giovedì 22 maggio 2025

Le fragili alleanze, piccola escursione tra determinismo e strategia



Oggi ho ascoltato l'interessante podcast di alcuni amici, dove si ricapitolava la storia delle relazioni sino-russe.
Uno dei due ha spiegato come, da sempre, i rapporti tra questi due grandi paesi, si siano susseguiti a fasi alterne e, nonostante adesso, grazie alle sfide comuni sono in una fase di amicizia, nel lungo periodo è probabile che tali relazioni, mutino ancora verso un atteggiamento di rivalità.


Finito il mio amico di esporre quanto spiegato sopra, l'intervistatore si è detto scettico su questa previsione, argomentando che sia la classe dirigente russa, sia quella cinese, sono molto motivate e attente allo studio della storia. Ragione per cui non crede che ripeteranno gli sbagli del passato, inoltre continuava, facendo notare al mio amico di come la sua prospettiva sia alquanto deterministica.

Apro una piccola parentesi, facendo notare di come in gran parte della sinistra, anche tra i suoi esponenti più lucidi sia presente questa esterofilia, intesa qui come simpatia estrema verso i paesi che non fanno parte del cosiddetto occidente, che li spinge a vedere in questi stati qualità e doti sovrumane. Signori, attenti: queste nazioni non sono affatto migliori di noi. Hanno culture diverse, non superiori. In certi casi possono aver avuto intuizioni più sensate delle nostre, così come noi ne abbiamo avute più sensate delle loro. Ma, stiamo parlando di esseri umani, attribuirgli certe virtù è solo l'ennesima distorsione ideologica.

Chiusa parentesi, torniamo a noi. A differenza di quanto sostenuto dall'altro conduttore, non credo che il mio amico esprimendo la sua previsione sia imputabile di determinismo, ma solo di essere un buon conoscitore della storia e degli uomini. Penso però che nel fare la sua previsione abbia dato per scontato una cosa, ovvero che tutti abbiamo una comprensione della storia simile alla sua.

E qui ha sbagliato, lasciando implicita una parte importante del suo discorso, infatti non ha spiegato che non c'è, in realtà, nessun vero motivo che obbligherà la Russia o la Cina nel futuro a invertire il tipo di relazione stabilita con la Controparte, non esiste un'unico percorso obbligato che porterà le due nazioni a compiere tali passi. Semplicemente, una volta raggiunto l'obiettivo comune, se non ci saranno più pressioni esterne che li costringeranno a rimanere fedeli alleate, prima o poi in un Paese o nell'altro, emergerà una classe dirigente che per sviare l'opinione pubblica da differenti questioni: megalomania, interesse personale, semplice ideologia, penserà sia opportuno infierire sull'alleato in un suo momento di difficoltà.  E se i motivi sopra esposti non vi persuadono, considerate che a spingere questa ipotetica dirigenza, verso un cambio di passo, restano ancora le motivazioni più materiali: vedete, le terre e le persone sono come gli anelli di una catena c'è sempre un qualcosa che li lega all'anello successivo, una popolazione al confine divisa tra i due stati, la sorgente di un fiume che nasce in un paese ma che è importante per l'altro stato, una ricca zona mineraria divisa tra le nazioni, eccetera.


Come, spero di essere riuscito a spiegare, Non sarà qualcosa di già determinato che spingerà i russi e cinesi a tornare a guardarsi in cagnesco, una specie di destino ineluttabile, che come in un teatro di marionette ci condanna a rivivere in eterno le stesse scene, ma la capricciosa debolezza umana, che in un futuro prossimo, farà cedere qualche leader, alla tentazione di prendersi un boccone troppo succulento e invitante per lasciarlo raffreddare nel piatto.

È per questo che le alleanze più stabili sono quelle più distanti, perché una volta ceduti alla tentazione in questo genere di cose il pretesto è facile a trovarsi, È proprio per questo che gli Stati Uniti nonostante tutto, rispetto a tutti gli altri attori globali, hanno un grande vantaggio: quello di confinare soltanto con potenze (tenute) subordinate e gli oceani.


Qualcuno, giunto a questo punto potrebbe ribattere, citando l'esempio Europeo, dove i vari paesi apparentemente sembrano avere appreso la lezione della storia. Ma è proprio così? 

Per rispondere a questa domanda dobbiamo passare alla seconda parte di questo post.




