martedì 10 dicembre 2024

Siria? Non ci sto capendo un C...



È un cazzo ci hanno capito tutti i veri o presunti analisti che, in queste concitate ore, si affannano a commentare quanto successo, anche se loro, naturalmente, non lo ammetteranno mai.

Allora perché scriverci su, vi chiederete voi? Semplicemente per fissare alcuni punti e magari ragionarci sopra.

Intanto, mi pare lampante che con l'elezione di Donald Trump, le cose stiano accelerando. Ciò accade perché tutti gli attori in ballo vogliono arrivare a gennaio a giochi già fatti: lo vogliono i neocon, per mettere Trump davanti al fatto compiuto, ma, a giudicare da come hanno ingranato in Ucraina, stanno accelerando anche i Russi. Forse perché sanno che Trump è una testa calda e, sebbene abbia dichiarato pubblicamente di voler disimpegnarsi in Ucraina, difficilmente sarà disposto a iniziare la sua amministrazione con una sconfitta. E, infine, accelerano anche alcuni attori secondari, come per esempio i turchi.

Già, i turchi. I veri vincitori di quanto accaduto in Siria. La partita qui è quasi alla fine e, se Erdogan continuerà a giocare bene le sue carte, la Turchia si trova ormai a un passo dal diventare la vera grande potenza del Medio Oriente. Cosa pensi di ciò Israele non è dato sapere, ma intanto incassa la vittoria strategica sull'Iran, il più grande sconfitto di questa storia.

Ad ogni modo, basta semplicemente affidarsi alla saggia regola del "cui prodest?" per capire che Israele, come minimo, ha agevolato i terroristi (per favore, chiamiamo le cose col loro nome), mentre la Turchia è il grande vecchio dietro di loro.

E l'America? Naturalmente anche lei è nella partita, ma a mio avviso in una posizione più defilata. Sì, anche lei ha aiutato i terroristi, ma, secondo me, questa operazione è andata troppo bene per essere una regia americana. Non fraintendetemi, non sto dicendo che gli americani siano degli incapaci. Quello che intendo è che i russi l'hanno presa troppo bene: se fosse stata un'operazione prettamente americana, con il rischio di perdere definitivamente le basi siriane, la Russia prima di mollare l'osso avrebbe quantomeno tentato una controffensiva. Invece, trattandosi di Israele e Turchia, ha fatto buon viso a cattivo gioco, accettando la nuova situazione, sostanzialmente per due motivi:

1. Per quanto riguarda Israele, perché Putin sa che Israele è il cavaliere nero, e al cavaliere nero non gli devi rompere il c... Del resto, se in tutti questi anni non è riuscito a puntellare il regime di Assad, la colpa è del fatto che non ha voluto inimicarsi Israele, impedendone i continui bombardamenti e le scorribande in territorio siriano. Per trattare con questo paese mi pare chiaro che preferisca puntare sul fatto che molti israeliani sono ebrei provenienti dalla Russia. Spero per lui che la malinconia per i tempi andati prevalga in questi sul ricordo dei trattamenti subiti e, diciamola tutta, anche sui trattamenti inflitti.


2. Per quanto riguarda la Turchia, evidentemente i Russi, a differenza di giornalai e mediocri politici nostrani che festeggiano lo smacco Russo, sanno che la libertà di manovra che l'egemone è costretto ad accordare a Erdogan è direttamente proporzionale alla capacità di penetrazione russa nel Mediterraneo, e se questa dovesse scomparire del tutto, Erdogan dovrebbe aspettarsi a breve un nuovo colpo di stato...  


Motivi per cui penso appunto che i russi alla fine abbiano riconosciuto la sconfitta e preferito garantire un salvacondotto per gli alleati e mettersi a trattare, piuttosto che impelagarsi in nuove ardite avventure, è che un accordo si era trovato, o quanto meno si stava trattando per raggiungerlo, lo dimostra il fatto  che proprio Erdogan l'indomani della caduta di Damasco definisce Putin come l'unico leader esistente al mondo,  a parte, naturalmente, se medesimo. Che ad ogni modo i Russi siano stati colti di sorpresa, me lo conferma il fatto che i canali filorussi che seguo si sono trovati spaesati: all'inizio hanno trattato le notizie siriane con la consueta spavalderia, poi, evidentemente avendo ricevuto nuove direttive, hanno gestito la faccenda in maniera più sfumata.

