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lunedì 25 marzo 2024

Il declino americano


Il professore Romano Prodi, in non ricordo quale conferenza, disse che lui per avere un colpo d'occhio sul reale andamento della situazione economica, guardava il traffico pesante che circolava sulle autostrade: se era intenso voleva dire che le cose giravano bene, se era scarso l'economia era in affanno, aggiungeva poi: "in situazioni dove non si hanno ancora dati a disposizione ma bisogna prendere decisioni velocemente, questi trucchetti possono rivelarsi molto utili".

Più modestamente io stavo guardando la foto del ministro degli esteri Russo Sergej Lavrov diffusa in occasione del G20 a Bali, vestito in maniera squisitamente yankee, con un iPhone a fianco e relativo Smartwatch, e mi veniva da pensare a tutti quelli che parlano di declino americano, dando la cosa come certa, quasi scontata. 

Personalmente non escludo a priori che Lavrov adottando questo stile voglia mandare un qualche tipo di messaggio "ai partners occidentali" come direbbe Putin, ma questo non cambierebbe il senso di quello che sto per scrivere: cioè che è ancora l'America che fa il bello e cattivo tempo nella nostra era, è con l'America che bisogna accordarsi, gli altri poco importa se si chiamano Russia, Cina, o India, e rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale, sono secondari; per parafrasare Mussolini: il numero è potenza, ma solo se ad ognuno di quei numeri si riesce a fornire un lauto pasto ed un armamentario moderno.

Perciò mi dispiace, ma non concordo con chi vede un declino americano come qualcosa di ineluttabile o addirittura imminente, anzi sostengo proprio il contrario; senza sottovalutare alcune problematiche gravi sia materiali che ideologiche che affliggono il vecchio impero, prima fra tutti a mio avviso l'ideologia essa stessa, nata per manifestare le gravi difficoltà che sta attraversando l'America: la cultura woke con tutto il suo corollario di cancel culture, identitarismo, politicamente corretto, gender, ecc., Criticità queste di cui ho già scritto e probabilmente ancora scriverò, cercando di spiegare il grave danno che stanno arrecando a quella parte di mondo sotto egemonia Americana, detto questo,  resta per me comunque evidente di come gli Stati Uniti godono di ancora troppo vantaggio rispetto ai rivali per essere o sentirsi seriamente minacciati, come del resto dimostra il comportamento alquanto sprezzante tenuto con Cinesi e Russi di questi ultimi tempi.

L'abitudine, la confidenzialità, con la sua egemonia ci fanno apparire di poca importanza, quasi banali alcuni punti di forza, sia materiali che di concetto, di cui gode l'impero americano, ma queste caratteristiche in verità così banali non sono,  perciò vorrei provare a rifletterci un po' su:


Per iniziare non bisogna scordare che l'America è già la prima potenza mondiale, cioè in questa partita gioca in posizione di difesa, non serve essere degli strateghi per sapere che chi si difende è avvantaggiato rispetto a chi attacca, che tradotto in soldoni vuol dire che al'America basta mantenere lo status Quo per uscire vincitrice dalla contesa.

Un altro vantaggio da non sottovalutare è la posizione: inutile girarci attorno; l'America sta su un altro pianeta rispetto alle grandi masse continentali, fattore che gli garantisce due enormi vantaggi nei confronti  degli avversari; il primo vantaggio consiste che possono permettersi tempi di reazione più lenti nell'effettuare le proprie scelte, possono addirittura concedersi il lusso di sbagliare ed avere il tempo di correggersi prima che le conseguenze si ripercuotano su di loro. Il secondo vantaggio invece si esplica nel rapporto con gli alleati; per non farla lunga, se mi permettete l'accostamento; gli imperi nei confronti dei propri vassalli, sono come certi parenti; più sono lontani, più risulta facile andarci d'accordo.

Cosa altrettanto importante è la narrativa: America vuol dire ancora per molti, libertà e democrazia, se per il benessere oggigiorno sempre più bisogna guardare alla Cina e per la stabilità alla Russia, rispettivamente i Cinesi, nonostante la politica lungimirante tenuta nel continente africano, legano questo benessere ad un concetto razziale molto rigido, mentre i Russi hanno ancorato la stabilità alla loro cultura tradizionale, benché pecunia non olet perciò finché si può è bello fare affari con tutti  penso che difficilmente gli altri paesi scenderanno in un vero scontro con l'Occidente per preservare la cultura del  popolo russo o ripristinare la gloria dell'etnia cinese, mentre invece il calderone americano, che visto dal di dentro si sta trasformando sempre più in un rullo compressore che appiattisce le differenze tra popoli, guardato dal di fuori lascia ancora  intravedere ampi margini di libertà e indipendenza.