C'è una vanteria, che con una frequenza maggiore rispetto le altre, si sente pronunciare dai politici europei: "le nazioni del continente hanno appreso la lezione della storia, ed è per questo che da ottant'anni i paesi d'Europa vivono in pace fra loro, facendo sì che la guerra divenisse, per i rispettivi abitanti, solo un brutto ricordo del passato".


Benché i fatti paiono dargli ragione, se io fossi in loro, sarei comunque più cauto ad affermare certe cose, per tutta una serie di motivi,  come ad esempio, il fatto che ottant'anni è ancora una scala di tempo umana, non storica. Ma soprattutto perché c'è una spiegazione più convincente del perché i paesi occidentali abbiano smesso di farsi la guerra, ovvero il fatto che sono tutti entrati a fare parte dello stesso impero, quello Americano. 

In realtà i paesi europei, eccettuata qualche lezione morale,  non hanno imparato proprio niente, come del resto dimostra il fatto che sul piano loro permesso: quello politico, i vari paesi continuano a farsi sgambetti reciproci.


E tutto ciò mi fa credere che questi paesi, se liberi del vincolo esterno, non per spirito guerresco o sanguinario, ma per gli stessi motivi accennati sopra, nel caso di russi e Cinesi, nel giro di relativamente breve tempo tornerebbero alle abitudini antecedenti alla pax americana. 



Ed è questo, uno dei motivi che mi fanno sostenere che l'egemonia americana in Europa non sia stata solo imposta, ma scelta dai vari paesi per ragione di convenienza strategica. Di solito in questo blog, anche per oppormi ai pensatori servili e alla loro propaganda, che presentano questo stato di cose, come una situazione ideale, libera, e solo vantaggiosa, mi spendo a denunciare i limiti di questa strategia. Limiti che si sono visti sia nella gestione statunitense del medio oriente, ma soprattutto sulla questione Ucraina, dove come più volte detto, l'America si è comportata da vero e proprio nemico degli interessi europei. Ma ribadito tutto ciò, rimane innegabile che l'egemonia americana abbia garantito all'Europa; protezione militare, la possibilità di potersi dedicare a commercio e sviluppo, accesso sicuro alle rotte commerciali, e tutta una serie di altri vantaggi. 

Dopo che la nostra classe dirigente ha chiuso gli occhi sulla strategia DEM per la Russia, rendendosi complici di tutto ciò che questa strategia ha comportato per l'Europa. Con l'ascesa di Trump, si vorrebbe far passare tra la popolazione, l'idea che un distacco dagli Stati Uniti, sarebbe salutare per il continente. 

No! È una cosa folle e pericolosa, del genere che questo post ha cercato di illustrare, utile solo a mantenere al potere questa classe di inetti e traditori. Il progetto Europeo si è rivelato un fallimento da riformare, in questo frangente storico senza l'America naufragherebbe sugli scogli dei particolarismi nazionali. 



L'America oggi è debole, soffre di varie tensioni interne, la guerra in Ucraina nonostante gli abbia fatto raggiungere certi risultati, spiegati in altri post, forse per gli obiettivi troppo ambiziosi che si era prefissata gli ha procurato un calo di prestigio internazionale. Ma le altre potenze hanno disegni egemonici che possono mettere a rischio la prosperità del nostro continente. Nell'ultimo periodo abbiamo chiuso troppe porte sbattendole in faccia a chi vi era all'interno, non si può sperare  dopo così breve tempo, che riaprendole chi le occupa ci dia un bentornato caloroso.


Mai come oggi è utile e conveniente per i paesi occidentali restare alleati dell'america, un America indebolita e perciò più disponibile a concederci spazi di manovra. Consci del fatto che le alleanze tra gli Stati sono come un tiro alla fune, dove ogni paese cerca di riservare per sé il tratto di corda più ampio, invece di tuffarci in pericolose avventure, dobbiamo stringere ancora di più i rapporti, ma  approfittare di questo momento per dotarci dei mezzi che un domani ci permetteranno di fare prevalere le nostre ragioni. Ma chi saprà approfittarne? La Meloni, forse? 

Non la cito per disprezzo, tutti gli altri mi appaiono addirittura peggiori. Purtroppo devo chiudere con un tono pessimista, a guidarci vedo solo gente che campa alla giornata, incapace di grandi visioni. 

Nessun commento:

Posta un commento