Durante la seconda guerra mondiale gli Americani, stanziati nelle isolette del pacifico per contrastare i Giapponesi, si curavano di ingraziarsi gli indigeni offrendo a quest'ultimi molti e svariati doni per tutta la durata della loro permanenza. Una volta finita la guerra, andati via gli estranei ci si accorse che anche i generosi Dèi che questi avevano portato, erano spariti con loro. Fu così che gli abitanti di quei luoghi tecnologicamente primitivi, per ingraziarsi le divinità a forma di "uccelli di ferro" che lanciavano tutte quelle cose agli stranieri, e convincerli a tornare, iniziarono ad emulare le pratiche dei forestieri, perciò costruirono; torri di controllo in legno, piste di atterraggio, caschi trasmittenti finti, ecc. una volta allestita questa messinscena, si misero ad imitare sacralizandole tutte le operazioni che i soldati dell'esercito Usa mettevano in pratica per prepararsi al lancio delle provviste e dell'equipaggiamento che lo stato maggiore si premurava di inviare. Naturalmente i risultati tra le due pratiche non erano esattamente equivalenti… ma i nativi non demordevano, anzi erano convinti che impratichendosi nei culti sarebbero riusciti prima o poi a tornare in quella effimera età dell'oro. Tutto ciò è ampiamente documentato ed in antropologia e conosciuto sotto il nome di: "culto del cargo".
Sto scrivendo questo post, perché io sono convinto che questo tipo di atteggiamento non sia proprio solo delle società primitive, che tentano così di spiegare portandoli nel mitico, fenomeni che non riescono a comprendere, ma insito nell'anima umana, un meccanismo forse di difesa, utile ad impedire, quando le reali condizioni di vita di una popolazione peggiorano in maniera troppo repentina, di scoraggiarsi eccessivamente guardando in faccia la realtà.
Per dimostrare la mia tesi, prenderò in esame un caso in corso; nello specifico un paese moderno, ma in declino come L'Italia, e cerchero di mostrare come la popolazione che vi abita, é impegnata in tutta una serie di pratiche e credenze utili solo a impedire loro di accorgersi di stare regredendo sempre più.
L'italia moderna é profondamente impregnata dal culto del " bel vivere" mito che si fonda principalmente su quattro pilastri:
Vediamo queste credenze più da vicino:
Il mito del buon mangiare é forse il mito più radicato e universale del paese, a renderlo così vivido ha concorso anche un turismo di massa provinciale, che anche se posto nella condizione di potersi permettere il soggiornare all'estero, é completamente disinteressato a documentarsi sulle usanze culinarie del posto, cosi nei ristoranti locali spesso scelti in base al prezzo, ordina piatti in maniera semi casuale per poi naturalmente restarne delusa, e per saziare lo stomaco si ritrova costretta a ripiegare sulla piu famigliare cucina italiana, in genere pizza. Essendo quest'ultimo un prodotto estraneo alla cultura locale è disponibile ad un prezzo esoso ed è inoltre realizzato in maniera approssimativa, cosa che basta a convincere del tutto i nostri giramondo che: " come si mangia da noi…".
In realtà in italia è come minimo dagli inizi degli anni 80 che "il mangiare" almeno a livello casalingo ha via,via cominciato a declinare , da principio a causa dell'arrivo del benessere repentino, che non concesse alla cucina di "tutti i giorni" di evolversi gradualmente causando in molti strati di popolazione la morte della dieta mediterranea dieta sana forse ma poco gustosa ( ed è bene ricordarlo alle origini prevedeva i piatti di cui ci vantiamo quali; lasagne, tortellini, ragù; cassate, paste al forno, cotechini ecc. solo per le feste comandate e solo se l'anno era stato abbastanza generoso) e l'introduzione di un gran numero di prodotti alieni, usati in modo spesso improprio ed eccessivo, (le penne alla vodka sono i portabandiera di quel periodo, ma rispetto a certe porcherie che si trovano sui ricettari dell'epoca possiamo considerarle "alta cucina", visto che a parte certi eccessi almeno erano mangiabili) in seguito le cose peggiorarono ulteriormente col crescere delle nuove generazioni. Questo fatto é facile da capire, e logico associare col cambio di ruolo che interessò chi materialmente si occupava del cibo, cioè le donne, man mano che la loro vita lavorativa diventava stressante e piena come quella degli uomini, e trovando in questi ultimi una categoria che vedeva motivo di vanto il non saper cuocere un uovo, non disponendo più tutto quel tempo da dedicare al cibo hanno dovuto per forza di cose rivolgersi verso pietanze veloci/già pronte. Perciò a parte una minoranza fortunata che ha trovato un compagno/a che considera il cucinare un hobby piacevole , il resto della popolazione col tempo si è dovuta accontentare di pranzi veloci, insalatine e roba confezionata, concedendosi il piacere del buon mangiare soltanto nelle uscite del fine settimana, siccome però al pari del saper leggere e del ascoltare buona musica anche il mangiare bene é un qualcosa che va coltivato e raffinato col tempo, sono abbastanza convinto che ormai a mangiare davvero bene sono solo pochi fortunati, il resto si accontenta facilmente di un piatto ben presentato esteticamente in un ristorante modaiolo. A prova di quanto scrivo la facile breccia che in questi anni hanno fatto i vari McDonald's, kfc, burger king Starbucks, ecc. soprassedendo per pietà su quei rulli compressori che sono stati gli all you can eat cinesi.