Un'aspetto che noi Europei ultimamente sottovalutiamo, ma che invece ritengo uno dei punti di forza fondamentali dell'America, consiste nel fatto che gli stati uniti controllano l'Europa, e l'Europa è oggi come oggi l'angolo di mondo più importante, nonostante i gravi problemi di cui noi del vecchio mondo siamo afflitti, tutti i dati a disposizione confermano che siamo ancora oggi la società più ricca ed avanzata, perciò finché l'America riuscirà a mantenerne il controllo avrà a sua disposizione il continente più ricco e civilizzato del pianeta; come ho già detto noi Europei equivaliamo a ciò che sono state la Grecia e l'Egitto messi insieme per l'antica Roma.

In barba ad un certo antiamericanismo a prescindere e per amore di verità, mi sembra giusto riconoscere che prima dello scadimento politico patito dall'america almeno dall'undici settembre in poi,  l'amministrazione americana  è riuscita a legare così strettamente a se l'Europa  grazie soprattutto  ad una condotta egemonica molto saggia che non ha gravato troppo sugli alleati, per farla semplice sono stati dei buoni padroni, migliori di quanto forse avremmo potuto essere noi stessi tra di noi, ed a riprova di quello che dico basta considerare come negli stessi anni si comportavano i sovietici con i propri stati vassalli, anche se al giorno d'oggi  l'America nella sua condotta egemonica si va comportando in maniera sempre meno rispettosa degli interessi degli alleati e di questo il caso Ucraino mi sembra l'emblema, mi sembra altrettanto giusto riconoscere  che la nostra classe dirigente attuale, si sta rivelando così infima, che nemmeno se gli venissero offerti su un piatto d'argento, sarebbe capace di difendere la salvaguardia di quegli stessi interessi. Per queste ragioni ritengo che benché siamo stati così sciocchi da costruire un muro tra i russi e noi,  invece d'integrare la Russia in un rapporto che tenga conto delle sue richieste leggittime, come i nostri interessi avrebbero richiesto, non credo che ci riveleremo sciocchi a tale punto d'auspicare la fine dell'egemonia americana per l'instaurarsi di un'egemonia Russa o peggio, Cinese sul nostro continente, perciò in questo scontro,  nonostante qualche mugugno e più di una  scappatella da parte dei vari stati, prevedo che l'Europa nel suo complesso resterà al fianco dello zio Sam.

Ancora vi è il sistema politico, sebbene quasi tutti i guai in cui si trova l'America oggigiorno sono da imputarsi alla sequela di presidenti mediocri che si sono susseguiti,  la democrazia ha già dimostrato di riuscire a reggere a urti come questi, mentre ugualmente la storia ci ha insegnato che basta un solo autocrate inetto ad affossare altre concezioni di governo. 


La forza bruta: si discute spesso su come gli Stati Uniti non riescono più a finalizzare i conflitti, ma ci si dimentica che in tutti questi conflitti, al netto di scelte maldestre, gli americani, per non urtare la propria opinione pubblica, hanno sempre combattuto con una mano dietro la schiena, e con questo non mi riferisco al solo armamentario nucleare,  a prova di ciò tutti possono constatare come il parziale sostegno della nato all'Ucraina abbia trasformato quest'ultima da nazione fallita quale era, in una nazione capace di tenere testa alla terza potenza militare del pianeta.*

L'economia; nel sistema economico mondiale gli Stati Uniti sono ancora quello che il sole rappresenta per il sistema solare, sebbene la cina-giove abbia una certa rilevanza e sembra sul procinto di accendersi e brillare di luce propria, un repentino collasso del sistema americano, difficilmente lascerebbe la Cina indenne a godersene le spoglie.

Sempre legato al discorso economico c'è un aspetto che mi pare non ho mai visto essere preso in considerazione:
Un po' di tempo fa, le autorità cinesi hanno prelevato e trattenuto per qualche settimana il proprietario del colosso cinese Alibaba per fargli un discorsetto, non sappiamo cosa si siano detti, ma immagino che il signore in questione non abbia passato quello che si dice un felice quarto d'ora. Sospetto che episodi del genere non debbano essere quel tipo di cose che piacciono ai multimiliardari, Per quanto non dubito che i vari  finanzieri, imprenditori, banchieri e tutta quella genia di persone che una volta sarebbero state raggruppate sotto il termine di plutocrazia internazionale, siano fedeli ai loro rispettivi paesi, nutro il sospetto che siano ancora più fedeli ai propri portafogli, e sotto questo aspetto il sistema neoliberista imposto al mondo dagli Stati Uniti d'America, sembra aver trasformato il nostro pianeta in un enorme parco divertimenti disegnato appositamente per questi signori; molte fortune sono nate o sono aumentate vertiginosamente proprio in forza di questo modello economico. Casi come quello di Huawei in Cina fanno intuire di come potere politico e potere economico in quei paesi stiano sperimentando nuove forme di collaborazione, ma non escluderei a priori la possibilità che potenze economiche di minore entità, per desiderio di maggiore libertà o potere, possano rivelarsi in qualche modo una quinta colonna dell'ordine vigente, cioè l'ordine americano, in seno agli altri stati.


