lunedì 21 aprile 2025

Arrivederci, santità





Non nascondo che, per affinità caratteriale e una mia innata simpatia per gli sconfitti, preferivo il predecessore, quel Benedetto XVI che ancora adesso reputo un gigante della fede e del pensiero.
Ma, riconosciuto ciò, a me, Sua Santità Francesco piaceva e da credente, continua a piacermi; mi piacque subito nei modi, quando si affacciò per la prima volta sulla piazza, con quell’atteggiamento semplice e cordiale che tutti sappiamo.
Mi piacque un altro po' quando seppi che—i pettegoli raccontavano—intanto che lo vestivano da papa, lui annunciava ai presenti che la ricreazione in Vaticano era finita.
Mi piace ancor di più oggi, per il modo in cui se n’è andato, per non essersi, nelle sue condizioni, esentato, per quanto gli fu possibile, dal voler presenziare alla solennità pasquale, costi quel che costi.

Di sicuro fu un Papa divisivo e non convenzionale, ma di questo non gliene faccio un dolo, anzi: dopo un Giovanni Paolo II e il suo carisma quasi da "pop star", e un Benedetto sofisticato, etereo agli occhi dei più, credo che sia stato salutare, per la Chiesa, un papa così carnale, una figura sanguigna, che esponendosi accettava il rischio di dividere, ricordando ai fedeli che, del Santo Padre, quel che conta veramente è il ruolo, non la persona.

È qui, secondo me, sono proprio quelli che si considerano duri e puri che hanno fallato maggiormente. Signori miei: troppe critiche, troppa gente che ha preteso di spiegare al Papa come si deve comportare un vero Papa. In queste cose, chi pensa di saperla lunga sta solo manifestando la propria stoltezza.

Fu un pontefice divisivo, come dicevo, addirittura ingombrante, persino nell’andarsene, proprio in questi giorni così importanti nella vita della Chiesa, quasi a voler rubare la scena al "Principale".
Eppure è proprio per fiducia verso quel Principale, che meglio di noi sa come condurre la sua vigna e sceglie i suoi vicari ridendo delle logiche umane, che dobbiamo aver in simpatia quel Francesco venuto dai confini del mondo, che, con tutte le sue debolezze, nonostante la tempesta, si addossò il compito immane di mandare avanti la barchetta traballante.

Nessun commento:

Posta un commento