Adesso io posso capire che in città di grosse dimensioni e cosmopolite fenomeni del genere trovino mercato, ma la colonizzazione da noi e stata così profonda e pervasiva nonche così ben accolta che delle due una: o in italia mediamente si mangiava di merda, e l'apertura di grosse catene straniere che almeno rispettassero degli standard minimi è sembrato un progresso, oppure i paesi d'origine di queste multinazionali ci hanno minacciato militarmente di rinunciare al nostro buon cibo per farci ingozzare di hamburger, pollo fritto e pesce crudo.
Il mito del Belpaese, questo mito ha origini illustri, si deve infatti a Dante il conio di questo termine, termine effettivamente appropriato almeno sino agli anni 50 del secolo scorso, però, tralasciando che in questi trecentomila anni il resto dell'umanità non si é limitato a vivere nelle caverne, girarsi i pollici ed invidiare i bei paesaggi e le architetture italiane, ma qualcosina per fortuna si sono ingegnati a farla anche loro!
Comunque In ogni caso L'italiano nell'ultimo cinquantennio si è impegnato a sfregiare il territorio in modo sistematico, lasciando all'incuria, all'abusivismo, ed alla mancanza del benché minimo gusto estetico, la facoltà di operare impunemente. Degli architetti, che avendo la fortuna di abitare nel paese dei mille campanili tutti diversi qual' è il nostro, che invece di provare a rinnovare una tradizione estetica millenaria creando qualcosa di unico, da provinciali quali sono hanno preferito scopiazzare lo stile internazionale, senza la minima mediazione culturale ed in completo spregio di quello che li circondava, ho già scritto. Degli abusi edilizi che deturpano il centro sud sono piene le cronache, abusivismo fin troppo ben tollerato e approvato dai locali in nome "dell'arte di arrangiarsi". Confesso che da meridionale quale sono ho sempre trovato disarmante il bispensiero dei miei conterranei, che magari intanto che ti invitano ad ammirare le bellezze locali, contribuiscono ad offenderle buttando immondizia per terra.
Per similitudine è come se un venditore di tappeti intanto che ti mostra la sua merce, si pulisce su di essa le scarpe sporche di melma, ma tant'è, da quelle parti la bellezza é data per così scontata, come cosa dovuta e di poco valore, che pochissimi si curano di preservarla, e così le strade di ogni ordine e grado sono talmente ricolme di rifiuti che l'intero meridione va assomigliando sempre più ad una pittoresca discarica a cielo aperto.
Per quel che riguarda il nord la situazione e solo apparentemente migliore, riempito di parallelepipedi grigi i quali unici standard da rispettare sono economicita e... basta! Da quattro mura prefabbricate messe li cos'altro potete pretendere, bisogna sbrigarsi e quel che conta è lavorare, lavorare e basta. pensare che cent'anni fa in questi stessi luoghi si sapeva costruire siti industriali, capaci di diventare patrimonio unesco, Nelle campagne c'erano case coloniche costruite da ignoranti(?) contadini che sapevano cosi integrarsi col paesaggio sia d'estate che d'inverno da sembrare formazioni naturali, generate all'alba dei tempi, tanto si intonavano con tutto ciò che gli stava intorno, Adesso molte di quelle casette sono state sostituite dai denarosi figli di quei contadini da graziate e spigolose villette, dai colori sgargianti che stonano come una macchia su un candido vestito, e se si ha l'ardire di far notare la cosa gli arguti proprietari si comportano come quei giovanottoni che compratosi a caro prezzo vestiti sgualciti, pretendono di essere eleganti esibendo lo scontrino fiscale che prova quanto cari abbiano pagato quegli stracci. Per non parlare dell' inquinamento spesso doloso… che da nord a sud appesta l'ambiente.
