domenica 28 febbraio 2021

Crisi dei negozi, internet e negozi del domani

Negli anni novanta andavano di moda gli scooter di cilindrata cinquanta; io ero innamorato del Malaguti Firefox f15 (alla fine però presi l'nrg della piaggio che spaccava di brutto).  Ricordo che a quel tempo, passavo giorni interi dentro il concessionario a parlare di motori, marmitte ecc. Il concessionario a sua volta era un appassionato di moto e mi intratteneva volentieri, a volte spiegandomi nozioni tecniche e dandomi consigli sul mezzo che stavo per acquistare, altre volte parlando degli ottocento chilometri percorsi nella galoppata domenicale, o di come i giapponesi della Honda stavano per tirare fuori una linea...,  che avrebbe spaccato il culo a tutti. Ricordo anche un altro episodio all'incirca sempre in quegli anni, quando con mio papà decidemmo di acquistare una videocamera. Passammo un pomeriggio nel negozio di elettrodomestici a  confrontare marche e modelli assieme al venditore, e quando uscimmo, insieme alla nostra nuova fiammante telecamera, portammo con noi un discreto bagaglio di conoscenze su come fare;   primi piani, messe a fuoco, esposizione ecc.  



Ascoltavo ieri alla radio, che causa covid il 15% dei negozi di tipo tradizionale probabilmente non riaprirà. È brutto dirlo, ma in sincerità la mia reazione è stata;  " così pochi?" Intanto che io pensavo ciò, l'opinionista di turno, chiamato a commentare la notizia se la prendeva con i "giganti del web",  Amazon et simili, che grazie alla loro dimensione fanno prezzi bassi e Bla,Bla,bla. Ricordo  una decina di anni fa, che il problema era più o meno lo stesso, i piccoli e buoni, falcidiati dai grossi e malvagi, ma il nemico allora  era  la grande distribuzione.  Come vedete il cattivo  è cambiato, ma non sono cambiate le vittime, cioè i negozi, anzi! Sì!, sono cambiati anche loro, ma in peggio. 


Quello che voglio dire, è che  benché sia vero, che sia la gdo, che i negozi online, hanno peculiarità nefaste, che lo stato non ha regolamentato come avrebbe dovuto, e ciò si è trasformato spesso in una sorta di concorrenza sleale per la piccola distribuzione,    quest'ultima però a sua volta  ha sempre preteso, che essendo loro zoppi, lo stato azzoppasse gli altri concorrenti. 


Riallacciandomi al discorso iniziale,  il concetto che intendevo far presente, con le storielle che ho ricordato e che fino a qualche decennio fa, il negoziante mediava tra i prodotti che vendeva ed il cliente, cioè usava la sua competenza nel settore, per aiutare il cliente nella scelta del prodotto più confacente ai suoi bisogni o per lo meno dava l'impressione di farlo. In realtà molti erano solo bravi e motivati  a vendere, ma rispetto ad oggi è già qualcosa.


Come di sicuro molti avranno notato, gran parte del piccolo commercio negli ultimi anni si è limitato a vivere di rendita, contando  sulla posizione fisica del proprio negozio, ed al massimo se disponibile la propria storia passata, o in alternativa un look modaiolo. Senza capire che in questo modo si ponevano in una situazione parassitaria dentro lo scenario economico.


Se volessimo infatti ridurre all'osso  l'economia potremmo dire che consiste "nel passaggio di un prodotto dalla persona "a" alla persona "b",  nel modo più veloce e vantaggioso per entrambi gli attori".  In passato per soddisfare questa condizione, si sono aggiunti svariati soggetti terzi, man mano che le condizioni diventavano più sofisticate, così mettiamo per portare la seta dalla Cina all'Europa servivano, mercanti, marinai, assicurazioni,  banche ecc.  la storia del progresso economico in ultima analisi si può ridurre al modo in cui siamo riusciti ad accorciare  il numero di questi passaggi, in un mondo che diventava all'opposto sempre più complesso.  Per farla breve; tutti gli intermediari che si inseriscono tra la domanda è l'offerta, se non sono utili, o  capaci a rendersi tali, per soddisfare la definizione data prima, possono essere certi, che da qualche parte c'è qualcuno che sta pensando ad un modo su come eliminarli dal circuito per risparmiare costi inutili. 



Questo per farla ancora più semplice, vuol dire,  per un acquirente che comprare in un negozio dove il negoziante:


  • conosce poco il prodotto che vende


  • Non garantisce che il prodotto  sia di  qualità o comunque che rientri entro certi parametri richiesti dal cliente 


  • non ha tempo e/o voglia di fare servizio post vendita


  • Assume impiegati impreparati e poco motivati 


Rispetto che  comprare in una gdo dove sussistono le stesse condizioni, ma il prodotto costa indubbiamente meno e sicuramente non conveniente.


 Cosí come  l'online che riesce ad abbassare ulteriormente i costi, lasciando invariate le stesse condizioni, quando non migliori, visto che riduce anche il fastidio dello spostamento (e non sto a parlare dell'eccezionale servizio post-vendita di Amazon) rispetto alla  grande distribuzione, stia soppiantando quest'ultima.


In altre parole:  i negozi fisici hanno man mano rinunciato, non aggiornandolo ed adeguandolo alle nuove situazioni,  il valore aggiunto, che la loro intermediazione rappresentava, grazie alla competenza nel settore di appartenenza  ed alla fiducia di cui godevano sia col  produttore,  che con  l'acquirente.  Hanno puntato invece  tutto, sul fatto di essere indispensabili come collegamento necessario tra le due parti.  Una volta che la tecnologia ha reso il loro ruolo superfluo, si lamentano che stanno morendo come mosche.



La domanda adesso è: "Qualcuno sopravviverà?" La mia risposta è: "Sì, stiamo vivendo ad un cambiamento di tipo darwiniano, i dinosauri sono destinati a sparire ma i sopravvissuti  cioè i più pronti a capire le nuove esigenze, e capaci ad adattarsi ad esse, alla fine riempiranno tutta la scena."



La cosa importante sarà capire quali caratteristiche avranno i vincitori. Io vorrei proporre un modello:


  • Il focus del commercio moderno si sta spostando sempre più,  dal prodotto al servizio 

 

  • L'online  sarà indispensabile sia nella fase di vendita che in quella post-vendita, ciò vuol dire che internet non deve essere visto come una vetrina del proprio negozio e nemmeno come un'estensione dello stesso. Internet e il modo in cui cliente è venditore si incontreranno e resteranno in contatto costante. 


  • Uscire di casa perché "serve" comprare qualcosa presto sarà un concetto obsoleto il nuovo paradigma sarà:  "ho voglia di divertirmi esco di casa e vado per negozi".


  • Il concetto di negozio di passaggio, man mano che il lavoro in mobilità prende piede è destinato a diventare marginale.

 

  • Vendere prodotti altrui almeno che non si tratti di prodotti con una ripida curva di apprendimento, sarà sempre meno conveniente, visto che ormai le stesse industrie possono vendere i loro prodotti, i nuovi negozianti dovranno offrire prodotti propri, o comunque un alto grado di personalizzazione alla merce venduta.


  • Ripeto è una scelta sbagliata, Puntare sul prezzo in un mondo dove le industrie stesse possono vendere quello che producono, o comunque la concorrenza movimenta un numero di pezzi sproporzionato,  sarà assolutamente necessario trovare qualcosa che dia quel valore aggiunto, che faccia preferire al cliente comprare lì piuttosto che rivolgersi altrove.



Provate a cercare tra i negozi che conoscete quelli che maggiormente soddisfano le caratteristiche elencate, ed avrete una lista abbastanza affidabile di esercizi che possono ancora sperare in un domani.



venerdì 26 febbraio 2021

i pensatori critici

Spesso si sente parlare, di come il mondo dell'istruzione abbia rinunciato alla missione di contribuire alla formazione di capacità di un pensiero critico negli studenti, e si limiti a riempire la testa di un sapere nozionistico. La cosa è senza dubbio vera, ma credo che in questa analisi si eviti di citare i nuovi media (tabloid, radio, internet e televisione), come corresponsabili dolosi del problema. 


