L'essere umano abita in due mondi*, uno esteriore che solo per comodità potremmo definire: "la realtà " ovvero il mondo materiale, che condividiamo con gli altri esseri viventi, e uno interiore, privato, con cui ci relazioniamo guardando dentro noi stessi. Le due dimensioni sono connesse fra di loro attraverso i nostri corpi e la nostra mente, infatti mentre la realtà contiene un modello del nostro mondo interiore, che altro non è che l'insieme delle nostre azioni, parole, scritture, eccetera. Cose che possiamo ridurre al tentativo di plasmare una parte di mondo a nostra immagine. il mondo interiore contiene a sua volta anche un modello della realtà , che in concreto oltre a permettere ai nostri corpi fisici, di interagire con essa, inevitabilmente influenza anche l'evoluzione della nostra realtà interiore.
Fin qui niente di nuovo, quanto detto sono concetti oramai accettati sia in filosofia che nel mondo scientifico, e abbastanza pacifico, mi pare dovrebbe essere anche il fatto che per permetterci di raggiungere una visione quanto più coerente ed esatta dell'esistenza, i due mondi debbano essere e restare in qualche modo sincronizzati tra loro, ossia i due mondi devono restare in un rapporto di verità , che in soldoni vuol dire che: man mano che conosciamo la realtà , il nostro modello interiore di essa dovrebbe affinarsi e diventare più fedele all'originale, così come progredendo e sviluppando il nostro mondo interiore; cioè crescendo spiritualmente, il nostro modo di interagire con la realtà dovrebbe modificarsi coerentemente di conseguenza. tutto ciò e facilmente comprensibile pensando allo sviluppo del bambino: appena nato esso è un piccolo egocentrico, convinto che tutto l'universo esista solo per soddisfare i suoi desideri e che in esso, in quanto lui vertice dell'esistenza, non vi sia nulla che può nuocergli, mano a mano che cresce capirà che in verità il mondo è pieno di pericoli, ed è condiviso con altri esseri dotati di una propria individualità .
Tale sincronizzazione per poter funzionare pare adoperi ciò che generalmente si chiamano "feedback": e questi possono essere sia positivi che negativi. Un esempio chiaro di tutto questo lo si può avere immaginando un bimbo che scopre il fuoco: il bimbo guarda il fuoco per la prima volta restando affascinato dalla sua bellezza, per scoprirne significato e funzione prova a toccarlo, ma imparerà così che il fuoco oltre ad essere bello, brucia, perciò in futuro per interagire con esso saprà che dovrà prendere le dovute precauzioni. A farla breve pare proprio che la realtà interiore per poter evolvere ha bisogno di esperienze concrete che si compiono nella realtà esteriore, così come quest'ultima per essere compresa a pieno ha bisogno di un lavoro introspettivo che si compie nella realtà interiore. In pratica i due mondi in cui viviamo per riuscire a progredire hanno bisogno di procedere di pari passo influenzandosi a vicenda. Vi sono altri metodi con cui procediamo alla sincronizzazione tra i mondi, quali ad esempio l'osservazione e il ragionamento, che però non analizzeremo, uno perché questi altri metodi presuppongono per poter funzionare di un certo bagaglio di conoscenze che non può che essere acquisito tramite i feedback ricevuti nei primi anni di vita, secondariamente perché sennò finiremmo con divagare troppo perdendo il focus del discorso.
Se tutto questo sistema fallisce, cioè le diverse dimensioni dell'esistenza procedono indipendenti l'una dall'altra, il risultato per l'essere umano e una qualche forma di follia o dissociazione, che altro non sono per appunto che la disconnessione tra il mondo reale e la dimensione interiore dell'individuo, il loro progredire su strade divergenti, ci sono varie ragioni per cui tutto ciò può succedere, una delle cause più comuni e il fatto che la realtà diventa troppo dura da sopportare o troppo complessa da decifrare, perciò il modello si discosta da essa oppure nel caso inverso, quando il mondo interno diventa sensibilmente più ricco e stimolante della realtà esterna.
Stabilito che è così che grosso modo dovrebbe funzionare l'essere umano, adesso si potrebbero cavare fuori discorsi interessanti, come ad esempio sul ruolo del male nelle nostre esistenze, infatti accettando per valido quanto detto fin ora appare chiaro che i feedback di cui parlavamo prima, per essere veramente efficaci devono offrire esperienze significative sia nel provare il "bene" quanto il "male" e tutto ciò vale sia a livello fisico nel mondo definito reale, che sul piano morale, nel mondo interiore, e tutto questo non solo a livello teorico, ma proprio riferito al male e al bene concreti, male che quantomeno in una prospettiva cristiana deve essere necessariamente presente, fosse altro che per salvaguardare la libertà umana.