Il controllo dei mari, come i fatti degli ultimi tempi hanno ampiamente dimostrato Russia, Cina ed Europa,  non sono ancora ancora abbastanza mature per dare vita a quel heartland in grado di dare del filo da torcere alle potenze talassocratiche. Mentre quest'ultime appaiono ben consce dell'importanza di difendere il proprio ruolo, la Russia optando per un opzione aggressiva contro l'Ucraina, si è dimostrata come un Interlocutore poco affidabile per i fini cinesi, mentre quest'ultima potenza contenuta com'è da Corea, Giappone e Taiwan, almeno di gesti avventati, cui esiti sono tutt'altro che scontati, difficilmente nel breve periodo, potrà essere un serio competitore degli Stati Uniti per il predominio dei mari. Per quanto riguarda l'Europa, mi pare che l'unica cosa che gli interessa sia la giusta dimensione di banane e cetrioli.

Il supporto Inglese; spesso si accusano gli stati uniti di essere una nazione giovane e perciò di soffrire di una certa irruenza che li rende vittima di scelte nefaste. questo e senz'altro vero è  l'hanno dimostrato con le sciagurate guerre degli anni passati,  però oltre a poter contare  sul fatto che grazie alla loro distanza dal centro del mondo, nonché le enormi risorse di cui dispongono, possono permettersi il lusso di sbagliare, nell'ultimo periodo stiamo assistendo ad un progressivo avvicinamento tra U.S.A. e Gran Bretagna, la cui classe dirigente non si riduce tutta a palesi incompetenti come la signora Liz Tuss, se gli americani saranno capaci di un gesto d'umiltà, questo avvicinamento gli porterà in dote tutto il know how maturato dall'impero britannico nella gestione dei rapporti internazionali, in più sul piano pratico un qualcosa che vorrei analizzare meglio nel prossimo paragrafetto.


In un noto romanzo, sir Arthur Conan Doyle, fa dire al suo famoso investigatore: "che lui considera ancora gli Stati Uniti d'America come suolo inglese, momentaneamente diviso dalla madrepatria per colpa di un re pazzo."
Non so in effetti se ad uno statunitense in carne ed ossa la cosa può fare piacere o meno, però c'è qualcosa di vero in quelle parole, perlomeno ad un livello storico-culturale, e questo fa sì che l'avvicinamento con la Gran Bretagna, unito al fatto di essere grazie a Churchill il legittimo erede del suo impero, sta trasformando gli Stati Uniti d'America a propria volta in un impero "diffuso"; questo vuol dire, che benché il suo centro è ancorato saldamente a Washington ed il cuore dell'impero resti il nord america, quello che si và realizzando con gli altri paesi anglofoni e un qualcosa di più profondo e  intimo, rispetto ad una semplice alleanza come già i francesi hanno potuto saggiare in Australia, ciò sin da subito da due effettivi vantaggi all'America: il primo e che adesso loro vivono in un mondo dove la geografia è assimmetrica; cioè mentre i Cinesi ad esempio, per andare in America devono attraversare il globo, gli americani grazie all'Australia si possono considerare "dirimpettai" della Cina. 
Il secondo vantaggio consiste nel fatto che questo tipo di unione di destini, risulta molto più solida rispetto ad una normale alleanza; se appare arduo che la Cina possa fare cambiare idea a Giapponesi e Coreani per portarli dalla propria parte,  per quanto riguarda australiani e neozelandesi mi pare addirittura impossibile.

Naturalmente tutte queste cose nascondono anche delle insidie, ad esempio per quanto riguarda l'ultimo punto esaminato non mi pare impossibile che l'Inghilterra in forza del suo passato, possa ambire ad essere lei il Leaders di questa anglosfera, e perciò metta i bastoni tra le ruote ai cugini americani, però in questo ottica è altrettanto vero che i competitori hanno guai molto più seri, perciò no, senza voler cadere in giudizi speculari ed ugualmente Fallaci, che danno l'America come indubbio vincitore dello scontro cui stiamo assistendo,  chi la considera già destinata a ridimensionarsi, sta facendo una valutazione troppo frettolosa. 

Post scriptum

In questa breve analisi non ho considerato uno dei pilastri su cui si basa l'egemonia globale americana; il potere del dollaro, questo perché come ho spiegato in questo post qui, gli Stati Uniti nella contesa con la Russia sono stati impudenti ad utilizzarlo come arma bruta, e penso che ciò nel corso del tempo ne diminuirà la forza.



*28-11-2022 Piccola aggiunta postuma: naturalmente nel post non accenno a quanto in termini di vite umane stia costando agli Ucraini tenere testa alla Russia, c'è chi parla di numeri colossali, spero per gli ucraini che si sbaglino, ma se questi numeri dovessero rivelarsi veri non invaliderebbero il senso del discorso, restano comunque  know how e forniture occidentali a sostenerne lo sforzo bellico, invece mi dovrei ricredere nel avere considerato la Russia "solo" la terza potenza militare mondiale, allora dovrei aggiornare il paragrafetto in questione scrivendo: "che grazie al sostegno della nato ed al suicidio del proprio popolo, l'Ucraina da stato fallito quale era, prima di cessare d'esistere, si è trasformata in una nazione capace di tenere testa alla seconda potenza militare del pianeta".

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