Ho usato il termine doloso perché sono dell'opinione che il sistema scolastico, fa ciò per carenza di insegnanti validi, così come per ignoranza dei genitori che vedono la scuola come un posteggio per i

figli,  cioè in sintesi per incompetenza.  Invece è cosa risaputa e banale  che i media, cioè il potere, usano questa lacuna culturale scientemente per tentare di manipolare l'opinione pubblica.



Il principale modo in cui si può limitare che qualcuno pensi é fornirgli pensieri già confezionati.  Il pensare infatti  è un'attività faticosa, forse la più faticosa del mondo moderno, perciò installare quello che è l'equivalente di un ascensore mentale per poter trarre le proprie conclusioni, è una soluzione troppo comoda, per non essere preferita.  Naturalmente, non sempre si può spiattellare direttamente cosa si debba pensare su un piatto d'argento, specialmente per le idee più nuove e radicali che si vogliono proporre, in questo caso e piú conveniente  indirizzare le persone  dove si vuole a piccoli passi, come sembra suggerire la cosiddetta "finestra di overton", che spiega appunto come funziona l'opinione pubblica (e che ne dicano gli scettici, capire il funzionamento di qualcosa ci permette anche di intervenire a proposito). Ciò avviene  ad esempio, in base al modo in cui descriviamo un fatto; così un omicidio può diventare; un reagire all'ennesima angheria, o un brutale assassinio a sangue freddo,  dipendentemente  che vogliamo alleggerire o aggravare la posizione di qualcuno.  Un altro metodo è  il principio di autorità; lo scrivere o essere intervistato, già di suo producono un senso di suggestione in chi ascolta, il titolo di studio adatto ed altisonante fa il resto, basta trovare un professionista favorevole alla tesi su cui si vuole spingere ed il gioco è fatto, se lo dice il professore, voi poveri ignoranti cosa volete ribattere?


Senza voler entrare nel merito, esempio tipo di tutto ciò è l'egemonia culturale gramsciana, che ha permesso si, che in Italia alcune idee e principi chiaramente di sinistra, venissero accettate e fatte proprie dalla popolazione, a tal punto che nemmeno i partiti più spiccatamente di destra le osano mettere in dubbio, ma anzi le  adottano come base comune per un corretto vivere civile.  


Fin qui ho detto cose abbastanza banali e risapute, cose che in fondo, magari con meno conoscenze sulla psiche si è sempre cercato di fare. Il problema grosso a mio avviso si pone e si fa preoccupante,  con la pervasività delle nuove tecnologie. Infatti prima dell'era informatica era materialmente impossibile arrivare così costantemente, così velocemente

ed  in maniera quasi personale, agli individui. Invece oggigiorno grazie a strumenti come gli smartphone  è vero proprio il contrario,  nessuno può permettersi il lusso di restare;  "solo

col proprio cervello"  mettendosi  davanti alla necessità fisica di usarlo, se non per altro che questioni minori e personali. Ormai un popolo semi-disabituato a pensare, si ritrova sempre più bombardato da informazioni corredate di opinioni "comode" o consigli che hanno valore di

moda.



Un'idea se espressa in maniera  continua, logica ed affascinante, può essere interiorizzata a tal punto che in pochi dubiteranno che il concetto: "è un qualcosa a cui si è sempre creduto, e si da retta al  personaggio tal dei tali solo perché riesce ad esprimerla meglio, tutto qui",  senza contare che

una persona disabituata ad un pensiero critico, si informerà esclusivamente attraverso fonti che avvalorano le idee apprese ed interiorizzate,  il cosiddetto  cherry picking.


Questo modo di procedere può portare almeno tre conseguenze gravi:


La prima è la più semplice, Il fatto cioè che chi controlla l'informazione può controllare la pubblica opinione come mai prima d'ora.


La seconda conseguenza è che un impigrimento del cervello e la facilità di trovare soluzioni in rete può creare una generazione incapace di scegliere autonomamente, addirittura cosa

mangiare a cena o come vestirsi per uscire, delegando anche le più banali scelte al signor google, o chi per lui.


La terza conseguenza è che individui o gruppi di individui capaci di eccitare le persone possono indottrinarle  a proprio piacimento e già adesso anche di quest'ultima abbiamo alcuni esempi nei complottisti;  gente come i no-vax capaci di credere che uno stato spende milioni di euro per farli ammalare per poi… spendere altri milioni di euro per pagare le cure.


In ogni caso già adesso siamo invasi di milioni di persone istruite e ben convinte di avere un'opinione su ogni dato argomento, quando in realtà la loro testa è  un enorme magazzino strutturato, per ospitare idee altrui.

martedì 23 febbraio 2021

democrazie egocentriche

C'è una cosa che mi induce a credere che  la democrazia, nella forma  in cui la conosciamo, stia per giungere al termine. Questa cosa è il guardare i ragazzi di oggi e vederli sempre più intrisi di egocentrismo ed individualismo. Vi è mai capitato di entrare in un'attività ed avere l'impressione che chi vi sta di fronte ha l'aria di uno che vi sta facendo un favore, a perdere il suo tempo per vendere qualcosa a voi?  O al contrario trovarvi da un cliente, che si comporta, come chi crede che la vostra unica ragione di esistere, si esaurisce nel  aspettare i suoi comodi?  Queste banali forme di maleducazione, insieme a tanti altri piccoli segnali, sono a mia opinione, la manifestazione di qualcosa di più profondo.


Voglio un attimo fare un passo indietro, per spiegare meglio il mio ragionamento. Fino all'inizio del secolo scorso, la società era organizzata in maniera gerarchica. Ciò vuol dire che alle persone veniva attribuito un determinato valore in base al ruolo che occupavano nella comunità. Nel concreto significa che un contadino non valeva quanto un avvocato, che valeva meno di un cavaliere, che a sua volta valeva meno di un conte, e quest'ultimo veniva dopo un duca, ecc. In occidente questo modello iniziò a vacillare sotto la rivoluzione francese; che in fin dei conti si può affermare, tentò di portare sul piano materiale quei valori cristiani che fin ad allora valevano sostanzialmente in prevalenza per la dimensione spirituale, e fu per essere accantonato quasi del tutto  con la fine della seconda guerra mondiale, preferendo ad esso usare, appunto un sistema di organizzazione sociale più meritocratico, individuale ed egualitario. In breve; almeno come ideale, per l'uomo occidentale moderno, un avvocato ed il suo fruttivendolo hanno la stessa dignità di lavoro, la stessa dignità politica e la stessa dignità di espressione, le loro vite cioè, hanno lo stesso valore. Naturalmente entrambi i sistemi non sono così perfetti e rigidi, le eccezioni in questo senso  non mancano.  Però  in linea di massima possiamo affermare che; mentre il contadino del settecento riconosceva una certa superiorità, a livello materiale,  al dottore, e  non si sarebbe sognato di paragonare  il proprio reddito a quello dell'altro. Un contadino moderno, lo fa, eccome! Anzi, pretende pure  che entrambi i redditi,  sia il suo che quello del dottore, siano regolati in base a principi di mercato e di equità. 



Benché il secondo sistema sia indubbiamente più giusto per tutti, ed in fin dei conti a lungo andare più conveniente, in quanto assicura maggiore mobilità sociale e minori privilegi ereditari, deve fare i conti con un grosso difetto. Difetto  che consiste nel fatto che ognuno di noi in fondo, in fondo, è persuaso di saperla un po' più lunga degli altri. E nel valutarci globalmente, ci attribuiamo qualche punto in più, rispetto alla media. Questa pecca, nelle generazioni precedenti veniva mitigata dalle condizioni reali della maggioranza della popolazione, cioè: il fruttivendolo dentro se, aveva sì, il sospetto di essere migliore del macellaio e dell'avvocato messi assieme; purtroppo però quest'ultimo avendo avuto la fortuna di  aver studiato il "latinorum"  conosceva le leggi meglio di lui; perciò, onde evitare di essere gabbato da persone simili, gli conveniva sopportare il macellaio e riconoscergli gli stessi diritti che in fin dei conti tutelavano anche lui dai pesci più grossi.



