Sciocchezzuola breve che è nata per rispondere ad una domanda:
Cosa fanno i mostri nel tempo libero?
Mi si perdonino gli errori da cafoni quali sono, hanno creduto di essere bene accetti in una pagina che racconta di orrori.
Io sono il male. L'orrore demoniaco che si rifugia nelle tenebre in agguato, pronto per carpire le vostre anime.
Io sono lo spirito malvagio che intuite dimorare nelle vecchie case, che avvertite al crepuscolo in fondo alla via decadente, nei cimiteri. Gioioso testimone, dell'effimero tempo delle cose umane.
Io sono il mostro!, l'assurdo!, l'irrazionale!, sono ciò che produce i rumori nella notte, i fruscii e lo stridere indecifrabile che vi arriva labile ai timpani, trasportato dall'aria fetida, mia complice maligna. Sono quel rumore nel silenzio a cui tendete l'orecchio, speranzosi di non udire nulla.
Io sono l'ombra intravista che nelle camminate autunnali tra le campagne o lassù nei boschi vi fa voltare di scatto, e ancora tremanti vi invoglia a benedire il Dio a cui indifesi, perché sazi non credete, per la bontà che vi ha dimostrato quando voltandovi impauriti, non avete scorto nulla.
Si! Io sono il terrore, il vostro compagno da bambini, l'amico indesiderato che vi raggiunge in solitudine e fa acuire i vostri sensi, sono quell'alito di vento che si beffa della finestra chiusa, per infrangersi sulla vostra schiena, e che lasciandovi un brivido sulla pelle, vi abbandona lì impietriti a desiderare di non percepire più nulla.
Io sono i vostri brutti sogni, la causa dei sudori freddi e delle urla interrotte. Io sono tutto ciò, ed anche molto altro, perche sono le vostre inconfessabili paure, la chiave che disvela i vostri più turpi desideri, io sono la bestia!, e vivo nell'angolo più buio del ripostiglio, lì dove avete pudore a indirizzare gli occhi. Ormai lo avrete capito; io sono: il demone dell'armadio.
Il mio mestiere nonché gran spasso è rinverdire le vostre paure, specialmente nelle notti lugubri o nei giorni ugiosi, in amicizia vi confesso che é con estrema gioia e premura che mi appresto a questo compito, facendo cose come; farvi udire quel suono sinistro nella stanza, appena un attimo prima che voi entrate e vi accingete ad aprire l'anta, oppure quel flash che intravedete di sfuggita non appena coricati vi decidete a chiudere gli occhi e che di già tutti tremanti vi costringe subito a dischiuderli, ed è sempre opera mia quando sussultando credete di scorgere una faccia alla finestra del terzo piano. senza false modestie lo ammetto, sono un maestro, specializzato in cose del genere, un vero artista! Però credetemi! Nonostante tutto questo, nonostante mi nutra dei vostri fremiti, sono un vostro amico fidato, perché io sono colui che vi accarezza e vi fa palpitare il cuore, che anche nei momenti di maggior esaltazione vi trattiene, e vi ricorda che siete mortali. Perché io sono paura, io sono nato con la vita e senza di essa non sarei nulla, e la vita in tutta la sua indecente abbondanza, che da giustificazione al mio essere, ed è la vita che benché torturandola, cerco di trattenere in questa realtà.
Eppure confesso che la mia esistenza non è in fondo così un grande spasso, anzi in realtà e assai banale: per controvalore a quegli attimi di sublime estasi il resto del mio tempo sono sempre solo, dannatamente solo, dimentico ad occhi che amano la luce, ad aspettare per infinite ore, chiuso nel mio anfratto, a bramare la vostra compagnia, specialmente nei giorni d'estate.
Non oso rivelare, in quel tempo quali tormenti!, ad agognare che la maledetta luce si rassegni all'assurdità dell'universo e ceda, finalmente sfinita il passo alle tenebre. In quei momenti giuro, ho persino pregato che uno di voi altri, fosse anche il più misero e pavido, venisse fiducioso verso il mio nascondiglio e che prendendomi per mano e consolandomi, mi spiegasse che lì fuori non c'è niente che possa farmi male, e sempre tenendomi stretto mi inviti ad uscire dal mio tenebroso eremo, e mi spieghi che il mondo del reale non è nemica del mistero, del immagginato, del ignoto...
Però poi… finalmente il buio... Ed eccomi, allora, rinvigorito agettare via questi pensieri, queste deboli sciocchezze, pronto in agguato che qualcuno si avvicini e sia ben disposto a percepirmi...
Anche noi abbiamo un' esistenza, una storia… cosa credete! E la nostra esistenza non e solo l'estasi suprema di carpire un cuore palpitante, non e solo l'infinita noia ad aspettarvi per ore, giorni, anni! Non e la squallida delusione quando qualcuno di voi si avvicina troppo indaffarato, troppo preso per sentirci. La nostra esistenza è anche molto altro.
