Siamo giunti nel cuore dell'autunno, puntuale come le tasse, anche quest'anno si leggono e si sentono in giro le lamentele e i mugugni da parte dei tradizionalisti contro la festa di Halloween.
Premesso che mi fa un po' specie, lo ammetto francamente, mi rattrista un poco vedere come, soprattutto noi italiani, siamo stati estremamente entusiasti nell'accogliere questa "nuova" festa, nel mentre che lasciamo morire nel disinteresse più completo ricorrenze più tradizionali e proprio in forza di ciò, la logica vorrebbe fossero più sentite. Per quanto mi riguarda, sarei stato più contento se il bieco consumismo si fosse adoperato a rinverdire festività a cui sono maggiormente legato, piuttosto che importarne di nuove.
Ma detto ciò, faccio fatica a capire la miopia di quei cattolici che, in perfetta buona fede, invocano crociate e boicottaggi verso Halloween da parte di tutti i loro correligionari. Signori miei, non posso credere che dopo duemila anni di storia siamo degradati a tal punto di non sapere come funziona una società; la società è come un fiume, in questo fiume si può scegliere di dirigersi nel centro e una volta lì, allora, ma solo allora, si può anche provare a indirizzare la corrente, oppure assumere posizioni defilate ai margini. Ma chi se ne distacca del tutto, diventa presto una pozzanghera destinata ad esaurirsi.
L'affermare: "noi la pensiamo così e facciamo a modo nostro, disinteressandoci del resto", se quel noi non è composto da una maggioranza veramente consistente, non è altro che un emergere di quel individualismo tanto in voga ai nostri tempi, e che a parole tanto biasimiamo.
Inoltre, chiariamolo fin da ora, è meglio abituarsi subito a questo genere di cose; l'influenza di concetti come quelli espressi dal politologo Huntington e del suo "scontro di civiltà" non si esaurisce nella "lotta al terrorismo" e nelle manifestazioni di odio verso l'Islam da parte di giornali prezzolati, ma semmai trova compimento nel aver persuaso l'egemone, specie di questi tempi di declino relativo, che se vuole mantenere il controllo delle sue province, deve uniformare sempre più la cultura dei territori sotto il suo controllo, perciò aspettatevi sempre più questo tipo di colonialismo culturale.
Insomma, che piaccia o meno, Halloween ormai è entrato qui da noi e forse anche grazie ai suoi aspetti macabri e sacrileghi ha preso un po' il posto del carnevale, che negli ultimi tempi, forse per eccesso di abitudine, era diventata una festa sottotono e troppo edulcorata rispetto alla festa del passato (vogliamo ricordare le origini di Arlecchino?). Motivi per cui è inutile mantenere un atteggiamento di anacronistica opposizione, ma invece sarebbe più utile fare ciò che i cristiani hanno sempre fatto in questi casi, cioè fare nostra anche questa festa, così come abbiamo fatto per il Natale, la Candelora, San Giovanni, l'Assunzione, eccetera.
Nel fare ciò, tra l'altro, non dovremmo avere particolari difficoltà, visto che Halloween stesso trae origine da quella festa che già una volta abbiamo sostituito o, per meglio dire, integrato con Ognissanti e le celebrazioni dei morti; in pratica sarebbe un riappropriarsi, rafforzandolo, di qualcosa che era già nostro e che rischiava di sbiadire come altre festività e ricorrenze che non siamo riusciti a salvaguardare.