Naturalmente la questione sull'esistenza del male e un qualcosa di molto più complesso e centrale dell'esperienza umana, motivi per i quali sarebbe semplicistico se non addirittura sciocco tentare di farne una riduzione per giustificarlo a solo questo aspetto, a riprova di ciò basta solo ricordare di come in questa analisi non abbiamo considerato la questione del male nemmeno nel senso biologico di esso, introdotto da riflessioni come quelle di Darwin su alcune sofferenze inflitte dalla natura in maniera apparentemente gratuita, per esempio. Ma ciò che importa qui, visto che la natura ( e con questo termine in una prospettiva di fede si intende tutto ciò che esiste di creato) sa fare uso anche di ciò che la danneggia se persistente, e cercare di mostrare come una certa dose di difficoltà , di disagio, di dolore, siano necessari all'essere umano per riuscire a creare dentro di sé una rappresentazione più fedele della realtà , e di come tutto ciò sia fondamentale a l'essere umano per permettergli di interagire in maniera appropriata con i mondi che abita.
Non è solo un eccesso di esperienze dolorose che in alcuni soggetti può portare ad una disincronizzazione tra il mondo interiore e la realtà , ma come si può intuire osservando società agiate come le nostre, anche un eccesso di stimoli positivi puo portare a conseguenze simili. D'altronde postulato che l'essere umano per evolvere spiritualmente ha necessità di questo genere di feedback, appare logico ipotizzare che un eccesso di stimoli sia da un lato che dall'altro avranno conseguenze negative sulla persona, così come una sovrastimolazione del mondo interiore può comportare in alcuni soggetti quello che con un termine marxista potremmo definire: alienazione.
Oltre alla pazzia a cui abbiamo già accennato, ci sono altri tipi di disconnessioni della realtà , anche ad uno stato di coscienza più lucido; una di queste e l'ideologia, l'ideologia è uno degli innumerevoli "veli di maia" che si frappongono fra la corretta sincronicità del mondo interiore e la realtà .
A mia opinione quanto detto finora non è valido solo per il singolo individuo, ma grosso modo con i dovuti distinguo, si può applicare anche alle società nel suo insieme, naturalmente la società non ha un mondo interiore proprio da sviluppare, ha però una narrativa sulla realtà che accomuna i mondi interiori dei singoli individui che compongono quella società , ed e proprio questa narrativa che alle volte si disincronizza dal mondo reale.
Pensavo proprio a questo stamattina , riflettendo dopo aver letto l'ennesima notizia che alcuni uomini, in barba alla fisiologia, per il semplice fatto di "sentirsi donne" possono partecipare alle manifestazioni sportive gareggiando contro esseri umani di sesso femminile, e visto che la realtà se ne frega di ciò che noi pensiamo sia giusto, classificandosi ai primi posti, senza che nessuno trovi nulla da ridire in tutto ciò.
Ma visioni di tipo ideologico della realtà , cioè disincronizate, non si riducono solo a cose in fondo poco importanti come le competizioni sportive. Una visione distorta, quindi penalizzante della realtà si scorge in questioni ben più importanti, come ad esempio gli effettivi rapporti di forza, fra i vari stati del mondo, quando questi sono stimati in base a parametri soggettivi ed arbitrari, o ancora su come le relazioni tra le persone vengono interpretate al giorno d'oggi, che godendo di una specie di rete protettiva garantita dalla società moderna, impedisce alle persone stesse di ricordare di quanto in realtà gli uomini sono una specie comunitaria che ha bisogno l'uno dell'altro, e che soffre quando la parte individualistica prevale eccessivamente dentro noi. Una disincronizzazione della realtà la si provoca anche quando si elegge o si spera che venga eletto un presidente convinti che sarà un buon presidente solo per il sesso o il colore della pelle. Si provoca disincronizzazione anche quando nell'attribuire posizioni chiavi per il corretto funzionamento di una comunità si smette di guardare il metodo ma si applicano criteri di "inclusivita".
Tutto ciò, cioè questa visione distorta che comporta un disinlineamento tra la realtà e la narrazione collettiva naturalmente non ha effetti solo sulla narrativa e i mondi interiori ad esso collegati, ma come si può facilmente capire ha effetti tangibili anche sulla realtà che avvolge quelle collettività , e visto che il mondo fisico è uno per tutti anche per quelle comunità che con essa confinano. per quanto riguarda lo scopo di questo post, ci basterà notare di come questa disincronizzazione dovuta al guardare la realtà con lenti sempre più distorte porterà a fare scelte sempre più sbagliate e illogiche, e per quanto questi sbagli possano essere attenuati dalle scelte prese in precedenza, trattandosi di un sistema robusto, a lungo andare perseverando con questi metodi, che si parli di un individuo o che si parli di una civiltà intera, l'esito di tali processi non potrà che essere nefasto.
*In realtà l'uomo moderno si sta apprestando a vivere in ben tre mondi; infatti oltre alle due dimensioni citate nel testo si sta facendo sempre più strada il mondo virtuale, raggiungibile grazie ai nostri supporti elettronici.
Nessun commento:
Posta un commento