C'è chi fantastica di trasferire la propria coscienza dentro una macchina, io penso che ciò non sia possibile e non è questione di potenzialità tecniche dovute al supporto, ma qualcosa di più profondo, una differenza qualitativa, non di quantità, velocita, o sincronicità, tra un software e la coscienza, sono cose diverse, infatti nonostante la complessità della coscienza se fosse stato possibile trasferirla ad un altro "media" rispetto al cervello, almeno a livello teorico dovrebbe essere già possibile duplicarla su carta così come si fa abitualmente con i software per computer. A sostegno di ciò che dico, Ada Lovelace scrisse i suoi programmi decenni prima che una macchina reale potesse eseguirli,
Mentre scrivo questi pensieri, ho qui di fronte a me l'opera Omnia di un grandissimo pensatore, sebbene la sua opera occupi più di uno scaffale della mia libreria, più lo studio più mi rendo conto che questa poderosa mole di scritti non lascia trasparire che una minima parte della personalità dell'autore, la parte che l'autore stesso ha voluto tramandare di sé e per di più mediata dalla mia personale esperienza. Quello che un giorno le macchine riuscirànno forse a fare, sarà similare, imitare una coscienza, non di certo emularla.
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