A questo punto, mi piace fare una piccola divagazione sui cosiddetti "antagonisti", "nemici del sistema", eccetera che qui da noi  si vantano di interpretare la realtà al di sopra della propaganda di regime. Signori miei, vi ho sentito, con queste orecchie, minimizzare quanto succedeva in Siria perché, secondo le vostre fonti – ovvero i propagandisti russi – era tutto sotto controllo. È mai possibile che proprio voi, che vi vantate di essere immuni alle raffinate tecniche di manipolazione della CIA, abbocchiate come triglie alla propaganda di qualche funzionario moscovita sottopagato?

Tornando a noi, come dicevo, che le cose per la Russia siano andate così, ne sono quasi certo, conoscendo i russi. Le alternative possibili a questo scenario possono essere soltanto due: o stanno preparando un trappolone agli occidentali, magari in accordo con Iran e Turchia (cosa che mi pare assai improbabile), oppure davvero il conflitto ucraino li ha spolpati al punto che non riescono neppure più a fornire la minima assistenza agli alleati. Se le cose fossero davvero così, allora chi spinge gli ucraini ad arruolare i diciottenni non sono solo un mucchio di bastardi senza umanità che vogliono giocarsi il tutto per tutto, a spese altrui, pur di salvarsi le chiappe, ma forse stanno dando il consiglio giusto a zelensky: resisti un altro po'  e i russi saranno costretti a capitolare.  permettetemi di dubitarne.

Comunque siano realmente messe le cose, come già accennato, gli sconfitti assoluti di questa faccenda sono gli iraniani, che, dopo le figuracce dei mesi scorsi – dove gli israeliani hanno dimostrato che a Teheran e dintorni non si muove foglia che Gerusalemme non voglia – con la perdita dell'alleato siriano vedono ridimensionarsi di molto le loro pretese di potenza.

Naturalmente le cose sono ancora in divenire, e tutto può ancora ribaltarsi. In situazioni simili, prima di cantare vittoria bisogna portare pazienza, non certo la pazienza della Cina, che somiglia sempre più a una sfinge e, mentre gli alleati subiscono disfatte strategiche, pare interessata solo a guardarsi la pancia. Strategia o la secolare tendenza cinese a isolarsi?

Comunque, come sempre, meglio dell'Italia, che – come scrivevo ieri sui miei social – non ha perso questa occasione per fare l'ennesima figuraccia, riaprendo l'ambasciata nemmeno dieci giorni prima della cacciata di Assad. Valiamo davvero così poco che nessuno dei nostri "amici" ci ha perlomeno consigliato di aspettare ancora un po'?

A giudicare da ciò che si legge sui giornali, che senza la minima difficoltà hanno promosso dei tagliagole a combattenti per la libertà, mi pare proprio di sì. Con tutti i loro limiti, il governo di Assad, così come quello di Saddam e quello di Gheddafi, traevano origine da quel socialismo arabo di stampo laico originario dall'esperienza di Nasser in Egitto. I sistemi di governo che li hanno sostituiti, quando moderati, si rifanno alla sharia islamica; quando integralisti, hanno per modello i talebani. Quando i giornalisti ci dicono che i siriani hanno trovato la libertà, è in questa realtà che, in verità, li abbiamo ributtati. Ma tanto, a quanto dicono gli ultimi report, un terzo degli italiani risulta analfabeta funzionale. Dubito riesca a capire cosa tutto ciò significhi.

E poco mi pare importare anche agli abitanti del luogo, che o con la promessa di qualche monetina o con un suadente slogan religioso, dall'alfganistan alla Libia, in assenza di una classe dirigente salda, paiono entusiasti a svendere la propria terra al miglior offerente. Naturalmente non mi riferisco alle fasce basse della popolazione, ma alla borghesia che da sola basta a spiegare il perché l'islam ha perso la sua preminenza sul mondo.

Comunque, una cosa è certa: come di consueto, in questo Occidente a guida Americana, nella speranza di indebolire i nemici odierni, stiamo allevando i nemici di domani. Che siano meglio questi o quelli, dipende dalle preferenze di ognuno di noi.


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