lunedì 25 marzo 2024

La solita minestra considerazioni sulla guerra.

Durante il novecento, in particolare dopo il secondo conflitto mondiale, i sovietici, convinti di conoscere cosa fosse meglio per l'uomo, volevano imporre la loro ideologia a tutto il mondo e per il raggiungimento di questo scopo (e l'affermazione della propria supremazia) erano disposti tra l'altro a correre il rischio di una guerra nucleare, allora le persone sagge e lungimiranti si schierarono contro questo atteggiamento fanatico e dispotico, ancora oggi li ricordiamo con senso di gratitudine  per questo; oggigiorno gli Stati Uniti ritenendosi depositari di una qualche superiorità morale, vogliono imporre al resto del mondo il loro stile di vita e  i propri ideali,  per raggiungere questi scopi (oltre che garantire la propria supremazia), sono disposti tra l'altro a correre il rischio di una guerra nucleare, perché le persone di buon senso stavolta dovrebbero tenere un comportamento diverso rispetto a quello adottato con i sovietici? 

Inoltre, mi pare utile rammentare a chi oggi come ieri preferisce schierarsi dalla parte apparentemente più forte e ci invita a fare altrettanto, a quel tempo questa visione dogmatica del mondo grazie a Dio condusse l'URSS ad auto annichilirsi, per quali motivi questa volta le cose dovrebbero andare diversamente?


Leggo tanti analisti che fanno previsioni su cosa succederà alla Russia se perde la guerra, domanda interessante per carità, ma personalmente trovo altrettanto interessante chiedermi quali ripercussioni ci saranno nell'evenienza che a perdere questo scontro siano gli Stati Uniti, siamo sicuri che questa Potenza possa sopportare un altro Afghanistan, un altro Iraq senza troppi scossoni? 

La domanda non è così oziosa come a qualcuno piacerebbe farla apparire;  benché sia vero che soprattutto all'inizio la gestione delle operazioni non ha brillato un granché, se andiamo però ad esaminare i dati storici possiamo accorgerci di come nello stesso periodo in cui gli Stati Uniti si impantanavano prima in Alfganistan e poi in Iraq ed affidavano completamente la gestione del proprio soft power agli studios di Hollywood (che non hanno lavorato malaccio, ma un ufficio di propaganda non può sopperire del tutto all'assenza di diplomatici) i Russi conducevano brillantemente operazioni in Cecenia, Georgia, Siria e Libia, senza contare una miriade d'interventi minori nell'Africa sub sahariana, considerando poi che anche sul fronte diplomatico hanno compiuto scelte oculate,  mi pare che tutto ciò stride non poco con la narrazione di una potenza in declino con velleitari sogni revanscisti, motivo per cui inviterei ad essere più prudenti quando affermiamo che ormai la disfatta Russa sia solo questione di tempo, escludendo a priori altre possibilità.



Come diceva Albert Einstein la pazzia consiste nel fare la stessa cosa aspettandosi risultati diversi; in questo momento la politica estera americana è guidata dagli stessi ideologhi che la condussero a tutti i disastri post undici settembre, disastri che ne hanno minato pesantemente la leadership mondiale, cosa ci autorizza a pensare che in questo giro farànno meglio? 

Uno dei motivi principali che ha spinto gli stati uniti in questa operazione e quello di completare l'accerchiamento della Russia ed  evitare, che l'Europa, Germania in testa grazie all'integrazione con quella nazione, si possa affrancare dall'egemonia americana, in modo, fatto ciò, da potersi dedicare in tutta tranquillità alla Cina, se poi in tutto questo si riesce anche ad infliggere l'agognato colpo di Grazia agli odiati Russi tanto meglio; adesso non penso proprio che i leader Europei siano tanto sprovveduti da non aver capito le intenzioni degli alleati, il guaio è che se volessero tentare di sabotare questa operazione in maniera troppo aperta, non solo  dovrebbero fare i conti con gli americani, paese con cui siamo legati in maniera troppo profonda per provare solo ad immaginare una repentina rottura, ma anche con la nostra stessa popolazione totalmente succube della propaganda che ci perviene d'oltreoceano. Mi domando; quale leader avrebbe l'appoggio della propria opinione pubblica nello schierarsi contro il paese di Superman e Batman per allearsi con un dittatore che pare tanto simile ad Hitler?
Gli americani sanno benissimo che il monopolio sulla manipolazione della narrativa sia la loro arma di soft power più potente, nonché l'unica che gli rimane dopo i disastri diplomatici degli ultimi anni, è per questo che quando altri attori (russi e cinesi in primis) hanno tentato di spezzare questo monopolio e partita tutta questa isteria verso le fake news.



Ma intanto, qui da noi tutti biasimano Putin perché scatenando questa guerra ha fatto perdere l'occidente alla Russia, nessuno considera che vale anche il principio inverso l'occidente sta perdendo la Russia, il paese che per cultura e storia gli era più affine, gli americani hanno grosse disponibilità di risorse anche in casa e in Sudamerica questo "occidente minore", la partita è ancora tutta da giocarsi, ma a noi europei cosa resta?

mentre le nubi si accumulano all'orizzonte, noi ci consoliamo leggendo che gli Stati Uniti hanno declassato il paese di Putin a potenza minore: la Russia nella sua forma attuale racchiude un quinto delle terre emerse, la sua gente detiene le armi e la determinazione per difenderli. La Russia non confina con altri stati ma direttamente con altri continenti, solo gli americani possono seriamente pensare che un paese con queste caratteristiche sia declassabile a potenza regionale,  forse pensano che ormai lo smembrarla sia una semplice formalità, in Italia di chi assume questo atteggiamento si dice: che vuol fare i conti senza l'oste.

Ad ogni modo anche se i desiderata degli americani sui russi dovessero miracolosamente realizzarsi, i Cinesi non sono stupidi, non resteranno con le mani in mano ad aspettare il proprio turno intanto che gli Usa finiscono di occuparsi dei Russi, è l'india, il Brasile, l'Iran, la Turchia? Potenze minori certo,  nani politici in confronto agli USA, ma proprio per questo ben coscie che se aspirano a qualche sorta di affrancamento, possono colpire il gigante solo mentre questo è impegnato ad affrontare un altro gigante.


Detto ciò resta  inoppugnabile il fatto che gli americani oltre ad un innumerevole serie di carte a loro favore come  ho cercato di evidenziare qui, hanno un altro grande vantaggio rispetto agli altri popoli a cominciare da noi europei; un profondo senso autocritico ed un vivo dibattito interno che gli permette di riconoscere gli errori commessi, rispetto a noi non gli mancano nemmeno il tempo e le risorse per potersi correggere(e basta una cartina geografica per capirlo). Cosa che mi fa credere che nel mondo di domani, benché dovranno accettare un inevitabile ridimensionamento, sarànno ancora attori protagonisti, non vedo attualmente negli europei qualità particolari, che mi permettano di immaginare anche per noi un futuro cosi roseo. 

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