venerdì 1 aprile 2022

Cambi di paradigmi (bozza)

Sono diventato vecchio! Ma non è il tempo fisico ad avermi reso tale,  ma quello storico.  Mi sono visto sorpassato quando è caduto il muro di Berlino,  sono invecchiato con l'arrivo dell'informatizzazione e di internet, sono diventato terribilmente vetusto con i social network. 



Stavo conversando  con un amico sul fatto che i giovani al giorno d'oggi appaiono meno svegli delle generazioni precedenti. In verità  non credo a questa cosa, non sono più stupidi dei loro genitori, non più stupidi di quanto questi a loro volta apparivano hai propri, per lo meno. Penso invece che essi ci sembrano così diversi perché rispondono ad altri pregiudizi e paradigmi rispetto a quelli che sono stati inculcati in noi e che hanno influenzato le nostre vite.


Intendiamoci meglio, sono convinto che gli uomini nel profondo sono sempre uguali, chi parla di uomo nuovo o è un illuso o  peggio in mala fede, non basta un ricambio generazionale per mutare cose scritte nell'animo della nostra specie da tempi immemorabili, quello che cambiano sono le prospettive e le credenze;  così, ad esempio; se i nostri nonni andavano come pecore dietro all'uomo con la tonaca, adesso noi e i nostri figli seguiamo con la stessa mancanza di spirito critico l'uomo con il camice, lo scienziato, o chi per esso, abbagliati dalla novità crediamo di aver trovato il profeta giusto, Ma la verità però è che tra queste varie "fedi" quello che cambia e il punto di vista, ma in ogni caso la visione che si può ottenere della realtà sia che seguiamo l'una, che se seguiamo l'altra non e mai una visione dall'alto.  Muovendoci come facciamo in orizzontale attorno alla realtà oggettiva,  crediamo di scoprire più cose rispetto al giorno precedente, ma avendo perso l'esperienza delle cose di prima, l'avanzamento è solo illusorio. Concordo con il mio amico quando dice che dopo tanti decenni di progresso sociale, il fenomeno si è  arrestato quando non ha addirittura invertito direzione ed il mondo che ci attende a noi antichi appare già  un mondo umanamente peggiore di quello che stiamo lasciando, ma se i giovani non sono del tutto consci di quello che sta accadendo, a suo contrario, io non sono persuaso che la colpa sia tutta loro, ma piuttosto di chi li ha illusi e portati a credere che il mondo  che gli è stato mostrato e promesso fosse se non l'unico, almeno il migliore tra quelli possibili.  



A mio parere quindi, invece che piangersi addosso e dare degli scimuniti ai nostri figli è assai più interessante provare a chiedersi cos'è che a fatto si che  il cambio di vedute sia riuscito così bene e in breve tempo, ed a mia opinione lo si deve al fatto che chi di dovere (sono incerto se volontariamente o spinto dal ideologia e dagli eventi) ha saputo applicare un modus operandi sopra delle condizioni favorevoli di loro, affinché l'attenzione su certe tematiche fosse bassa e per di più nel far questo e stato supportato dalla nascita coeva di strumenti che hanno permesso come mai prima d'ora di raggiungere velocemente e simultaneamente un numero altissimo di persone con il minimo sforzo, le condizioni e gli strumenti di cui sto parlando,  che hanno permesso questo cambio di vedute e condotto la società occidentale su questa strada  sono  i seguenti: 


il principio della rana bollita che è il modus operandi che ha permesso di non percepire l'impoverimento sociale e gli altri stravolgimenti in corso.  


La mancanza di fame, che è  la condizione necessaria affinché fossimo desensibilizzati su certe questioni e ha impedito è sta impedendo il nascere di  proteste.


il bombardamento mediatico pervasivo e la nascita di nuove forme di socialità, che costituiscono i principali strumenti  che hanno causato nella pratica il cambio di paradigmi vero e proprio di cui si parlava. 

Cercherò di analizzare singolarmente questi fattori  e spiegare meglio cosa intendo: 

Penso che conosciate tutti il principio della rana bollita: se si butta una rana dentro l'acqua bollente questa tenterà di saltare fuori, se invece la si mette  a cuocere con dell'acqua fredda, la poveretta si adatterà all'aumentare di temperatura finché ormai per lei sarà troppo tardi.  Per le nuove generazioni a mia opinione, sta succedendo qualcosa di simile; è vero che negli ultimi anni le loro condizioni sono generalmente peggiorate, ma grazie al paracadute costituito dalle famiglie, questa cosa non e stata percepita in tutta la sua gravità, anzi!  Con l'ausilio di fenomeni come ad esempio quelli in essere in Italia; cioè l'andamento demografico in declino, questi giovani si sono visti come i beneficiari di un concentramento di risorse, che li vede addirittura apparentemente più ricchi.