Se consideriamo poi che il mondo in cui si viveva era intriso di Cristianesimo, che come accennato prima, benché sul piano materiale era perfettamente concorde con la gerarchizzazione della società, a livello spirituale, la sua dottrina riconosceva  tutti gli uomini come uguali. Oltre a ciò, era un mondo dove la povertà generalizzata, era sempre  pronta a ricordare ed a imprimere nella coscienza della gente, che si era tutti sulla stessa barca. Questo voleva dire per tornare al nostro fruttivendolo, che al macellaio ( sempre lui) in caso di difficoltà conveniva aiutarlo, perché domani non si sa cosa può succedere.



La società del benessere e sostanzialmente scristianizzata, ha invece eliminato tutto ciò.  


Questo ci porta al discorso iniziale. Le nuove generazioni istruite e (finora) assistite dallo stato sociale, da un lato  hanno sempre meno bisogno della famiglia in particolare, e della comunità in cui vivono in generale, visto che le funzioni che questi enti assolvevano sono stati relegati in gran parte allo stato, cosa che contribuisce a  rendere i giovani appunto, sempre più individualisti. Dall'altro i diritti e privilegi di cui  godono, alimentano l'egocentrismo che a sua volta li spinge a guardare le persone che li circondano in ottica esclusivamente utilitaristica, anteponendo sempre e a prescindere il loro  personale tornaconto a discapito di quello degli altri. Cioè sempre più frequentemente le nuove generazioni si considerano per privilegio di nascita, come fruitori di certi diritti,  che non sono disposti a riconoscere agli altri individui, in maniera altrettanto gratuita. Né tantomeno  sono propensi  a impegnarsi per far si che quei diritti vengano rispettati sugli altri.


Cosí facendo, però questa forma mentis ci riporta inevitabilmente ad una  società organizzata, ancora una volta in maniera piramidale. Purtroppo non credo che la punta sia così larga da ospitare tutti quelli che per intelligenza o per nascita, credono di meritare quella posizione.

venerdì 19 febbraio 2021

Pregiudizi, un racconto

Sto leggendo l'urania millemondi numero 87 dal titolo distopia, che raccoglie alcuni racconti di autori italiani su questo argomento.  Mi ha Colpito favorevolmente  il secondo racconto dal titolo: “COGITO ERGO SUM” di Valeria Barbera,  in particolare le riflessioni iniziali sulle differenze tra persone vive e semplici copie. Purtroppo il racconto scade un po' quando per piegarsi forse al conformismo attuale, fa vivere alla protagonista una relazione omosessuale. La fantascienza ha spesso usato l'espediente di parlare di una civiltà futura, per esaminare i grandi temi della nostra società contemporanea, purtroppo però a mia opinione, l'autrice in questa occasione non ha centrato l'obiettivo, la sensazione che lascia e che ha voluto inserire una protagonista lesbica,  solo per strizzare l'occhio alla moda è non per stimolare una riflessione di qualche tipo sull'argomento. Cerco di spiegarmi meglio; nel racconto in questione si sta parlando di una società che è stata completamente stravolta da cima a fondo, dove veramente niente e piú come prima…,  tranne pero certe tematiche sulla sessualità. cosi ci ritroviamo con la protagonista che ad un certo punto della storia, dovra scontrarsi con problemi e pregiudizi tipici del nostro tempo, innestati pari pari senza troppi complimenti in un ambiente per il resto diversissimo, facendoli in tal modo apparire come tematiche; immutabili e ricorrenti, non suscettibili, ma al contrario impermeabili a tutti gli altri aspetti e stravolgimenti della storia umana. Cosa assolutamente non vera, anzi è  facile dimostrare il contrario, cioè  come questo aspetto delle relazioni umane, nel corso della storia si è rivelato assolutamente mutevole e vario, senza nemmeno gli stravolgimenti eccezionali che si è immaginata l'autrice.

Visto che non mi piace criticare a vuoto, ho provato a scrivere due righe per mostrare come io avrei trattato questo particolare argomento in una situazione simile, buona lettura… se vi va.



Il più era fatto! Dopo le zie ieri sera, quasi tutti sapevano. Ma che la parte più difficile fosse ormai alle spalle  era solo un modo di  dire, in vero, rimaneva da superare lo scoglio più duro: la nonna…, la nonna che mi ha allevato, che mi ha insegnato a discernere tra il bene e il male, la nonna così rigida, così  legata alle tradizioni, così… così  conformista.  Ehm, diciamolo pure; la dolce nonnina così chiusa,  alla possibilità di una relazione alternativa.  NO,  in verità la parte difficile stava per cominciare proprio adesso.  


La sveglia  suonò alle 6:30; nonostante i nostri sogni fossero quasi lucidi, anche nel v-mondo il nostro cervello aveva bisogno di qualcosa molto simile al vecchio sonno. mi alzai e come d'abitudine guardai il calendario, oggi era il 20 dicembre; ultimo giorno di autunno, domani in concomitanza col periodo natalizio sarebbe cominciato l'inverno, con delle belle nevicate e un freddo mordente in strada, che ci avrebbe spinto a trascorrere più tempo in casa con parenti ed amici.  Da noi l'inverno dura solo fino al 6 gennaio in simultaneità con le feste, poi sarebbe cominciata la primavera fino al 1 di agosto.  Può sembrare strano ma ormai sono secoli che si e deciso di vivere solo in due stagioni: la primavera,  con i suoi colori e profumi e l'autunno per i più malinconici e riflessivi. l'estate,  l'inverno e il loro clima  estremo erano stati relegati a poche settimane; quelle più caratteristiche: le ferie natalizie appunto e quelle a cavallo di ferragosto. Questo è uno dei vantaggi di vivere nel v-mondo.  


Andai in bagno ed aprìi la doccia;  il fatto che faccia normalmente la doccia, quando un attimo prima ho spiegato come programmiamo le stagioni a nostro piacimento, puo apparire come una cosa strana, infatti anche i costruttori all'inizio non avevano previsto tutte queste incombenze da mondo materiale, anzi all'inizio, inizio non avevano previsto proprio un bel niente, il piano era quello di rifugiarsi nel v-mondo per non restare chiusi sotto terra come i topi, mettere le migliori menti all'opera per capire come risolvere il casino là fuori ed una volta risolto tornarsene nel m-terra. Si accorsero ben presto che le cose sarebbero state moooolto più lunghe del previsto, si accorsero anche che la mente dei più non avrebbe retto senza quelle piccole azioni monotone, che fanno parte della quotidianità materiale, come tenersi in forma, sistemare casa,  pulirsi e tante altre piccole cose che prima sembravano solo una banale scocciatura, ma che adesso apparivano ancore sicure in un mare troppo vasto e tumultuoso, cosi ecco perche mi ritrovo qua a sciaquare sotto la doccia l'odore da letto e un senso di appicicaticcio virtuale.


Preparai la colazione,  volevo darmi una bella carica: latte piccante col caffè, un'arancia fritta,  patatine frizzanti e come dessert un bel pollo freddo, glassato con sciroppo di pepe nero e mandorle amare. Il mangiare al contrario della doccia non era solo una formalità; essendoci nello stomaco una moltitudine di cellule nervose,  i cervelloni hanno notato che il nutrirsi tramite endovena, indipendentemente da quello che effettivamente stavamo facendo nel v-mondo, a lungo andare aveva conseguenze negative per la salute, in particolare per l'umore, cosi per risolvere il problema si e deciso che bisognava, rendere interdipendenti e sicronizate l'azione di mangiare tra le due realta.


Finita colazione uscì di casa  e raggiunta la fermata dell'autobus, una volta che questo fu arrivato, scelsi il viaggio lento,  la possibilità di poter saltare i tragitti noiosi, era una delle poche deroghe concesse rispetto alla "normalità". Il consiglio si accorse che lasciare la facoltà di recuperare tempo prezioso, in determinate circostanze aiutava a ridurre lo stress. comunque solo quelli nativi del v-mondo usavano questa scorciatoia; a quanto mi è  stato raccontato i primi coloni avevano un timor panico dei viaggi istantanei ancora oggi c'è un vasto repertorio di storielle d barzellette sul argomento, comunque ad esser sinceri anche per noi a dire il vero l'effetto teletrasporto ha un qualcosa di straniante; salire in un punto A, digitare la fermata schiacciare un bottone, girarsi e..., scendere alla meta.  in questa occasione particolare poi! Ogni minuto che mi separava dalla nonna sarebbe stato prezioso per schiarirmi le idee e... e farmi un po' di coraggio. 


