sabato 13 febbraio 2021

Nuovi fascisti, cancel culture e del assolutizzare

Durante il regime nazista, io non c'ero, perciò non so come siano andate le cose, ma posso fare delle ipotesi.  

  

Il primo ebreo a sparire, non era un tipo  simpatico, anzi doveva stare sulle scatole a molti. Quelli bravi, sempre gentili e sorridenti, furono quasi certamente gli ultimi ad essere presi, quando ormai la cosa non faceva più impressione.  

  

Negli Stati Uniti i social ormai diventati il  "quinto potere" censurano presidenti e cittadini, perché scrivono e diffondono baggianate.  Intanto, gli studios di Hollywood licenziano attrici  ed attori  per motivi similari. Tutto ciò accade Con l'approvazione della pubblica opinione, che non riesce a capire che anche in questo caso è il principio che conta. Per censurare "altre cose" e disporre arbitrariamente delle persone gli basta aspettare quando non farà più impressione.  

 

Come diceva Nenni: "A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro... che ti epura". E continuando le citazioni, e buona cosa in questo argomento, tenere in mente anche la poesia di Niemöller,  specie l'ultimo verso: "quando verranno a prendere noi, non ci sarà rimasto nessuno a protestare". 

  

Una generazione di patetici individui, cresciuti solo biologicamente ma non maturati caratterialmente, troppo viziata ed egocentrica per riuscire a  tollerare che nel mondo esistono opinioni diverse dalle proprie, molto spesso contrastandi, sicuramente sgradevoli. Sta dando alle élite economico-finanziarie il potere di distruggere l'unica vera grande libertà che 

il regime democratico abbia introdotto: La libertà di pensiero e di parola. 

 

Una generazione dal incerto futuro, imbevuta di conformismo, convinta che i principi si valutano in base alle mode e come queste ridotte a fatto estetico, senza conseguenze profonde.  

  

Probabilmente anche questo post, che ha volutamente paragonato il nazismo, con la cancel culture e le porcate che le multinazionali commettono in suo nome, all'insegna del politicamente  

corretto, e a "rischio"  avendo appunto paragonato lo sterminio per antonomasia a dei fatticciuoli all'apparenza irrilevanti, senza rendersi conto che nel pretendere tutto ciò, stanno usando (e soprattutto stanno dando a poteri apolitici privati ed elitari il diritto di usare) metodi propri del 

nazifascismo e degli stati autoritari in genere. Questo  succede appunto per avere stereotipato i regimi totalitari e non esser più in grado di riconoscerli nel concreto, specie  se i nuovi fascisti sono loro stessi. 

  

Però al contrario di questi signori che preferiscono cancellarla, a me la storia piace ricordarla,  così posso spiegare loro,  che  anche questo assolutizzare  eventi del passato è una comoda strada per 

ripetere (in piccolo o in grande poco importa, in quanto spesso sarà il caso a decidere) le stesse porcate di ieri, evitando il disturbo di finire paragonati a precedenti scomodi.  

  

Un caso mi è sempre apparso emblematico a questo proposito,  visto che riguarda la chiesa, parlarne non sembra così sconveniente secondo il Bon Ton corrente, quindi concedetemi il togliermi questo sassolino.   Stavo alludendo alla assolutizzazione della passione di Cristo. 


In quanto evento cardine del vangelo, è  giustamente interpretato dalla chiesa come olocausto finale, la morte dell'ultimo agnello;  Dio stesso che si offre in sacrificio per redimere con la sua sofferenza i peccati dell'uomo.  Se qualcuno non ha chiaro quanto per la  

Cristianità  la sofferenza di Gesù sia importante nell'economia della salvezza, consiglio di guardare un film cattolico "la passione" diretta da Mel Gibson, dove il messia, più che un uomo sembra quasi un autobotte di sangue a giudicare dai litri che ne versa. Ecco detto questo a prescindere dalla teologia sulla pena di morte (condivisibile in ottica cristiana) ci si 

aspetterebbe almeno  che la chiesa nel far eseguire le sue sentenze ( non è mai la chiesa di prima mano che punisce il colpevole), adottasse  un atteggiamento leggero nelle pene corporali inflitte ai condannati. poi però…  

  

.. Però Andando a rileggerci gli atti sulla morte di Giordano Bruno (per citare un personaggio conosciuto ai più non perché sia stato l'unico) e scopriamo che prima di bruciarlo vivo sul rogo la giustizia romana ebbe la brillante idea di inchiodare la lingua al palato in modo che non potesse proferire parole blasfeme, e se per questo nemmeno gemiti per sfogare un poco il dolore senza procurarsi ulteriori strazi.  Per non parlare di Ipazia che è 

stata letteralmente smembrata viva dai bravi fedeli alessandrini sotto incitazione del loro saggio vescovo. Se la crocifissione non fosse stata assolutizzata ma la si fosse lasciata ben inserita 

nella storia, ci sarebbe resi conto che  Fatti come quelli appena descritti, a mio avviso la banalizzano,  rendendola una atrocità fra le tante che l'hanno  preceduta e le altrettante molte che gli sono susseguite . E poco vale la formuletta dei tribunali ecclesiastici che nel consegnare i condannati alla giustizia secolare, raccomandava clemenza (nel senso di non 

infierire più del dovuto).  

  

Ecco se i bravi cristiani avessero preso più sul serio la morte di Dio e non gli avessero  appiccicato convenientissimi tabù forse avremmo commesso qualche bestialità in meno. Purtroppo il tempo passa e i potenti cambiano, ma gli errori soprattutto se comodi, sembrano ripetersi. 

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