Chi anche nel nostro paese riduce gli elettori di Trump ad una manica di scalmanati ignoranti, sta facendo un grosso errore.
Per inciso Lo stesso errore che si commette nel giudicare gli elettori di Salvini e della Meloni una massa di razzisti egoisti.
Cerco di essere più chiaro e per semplificare Ridurre l'analisi solo alla lega.
Ma il discorso con i dovuti accorgimenti può essere adattato a tutti i movimenti "populisti" dalla " immondizia bianca" americana che si vede ignorata a favore dei ghetti neri, ai francesi della Le Pen che abitano fianco a fianco ai migranti nelle Banlieue francesi,ma sono invisibili rispetto a quest'ultimi.
Dobbiamo partire da lontano dagli anni 60, i tempi dell' industrializzazione e del immigrazione interna, tempi dicevo che avendo la fortuna di essere meridionale non ho scordato.
Ricordo anche che per la "fu" classe operaia erano i tempi delle rivendicazioni e lotte. Battaglie che venivano "sabotate" da una marea umana che dal sud immigrava al nord ben disposta dalla fame a farsi sfruttare come "crumiri".
Complice anche una sensibile differenza culturale, non ancora appiattita dal rullo compressore televisivo, erano sopratutto le classi proletarie che alla sola parola meridionale vedevano rosso, di sicuro non gli industriali che si vedevano piovere dal cielo masse di disperati, in gran parte privi di coscienza sociale e volenterosi di offrire manodopera a basso costo, o la democrazia cristiana che grazie alla valvola di sfogo del immigrazione riusciva a ridurre la pressione nei suoi feudi elettorali.
Tutto questo il vecchio p.c. lo sapeva benissimo, e si era preso l'incarico di controllare e indirizzare questo malcontento, cosa che a mio avviso è riuscito anche a fare discretamente bene, infatti con l'arrivo del benessere si è andati verso una pacificazione, tutto sommato con pochi strascichi.
È innegabile d'altronde che fino a tangentopoli (chi c'era ricorderà) la lega era un partito microscopico, rappresentante di una categoria di inoccupabili, incapaci di trovare lavoro in un contesto dove c'erano più "fabrichette" che persone.
Con la caduta del URSS e la fine del PC, in concomitanza con gli stravolgimenti interni che stavano per segnare profondamente il paese; in particolare tangentopoli che distrusse ( ridusse) un sistema di clientelismo ormai radicato al sud e che rimise in moto grandi movimenti interni di popolo, e l'arrivo di una novità per la nostra nazione come l'immigrazione esterna, i vecchi malumori cominciarono ad riaccendersi, individuando però in forza italia ( per quanto riguarda il clientelismo) e nella lega degli interlocutori pronti ad ascoltarla.
Sono fermamente convinto che:
quelli che votano lega non sono un rigurgito fascista e xenofobo fino a ieri rintanato in qualche fogna, ed oggi chissà perché usciti allo scoperto. In verità sono gli stessi che fino a non molto tempo fa arrostivano salsicce e montavano palchi alle feste del unità.
In aggiunta affermo che a modo loro stanno chiedendo le stesse cose di ieri, emancipazione e diritti.
Semmai è il loro partito di riferimento naturale che ha deciso che quelle istanze non fanno più parte della propria agenda politica, lasciandoli in balia dei vari demegologhi di turno ed il bello è che se ne lamenta pure.
Se i progressisti lasceranno che di queste masse siano movimenti reazionari ad occuparsene, il risultato è facile da prevedere fanatismo ed ignoranza in cambio di elemosine e promesse.
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