Il lifestyle, già che per esprimere questo concetto ci dobbiamo rivolgere a termini stranieri dovrebbe far sentire puzza di bruciato, riappropriandoci della nostra lingua e chiamandolo con lo stile di vita italiano che "il mondo ci invidia". Questo mito si divide in due tronconi: lo stile di vita vero e proprio e il "made in italy" ( altro termine significativamente straniero), vediamo di descrivere i due tronconi singolarmente:
Il made in italy è quello strano fenomeno, per cui mettiamo per esempio un frutto che è nato e si è evoluto in sudamerica, per centinaia di migliaia di anni, come ad esempio il pomodoro, se importato, e fatto crescere in italia si viene a scoprire che tutta la sua storia evolutiva ed i suoi adattamenti non valgono niente e in realtà l'italico stivale é il suo vero ambiente ottimale, dove grazie ad una minima variazione si riescono a sfornare prodotti unici ed irripetibili, per i quali una civiltà, come ad esempio quella cinese, capace di produrre lo stato dell'arte della tecnologia, nonché terra natia di bestie quali il maiale ed il pollo, vegetali come i limoni le albicocche, le mele, ecc. è disposta a lavorare a salari da fame, in modo da fornire a noi il meglio che la tecnologia umana ha saputo produrre, in cambio dei suddetti pomodori. Sul serio!, almeno i piu furbi si sono buttati su prodotti come gli insaccati, e sui derivati del latte dove almeno c'è un lavoro di concetto, una filiera dietro, ma sul pomodoro… immagino che se i romani avessero scoperto il san marzano, il mondo non avrebbe dovuto rinunciare cosi presto a quelle belle crocifissioni pubbliche.
Per quanto riguarda lo stile di vita propriamente detto, l'italiano in realta è sempre di corsa, sempre in ritardo, é sempre incazzato, ha sempre cose serie e importantissime da fare, però il locale culto del cargo impone di dire che la vita in italia non è frenetica, anzi!, Quindi a difesa di ciò, qualsiasi indigeno scelto a caso é pronto a giurare che la sua vita sarebbe bellissima molto calma e rilassata, se solo il resto del mondo non fosse popolato da imbecilli di cui lui deve rimediare i disastri per garantire il funzionamento di praticamente qualsiasi cosa, in pratica l'italiano medio si considera a causa delle mancanze degli altri, meno sostituibile di un chirurgo da campo subito dopo una violenta battaglia. Una mitologia del genere che tende a scaricare le colpe di una vita infame sugli altri, naturalmente porta a provare rancore verso tutti indistintamente, perciò di conseguenza lo scopo principale di ogni italiano é cercare di restituire un po' dell' infelicità che lui crede che i cosidetti "altri" gli buttino addosso. Se in italia alla domanda "come va?" Si risponde: "bene" possiamo stare quasi certi di esserci creato un nemico. Oltre ciò é inutile girarci intorno il paese si sta impoverendo, la ricchezza é sempre più concentrata in poche mani, però cinquant'anni di machismo, con miti come quello: "dell' uomo che non deve chiedere mai" grazie anche all'ausilio del rincoglionimento televisivo, ha convinto tutta la nazione che l'essere poveri non é un motivo per cui incazzarsi e mettersi a tagliare qualche testa, ma qualcosa di cui vergognarsi, da nascondere addirittura, un punto debole di cui gli altri potrebbero approfittare. Ed é cosi che si salta la cena per non farsi vedere rinunciare all'Apericena.
La socialità, è inutile negarlo molti altri paesi che come noi si definiscono occidentali, sono più rigidi e restii ai rapporti umani, infatti tutti gli stranieri di quelle latitudini rimangono estremamente stupiti dalla socialità manifestata dal popolo italiano, il guaio e che gli stranieri finite le vacanze vanno via e non hanno tempo di vedere che in generale, gli italiani come sono veloci a dare la propria amicizia, sono altrettanto rapidi nel toglierla, l'amicizia vera in italia è qualcosa di raro, che forse l'italiano proprio a causa di questa sua ipersocialità che lo accomua ai popoli mediteraneei, ricerca spasmodicamente per poi restarne deluso (o deludere). La verità è che gli italiani hanno pochissimi amici e sono pieni di conoscenti e colleghi, gente cui prima di fare un favore c'è da pensarci cento volte se si riesce a ricavare qualcosa indietro, prima che tentino di pugnalarci alla schiena. Se non credete a quanto ho scritto provate a fare un giro sui profili di persone a caso, iscritte in un social abbastanza grosso come Facebook scoprirete che la loro bacheca é piena di memi rancorosi dove si inveisce contro conoscenti e falsi amici che: giudicano gli altri, non si fanno i fatti propri, sparlano alle spalle, peccano di irriconoscenza ecc.
Naturalmente come tutti i miti, come bene sa chi studia queste cose anche questi non sono propriamente campati in aria, anzi! Semplicemente descrivono una realtà passata, mitizzando tutto questo e ritualizzandolo; chi pratica questi culti spera in qualche modo grazie a questo rituale magico di riportarlo in vita. Al pari dei culti del cargo, temo però che non ci sia da aspettarsi grandi risultati.