La nonna abitava in una zona in stile 900 europeo, diceva che gli dava speranza vivere in mezzo a tutto quel guazzabuglio di stili. Durante le nostre passeggiate, mi ripeteva sempre: "guarda gli uomini nel corso dei secoli quante architetture e soluzioni tecniche sono riusciti ad inventarsi solo per costruire un abitazione; vuoi che prima o poi non riescano a trovare un modo per decontaminare il pianeta e riportarci sul m-mondo?"  In realtà la sua più che una speranza era forse un desiderio indotto, la nonna era già nata nel v-mondo, così come la generazione precedente e quella precedente ancora, in verità l'unica cosa che come me del resto,  ha sperimentato dell'm-mondo, sono le storie che da bambina gli anziani gli raccontavano per farla stare calma. Un giorno quando sarò più avanti negli anni, forse anche io maschererò la nostalgia per l'età della fanciullezza, con quella per una terra mitica che non ho mai conosciuto realmente, e mi consolero rimembrando a me stessa e magari a qualche nipotino, le storie di un luogo ed un tempo lontano, sempre un po piu fumoso e mitico man mano che le generazioni che ne narrano si vanno susseguendo.  Forse vi starete chiedendo perché diavolo abbiamo introdotto la vecchiaia nel v-mondo e non abbiamo provveduto  invece a fermare il processo di crescita, quando la maturità raggiungesse il suo culmine. Il motivo in verità  è assai semplice: a causa della morte.  Per i parenti dei defunti era troppo doloroso ad esempio;  salutare i genitori o i nonni la sera che apparivano dei gagliardi trentenni e al indomani apprendere che erano deceduti, o ancora peggio, innamorarsi follemente di una bella ragazza, solo per scoprire che in realtà aveva centoventi anni e che da un momento all'altro poteva tirare le cuoia,  non parliamo poi degli stessi interessati, già cosi, per molti e dura rassegnarsi all'ineluttabile, figuratevi se lo specchio vi mostra come prestanti ventenni! L'essere umano ha bisogno di un qualcosa che lo avvisi quando le sue ore stanno per terminare, serve per prepararci sia personalmente sia in relazione con i nostri cari, e darci almeno l'apparenza di non lasciare la nostra vita da un momento all'altro con molte faccende ancora incompiute. No! Fidatevi, anche se a prima vista restare sempre giovani, può sembrare una cosa fantastica, il fatto che siamo comunque ancora legati ai nostri m-corpi trasformava tutto ciò in un incubo. Corpi che rispetto a prima, da quello che si racconta, non facendo niente tutta la vita e sotto le amorevoli cure dell'arca, durano molto più a lungo rispetto alla vita sull m-mondo,  ma comunque  pur sempre mortali.


Eccoci finalmente davanti la porta di casa...  mi avvicinai al citofono che riconoscendomi ed attentendomi per quel giorno, aprì la porta e mi fece passare. La nonna era di là in salotto, gli avevo preannunciato il mio arrivo per farla partecipe di una decisione importante e mi aspettava.  "ciao nonna" le dissi  "ciao" rispose scocciata, poi continuo... " finalmente..., finalmente ti sei ricordata di tua nonna. Aspettavi forse che mi venisse un colpo? Si, confessa! È quello che speravi!" ci fu una pausa, poi proseguì con voce farsesca "si!  Avrai pensato: "lasciamo che la voce gli arrivi da un estraneo così la vecchiaccia con lo shock ci resta secca".  Tentai di protestare ma non ci fu verso, appena si accorse che  provavo ad aprir bocca mi fulminò con lo sguardo. Poi i suoi occhi si fecero acquosi e prosegui,  " ma ti rendi conto di quale vergogna,  quale discredito stai portando su di noi.... e soprattutto su di te piccina mia, diventerai lo zimbello di tutta la v-citta, per tutti sarai quella strana, la tizia  con qualche cosa fuori posto, la PERVERTITA!" Il suo respiro si fece affannoso e intanto che era occupata ad ingoiare aria riuscì a pronunciare due parole: " nonna, i tuoi sono solo  pregiudizi antiquati,  cui ormai poche altre persone tengono in conto. E poi me lo hai sempre detto anche tu "la cosa importante nella vita è trovare una persona che ti voglia bene e che ti comprenda.  Senza contare che anche nell'antichità certe cose erano ben tollerate e  per un lungo periodo, secondo i miei libri. È  solo nella nostra epoca che  sono sorti certi pregiudizi;  nei tempi passati il passo che mi sto accingendo a compiere era la normalità".  "Normalità un corno!" mi interruppe la nonna " Chi sono questi antichi di cui parli, i romani forse?  O i greci?  Bella razza quelli!  Si sposavano  ma poi i loro sollazzi tutti tra uomini.   Noi donne invece chiuse in casa, come un'anticipazione della cripta. O vuoi parlarmi forse  del periodo di mezzo, l'età del caos! È colpa loro se noi adesso siamo costretti a vivere qui in questa vita, vera solo a metà..., e non si sa per quanto! ...maledetti loro e la loro brama …" 


Tacque e si fece cupa in volto, benché timorosa che mi respingesse, mi avvicinai e gli appoggiai una mano sulla spalla. Non si scosto.  Allora le dissi: "ascoltami nonna,  so bene che con questa mia scelta sto andando contro tutti i pregiudizi di quelle persone grette,  che vedono in ogni deviazione dal loro conformismo un dispendioso  stimolo a giudicare  con la loro mente, invece  che applicare il metro standard comodamente imposto dalla società in cui sono immerse, ma  sia io che... ehm  insomma noi  crediamo di avere le spalle abbastanza larghe da riuscire a sopportarlo, l'opinione di cui ci importa e quella dei nostri cari, delle persone a cui vogliamo bene. Tu dovresti saperlo, non abbiamo fatto questa scelta per seguire una stupida tendenza e non abbiamo mai permesso che questa  nostra… chiamala pure se vuoi  particolarità ci definisse è solo una sfaccettatura del nostro essere, ma in quanto nostra non possiamo reprimerla,  continuando a far finta che non esiste, proseguendo poi a dirci felici, a dirci pienamente vivi. La grande catastrofe come tu prima ricordavi ci ha portato via tanto.  Senza potere in merito,  abbiamo dovuto abituarci a fare a meno della nostra materialità ed accontentarci di un mondo surrogato. Non abbiamo avuto alcun ruolo quando nell'età del caos i nostri antenati, nel contendersi risorse già di per se ridicolmente esigue  hanno preferito distruggere tutto, invece di trovare soluzioni ragionevoli. Non ho avuto possibilità di scelta quando i miei genitori mi hanno messo al mondo, consci che l'unica realtà presente era una realtà virtuale. Ed adesso magari una piccola perdita, una insignificante ma costante  gocciolina in questo momento sta cadendo,  corrodendo il materiale dell'arca, dove il mio corpo dorme ignaro. E fra un minuto quella gocciolina finirà il suo lavoro ed io perirò senza nemmeno rendermene conto. Adesso, tu davvero nonna pensi che una volta, una soltanto che ho libertà di scelta dovrei fermarmi per non turbare quella gente là fuori che rimarrebbe impassibile, se sapesse che una fottuta goccia mi ha mandato all'altro mondo, ma che invece si preoccupa così tanto di chi mi porto nel mio letto?" 


La nonna si girò e mi guardò negli occhi. Non so se la mia filippica era riuscita a smuoverla dalle sue posizioni, speravo tanto in un suo assenso. Quando io avevo un anno  di vita nel 2324 nel bunker 8734d vi fu la grande invasione.   Niente di epico, nessuna orda assetata di sangue, semplicemente una colonia di topi affamati, gli unici  mammiferi forse ancora presenti sul pianeta in libertà, che riuscì non si sa come,  approfittando dell'apertura del bunker per lo spostamento di alcune arche ad intrufolarsi dentro, Un'eventualità assolutamente non prevista,  che colse i robot manutentori completamente impreparati. Prima che si venisse a capo del Problema, quelle bestiacce avevano rosicchiato i tubi di ricambio liquidi di migliaia di arche,  tra cui quelle dei miei genitori, facendoli così morire di una fine atroce. da allora la nonna è stata per me tutto.  


