domenica 3 aprile 2022

l'insostenibbile leggerezza della realtà

Spesso sento mio nonno, che di anni ha superato gli ottanta, affermare che lui ha sempre tirato avanti con i proverbi;  come dice egli stesso: ne conosce più di mille, e sino ad oggi non si è mai pentito di avergli dato credito.

Mio nonno per un incrocio di ragioni geografiche, ed anagrafiche, è un uomo vecchio stampo, potremmo definirlo analogico, e quello che vuole dire con la frase citata prima è che lui provenendo da un mondo a bassa scolarizazione e bassissima informazione esterna, ha dovuto, come molti della sua epoca, trovare degli strumenti di sintesi per decifrare la realtà. 

Lui ha escogitato, per così dire, degli strumenti di verifica, per capire se i suoi giudizi e il suo agire fossero coerenti col mondo reale, ed il suo metodo appunto consiste nel constatare se la sua decisione è in linea con la saggezza popolare espressa dai proverbi. Il sistema di mio nonno non è certo l'unico; anzi gli esseri umani nel corso della propria storia, hanno sviluppato diversi sistemi in base alle loro esigenze ed al livello di sofisticazione raggiunto, per verificare se la propria rappresentazione  era aderente al vero o meno; il ragionamento logico ed il metodo scientifico ad esempio; sono due metodi molto sofisticati ed efficienti d'indagine. 

Generalmente i due sistemi riportati nell'esempio di prima, ed in particolare il metodo scientifico, non sono necessari nell'esperienza quotidiana dell'uomo comune, che ha bisogno per agire nel suo ambiente abituale di sistemi meno rigorosi ma più rapidi, come ad esempio domandarsi il famoso "qui prodest" romano, per decidere  nell'evenienza  di un evento, chi può essere più interessato nel farlo accadere. 

Ad ogni modo visto che i nostri sensi, ci possono ingannare, i nostri desideri indurci a creare false aspettative e le nostre idee e pregiudizi,  possono farci male interpretare il vero significato di alcune parole o azioni, abbiamo bisogno di questi sistemi, per riuscire a rapportarci  in maniera corretta col nostro ambiente.

Purtroppo però Noi o per lo meno molti di noi non siamo più capaci di comportarci in maniera simile, altamente scolarizzati e sommersi dalle informazioni siamo abituati a farci suggerire dai nostri media di riferimento l'interpretazione corretta di quello che ci succede attorno, e valutiamo la sua aderenza con l'oggettività, non in base a strumenti di verifica sintetica che ci possono aiutare a rapportare l'informazione  col reale, ma in base alla  forza di pervasivita della fonte, concetto sintetizzato dal famoso motto " il media è il messaggio" di mcluhan,  e se questo requisito ci soddisfa  accettiamo questa visione  in maniera acritica.
 

Essendo una società ricca e al riparo per quanto possibile dalle asprezze della vita, inoltre non paghiamo come dovremmo se la valutazione generata in questo modo risulta errata, e questo comporta che non solo non svilupperemo mai sistemi simili, visto che non riceviamo nessuno stimolo che ci spinge in tal senso, ma addirittura non ne avvertiamo nemmeno l'esigenza.


Tutto questo ci sta portando ad essere come ottenebrati verso il mondo esterno ed al di fuori di un piccolo spazio che investe il personale dell'individuo ( malattie, licenziamenti, ecc.) accettiamo sempre più acriticamente la scaletta di rilevanza di un informazione, non in base a nostri parametri, ma in base alla scelta che il media di fiducia ha fatto (disinteressatamente?) In nostra vece.


In realtà fino ad ora ho omesso che almeno due metri di giudizio sono ancora presenti in noi, in quanto agendo a livello quasi animalesco riescono ad ottenere dei feedback di ritorno anche nel nostro  mondo, purtroppo però  in una societa un minimo sofisticata e la nostra è  forse la più sofisticata di tutte, rischiano di rivelarsi più dannosi che utili. I due parametri di valutazione cui dicevo sono quello su base estetica ( la società dell'immagine)  e quello su basi emotive, ma ciò come facilmente si può intuire e come le varie agenzie di propaganda, marketing e publiche relazioni ci possono confermare, rischia di rendere i nostri giudizi facilmente manipolabili o impulsivi, ed è per questo che come prima accennavo possono rivelarsi più dannosi che utili.

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