martedì 26 marzo 2024

A difesa dei nostri politici




Quando si parla di paesi con una grande tradizione politica alle spalle (e l'Italia rientra in questo insieme), spesso ci si immagina a decidere le sorti di questi paesi, raffinati strateghi simili a scacchisti  che attuano i loro intricati piani a discapito dei politici più sprovveduti, insomma vediamo questi paesi dotati di una marcia in più rispetto ad altre nazioni più giovani. Almeno in teoria questo scenario pare filare bene ed appare molto credibile, tuttavia ricordatevi che gli scacchisti la maggior parte del tempo la passano fermi a studiare l'avversario. 

Quello che voglio dire e che In realtà questa credenza andrebbe quanto minimo ridimensionata, infatti ad una più attenta analisi ci si accorgera che si, benché questi paesi godano effettivamente di un maggiore Know-how, questo benefit è  controbilanciato dal fatto che in quegli stessi paesi la politica ha finito per permeare tutto, aumentando la complessità dello scenario in cui la politica stessa andrà ad operare, questo comporta che il politico avrà si maggiore esperienza, ma gran parte di questa esperienza verrà spesa non a vantaggio del paese stesso ma a garantire la sopravvivenza del politico o della sua fazione, ad esempio, prima di attuare un provvedimento che porti beneficio alla società, per capire come tale provvedimento influenzera i rapporti di forza in essere, o ancora come modificherà l'immagine che il politico vuol dare di se. Inoltre naturalmente vale anche il discorso inverso, dunque ci ritroveremmo con alcuni settori della società con la capacità di influenzare la politica per perseguire obiettivi personalistici. Tutto ciò finisce di fatto per rallentare il paese. 

Riflettevo di questo aspetto proprio oggi leggendo la notizia che un importante azienda di microchip ha deciso di investire in Italia, un investimento del genere in un settore sicuramente strategico, non può che fare piacere. Leggendo i commenti (su un forum di tecnologia) mi aspettavo di leggere opinioni sulle strategie da adottare e sui possibili sviluppi che un investimento del genere può portare, invece la quasi totalità dei commenti degli utenti erano di carattere politico, c'era chi pretendeva che la nuova produzione nascesse in Emilia Romagna in quanto "meglio amministrata" chi ribatteva che essendo il governo di destra sicuramente si favorira una regione dello stesso colore come il veneto, il punto più basso lo si è toccato con gente che è arrivata al punto di auspicare che il progetto saltasse, in modo da arrecare danno al governo in carica. Cioè un vantaggio minimo proporzionato al danno che un evenienza simile comporterebbe per il paese intero. 

Il mio è solo un esempio banale, ma non è difficile capire quante scelte utili per il paese, specie se impopolari non vengono prese per paura di avvantaggiare gli avversari. E ciò non è frutto di insipienza politica ma esattamente il contrario; questo è l'operato di gente ormai così assorbita dalla politica, che tutto il resto è diventato un mezzo per raggiungere quell'unico fine.


Nel mentre invece, una nazione con una tradizione più debole sarà forse più "ingenua" di conseguenza più propensa a  commettere errori, ma sarà anche meno polarizzata e più dinamica con ruoli e posizioni meno definiti. Tutto ciò la doterà di quell'irruenza che gli permetterà anche di sperimentare nuove soluzioni senza eccessive paure di intaccare interessi o posizioni. 


A volte il declino di una civiltà viene  addossata a una classe dirigente incompetente, mi chiedo però se la verità non sia proprio il contrario, che non sia la troppa competenza cioè la specializzazione estrema che  rende  miopi su altri settori del vivere comune.

A questo punto qualcuno potrebbe obbiettare alla mia teoria tirando in ballo ad esempio il gigante Cinese e la sua millenaria tradizione, ma a ben pensarci il boom cinese non è figlio  della sua tradizione, ma semmai di una rivoluzione che ha fatto un repulisti della vecchia classe politica,  questo non è un caso isolato. Potrei citare ancora la Francia di re Sole che divenne la potenza che conosciamo proprio perché il re rinchiuse la nobiltà cioè la vecchia classe dirigente nella gabbia dorata di Versailles, e si affido per la gestione dello stato a una pleura di nuovi burocrati. O ancora meglio la Francia rivoluzionaria che di quella vecchia classe addirittura fece del tutto piazza pulita, e dopo esser riuscita a respingere gli attacchi delle potenze esterne, forni al giovane Napoleone i mezzi con i quali riusci a sconvolgere il mondo.



Naturalmente queste rivoluzioni non fecero delle tabule rase; e implicito il discorso che non si semina sulla pietra, la mia vuole essere piu una provocazione, come i romani sono convinto che la virtu stia nel mezzo, perciò se troppa esperienza può finire per paralizzarci, d'altro canto l'eccesso di irruenza senza un esperienza dietro può portarci ad esiti disastrosi. qui non si auspica la cancellazione della memoria ma semmai, quanto i tempi lo richiedano, un ripensamento delle sovrastrutture.

Chiarito questo punto, potete prendere questo mio scrittino per ciò che realmente è: in un mondo sempre più specialistico, una modesta gocciolina per cercare di riequilibrare la situazione a favore di un approccio più anarchico, meno rigido. 

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