Insieme alle zie, che invece erano sorelle di mia madre era l'unico membro della mia famiglia ad essere sopravvissuta. Oltre alla perdita di tutta la famiglia nel grande disastro, la nonna portava dentro il cuore un altro grande dolore; era rimasta sola poco dopo il matrimonio, quel lutto l'aveva segnata profondamente, giacché si era convinta che fosse in qualche modo colpa sua. Devo ammettere che nonostante la capivo e la sua protezione specialmente i primi tempi mi fu preziosa, crescendo iniziò a starmi un po' stretta, quel volermi salvaguardare da qualsiasi trauma sia fisico che mentale, in certe occasioni era un po' asfissiante. 


Mi accarezzò  il viso, poi iniziò a dire " Stupidina pensi che abbia paura di quello che pensa quella masnada di idioti? Non mi importa niente di quello che possono dire, il mio cruccio semmai e quello che potrebbero farti, o non farti fare.   ...e poi ...e poi c'è anche dell'altro..., so bene che queste cose dovresti saperle, ma ripeterle male non ti fa di certo, ascoltami ti prego, se non ti schiariranno le idee almeno spero ti aiutino a comprendere il mio punto di vista, su tutta la faccenda: quando la razza umana per sopravvivere alla contaminazione provocata dalle guerre  che posero fine al periodo di mezzo,  decise che ormai la vita materiale sarebbe stata impraticabile per la nostra biologia,  per continuare ad esistere senza rischiare di impazzire, seppelliti come siamo dentro i bunker, pensarono, come tu sai che l'unica soluzione, almeno fino a quando non sarà  possibile  trovare un modo per bonificare il pianeta, per la nostra specie e quelle consociate,  era proseguire le nostre esistenze nel virtual-spazio,  lasciando che del mondo materiale si occupassero i robot guidati dal consiglio dei saggi.  Questa scelta portò a sostanziali cambiamenti in tutto quello che prima era stato l'essere umano; In particolare nel caso che ci interessa; adesso che la procreazione viene espletata grazie ai robot, che riassemblano il dna dei due individui che hanno scelto di generare, per poi  impiantarlo dentro  l'incubatrice, fino all suo completo sviluppo, Il sesso ha nella nostra società una funzione esclusivamente relazionale.  Visto che ormai tutto si basa sull'aspetto mentale di ogni individuo, presto gli uomini e le donne superstiti, che popolarono il v-mondo si resero conto che  era più appagante e naturale, per una donna formare relazioni stabili con un'altra donna, piu vicina al suo modo di essere ed agire, rispetto che un uomo, come per quest'ultimo era più appagante avere relazioni mentali  con altri uomini. Una volta che i motivi profondi di queste nuove tendenze furono comprese dalla massa, apparve chiaro a tutti che l'attrazione per il diverso era qualcosa di tremendamente innaturale, non congruo con l'intelletto degli esseri umani, ma solo utile all'evoluzione della razza che per nostra sfortuna, non si cura della felicità dei singoli, ma solo alla continuazione della specie. Per farla breve; ad essere intellettualmente inferiori come  alle poveri mantidi per continuare ad riprodursi, era toccato in sorte di divorare i propri compagni, a noi esseri dall'intelletto superiore di formare coppie con le quali avremmo reciprocamente trasformato le nostre vite in un inferno. Una volta compreso questo  e diventato sempre più chiaro che le pulsioni verso l'altro sesso, sono  solo una turbe mentale che appaiono in noi nell'adolescenza, un retaggio primordiale, un inganno dall'evoluzione  che si supera con la crescita e la formazione di una mente matura.  Adesso piccola mia dopo quanto ti ho detto come puoi pretendere che io accetti la tua relazione con un uomo, come una cosa normale? E non  invece, come cosa scientificamente piu logica un trauma infantile che io involontariamente ti ho causato,  compromettendo gravemente un tuo sano passaggio dall'adolescenza all'età adulta? 

martedì 16 febbraio 2021

I figli del vicino, sono sempre un po' più... geneticamente modificati

Man mano che la comprensione di come i figli ereditano il nostro patrimonio genetico, si fa più chiara, complice il materialismo spinto imperante nella nostra società,  non è difficile sentire in televisione o su internet, dottori, divulgatori e presunti tali, consigliare alle nuove  coppie che prima di mettere al mondo dei figli sarebbe opportuno fare un test di compatibilità.


Tralasciando da parte certe derive eugenetiche, la cosa potrebbe sembrare ragionevole, peccato che anche una Ferrari alimentata con l'acqua di mare non fa molta strada. Quello che voglio dire è che se è indubbiamente vero che vivere una vita, con malattie gravi o comunque malformazioni invalidanti non sia proprio ottimale, pochissimi ripongono attenzione verso gli altri due elementi che concorrono allo sviluppo di un organismo sano; mi riferisco alla qualità dell'ambiente inteso come luogo fisico in cui i figli e noi stessi viviamo, e della formazione mentale, cioè dell'educazione e gli stimoli che si ricevono dall'ambiente qui inteso come comunità di persone, genitori in primis, che ci circondano. Parlando di essere umani in questo post mi concentrero su come questi due elementi siano determinanti per lo sviluppo mentale, ma è indubbio che siano problematici anche da un punto di vista meramente fisico, pensate ad esempio ai danni causati, nel vivere in un ambiente che offre pochi stimoli per l'attività fisica o le conseguenze che possono comportare una cattiva educazione alimentare.


Per primo scriverò  brevemente dell'ambiente inteso come posto dove si vive. Se perlomeno a parole l'educazione e tenuta in qualche considerazione. Del  luogo in cui si dimora,  generalmente in Italia è dato come cosa scontata e marginale,  lo sfondo in un palcoscenico. Così ci ritroviamo tantissima gente ben felice di accollarsi un mutuo  per vivere in un palazzone grigio, soffocato d'altri palazzoni simili e una volta realizzato lo sbaglio, passerà il resto della vita a sognare di scappare da un'altra parte. Purtroppo cose simili succedono perché ormai la gente ragiona in base al prezzo di qualsiasi cosa e non tiene conto del valore intrinseco. Cosí ad esempio, io mi ritrovo con Mia figlia che l'anno prossimo inizierà la scuola primaria in un edificio grigio e anonimo senza il minimo gusto estetico, già rabbrividisco ad immaginare l'effetto che può provocare associare lo studio e la cultura, e l'impegno tutto, ad un luogo fisico, tangibile, così deprimente e privo di attrattiva. Per la felicità di qualche architetto che realizzando un luogo senza fronzoli, puramente  razionale, magari è pure soddisfatto di aver fatto risparmiare qualche soldino all'amministrazione, senza nemmeno per errore provare a chiedersi, come mai quei morti di fame dei nostri antenati magari saltavano più di qualche pasto, ma dall'origine della civiltà fino a ieri hanno sempre cercato di circondarsi del bello più che del funzionale. 


Detto questo passiamo alla formazione mentale, argomento su cui volevo soffermarmi un po' meglio in questo post.

Se è vero che i geni che forniamo ai nostri figli, sono quelli che sono, e che possiamo farci ben poco per migliorarli,  visto che li passiamo circa come  li abbiamo ricevuti, potremmo fare molto invece per il bagaglio memetico che passiamo loro. Peccato come dicevo che di questo aspetto non si preoccupano in tanti.



È un peccato ripeto,  perché  a differenza dei geni, i memi che i nostri figli riceveranno da noi, possono essere selezionati fin nei minimi dettagli e questa raccolta di idee, preconcetti, aspirazioni e pregiudizi, determinano in maniera apprezzabile che persone saranno.


Come racconta John Bargh nel suo libro ad esempio, basta porre in evidenza il fatto di essere donne in un gruppo di ragazzine perché le loro prestazioni matematiche si riducessero,  al contrario per aumentare la loro media porre più enfasi al fatto che fossero di origine asiatica ( In America c'è un pregiudizio per il quale le donne non godono di buona fama come matematiche, mentre gli asiatici in questo campo sono considerati dei geni). Ci sono ormai svariati studi che dimostrano che la personalità di ognuno di noi è largamente influenzata da quello che gli altri si aspettano che siamo, un continuo scambio di feedback tra individuo  e persone che lo circondano da cui una volta definito un carattere è difficile cambiare allo stesso modo che da moro risvegliarsi con i capelli biondi. 


