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giovedì 28 aprile 2022

Interessi nazionali

In Italia e molto forte, complice anche la colonizzazione culturale da parte americana e l'egemonia che questa potenza esercita alle nostre latitudini, ma non solo per questo, come vedremo, la fantasiosa idea che noi europei siamo con gli stati uniti d'America un unico blocco, nessuno pare più ricordare che gli Stati Uniti in vero, sono nati in contrapposizione al vecchio mondo ed ha i suoi valori (eppure la storia dei padri pellegrini che scappando dall'Europa intollerante ed illiberale, erano intenzionati a fondare nel nuovo mondo una "terra delle opportunità" dovrebbe essere conosciuta anche qui da noi), comunque sia è   per questo che non entra nel nostro modo di pensare, la concezione che per salvaguardare i propri interessi nazionali, in realtà, anche noi europei per gli Americani siamo spendibili, se necessario.

Questa mia affermazione non deve essere intesa con un valore moralistico, più semplicemente è così che funzionano le relazioni tra popoli; Napoleone che era di origini italiane ( anche se la cosa non gli faceva granché piacere) ed era seriamente intenzionato a fare di Roma la seconda città dell'impero, non esitò un minuto a regalare Venezia agli Austriaci per raggiungere gli obbiettivi francesi (e suoi), non parliamo poi dello spoglio che la nostra penisola  subì a favore di Parigi, a merito del grand'uomo, solo per citare cose conosciute da tutti.

Ad ogni modo per farla breve, nonostante i dichiarati principi di fraternità, uguaglianza, ecc.  Fu sempre chiaro al Bonaparte ed a tutti i francesi con lui, che nel nuovo ordine la Francia avrebbe goduto del diritto di primogenitura, ed in base a questo diritto; gli interessi delle nazioni sorelle venivano dopo quelli francesi, con tutto ciò che questo comporta.

Ed è meglio sorvolare sulla carestia con relative vittime,  acuita dalle politiche di Churchill nel 1943 nelle zone controllate dall'impero di sua maestà in estremo Oriente, conosciuta come: "carestia bengalese", per garantire riserve alimentari all'esercito ed alla popolazione Britannica già provata dallo sforzo bellico. 

Dovrebbe essere quasi una legge naturale, chiara a tutti, che il primo compito di uno stato è  fare i propri interessi, secondariamente gli interessi degli alleati, ed ancora dopo quelli del resto del mondo, a patto che questi interessi non contrastino con i propri fini, e naturalmente escludendo i paesi nemici, del quale anzi ci si dovrà impegnare per procurargli quanti più guai possibili. 

La cosa strana di tutto questo discorso; è il fatto che una cosa cosi basilare non si riesce a farla capire proprio al popolo italiano; che preso singolarmente è un'individuo largamente egoista, dove l'idea di bene comune riesce a farsi largo al massimo nel raggio del proprio campanile, ma poi  nel suo insieme come nazione, cambia completamente prospettiva,  e sembra non concepire neppure l'idea, che gli altri popoli possano perseguire interessi egoistici, ed è anzi convinto che l'interesse ed il benessere del nostro paese coincida con l'interesse del mondo intero, un effetto collaterale forse,  dell'universalismo romano prima,  cattolico poi. 

E come se la nostra nazione abbia ancora ben radicate in se tutte le caratteristiche di quelle civiltà, che nella nostra condizione attuale ci danno dei malus, e fin qui pazienza; tutti i popoli si trascinano un eredità culturale  che in determinati momenti diventano anacronistici quando non dannosi, e che magari in futuro possono ritornare utili, il guaio è che la nostra nazione oltre ciò:  pare anche come se si sia sforzata e con impegno, di rimuovere quelle caratteristiche che invece potrebbero fornirci dei bonus, facciamo in breve: una selezione naturale al contrario di noi stessi.  

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