La mancanza di fame: con questa definizione  intendo riferirmi alla situazione  per la quale le nuove generazioni grazie alla ricchezza distribuita ed allo stato di diritto di cui hanno goduto, sono cresciute  in un ambiente relativamente protetto e propenso nel soddisfare i loro bisogni, perlomeno quelli primari, sennonché queste condizioni di vita li hanno resi come contrappeso, poco inclini alla lotta, apatici e poco sensibili verso  certi contratti sociali che a loro appaiono come naturali e dovuti, ma che invece sono frutto di delicate mediazioni e fragili compromessi. Le condizioni di garanzie sociali che hanno tirato su queste generazioni,  non sono scomparsi nella nostra società,  ma tuttavia mi sembra autoevidente che col tempo  essi siano vistosamente scemati nella qualità e continuano ancora a venire erosi, a poco, a poco, seguendo la metodologia della rana bollita. Queste condizioni si possono definire col termine di "diritti primari", è grosso modo sono i seguenti:


Diritto al lavoro, equamente retribuito.

Diritto allo studio. 

Diritto alla salute.

Diritto alla casa.

Diritto alla liberta di associazione, riunione, protesta

Diritto alla libertà di; opinione, religione, determinazione, ecc. 


Generalmente le nuove generazioni non hanno patito come già  fatto notare una privazione di questi diritti, semmai appunto una loro scadenza qualitativa, ma come contropartita a mitigare i disagi prodotti, si sono visti come i beneficiari di uno sproporzionato numero di diritti secondari ed individuali. Se questa contrattazione di diritti, che a quanto mi dicono; fu già scorta da Pasolini e descritta dallo stesso; quale baratto di diritti sociali in cambio di diritti civili, a prima vista può sembrare vantaggiosa, in realta nasconde in sé molte trappole e vorrei provare a spiegarne alcune con un esempio: immaginate un esploratore nella savana che si vede braccato da due leoni affamati, per in nostro esploratore all'apparenza non ci sarebbe scampo, ma se pero riesce a saziarli, magari con delle provviste scadute per poi metterli uno contro l'altro allo scopo diciamo, di contendersi il diritto di un posticino all'ombra dove digerire comodamente, l'esploratore avrà tutto il tempo di andarsene con i propri comodi.



In questo esempio  il cibo sono i diritti primari un qualcosa che costa a chi deve concederli, e l'ombra i pretesi diritti che ammorbano le rivendicazioni di questi tempi, a differenza dei primi non costano molto a chi li da, ma possono creare divisione tra i beneficiari.  Non sto dicendo che queste richieste siano tutte stupide o infondate, Quello che voglio dire è che queste rivendicazioni se non sono preceduti dal pieno godimento dei diritti primari da parte di tutti, essendo in genere individuali, creano conflitto e frammentazione,  avendo molti di essi per giunta  un confine molto labile dai meri desideri, fanno emergere sentimenti egoistici, ed in un mondo come quello occidentale individualista, largamente e ignorantemente laicizzato, per le persone che vi intravedono un eventuale convenienza, possono essere i perfetti sostituti della religione quali "oppio della gente". 



Il ruolo dei media e delle nuove forme di comunicazione quali strumenti per questo cambio di paradigmi e multiplo; intanto di indottrinamento consapevole, promuovendo certi principi a ruolo di "non negoziabili" a discapito di altri. Inoltre hanno una funzione  massificante e calmierante, proponendo come solo unico e giusto un singolo modello sociale (guarda caso quello della classe egemone)  e stigmatizzando tutte le proposte alternative,  assolvendo questo per i suoi limiti e amplificando i torti degli altri, dando così una visione unilaterale e distorta del mondo. 


Oltre a questo dato di fatto, di per sé a parere mio molto preoccupante, con l'avvento della pubblicità massiva e l'imporsi dell'egemonia culturale americana, si è  potuto assistere ad una estetizzazione  della realtà ed ad una forte spinta (a mia opinione non disinteressata)  per una lettura in chiave disneyana della vita. 

