giovedì 28 ottobre 2021

Perche il benessere non è destinato a durare

Oggi stavo leggendo un vecchio editoriale di Guia Soncini; autrice  intelligente e sbarazzina, e  con l'apprezzabile  pregio d'evitare d'incolpare il patriarcato  per ogni cosa di storto che le capita. 


Nell'editoriale in questione  cercava di argomentare una tesi condivisibilissima; il calo demografico che l'occidente sta vivendo non é  dovuto alla supposta povertà delle giovani coppie, ma al contrario alla vasta gamma di possibilità  più allettanti (secondo i parametri propagandati da questa società) che  questi  ragazzi hanno a disposizione, piuttosto che sposarsi a vent'anni  e mettersi a figliare.


Questo è un blog personale, il cui unico scopo è  quello di evitare all'autore di perdere tempo ad effettuare backup affidando questa incombenza al servizio che mi ospita, quindi eviterò di fornire fonti,  ma guarda caso questa opinione è condivisa oltre che dall'autore del blog stesso, anche da importanti esperti del settore, perciò non starò nemmeno ad argomentare sul perche ritengo abbia ragione, ed andrò subito avanti ad esporre il concetto che mi interessa:


Infatti quell'articolo  mi ha portato a riflettere sul problema in un ottica più generale, e sono giunto alla conclusione che l'inverno demografico, sia un sintomo, un lato, di un problema addirittura più  preoccupante, mi riferisco a quanto purtroppo per forza di cose, siano destinate ad essere effimere società del benessere dove vigono concetti quali democrazia, individualismo  ed uguaglianza. Quello che voglio dire é che l'essere umano lasciato libero da vincoli e necessità, e posto in una condizione di relativa agiatezza, non riesce ad evitare di finire dentro un circolo vizioso che pregiudichi la prosperità del sistema che ha garantito quel benessere. La nostra civiltà non è  il primo caso nella storia; cito i romani a titolo di esempio largamente conosciuto.


Il problema a mio avviso è che giunti ad un certo livello di benessere, per permettere al meccanismo di continuare a prosperare serve un'alta dose di impegno e responsabilità individuale, che ci porti ad accollarci spontaneamente fatiche e privazioni senza prospettiva di ricompense adeguate o addirittura a vantaggio di soggetti terzi, cosa purtroppo non esigibile su larga scala dalla nostra specie,  se non per abitudine nel conformarsi a modelli di vita imposti dalle dure condizioni materiali, perciò il sistema va in crisi, e se l'agonia in base al livello raggiunto o a quanto tempo riusciamo ad obligare altri popoli a pagare per noi, può essere lunga e persino piacevole, la prognosi è ineluttabile: le civiltà libere e democratiche sono destinate a soccombere  per essere sostituite da gente più incline a spirito di sacrificio, governata da regimi autoritari dove le libertà individuali sono appannaggio di una ristretta classe sociale.


Questo ragionamento mi fa giungere alla conclusione che noi stiamo vivendo in un periodo fortunato e felice, destinato però  ad essere sostituito, per carenza di manutenzione, con sistemi meno sofisticati e più  coerenti con le dinamiche del nostro mondo, a meno che; prima che arrivino pressioni esterne ad imporcelo, di nostra libera iniziativa non accettiamo di rinunciare  a molti dei nostri privilegi e non sto parlando di  stupidate  come la decrescita felice, sto parlando di cose  come uomini che per responsabilità accantonano ambizioni di carriera e riconoscono che per essi la cosa migliore sia andare a zappare la terra, sto parlando di donne che  anche se non si sentono portate o pronte, rinuncino alla loro autodeterminazione per sfornare figli, sto parlando di ricchi che rinunciano volontariamente a parte dei profitti, sto parlando di ideologhi che riconoscano che l'essere umano ubidisce ad una biologia e possiede degli istinti, spesso sgradevoli e che certi ideali che sulla carta suonano cosi bene e sembrano cosi giusti non sempre si adattano all'uomo reale, sto parlando di intellettuali che cambino narrativa, e che con una discreta dose di umilta, invece che tapparsi il naso e guardare questa  gente come retrograde  riconoscano che è proprio grazie a loro, se la giostra riesce a tirare avanti.

Il problema è che una società libertaria e pluralista come la nostra, non rientra nella curva di Pareto, perche é un qualcosa di troppo complesso ed artificiale per permettere che una minoranza riesca a tenerla in piedi. Serve proprio lo sforzo della maggioranza è questo e facile da capire facendo qualche esempio concreto; se almeno in linea teorica e ancora ipotizzabile convincere liberamente una minoranza grazie alla tecnologia e offrendo loro uno stipendio da favola a svolgere mansioni che la maggioranza non vuole più fare, trovo già più arduo convincere senza coercizione il 20%  delle donne a portare a termine un numero tale di gravidanze, in modo da sopperire alle mancate nascite causate dal restante 80% di donne che preferisce dedicarsi ad altri scopi.

In conclusione se la nostra società è interessata a sopravvivere ha come unica possibilità quella di riuscire nell'impossibile impresa di quadrare il cerchio; riportando in auge stili di vita e modelli tradizionali, proponendoli come esempi positivi, ed nel contempo riuscire a farli collimere con i principi di libertà ed autodeterminazione che la nostra civilta esprime,salvaguardando il più possibile questi ultimi, e se questo vi sembra poco c'è anche la questione di trovare qualcuno cosi motivato a salvare questa civilta che sia disposto ad accollarsi tale onere con ben poche prospettive di guadagnarci qualcosa.

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