Home Page

sabato 14 giugno 2025

Splendori e miserie delle super potenze.




Non voglio mettermi a fare il tuttologo commentando la situazione internazionale. Ci sono analisti ben più competenti di me, che stanno cercando di aiutarci ad orientarci in questo caos. Non voglio nemmeno accanirmi troppo contro chi, fino a ieri, parlava in modo binario di "aggressore e aggredito "nel conflitto russo-ucraino", e oggi si arrampica sugli specchi per giustificare l'ingiustificabile. In realtà i due casi non sono paragonabili: la Russia, prima di decidere per la guerra, ha chiesto a lungo di sedersi a un tavolo negoziale, senza essere presa troppo sul serio. L'Iran, con tutti i suoi difetti, a differenza dell'Ucraina, già con la presidenza Obama aveva accettato un accordo, il JCPO rigettato poi da Trump. E nel momento in cui è stato attaccato, stava negoziando per una nuova intesa che potesse soddisfare tutte le parti. 

Mi interessava, invece, evidenziare come ciò che sta accadendo dimostri quanto sia ormai grave il declino americano e da cosa esso derivi.

Ammettiamolo: Trump, forse senza nemmeno averlo capito, di sicuro con la complicità dei suoi stessi apparati, è stato preso a pesci in faccia dalla dirigenza israeliana. A sua discolpa possiamo dire che non è stato il primo e non sarà certo l'ultimo. In un sistema dove il primato dell'economia è indiscusso, quello che dovrebbe essere solo un piccolo stato dalla curiosa forma di un pugnale è riuscito, grazie alla potenza delle sue lobby, a diventare la vera superpotenza mondiale.

Quest'ultimo episodio, in particolare, ha mostrato agli occhi del mondo come gli interessi dell'America, grazie alla pressione delle varie lobby, possano diventare secondari rispetto ad  interessi "altri". Tale dinamica è, a mio avviso, il motivo principale del declino a cui stiamo assistendo. Gli Stati Uniti sono vittime della loro stessa hybris, che li ha resi autoreferenziali e manipolabili, troppo concentrati a gestire equilibri interni per accorgersi che il resto del mondo li sta lasciando indietro.


Se in futuro uno studioso, nel tentativo di capire la storia statunitense di questi ultimi decenni, si limitasse a studiare i fatti e il modo in cui questi venivano interpretati dai coevi, sono convinto che farebbe fatica a capirci qualcosa: in fin dei conti, l'America, dopo aver attraversato sul finire degli anni settanta, una breve crisi,  più di natura economico/sociale che politica, già agli inizi degli anni ottanta, Riusciva a reinventarsi, dando avvio a un periodo di prosperità e sviluppo senza precedenti. Stava scoppiando infatti, una rivoluzione tecnologica, di cui era leader indiscussa. sul finire del decennio, poi, con la caduta del muro di Berlino, poteva già proclamarsi, vincitrice della guerra fredda, presentandosi al mondo come unica super potenza del pianeta, con il rivale sconfitto, che pochi anni dopo, invece di covare sentimenti di rivalsa, chiedeva proprio agli ex nemici, un aiuto per istradarsi sulla via del capitalismo e della democrazia, nel mentre  le restanti potenze globali, come India e soprattutto Cina, non chiedevano di meglio che potersi ritagliare un ruolo di collaborazione con il sistema egemonico americano.

Non stupisce che qualcuno all'epoca interpreto' tutti questi eventi, come la fine della storia, un lieto fine potremmo aggiungere! 
Ma è stata proprio questa supponenza ad ucciderli tutti! 

Anzi, meglio, a spingerli verso il suicidio, perché in realtà, le cose sono andate esattamente come loro e solo loro, avevano deciso, la Cina, grazie ai massicci investimenti occidentali è finalmente riuscita ad emanciparsi dall'estrema povertà, la Russia, come ha affermato il suo stesso leader, pensa che: solo qualcuno senza cervello vorrebbe un ritorno del comunismo. La promessa tecnologica è stata mantenuta e gli alfieri di quella rivoluzione quasi tutte aziende americane, ora sono giganti con bilanci che non molti stati possono vantare.

Allora cos'è che è andato storto? 

Nulla, se non l'aver considerato superate le idee di Arnold Toynbee, secondo cui gli imperi muoiono per fattori interni non per conquista esterna. E il fattore interno che sta causando il suicidio degli Stati uniti e di tutto il sistema di potere ad essi collegati, è quella autoreferenzialità a cui accennavo prima, che ha spinto le classi dirigenti americane a voler ridisegnare il mondo a propria immagine, senza cercare di capire le sensibilità e le ambizioni degli altri attori globali, ma cosa ancora più importante li ha fatti chiudere a riccio e le ha spinte a pensare, di non aver più bisogno né del resto della società, ne tanto meno di un minimo ricambio interno per riuscire a superare le sfide che riservava il futuro. Affidandosi invece, in linea con il nuovo scenario globale prospettato, alla convinzione che sarebbe bastato concedere un po' di benessere alle elite politiche ed economiche degli altri paesi per farne docili e fedeli gregari, privi di ambizioni riguardo ai destini delle rispettive nazioni. In estrema sintesi:  gli Stati Uniti non sono in crisi perché hanno  perso quell'approccio al mondo che li ha resi ciò che sono, ma perché la loro classe dirigente si è trasformata in una specie di tronfio cancro che mira solo a conservarsi e riprodursi, a scapito di tutto il resto, incurante che questo modo di fare li porta a dover ripiegare su personaggi scadenti, in balia dell'ideologia e dei mille vincoli interni, quali Biden, o in alternativa, verso schegge impazzite, inadeguate e con poco supporto, come Trump.

Personaggi incapaci anche di comprendere, figuriamoci poi di dirigere e indirizzare il sistema che loro stessi si erano spesi a creare, e ora come dei novelli Dottor Frankenstein ne fuggono terrorizzati.

Questo vuol dire che l'egemonia americana è davvero giunta al termine? 

No, l'ho già scritto questo processo sarà una cosa lunga. anzi se si guardano i vari avversari e competitor, non vedo barbari alle porte, l'America resta saldamente in testa, con la Russia che si, alla fine sta vincendo in Ucraina, ma quanto tempo e quanti rospi ha dovuto ingoiare, per non parlare del caso Siriano, il quale ha dimostrato, sopra ogni dubbio, che non ha capacità a sufficienza per tutelare i propri alleati. Viene poi la Cina, che pare una riproposizione della Germania ordoliberista di Angela Merkel: il mondo può anche sprofondare portandosi dietro tutti i suoi alleati, ma lei si espone in prima persona, solo se gli si tocca il portafoglio . Abbiamo ancora, La corea del nord, cui la bomba atomica può garantire forse un po' di stabilità, ma nulla più. Continuiamo con l'Europa, unico territorio dove la cooptazione delle élite ha funzionato come progetto di vassallaggio. E per finire l'Iran che ha fatto la fine di un carciofo, prima l'hanno sbucciato, annientando i suoi alleati (Siria, libano, eccetera), adesso si concentrano sul cuore, che considerando il livello di  infiltrazioni nemiche, deve proprio essere poco compatto e pieno di buchi. No, l'America, almeno di sorprese dell'ultimo minuto, non sta per uscire velocemente di scena, come alcuni pronosticano, Però così come i suoi predecessori, è destinata a cambiare, in peggio. E questa alternativa mi appare addirittura più fosca. 



Nessun commento:

Posta un commento