L'estetizzazione del mondo, cioè il valutare il corso delle cose, le azioni nonché le persone stesse  in una chiave di efficacia dialettica, visiva o comunque esteriore, rispetto che  ad un giudizio basato sulla concretezza, è dovuto senza ombra di dubbio sia alla ricchezza dell'occidente che ha impedito di percepire materialmente le conseguenze negative del modello seguito, se errato, la mancanza di fame cui si diceva sopra, che fa privilegiare l'impatto emotivo a quello materiale, sia al continuo lavorio dei media che accondiscendendo l'innata tendenza umana verso il "bello", incessantemente hanno continuato ad associare il valore intrinseco di una persona o di un'azione ad un fattore estetico, unica caratteristica di un fenomeno capace di ridare un feedback immediato, benché condizionato da mode od altro.


La sua disneyzzazione, cioè il capacitarsi che il bene (identificato nel bello) alla fine vince sempre, cosa che induce molte persone a credere che in ogni caso al termine del tribolare arriverà un lieto fine a premiarle,  essendo loro gli eroi della propria storia.

Questo fenomeno è causato; da un lato alla visione materialista del protestantesimo, che vede il fedele a Dio alla fine trionfare sempre e godere già in questa vita dei favori della sua divinità di riferimento, sulla scia del Giobbe biblico. 

Non secondariamente dall'estremo conformismo dei media sistem, che spacciano per veritiera tale visione della vita, nascondendo le asprezze che riserva il vivere reale ed arrivando addirittura ad inglobare  le tragedie dell'esistenza, decontestualizandoli e presentandoli come eventi del tutto eccezionali degni per questo di essere spettacolarizzati. Tutto questo al solo scopo di meglio riuscire a vendere (e vendersi). 



Parlando di vendere e vendersi a questo punto discorso a parte merita il mondo della pubblicità ed il modo quanto meno schizofrenico col quale indirizza il proprio target verso due fronti opposti e contrari; cioè da un lato li spinge ad un atteggiamento di frenetica ansietà; ad affrettarsi a realizzare i loro desideri (spendendo soldi) perché la vita è breve e non si sa quanto è concesso di goderne, dall'altro lato invece in un clima di estrema sessualizzazione e mercificazione per abbassare le difese razionali di ognuno di noi ,  incoraggia a soddisfare i propri istinti (spendendo soldi) senza preoccuparsi del domani, perché ancora il target e giovane, avessimo anche cinquant'anni,  per chi deve convincerci a spendere, siamo perennemente giovani, percio  non e ancora arrivato il momento di mettere "la testa a posto" è troppo presto per "preoccuparsi di risparmiare per il futuro". 


Entrambi questi climax  proposti di volta in volta appunto per meglio predisporre il consumatore  a comprare questo o quel prodotto ed assolverlo dagli acquisti compulsivi, a lungo andare  stanno producendo un effetto nefasto, infatti con il sentirsi ripetere sin dalla nascita questo genere di messaggio, per come la penso ha fatto sì  che i soggetti più fragili, abbiano finito per considerarlo come un modello di esistenza lecito, e si sono trovati cosi indirizzati verso uno stile di vita che è un vero inno dell'edonismo deresponsabilizzato, e che considera come esigenza primaria il soddisfacimento immediato degli istinti.


questo completo realizzarsi di una visione del mondo frivola e consumistica, concentrata su se stessi ed al presente, sempre più proposta come l'unico modello possibile per essere felici,  ha promosso  l'idea di una vita individuale ed egoistica come il bene più prezioso e che vede  l'appagamento dei desideri, come il fine ultimo da perseguire, è dove le gravi lacune emotive suscitate da una condotta simile emergono, vengono subito sopite come accennato dalla disneyzazione della vita, che infonde speranza ed invita a pazientare, in attesa del lieto fine.

Ma ad ogni modo anche se la giusta felicità tarda ad arrivare, l'invito implicito di tutti questi messaggi e quello di acquietarsi ed aspettare, dando nel contempo il massimo di se stessi, per il conseguimento di scopi non scelti ma suggeriti dall'alto, tramite la promozione di "modelli vincenti", in genere un avanzamento di carriera ed il conseguimento di una posizione economica più prestigiosa, indicata come scopo ultimo dell'esistenza  (in quanto segno di una protestante benevolenza di Dio),  utile ad appagare i nostri desideri materiali che finalmente ci renderanno possibile il raggiungimento del agognata felicità. 