Appena venuti al mondo per noi maligni la vita é bella; subito dopo trovato un armadio sicuro nel quale rifugiarci, passiamo quei momenti a macchinare straordinari piani per terrorizzare voi altri. Non che questo periodo non comporta qualche rischio, anzi! Molti giovani della nostra genia, travolti dall'eccitazione si rifugiano frettolosi in armadi ormai inutilizzati, così soli, sono destinati ad avvizzire, in una trepidante attesa, destinata a non esser soddisfatta.
Però se il colpo va a segno quale meraviglia! Che anni fantastici quelli… quanti salti e sussulti, gridolini striduli e vero e prorpio pianto che instancabilmente noi vi procuriamo, purtroppo voi piccoli, mortali umani, vi abituate così presto a tutto, che così per noi diventa sempre più dura terrorizzarvi e salvo quei primi momenti senza fatica, dobbiamo spremerci fino all'osso per portare a segno i nostri scopi, fintanto che nulla più vi scuote, troppo duri e rotti ad ogni emozione, per ormai cogliervi di sorpresa.
Perciò non ci resta che diventare come parassiti ed approfittare di ogni vostro attimo di smarrimento e di debolezza per trascinarvi con noi nel mistero e nell'incubo. Ma man mano che il tempo passa anche questi momenti si fanno più radi, imparate in fretta voi i nostri trucchi, che del resto troppo presi da voi stessi come siete ignorate senza nemmeno farci caso, in quel tempo non possiamo fare altro che aspettare, aspettare che una nuova generazione di voi altri ripopoli le vostre fila, ma non tutti noi abbiamo questa tempra.
Allora alcuni della mia razza perdono se stessi, e per rinvigorirsi, per soddisfare la tremenda fame, smettono di cibarsi della sana paura, la paura ardimentosa. Così si rivolgono ai rimpianti dei vecchi ed al terrore che molti di loro hanno di morire, ma questo è un cibo malsano che guasta chi se ne nutre come chi lo coltiva.
Io per mia fortuna sono un "maligno medio" la mia esistenza tutto sommato può considerarsi fortunata benché non mi sia capitato di finire in un armadio di lusso destinato a servire per chissà quante vite per quanti secoli..., ho trovato una dimora confortevole ed ho avuto la gioia di torturare sia i miei padroni che i loro figli ed infine i loro nipoti. Passati questi tempi, ancora adesso, qui riposto in soffitta, posso nutrire la speranza di non venir dimenticato finendo assieme alla mia casa come cibo per tarme, ma essendo le quattro assi che compongono la mia magione di un minimo pregio, posso permettermi di credere che un qualche revival di mode passate, mi pongano in condizione di godere delle paure di una, forse addirittura di due nuove generazioni.
Ed e cosi che qui riposto aspetto. Aspetto che qualcuno di buona volontà si decida a prendere queste vecchie tavole e gli dia una verniciata, e li sistemi in un angolo favorevole della casa. ed allora io riuscirò ancora col favore della notte a insinuarmi tra i loro pensieri e farli sussultare, allora io sarò pronto a ricordare a voi scimmie simili a Dei la vostra mortalità, la vostra finitezza…
Immagino che adesso, povere bestie, vi stiate chiedendo perché un essere così potente come io mi illustro, non trasmigri semplicemente, in un luogo più consono al mio status. Poveri stolti umani, ancora non avete capito quello che è così lampante ai vostri occhi, che nonostante la vostra stoltezza rinvigorisce i vostri cuori, l'elemento che vi da gioia e vi fortifica e che così tenete poco in conto: la luce.
È la luce il catalizzatore delle nostre paure, la luce che come un cane da preda ci scova dalle nostre tane senza darci tregua, perché essa è ciò che disvela la realtà, la realtà che ci fa troppa paura, troppo orrore. Ciò che paralizza i nostri sensi e ci impedisce di avere l'ardire di uscire là fuori, perché la realtà uccide sia le vostre che le nostre fantasie, la realtà ci misura, per quello che siamo, rivela i nostri confini e ci rende come voi: finiti. E questo mi fa paura! Fa paura a tutti noi maligni, il dover uscire là fuori e fare i conti col reale, disvelato con la luce, ci terrorizza, perché la luce mostra il tangibile, la verità! E la verità è così terribile, così spaventosa, che preferiamo trascorrere tutta la nostra esistenza dentro il cantuccio di un armadio, e se il caso finire assieme a lui, piuttosto che uscirne fuori e fare i conti con essa. E voi poveri stupidi non capite che noi siamo demoni, demoni, che hanno rinunciato a tutto per non dover ammettere di non essere niente.
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