare si che l'uomo non dimentichi e cada ancora vittima della barbarie.

Nel frattempo la bomba si avvicina, non esploderà in aria, considerate le dimensioni della nostra cittadina è stata scelta una detonazione a impatto, ciò garantirà che benché il calore e l'energia nella zona circostante all'esplosione saranno enormi, l'area danneggiata non risulterà troppo estesa perche il suolo assorbirà gran parte dell'energia rilasciata. anche questo ci è stato ben spiegato, come la legge prescrive. On line, a distanza  naturalmente, d'altronde quale pazzo sarebbe venuto di persona a spiegarci tutti i dettagli della nostra morte,  con il rischio di essere preso come ostaggio. Tutto ci hanno spiegato: le caratteristiche dell'aereo; un B56 l'ultima evoluzione  non troppo dissimile del modello originale che sgancio la prima bomba, i particolari tecnici della bomba stessa , un banale ordigno a fissione alimentato da  isotopi di plutonio -239, con un sistema per la riduzione del fallout radioattivo, che altrimenti visto il metodo di detonazione scelto avrebbe comportato costi di bonifica troppo alti,  ci hanno spiegato come funziona il sorteggio. Già, il sorteggio, chissà se poi è vero che tutto avviene proprio come loro dicono ed essere solo una questione di statistica che ad essere estratte sono sempre città modeste tra i cento e i trecentomila abitanti. Oppure hanno ragione quelli che sostengono che sia tutto truccato, che le città più grandi non vengono toccate perché vi risiedono i potenti e che poi sarebbe un fottio circonscriverle, fare si che tutto avvenga in maniera regolare, controllare per tre mesi tutta quella gente. Ma in fondo cosa cambia? Trucco o non trucco, quel che conta è che adesso tocca a noi.



Adesso che si comincia a vedere bene, quell'ordigno dalla forma cicciotta attaccata con dei fili sottili al paracadute, ha un qualcosa di comico mentre mi immagino tutti i suoi sofisticati congegni impegnarsi con la massima solerzia a fare si che la bomba non esploda prima del momento voluto. Ci hanno consigliato di ragrupparci nel centro cittadino perché è lì che secondo i calcoli degli ingegneri cercheranno di far detonare la bomba, in questo modo soffriremo il meno possibile, ma tanto qualcuno che sopravvive, almeno per qualche giorno alla fine c'è sempre, e allora per quel che vale, ho preferito per la mia morte scegliermi un luogo piu defilato;  dopo tutto cosa volete che siano due secondi in più o in meno, e del resto chi potra mai venire a conoscenza di tale sofferenza, non ci sarà testimonianza per il mio strazio.

E mentre vedo l'arnese ondeggiare leggero e pacifico nell'aria, mi domando quanto tempo ci mette a scendere, sarà vero ciò che affermano chi dice che negli ultimi istanti il tempo sembra rallentare? Intanto io non vedo il mio passato scorrermi davanti, sono tutto concentrato sul presente e mi chiedo chissà cosa pensano i piloti che hanno sganciato l'ordigno, il mondo intero che sta assistendo al nostro martirio, e gli altri protagonisti, le altre vittime di questa storia, il ruolo che il destino ha deciso per ognuno di noi ci ha resi più saggi, piu consapevoli, piu altruisti. Oppure questi mesi di attesa ci hanno resi più egoisti, più avari, più affamati di vita. Da parte mia mi sento quasi uguale a ieri, allo stesso modo di come ieri mi sentivo quasi uguali all'altro ieri. Non riesco a trovare redenzione in me stesso e in tutto quello che mi capita, si, adesso sto toccando il fuoco e so che brucia, ma domani se solo ne uscissi illeso, so già che comincerei a dimenticare, dopo domani, o il giorno dopo al massimo tornerei ad ammirare affascinato la fiamma, domandandomi se davvero il bruciore era cosi intenso.

La bomba è quasi arrivata a destinazione, in barba a tutti i calcoli a tutte le previsioni di tecnici, scienziati e ingegneri mi pare stia cadendo proprio sopra la mia testa  invece che nel centro cittadino, che scorno per tutti quelli che si erano fidati delle istruzioni ricevute, radunandosi in centro nella speranza di essere inceneriti in un istante,  adesso dovranno attendere altri interminabili secondi l'arrivo della morte, intanto si sentono scoppiare vari colpi di pistola, sono partiti da quelli più  impazienti, stanchi di attendere la fine hanno deciso di provvedere personalmente.

Si, si, adesso lo posso ben dire, la bomba è proprio sopra la mia testa, con una deviazione di otto/novecento metri rispetto al punto stabilito, che figuraccia! Una cosa del genere non si era mai vista, mi immagino le polemiche, di sicuro cadrànno molte teste. Intanto però la bomba è quasi arrivata, se allungo la mano posso quasi toccarla, il suo metallo freddo, quelle forme studiate in ogni particolare, la sua superficie verniciata a colori vivaci, per preservarla dalla ruggine credo, ma intanto ha un che di beffardo, tutta questa cura costruttiva, quei colori allegri,  per un manufatto che in fin dei conti è destinato a distruggersi e a portare distruzione. Intanto penso già al dopo, lo sgomento di chi ha assistito allo spettacolo, la disperata  ricerca dei sopravvissuti, la crudele agonia di chi non è morto sul colpo, le strazianti immagini delle loro sofferenze. Intanto il tempo che passa, e già nelle città più vicine la compassione per noi vittime, cede il posto alla preoccupazione che l'aria contaminata possa varcare i loro confini. Dopo di che inizieranno Le discussioni sulle spese per bonificare l'area, poi altre discussioni su cosa costruire dove prima sorgeva la città, il costo della vita che sale, l'inflazione, il campionato sportivo, le vacanze, la moda che muta, i governi che cambiano. E intanto  un'altra generazione è passata.

                              Fine 


Nessun commento:

Posta un commento