ma se il mondo del marketing non ci ha convinto del tutto e ci lascia ancora qualche perplessita ad adottare uno stile di vita simile , a dargli man forte c'è  il materialismo scientifico estremo, frutto di una dotta ignoranza, derivata da una visione dogmatica e da una scolarizzazione nozionistica e menmonica che preferisce farsi sostituire nel ruolo di formare le coscienze da abbonitori vari, piuttosto che espletare il proprio scopo, ed ecco quindi che anche il mondo colto  si mette a propinare  l'identico messaggio;  che da un lato  invoglia a sbrigarsi per soddisfare i propri desideri in quanto memori della brevità della vita e unici giudici della propria condotta, dall'altro però  invita a pazientare e non commettere follie, come il protestare per questo stato di cose, in quanto visto il valore intrinseco della vita, unica e irripetibile, ( ma solo se vissuta come da modello proposto) nel caso si rischi  di perderla non vi è  in contropartita nulla che abbia un valore simile. In pratica i consigli per gli acquisti  e la visione presuntuosamente  "dotta" ed "illuminata" del materialismo scientifico, quella cieca fede atea in una natura zoologica incatenata ad un essenza terrena impossibile da redimere e che considera l'interiorita come un appendice secondaria quando non addirittura un inganno della materia per dar coerenza apparente al mondo su cui poco possiamo incidere, se non per amore di un Dio, al cui si è  smesso di credere, almeno per amor proprio personale. questi unioni d'intenti si sono fusi insieme per dar vita a una nuova religione laica,  che propone  un modello contraddittorio ed antitetico ma fascinoso ed assolutorio,  che per spremere l'essere umano  ricorre ai suoi istinti più animaleschi e profondi: la volonta di potenza appagata dalla presunzione di avere in mano la verita scientifica, la morte e il sesso. Cosi  da un fronte si prende l'uomo e  lo  si invoglia  e ottenebra spingendo sul estrema sessualizazione e esaltazione dei piaceri carnali  e illudendolo  sul fatto che ancora giovane avrà tempo per orientarsi ad una condotta più saggia, e comunque il progresso scientifico sta già lavorando per lui; per renderlo migliore, dall'altro lo terrorizza e lo invita ad affrettarsi ricordandogli di quando la vita in un mondo ateo sia effimera e non ci potranno essere seconde occasioni.

Cicale d'estate o formiche d'inverno basta che spendete. 


In conclusione a voler estremizzare il tutto, io mi sono convinto che con buone probabilità nelle ultime generazioni vi sia stato un significativo cambio di paradigmi, portato in atto principalmente dai fattori sopra analizzati, e questo cambio ci sta facendo correre il rischio di ritrovarci  dentro una società totalitaria e conformistica, simile alle società immaginate in alcune novelle ambientate durante il medioevo, con l'aggravante che adesso invece dell'ignoranza pura, imperversa una cattiva scolarizzazione, che arma di una ignoranza dotta questi futuri cittadini, cosa che li rende refrattari ad accogliere nuove idee, se a questo si aggiunge il soddisfacimento garantito dei bisogni primari anche se in chiave quasi animalesca, tutto ciò sta rendendo gli abitanti di questa ipotetica società, immuni per un periodo indefinito a  qualsiasi forma di miglioramento, e schiavi del più bieco conformismo. 


Per concludere ho provato a fare un elenco dei principali paradigmi, generati dai motivi visti sopra e che stanno influenzando  le persone in questo nuovo modello di società, signori miei la lista è  questa: 


Hanno una visione estetica della vita e si lasciano guidare dall'impulso umorale, dallo stato d'animo, piuttosto che da una seria riflessione costi/benefici.  


sono ottenebrati da un concetto temporalmente razzista della storia, perciò  non sono in grado di imparare dal passato, concetto che verrà ancora via via,  rafforzato, dal fatto che vivendo in uno stato "balia"  protettivo ed invadente, Viziati e coccolati, sono portati a considerarsi l'acme della storia o comunque in marcia verso quell'obiettivo. Ed in questo non c'è contraddizione con quanto detto sullo scadere dei diritti fondamentali e il peggiorare delle condizioni, applicando  il principio della  rana bollita, basta immaginare per capirlo ad esempio  uno stato che renda illegale mangiare dolci perché provoca il diabete o di fumare perché fa venire il cancro  (cose prima che deleterie, care a curare).