Oltre ciò l'approccio in cui ci relazioniamo con un bambino e le emozioni che prova, influenzeranno il suo temperamento per tutta la vita. Dipende anche da noi  se sarà solare o depresso, ottimista o pessimista, introverso o estroverso, impulsivo o riflessivo ecc. Molti di questi caratteri si rifletteranno nella maniera che in seguito avrà la persona di decifrare la propria vita, e non vanno visti solo come tratti caratteriali di poco conto nel insieme del individuo, al contrario essi sono parti integranti della personalità di un essere umano e reprimerli o peggio ancora eliminarli è a mio avviso un po' uccidere una parte dell'individuo che li porta per sostituirlo con una persona simile ma non completamente uguale.



Vi è mai capitato di ascoltare una canzone o guardare un film in uno stato d'animo alterato e trovarli piacevoli quando non magnifici, per poi rivederli in condizioni normali e scoprire con sorpresa che non vi piacciono così tanto? Ecco è questo che intendo, immaginate qualcosa di simile ma applicata alla vostra vita. 

domenica 14 febbraio 2021

Russia

Visto che ci vogliono in una guerra contro la Russia, sarà meglio capire alcune cose su questo paese, tanto per rendersi conto che stiamo andando a morire per colpa dell'alleato buono e non del russo cattivo.


Intanto un po' di storia russa, soprattutto di certe meccaniche della storia russa, che sono cose che non guastano mai. 


La Russia nasce in Ucraina, è in queste terre che si forma il primo nucleo dello stato russo. Successivamente questo stato si è frammentato ( invasioni mongole ecc.),  di questi frammenti quello moscovita divenne il più forte.  Ma l'Ucraina in tutti questi secoli ha sempre orbitato attorno al gigante russo. A farla In breve tentare di strappare l'Ucraina a Mosca è come togliere il Piemonte all'Italia. Basta nominare Bulgakov per capire ciò.


La Russia nasce  estesa,  questa cosa ha avuto sia aspetti positivi che negativi.  


Di negativo c'è senz'altro che quando il potere centrale per qualche motivo si indebolisce, i potentati periferici tentano di rendersi indipendenti, una volta che il potere centrale si è riassestato elimina i potentati locali e così via… questa è una costante nella storia russa,  è successo con Ivan il terribile, è successo con Stalin  ed è successo con Putin, solo per citare nomi conosciuti. 


Di positivo c'è che la Russia negli ultimi secoli ha subito due invasioni da parte degli occidentali. Una volta per mano francese ed un'altra per mano tedesca; essendo un territorio ricco di risorse fa naturalmente gola a molti, per sua sfortuna è anche un territorio pianeggiante, partendo da Berlino arrivare a Mosca è  quasi una passeggiata, ad averli salvati oltre al generale inverno, c'è anche il soldato estensione. Le cariche partite da Parigi o Berlino perdevano vigore ed arrivavano sfiancate al cuore dell'impero, per non parlare poi delle linee di rifornimento. Questa cosa gli americani la sanno bene ed ecco spiegato l'allargamento ad est della nato. Lo sanno benissimo anche i russi e se guerra deve essere meglio prima che dopo. 


Sì. Putin usa la religione per questioni di potere.  Potere secolare e potere temporale in Russia non sono distinti come da noi, i russi non hanno avuto la lotta per le investiture, questo implica che stato e chiesa generalmente vanno d'amore e d'accordo.  



I sudditi  Russi hanno vissuto sotto servitù della gleba, praticamente fino alla rivoluzione d'ottobre, dove direttamente sono passati ad uno dei regimi più sanguinari e repressivi che la storia conosca, finito  recentemente anche questo,  il mondo libero ha fatto conoscere ai russi il peggio di sé. Siamo sicuri che la Russia sia pronta per una democrazia matura? 


Infine è bene ribadire che la Russia ha cambiato regime liberamente, non HA PERSO LA GUERRA FREDDA, purtroppo gli Stati Uniti non vogliono afferrare  questo concetto e pretendono di trattare la Russia come una nazione sconfitta. 


Detto questo esaminiamo la situazione europea e guardiamo se davvero ci conviene entrare in conflitto (Freddo? Caldo? Nucleare?) con la Russia. Intanto gli europei si appoggiano ad un alleato traballante, con il terzultimo presidente che ha pubblicamente dichiarato che lo sguardo degli Stati Uniti si è spostato dall'atlantico al pacifico. Il penultimo che è stato, quel che è stato e l'ultimo con grossi problemi interni. A parte questo, l'Europa è  un continente ancora relativamente avanzato, ma con scarse risorse, risorse che sicuramente non troveremo in Asia, che gli Stati Uniti giustamente terranno per loro, del sudamerica ricordiamoci della dottrina Moore, e per quanto riguarda l'Africa visto i nostri trascorsi coloniali e le ultime mosse della Cina, a meno che non vogliamo uno scontro con quest'ultima, credo che sia il caso di alleggerire la presa. Resterebbe appunto la Russia che culturalmente ci è affine e ricca di risorse, per quanto riguarda la tecnologia avrebbe bisogno di una collaborazione europea come il pane. Per la questione della democratizzazione del paese a meno che la nostra idea di democrazia non sia il modello Iraq sono persuaso che con l'esempio,  il nostro stile di vita, ed il tempo potremmo avere risultati assai migliori. A vostra opinione gli Stati Uniti e le sue lobby militari,  vedono meglio una Russia integrata con l'Europa o una guerra con la Russia su suolo europeo?  Chiedo per un amico.

sabato 13 febbraio 2021

Nuovi fascisti, cancel culture e del assolutizzare

Durante il regime nazista, io non c'ero, perciò non so come siano andate le cose, ma posso fare delle ipotesi.  

  

Il primo ebreo a sparire, non era un tipo  simpatico, anzi doveva stare sulle scatole a molti. Quelli bravi, sempre gentili e sorridenti, furono quasi certamente gli ultimi ad essere presi, quando ormai la cosa non faceva più impressione.  

  

Negli Stati Uniti i social ormai diventati il  "quinto potere" censurano presidenti e cittadini, perché scrivono e diffondono baggianate.  Intanto, gli studios di Hollywood licenziano attrici  ed attori  per motivi similari. Tutto ciò accade Con l'approvazione della pubblica opinione, che non riesce a capire che anche in questo caso è il principio che conta. Per censurare "altre cose" e disporre arbitrariamente delle persone gli basta aspettare quando non farà più impressione.  

 

Come diceva Nenni: "A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro... che ti epura". E continuando le citazioni, e buona cosa in questo argomento, tenere in mente anche la poesia di Niemöller,  specie l'ultimo verso: "quando verranno a prendere noi, non ci sarà rimasto nessuno a protestare". 

  

Una generazione di patetici individui, cresciuti solo biologicamente ma non maturati caratterialmente, troppo viziata ed egocentrica per riuscire a  tollerare che nel mondo esistono opinioni diverse dalle proprie, molto spesso contrastandi, sicuramente sgradevoli. Sta dando alle élite economico-finanziarie il potere di distruggere l'unica vera grande libertà che 

il regime democratico abbia introdotto: La libertà di pensiero e di parola. 

 

Una generazione dal incerto futuro, imbevuta di conformismo, convinta che i principi si valutano in base alle mode e come queste ridotte a fatto estetico, senza conseguenze profonde.  

  

Probabilmente anche questo post, che ha volutamente paragonato il nazismo, con la cancel culture e le porcate che le multinazionali commettono in suo nome, all'insegna del politicamente  

corretto, e a "rischio"  avendo appunto paragonato lo sterminio per antonomasia a dei fatticciuoli all'apparenza irrilevanti, senza rendersi conto che nel pretendere tutto ciò, stanno usando (e soprattutto stanno dando a poteri apolitici privati ed elitari il diritto di usare) metodi propri del 

nazifascismo e degli stati autoritari in genere. Questo  succede appunto per avere stereotipato i regimi totalitari e non esser più in grado di riconoscerli nel concreto, specie  se i nuovi fascisti sono loro stessi. 

