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lunedì 19 luglio 2021

Una passegiata tranquilla

Il caldo estivo si era attenuato, fuori c'era una leggera brezza più fresca della norma, chiaro indizio che nei dintorni aveva tempestato, ma li con il cielo appena punteggiato di nuvole bianche, grassocce e dall'aria bonaria; della tempesta si risentivano solamente i vantaggi, quel venticello allegro e rinfrescante che invitava alla camminata per l'appunto.



Walter Donelli non era tipo da lasciarsi sfuggire simili occasioni, tanto più che da quando cinque anni fa era andato in pensione, aspettava quasi con la stessa ansia del suo cane la quotidiana passeggiata serale tra i campi, pazienza se oggi era più presto del solito; Buck, il suo meticcio non era tipo da protestare per questo genere di cose. La casa di Walter era una cascina ai bordi del paese, fino all'anno scorso, prima della malattia faceva un effetto veramente grazioso, adesso ad essere onesti iniziava a mostrare qualche segno di trascuratezza, Comunque solo un occhio esperto avrebbe scorto la cosa. usciti fuori della proprietà e proseguendo verso sinistra, dopo poche centinaia di metri sulla provinciale, per fortuna poco trafficata, visto che non c'era un vero spazio  riservato ai pedoni,  c'era la diramazione che si inoltrava per i campi. In ogni caso traffico o meno Buck, era un cane sveglio, sapeva ben stare a bordo strada e appena sentiva il rumore di un mezzo per precauzione si ficcava sulla parte erbosa della carregiata. Per quanto riguardava Walter, lui rispetto a Buck era meno tollerante per chi  percorreva la strada a spronbattuto, però conscio che la divinità più in auge del periodo fosse la velocità, si era rassegnato alla cosa, e da stoico aveva ben compreso che se si  voleva uscire incolumi da quel tratto di strada, piuttosto che dar fiato alla bocca in inutili rimbrotti, era molto meglio tenere le orecchie ben aperte e stare accorti ai rumori dei veicoli in avvicinamento.  



A Walter piaceva quel sentiero, che anche se solo in apparenza; appariva solitario e raccolto.  In realtà lo sapeva benissimo anche lui da forestiero, quella stradina sterrata era la vera arteria economica del paese, portando come faceva ai campi delle famiglie più facoltose della comunità, nonostante questa sua importanza,  però la stradina appariva placida e di poche pretese, forse perche conscia meglio dei paesani e dello stesso Walter della sua piccolezza, se rapportata a scale piu adatte alla vastita del mondo. In ogni caso imboccato il bivio dalla provinciale il sentiero della sua, proseguiva per qualche chilometro, per poi perdersi nei campi aperti, però per quei pochi chilometri che lo componevano era una strada abbastanza pittoresca e piena di vita; ad ogni pozza d'acqua c'era una rana, su ogni albero, sul piu misero cespuglio, cantava un'uccello, ed in mezzo all'erba una vera metropoli ricca di formiche, lumache,  chiocciole  ed ogni meraviglia che la natura ha saputo produrre, per quanto riguarda le specie vegetali poi... è incredibile di come quel verde che ad un primo acchitto sembra spoglio ed uniforme, riveli in realtà ad un occhio più accorto una sconfinata diversita… si! Quella stradina, almeno per chi come lui provenendo da fuori, non aveva l'occhio stanco al paesaggio,  appariva proprio meravigliosa e varia ad ogni stagione: d'autunno tutto sembrava  spoglio e sfinito, come due amanti dopo l'amplesso, troppo pochi erano in verità gli alberi, per ingannare gli occhi grazie ai  colori infuocati di quella stagione, di quanto in realtà la terra fosse stanca e bisognosa di riposo. In inverno invece tutto appariva tetro  e nebbioso, l'ambientazione ideale per certe novelle gotiche, da appassionato del genere quale Walter era gli veniva facile immaginarsi  specialmente dopo una nevicata, che in realtà le vicende del dottor Frankenstein e della sua creatura si fossero svolte nei paraggi.  ma in primavera! Come si trasformava il tutto, è incredibile come la natura anche in un ambiente cosi fortemente antropizzato riesca a sfruttatre anche i cantucci  piu minuscoli per manifestarsi  e rivelare la propria forza, e cosi se i campi iniziavano ad apparire ben lavorati e pronti per la semina, i margini a ridosso del sentiero erano ricolmi di denti di leoni, camomilla, margherite, viole e ancora un infinita di erbe selvatiche . Dall'altro lato poi il trionfo del selvaggio era completo! infatti confinando il bordo strada con un canale; il consorzio deputato sia alla sua bonifica, che alla manutenzione dei bordi addiacenti ,  era molto propenso ad assolvere i suoi doveri il minor numero possibile di volte è  perciò  prima  che  il consorzio sudetto si decideva ad inviare una squadra a tagliare  erbe, erbacce e cespugli, questi avevano tutto il tempo di raggiungere le dimensioni che più gli aggradavano. 



Ma il periodo che piu stimolava Walter a percorrere quella strada era indubbiamente l'estate, verso il suo finire, quando la frenesia della primavera era passata e sia il mondo vegetale che quello animale, nonche quello dell'uomo, adottavano ritmi piu calmi e sereni. L'estate, che vedeva il tripudio di colori dei fiori diradarsi, ed a loro posto comparivano frutti placidi ad ingrassare il loro contenuto di semi e dolcezza  al sole, che benché ancora caldo, anche lui sembrava venire a più miti consigli ed accettare una tregua smettendo di tirannegiare sul mondo, ed anche il cinguettio degli uccelli si era oramai placato; non più quei versi assordanti che non concedevano riposo alle orecchie cosi avidi di cibo ed attenzioni, ma il gracchiare incerto, quasi timoroso a chiedere conferma ai genitori se era già giunto, davvero cosi presto il tempo di spiccare il primo volo. Anche il ritmo degli insetti, dei grilli e delle cicale in particolare, che proprio in quelle ore iniziavano il loro frinire si faceva più disteso.


Un discorso a parte merita il lavoro dell'uomo; lì nello specifico i campi erano coltivati a mais, ormai si era agli sgoccioli e mancava poco alla trebiatura, ma in quelle poche settimane in cui ancora i fusti di mais potevano alzarsi cosi in alto, passato il senso di monotona oppressione dei primi tempi, quando quei campi tutti uguali angosciavano l'animo, adesso quei campi immensi sembravano foreste selvagge ed impenetrabili ed anche grazie all'aiuto della fantasia, nonché a quello di Buck, che proprio oggi fiutava ossessivamente verso le piantaggioni, il tutto pareva promettere chissa quali avventure, quali prodigiose  cacce,  se fidandosi di queste suggestioni walter accettasse di lasciarsi  guidare  per quei campi fitti.


Fu proprio nel mezzo di quei pensieri, che il mostro uscì dal  mais dove era acquattato e con rabbia feroce si diresse verso Walter e inizio a sbranarlo, lui non ebbe il tempo di reaggire, troppa era stata la velocità del demone, che gli concesse forse solo il tempo di aver paura. L'uomo in mano teneva il guinzaglio di Buck, dopo un breve strattone, ormai prive di vita, le dita mollarono la presa, il cane emise un ringhio e si preparò ad attaccare la cosa, ma dopo un attimo di esitazione, intuendo che la bestia aveva ultimato il suo pasto e non era ancora sazia, emise un guaito di paura e voltandosi scappo via verso casa, veloce come mai prima di allora. 


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