Ferocemente individualisti sono impossibilitati ad avere uno spirito di classe, anche quando il loro microgruppo lo richiede sarà tutto solo in funzione puramente estetica ( guardare i cosiddetti gruppi antagonisti), per ciò nonostante per la maggior parte di essi si profila un mondo di sottoproletariato, anche grazie ad una visione disneyana della vita saranno incapaci di fare massa e ribellarsi a questo stato di cose, cullati dalla speranza che anche per loro, dietro l'angolo vi siano le porte del successo. 


Anche se la tendenza a socializzare nella nostra specie è innata e difficilmente eradicabile, grazie all'ancora forte presenza dei diritti sociali che fa apparire lo stato come un sostituto ideale e meno stringente di quella rete di protezione che è stata fino a ieri l'intreccio  di relazioni e affetti che attornia le nostre vite, le relazioni personali ed affettive stanno diventando meno stringenti e durature. Percio gia adesso, invece che rivolgersi alla costruzione di qualcosa di profondo e personale: le amicizie, si stanno indirizzando alla convenienza del momento.



La pervadenza dei nuovi mezzi di comunicazione sta creando la falsa percezione che ognuno di loro è al centro del dibattito, informato e magari ascoltato. Nonostante difficilmente riescono a formarsi un'opinione autonoma, la velocità con la quale la versione dei fatti degli "opinion leaders" li raggiunge, non gli dà  il tempo di accorgersi di questa lacuna, il fatto poi  che l'opinione loro indotta sia quella condivisa dalla maggioranza, li convince ancor più  della sua ragionevolezza. 


Sempre grazie alla velocità dei mezzi di comunicazione, che non lasciano molto spazio alla privacy ed alle scelte individuali, queste generazioni stanno sviluppando un animo estremamente gregario e conformista molto sensibile alle mode ed allo spirito del tempo, al contempo grazie all'estremo individualismo hanno in molti casi una visione distorta della realtà che li porta a credersi come gli apripista di un fenomeno, le sue vedette, più che i membri di un gregge.


Sono succubi dell'appiattimento culturale e di gusti proposto dai media, utile per una redditizia economia di scala, che fa già  si che tutti si sentano  "al centro dell'impero" ed in questo modo sono portati a trascurare criticità magari più tangibili  ma di portata locale. emblematico e già in tal senso il susseguirsi di varie manifestazioni svoltesi anche in italia,  per la morte di un cittadino americano nero con precedenti penali a causa dei metodi brutali e crudeli della polizia in quelle parti,  ed invece il passaggio quasi inosservato della notizia  di un immigrato africano sempre nero ma  morto in italia per il caldo, intanto che per pochi euro raccoglieva pomodori sotto il sole, situazione terribile ma in quanto problema locale poco spendibile a livello "estetico" sui social media. 


In sintesi  Non avendo vera "fame" si pongono  nelle medesime condizioni del leone verso il domatore; cioè benché consci che finito lo spettacolo questo li rinchiudera in gabbia, intanto che lo spettacolo e in essere si sentiranno i protagonisti della scena e finito questo non riusciranno a provare vero rancore verso il domatore, perché in estrema analisi, questo si cura di loro e li nutre, perciò  non memori della vita libera consona alla loro specie resteranno incatenati per paura di stravolgere le proprie esistenze.  


Un piccolo post scriptum;  qualche mese addietro ho letto un bel libro Addomesticati  di Richard C. Francis, in questo libro si parla di come il processo di addomesticazione modifichi in maniera profonda gli esseri viventi che vi sono sottoposti, sia dal lato fisico ma soprattutto da un lato mentale, il libro tra le altre cose descrive in  maniera affacinante di come l'uomo stesso, sviluppando; regole, credenze, tabù e convinzioni si sottopone costantemente ad un processo di autoaddomesticazione. Niente di sconvolgente, si sta parlando del fenomeno che ha portato l'uomo: "dalla legge della faida a quella dei  tribunali" cioe un processo naturale che permette la convivenza pacifica e proficua di aggregati sempre più vaste di persone dal clan familiare ad arrivare ai grandi imperi multi etnici. Ciò che mi inquieta un poco è  il fatto che questo processo di addomesticamento una volta compreso, puo essere sfruttato da chi in buona o cattiva fede voglia attribuirsi il diritto di indirizzare dove ci deve condurre, creando e distruggendo, con l'aiuto di media e opinion leader,  quell'insieme di regole, ecc.  cui si accennava prima. Parlando di cambi di paradigmi nelle nuove generazioni, questo è un aspetto di cui si deve tenere conto

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