martedì 8 febbraio 2011
idee parte seconda
Spesso, soprattutto da parte protestante, si accusa la chiesa di aver abbandonato Gerusalemme per Atene;  cioè di aver lasciato l’insegnamento originale di Gesù per mescolarlo con la filosofia ellenica pagana,  un’ accusa ben stupida a pensarci bene perche senza Atene, Gerusalemme  non sarebbe mai potuta diventare quello che è oggi per l’occidente,  perché è proprio  grazie ad Atene e in particolare a Socrate che l’uomo occidentale ha il concetto di verità che oggi  ogni uomo occidentale ha. Non è un caso, che queste accuse provengano proprio da parte protestante, cioè dal mondo anglosassone, patria del  pragmatismo, che ha prodotto filosofi  che culminano in Leo Strauss ( che tra l’altro, per molti versi in alcuni contesti apprezzo, in quanto le sue idee si rivelano  purtroppo necessarie),  che è l’anti tesi totale del  nostro concetto di verità, ma vediamo di approfondire.  Prima di Socrate e della sua scuola  il concetto di verità, quella con la V maiuscola era sconosciuto nel mondo occidentale, vi erano solo opinioni, chiacchiere per cosi dire e per far si che la propria verità fosse  ascoltata, i sofisti diventarono maestri nell’ arte della dialettica cioè nell’ argomentare la propria tesi, nel miglior modo possibile, con rigorosi passaggi logici:  la verità  era diventata l’utile del più forte,  e visto che il più forte è lo stato  da qui a  considerare lo stato (e chi ne faceva parte) il depositario della verità il passo è breve; è in questo contesto che si muove Socrate, che istillando i suoi dubbi  confutava le false verità dei sofisti, costruite di retorica.  Socrate affermando di sapere di non sapere demolì completamente le tesi degli avversari e cambiò radicalmente il modo di pensare occidentale; questo gli procuro molti nemici, che lo condussero  alla morte ed è in questo frangente, che all’ apparenza può sembrare la sconfitta, che invece sta la grande vittoria di Socrate: avendo la possibilità di fuggire accetta il suo destino perché RICONOSCENDO l’ingiustizia della sua condanna (e quindi la menzogna che viene dallo stato ) non ne voleva fare una più grande.  Con la sua vita e soprattutto la sua straordinaria morte, Socrate ci dimostra che la verità non è nella lingua degli uomini, per quanto essi siano potenti,  ma è fuori da essi; “se la neve  è fredda per quanto belle e logiche saranno le tue parole per dimostrarmi il contrario, per quanto male faranno le tue armi su di me,  non riuscirai a convincermi.”  ed è  in questa mentalità, che aveva preso piede in tutto il mondo greco prima e romano poi,  che vive Gesù,  che seppur condannato dallo stato a morire in modo infamante, come i peggior  delinquenti, può sperare che chi l’ ha visto riconosca in lui la verità,  capisca che sta subendo una condanna ingiusta, proprio come Socrate qualche secolo prima di lui, ed è per questo  che le accuse che vengono dal mondo protestante non reggono un Gesù Cristo in un paese asiatico, dove ancora lo stato è la verità unica, dove non c’e stata una vera divisione tra uomo e stato, e i famosi kamikaze giapponesi della seconda guerra mondiale ne sono un esempio o nello stesso Israele (che infatti lo uccise) non sarebbe mai potuto diventare il cristo. La stessa filosofia zen, con la sua famosa domanda  “Se cade un albero in una foresta in cui non c'è nessuno...? fa rumore????  A noi sembra assurda, certo che fa rumore, la verità non sta nell’ orecchio di chi ascolta idiota. Purtroppo anche questa idea, cosi ovvia, cosi bella, cosi banale sta venendo dimenticata; c’e ne possiamo accorgere tutti nel nuovo mondo del politicamente corretto, dove tutte le opinioni anche le più assurde, vanno ascoltate e capite in quanto meritano rispetto, perché sono solo un’ altro modo di vedere le cose,  che a me ricordano tanto il vecchio mondo dei sofisti presocratici.
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