Ho letto ieri una notizia che ha avuto poca risonanza, forse perché legata al mondo dei videogiochi. Secondo me invece l'episodio merita di essere conosciuto da tutti, perché apre in futuro a delle prospettive veramente inquietanti.
La notizia è questa: si è scoperto che a seguito di una petizione, le società che forniscono carte di credito, come Visa e Mastercard, hanno fatto pressione (in modo abbastanza subdolo, tra l'altro) sulle piattaforme di distribuzione di giochi digitali, quali ad esempio Steam, affinché eliminassero, o comunque rendessero meno raggiungibile, dalle loro piattaforme software a contenuto pornografico o problematico in genere. Questo perché non vogliono che il loro nome sia associato a questo genere di prodotti. 
Capisco che all'apparenza quanto accaduto può sembrare poco interessante, specie per chi non è interessato a questo tipo di media e considera i videogiochi roba da ragazzini. Anzi forse per questi ultimi, può risultare addirittura comodo, che chi fornisce il servizio di pagamento si preoccupi anche di vigilare, affinché i loro figli non possano comprare un certo tipo di contenuti. 
Secondo me invece ciò che è accaduto segna l'ennesimo precedente gravissimo. Ripeto, non è che qui si parla di un'azienda che non vuole sponsorizzare qualcosa, perché ritiene quel qualcosa dannoso per la sua immagine. Qui stiamo parlando di aziende che hanno preteso la censura di alcuni prodotti, perché non vogliono che le persone, con i propri soldi, acquistino questi prodotti attraverso i loro servizi.
Ci tengo a specificare che l'episodio raccontato, non è il primo nel suo genere, perché, tornando indietro, ma nemmeno troppo, possiamo trovare almeno altri due casi del genere:
Il primo nel 2010 quando vennero bloccate le donazioni a WikiLeaks a seguito della pubblicazione di documenti riservati del governo americano.
Il secondo, circa un decennio dopo, quando, senza nessuna sentenza di condanna, sia Visa che Mastercard bloccarono i pagamenti al sito Pornhub, perche un giornale aveva denunciato la presenza di materiale illegale ospitato sulla loro piattaforma.
Nei casi citati, le aziende si sono difese sostenendo che loro hanno il diritto di difendere la propria reputazione e tutelarsi legalmente. Verissimo! Però queste realtà vorrebbero sostituirsi alle zecche. Io non ho mai sentito queste ultime lamentarsi per come usiamo i biglietti che stampano.
Gli entusiasti dei pagamenti elettronici, invece di stigmatizzare il barista che si incazza quando gli pagano un caffè col bancomat, farebbero bene a meditare. Oggi è il barista che non vuole fargli prendere la tazzina di caffè, domani potrebbe essere la società di pagamento a decidere che per quel giorno né ha già bevuti abbastanza.
Fonti:
https://www.wired.com/story/gamers-are-furious-about-the-censorship-of-nsfw-games-and-theyre-fighting-back/?utm_source=chatgpt.com
https://www.gamesradar.com/games/itch-follows-steam-in-conceding-to-scrutiny-from-our-payment-processors-with-a-move-that-affects-thousands-of-nsfw-games/?utm_source=chatgpt.com
 
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