  

Però al contrario di questi signori che preferiscono cancellarla, a me la storia piace ricordarla,  così posso spiegare loro,  che  anche questo assolutizzare  eventi del passato è una comoda strada per 

ripetere (in piccolo o in grande poco importa, in quanto spesso sarà il caso a decidere) le stesse porcate di ieri, evitando il disturbo di finire paragonati a precedenti scomodi.  

  

Un caso mi è sempre apparso emblematico a questo proposito,  visto che riguarda la chiesa, parlarne non sembra così sconveniente secondo il Bon Ton corrente, quindi concedetemi il togliermi questo sassolino.   Stavo alludendo alla assolutizzazione della passione di Cristo. 


In quanto evento cardine del vangelo, è  giustamente interpretato dalla chiesa come olocausto finale, la morte dell'ultimo agnello;  Dio stesso che si offre in sacrificio per redimere con la sua sofferenza i peccati dell'uomo.  Se qualcuno non ha chiaro quanto per la  

Cristianità  la sofferenza di Gesù sia importante nell'economia della salvezza, consiglio di guardare un film cattolico "la passione" diretta da Mel Gibson, dove il messia, più che un uomo sembra quasi un autobotte di sangue a giudicare dai litri che ne versa. Ecco detto questo a prescindere dalla teologia sulla pena di morte (condivisibile in ottica cristiana) ci si 

aspetterebbe almeno  che la chiesa nel far eseguire le sue sentenze ( non è mai la chiesa di prima mano che punisce il colpevole), adottasse  un atteggiamento leggero nelle pene corporali inflitte ai condannati. poi però…  

  

.. Però Andando a rileggerci gli atti sulla morte di Giordano Bruno (per citare un personaggio conosciuto ai più non perché sia stato l'unico) e scopriamo che prima di bruciarlo vivo sul rogo la giustizia romana ebbe la brillante idea di inchiodare la lingua al palato in modo che non potesse proferire parole blasfeme, e se per questo nemmeno gemiti per sfogare un poco il dolore senza procurarsi ulteriori strazi.  Per non parlare di Ipazia che è 

stata letteralmente smembrata viva dai bravi fedeli alessandrini sotto incitazione del loro saggio vescovo. Se la crocifissione non fosse stata assolutizzata ma la si fosse lasciata ben inserita 

nella storia, ci sarebbe resi conto che  Fatti come quelli appena descritti, a mio avviso la banalizzano,  rendendola una atrocità fra le tante che l'hanno  preceduta e le altrettante molte che gli sono susseguite . E poco vale la formuletta dei tribunali ecclesiastici che nel consegnare i condannati alla giustizia secolare, raccomandava clemenza (nel senso di non 

infierire più del dovuto).  

  

Ecco se i bravi cristiani avessero preso più sul serio la morte di Dio e non gli avessero  appiccicato convenientissimi tabù forse avremmo commesso qualche bestialità in meno. Purtroppo il tempo passa e i potenti cambiano, ma gli errori soprattutto se comodi, sembrano ripetersi. 

mercoledì 10 febbraio 2021

Paura del futuro

In questi ultimi giorni, vi sono state delle belle giornate, un anticipo di primavera tiepida e piena di sole. Nonostante i 

negazionisti climatici, questa tipologia di giornate nell'ultimo decennio si sono fatte forse troppo comuni qui al nord. Ma non è di questo che volevo parlare. 

 

Questo anticipo di bella stagione, mi ha fatto sovvenire alla mente il ricordo di come da bambino adoravo la primavera, soprattutto il suo profumo di erba fresca e bagnata, anticipo di quell'odore forte e  avvolgente di fieno caldo appena tagliato delle serate estive. 

 

Quell'odore, era appunto la promessa di un altro odore, la constatazione fisica che un ciclo di cose inevitabilmente si sarebbe ripetuto.  Nonostante i particolari potessero variare, con tle tragedie piccole e grandi che questo inevitabilmente avrebbe comportato.         Il ciclo generale nel suo insieme, era percepito come positivo, la vita con tutte le sue angustie era cosa degna di essere vissuta, vissuta e donata.  

 

Oggi non è più così. E non mi riferisco a me stesso;  ma alla società in senso esteso. 

Questa società odia il futuro e cerca in tutti modi di procrastinare il divenire. Chiunque in questo paese tentasse di costruire qualcosa per il futuro viene sistematicamente scoraggiato, nel vano tentativo di vivere un eterno presente.

 

Ormai questa cosa è in atto da più di un ventennio e stanno nascendo dei memi culturali che  contribuiscono a creare un clima di vera avversione verso il domani:

 

Prima fra tutte il mito dell'eterno giovane,  

In Italia si è sempre giovani almeno fino al primo infarto per gli uomini ed alla menopausa per le donne. Come corollario a questa prima strategia troviamo il totem dell'indipendenza e delle libertà, che invitano la gente a non impegnarsi in legami stabili per non lasciarsi 

sfuggire le opportunità che li aspettano dietro l'angolo. 

 

Vi è poi il mito della carriera, importato grazie soprattutto al cinema e alla televisione dagli stati Uniti d'America, dove la morale protestante ha forgiato una civiltà  convinta che il conto in banca e la posizione sociale, siano la garanzia più sicura, una volta tirate le cuoia, che le porte del paradiso si apriranno per il defunto. Questa mentalità svuotata anche del suo senso escatologico, approdata qui da noi, ha creato una plètora di gente, cui unico bisogno sarebbe trovare un posto fisso; che si è convinta che il precariato sia una forma di lavoro smart, ed è prontissimo ad accoltellare il collega con moglie e figli al seguito, per ingraziarsi un capo che probabilmente settimana prossima scaduto il contratto non rivedrà 

mai più. 

 

Ed infine l'attendismo demotivatore dove per  il bersaglio di turno, qualsiasi sia il 

momento scelto per fare qualcosa e sempre  il momento sbagliato.



L'italia ( ma i segnali anche se meno forti si possono scorgere in tutto l'occidente) ha svuotato il futuro del suo valore salvifico e di progresso, ha cancellato qualsiasi epica di "cammino verso l'ignoto"  ed anche di quella ciclicità naturale, eterno ritorno cara agli antichi. Per gli uomini moderni, il futuro è visto dal punto di vista zoologico individualistico, da  animale intelligente che scorge davanti a sé solo una discesa verso il nulla, il disfacimento fisico, rallentato da qualche trovata tecnologico/scientifica. L'UOMO MODERNO ODIA IL FUTURO.


Ed odiandolo osteggia, qualsiasi iniziativa ho notizia sembra avvicinarlo.

Qui in Italia non si fanno più figli perché la società  odia il futuro, non nascono imprese innovative perché la società odia il futuro, lo stesso astio verso gli immigrati può in parte essere visto come l'odio verso persone che sperano nel futuro, la ricerca scientifica pura viene disprezzata in quanto carica di futuro, persino il fiorente senso ecologico ed ambientale impiega le sue energie nel  proporre un regresso dell'uomo,  piuttosto che una convivenza consapevole. Tutto quello che può scuotere il placido declino che la civiltà va percorrendo viene osteggiato. 

 

I cambiamenti non sono colti come opportunità per invertire la marcia, ma come fonti di instabilità, che possono accelerare il disfacimento. Senza fiducia nel futuro decade anche la fiducia 

nell'uomo, che viene visto sempre più come un rivale  pronto ad accaparrarsi  le poche risorse  ancora disponibili, ed ecco così morire anche la coscienza di classe e comunità. 


I motivi di questo declino sono tanti, ma c'è un fatto dove tutti questi motivi trovano forza ed è il fatto che L'italia e un paese vecchio governato dai vecchi, e i vecchi per definizione hanno una visione 

pessimistica del futuro.

domenica 7 febbraio 2021

Olocausto

 Adesso che il giorno della memoria è passato da un po' di tempo, volevo ribadire un pensiero senza cadere nello stucchevole, o peggio ancora nel ipocrita. Anche perché  una società che si infiamma per i morti passati, ma se ne frega bellamente di quelli presenti, è peggio ancora crea le premesse per nuovi orrori.  Di ipocrisia non è carente già di per sé. 

