È stata questa insolita scenografia a farmi ricordare che oggi cade l'equinozio. Davvero con giornate così particolari non stento a comprendere perché gli antichi attribuivano a questa ricorrenza certi significati, gli stessi che non mi vergogno ho pensato anch'io. La giornata si è alternata tra rovesci e schiarite a cui non ho badato molto, concentrato com'ero nella mia routine quotidiana. Poi al tramonto esco in strada per la solita camminata con il Leo, il mio cane, e di nuovo, ancora in cielo vedo battagliare luce e tenebre, il tutto accompagnato da raffiche di artiglieria, se così si possono chiamare i fulmini. Un cielo così non lo si vede facilmente. A coronare il tutto al mio rientro un bolide celeste, dalle dimensioni importanti, si disintegra nell'atmosfera.
Non sono superstizioso e posso dare spiegazione di ogni singolo fenomeno che ho osservato. Eppure anche dei segni di inchiostro sulla carta potrei dire altrettanto. La composizione del pigmento, del perché la carta se lo assorbe e così via. Ma facendolo, comunque, non avrei detto nulla del messaggio, della poesia che quei segni comunicano. Allora mi domando: ma abbiamo ragione noi che indugiamo nella tecnica o gli antichi che si concentravano sul significato?
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