 

 

Una cosa dell'olocausto mi ha sempre colpito, al di là dei numeri, che come bene ci ha insegnato il compagno Joseph Vissarionovich Stalin, superata una certa soglia ci lasciano indifferenti, rientrando nella statistica più che nel dramma; troppo enormi per essere analizzati dal nostro cervello che in fondo era stato progettato per cose più banali. 

 

Non mi riferisco nemmeno alle torture indicibili che le vittime di quella immane tragedia hanno subito', il nazismo in una scala della follia è uno scolaretto fra tanti e nemmeno troppo ligio. 

 

Quello che davvero mi scuote sono i TATUAGGI, il vedere gente marchiata come bestie, lo scorgere la logica, la razionalità, dietro l'orrore.  

 

Come ci ricorda terenzio, siamo tutti esseri umani, e nulla di umano ci è estraneo. Ecco  per me quel tatuaggio sulla pelle, mi fa davvero capire cosa pensassero i nazzisti delle loro vittime, me lo fa capire più di mille parole. 

 

Se provi odio verso una categoria per qualsiasi motivo i tuoi freni inibitori cadono, vuoi massacrarli e basta, se poi il nemico è inerme tanto meglio " la pietà l'è morta". l'olocausto armeno,  a torto o ragione(?) fu pieno di odio, la resistenza partigiana aveva un capitale d'odio. Anche le foibe friulane furono uno sfogo d'odio. Gli stessi pogrom che fin allora si erano succeduti erano motivati dall'odio e dalla diffidenza verso il giudeo "strozzino e deicida". 

 

Per I nazzisti e diverso. Non provavano odio verso le proprie vittime. Se un odio c'era stato, adesso erano giunti,  ad un livello oltre. Non avevano più davanti PERSONE, ma COSE,  cose da smaltire nel migliore dei modi possibili. i forni crematori erano ai loro occhi  degli efficienti inceneritori dove eliminare scarti in modo asettico.  

 

Un effetto deleterio nel voler assolutizzare il male nazista è a mio avviso Il difetto di non far capire le ragioni del perché è successo ciò;  raccontata così, si ha  quasi l'impressione che i gerarchi siano stati degli stregoni della mente ed abbiano studiatamente condotto la popolazione germanica a non riconoscere il simile, grazie ad una serie di mosse preparate a tavolino inclusi nei piani per la "soluzione finale".



IL fatto su cui voglio attirare l'attenzione e il particolare che in tutto ciò non vi fu 

premeditazione la disumanizzazione delle vittime fu una cosa del tutto naturale, spontanea.


ecco e questo che  mi turba, in fondo siamo legati ad una parte zoologica, la violenza fa parte di noi anche il crimine più efferato se spinto dall'odio caldo dal "sottosuolo dostoevskiano", può trovare attenuanti. È la capacità di spersonalizzare,  la freddezza nel ridurre a numero l'altro, nel non riconoscere il simile, che mi inquieta. La banalità del male, che ci aspetta dietro l'angolo.

giovedì 4 febbraio 2021

Bispensiero

 Nei giorni scorsi è stata data molta enfasi che da quest'anno sono scaduti i diritti d'autore di un libro molto bello,  1984 di George Orwell.


Questo è un libro che consiglio molto di leggere con serietà, ed in eguale misura consiglio di smettere di nominarlo a sproposito.  Visto che perlomeno in lingua originale adesso sarà liberamente reperibile potrebbe essere una buona occasione.


Tra i tanti concetti affrontati da Orwell volevo scrivere del bispensiero: il bispensiero e quella capacità di certe categorie di credere fermamente in un idea ed agire in assoluta antitesi ad essa senza minimamente soffrire della contraddizione. 


Un esempio di bispensiero potrebbe essere, una persona che picchia la propria moglie affermando di amarla, o ancora chi si professa democratico, ma teme come la peste le libere elezioni.


È bispensiero essere andati alle urne quest'autunno per le comunali e gridare frabbiosi a chi lo propone, che votare per le nazionali  a primavera o magari in estate facendo precedere le elezioni da un governo di unità nazionale, sarebbe una catastrofe a causa della pandemia, e intanto ancora stringe in mano la bandierina, che festeggia la vittoria  elettorale di biden a novembre, o magari  ha appena finito di postare un commento di biasimo verso putin, che con la scusa del covid  arresta chi è sceso in piazza a protestare.


Cosí come può essere definito bispensiero, che un partito che rivendica con (poco)orgoglio la sua diretta discendenza dal partito comunista sia stato il centro di una coalizione che dieci anni fa sostenne Mario Monti , ed adesso fa altrettanto con Mario draghi. L'esponente di punta  e Non solo D'Italia, del capitalismo più feroce, quello finanziario.


Un altra peculiarità del bispensiero orwelliano, era la possibilità di cambiare la storia in maniera retroattiva e così gli abitanti di Oceania, si ritrovavano da un giorno all'altro alleati del nemico di ieri e nemici del vecchio alleato, senza scomporsi troppo.


Spero di non essere accusato di sabotaggio se umilmente faccio notare che  la sinistra  ha  trascorso, gli ultimi vent'anni a spiegarci a torto o ragione non so;  di come Berlusconi fosse il male assoluto ed in ordine sparso; mafioso, pedofilo, massone, corrotto, maschilista, e pure perché no un po' ignorante. La stessa sinistra che verso la fine degli anni 90 faceva la corte alla lega di bossi con promesse di federalismo, per scongiurare il pericolo Berlusconiano. La stessa sinistra che non si fa problemi a fare coalizioni di governo con quello stesso Berlusconi in nome della causa superiore di fermare la lega. 


Non fu solo Orwell in verità  a descrivere questo fenomeno, se ne occupò anche un autore italiano, meno ombroso dell'inglese, che riuscì a proporre in modo scanzonato e leggero lo stesso concetto, in una serie di indimenticabili vignette. Naturalmente sto parlando di Giovannino Guareschi ed i suoi trinariciuti.  Forse è bene dare una rilettura anche a lui. 


mercoledì 3 febbraio 2021

Classe indirigente

 L'italia non ha cattivi politici, nonostante possono apparire tali.


Un sistema di selezione come il nostro ( e non mi riferisco alle urne),  dove se non cammini spalle a muro, rischi una coltellata ad ogni dove non può accumulare quarant'anni di disastri.


Il motivo va cercato altrove; va cercato in quella affascinante metafora della linea della palma di Sciasciana memoria. La pura e semplice verità è che ai vari;  Politici, magistrati, giornalisti, a tutta quella che si potrebbe chiamare classe dirigente insomma, dell'Italia non importa un fico secco.


Non gli interessa minimamente se il paese prospera o declina, che abbia autorevolezza internazionale, o goda di dubbia fama. La classe dirigente di questo paese non ha il minimo amor di patria.


Ed è questa mancanza di senso dello stato che spinge un Renzi, per assicurarsi un futuro politico a cercare alleati oltre atlantico, o mandare messaggi nemmeno troppo velati agli industriali che se sarà sostenuto, farà  della classe operaia un carnaio.


 E sempre questa mancanza di senso dello stato che  spinge i giornali ( appena i cani hanno sentito che il vento è cambiato) ad una politica ferocemente  anti russa e in questo modo contribuendo a  chiudere le porte del  fornitore di "risorse naturali"  fisiologico del continente, in nome di un servilismo di convenienza verso un ex alleato, che per bocca di un suo presidente ha affermato che: "Lo sguardo del suo paese si è spostato dal atlantico al pacifico" 


Così come è sempre questa non curanza, che dall'altra parte rende ciechi del fatto che, l'Europa e l'unica possibilità seria ed attuabile per le nazioni del continente di continuare a contare ancora qualcosa nel futuro che si prospetta.


la questione ad una analisi frettolosa può sembrare banale. in realtà credo che la questione sia più perniciosa di quanto appaia; perché se un difetto di competenza e capacità può in fin dei conti essere corretto con una selezione ed un istruzione più adeguata, nel giro di una generazione.


Il riuscire a prendere una massa di individui e trasformarli in un popolo convinto e cosciente di incarnare un idea di civiltà ed essere testimoni dei valori che essa esprime, o quanto Meno di essere legati ad un indissolubile destino comune, a sentire personaggi come D'Azeglio sono ormai più di centosessanta anni che ci si prova e mi duole constatare  senza risultato.