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venerdì 28 maggio 2021

Piccola escursione tra kissinger, Gattopardi e Viceré; un'elogio a Federico De Roberto


Durante un'intervista fattagli nei suoi anni di gloria, Henry Kissinger tra il serio e il divertito disse che l'unico paese su cui non voleva esprimere opinioni  era l'Italia, perché nonostante la sua riconosciuta esperienza, della politica italiana non riusciva a capirci niente. 




Se ne avessi l'occasione gli consiglierei, sempre che sia interessato a sopperire a questa lacuna e riuscire a comprendere  qualcosa di più non solo su questo particolare tema, ma un po' su tutti gli aspetti che riguardano la vita comunitaria di questo strano paese, a cominciare dalla sua particella fondamentale la famiglia, di leggere un libro di uno scrittore siciliano, un libro ambientato durante il risorgimento.  E no, non mi sto riferendo all'inflazionato Gattopardo, quello, come aveva ben capito Sciascia (ma non solo lui) è  un testo reazionario, scritto dall'elite per altre élite, non a caso per farlo digerire alle masse occorse la mediazione (il camuffamento direi)  di un altro nobile passato dall'altra parte della barricata : il regista Luchino Visconti appunto. Il gattopardo in breve è  l'ultimo tentativo di  difesa di una classe al tramonto che per assolversi almeno un poco  si propose; indubbiamente con buoni risultati, di spiegare un popolo, non la nazione. Quello per così dire, è un libro che tira bilanci, non fa previsioni.






Invece credo sia utile per capire meglio questo paese, senza malinconie partigiane o regionalistiche, ma ragionando e portando il ragionamento sulla strada che vuole seguire, affidarsi alla bella e colta penna di Federico De roberto e il suo "I viceré", anzi meglio ancora raccomando la lettura integrale della sua saga degli Uzeda. In quei libri, si riesce a decifrare davvero il potere, le sue connivenze, le motivazioni profonde, gli intrighi e le meschinità che lo muovono. Nelle parole di De roberto, ci viene svelato di come le classi dominanti non siano demoni infernali occupati ad ordire trame complicate, ma esseri umani, al massimo forse dei poveri diavoli pronti anch'essi a vendersi l'anima per soddisfare illusorie vanità, stupide ripicche e voglia di distinguersi. 






De roberto, a chi capace di capire, chiarisce perché in italia gli ecclesiastici siano al massimo temuti, ma raramente amati, spiega perché giolitti sia diventato il " ministro della malavita", chiarisce anche, per avvicinarci a questo nostro tempo come mai uno come Berlusconi nonostante tutti i capitali di cui dispone, abbia passato gli ultimi anni a tribolare con la politica.






Le storie degli Uzeda ci spiegano per dirla con Totò; del perché questo è un paese sempre con meno uomini e più  caporali, di come la forse apocrifa frase di D'azeglio si sbagliava,  gl'italiani erano belli che fatti molto prima dell'italia stessa, e il caso forse sarebbe stato quello di disfarli, non di farli. Nell'opera di De roberto riconosciamo quel: " Lei non sa chi sono io!" Che se al giorno d'oggi raramente abbiamo pudore di gridare ad alta voce, è  sempre ben presente nelle nostre teste, specie quando ci accingiamo ad autoassolverci  delle piccole, o grandi furberie che ogni giorno commettiamo. 




Con un secolo di anticipo l'autore  è riuscito a presagire quell'individualismo che forse proprio da noi più  che da altre genti si è fatto estremo, e ci porta ad essere indifferenti mentre quella nave in comune che si chiama nazione, imbarca acqua,  perché trovandoci magari su un pezzo di legno ancora asciutto, non riusciamo a capire che se la nave affonda anche il cantuccio che ci siamo ritagliati per noi, farà altrettanto. Così allo stesso modo  facciamo finta di non vedere le tribolazioni degli altri e le storture che giornalmente accadono, perché come gli Uzeda  ci crediamo troppo furbi o troppo in alto  per finire intrappolati in certi meccanismi, salvo poi caderci rovinosamente dentro sotto gli sguardi impassibili degli altri, convinti a loro volta che tutto ciò non li riguarda.




De Roberto è assieme a Manzoni il più lucido e smaliziato analista del nostro spirito nazionale. I viceré non meno dei promessi sposi, è  davvero il romanzo fondativo di questo paese, dove attraverso le vicende a volte  gravi, a volte futili, di una grande famiglia lo scrittore è riuscito ad illustrare il carattere di una nazione.




Per concludere, una postilla dedicata a Sciascia che avevamo nominato prima; anche lui si propose di interpretare la sua contemporaneità con un'intrigante  metafora: una linea della palma che designa il limite massimo dove quest'albero riesce  ad acclimatarsi, linea che ogni anno sale sempre un poco più a nord trascinandosi  e facendo attecchire assieme ad essa, anche alcune cattive abitudini provenienti dall'areale d'origine dell'albero.  Ecco in parte di questa teoria dissento, in realtà anche al nord le palme c'erano già, anche rigogliose in vero. Forse perché di altre specie, lo scrittore non riuscì a riconoscerle.




                                                            D. I.







… Ma la storia della nostra famiglia è piena di simili conversioni repentine, di simili ostinazioni nel bene e nel male... Io farei veramente divertire Vostra Eccellenza, scrivendole tutta la cronaca contemporanea con lo stile degli antichi autori: Vostra Eccellenza riconoscerebbe subito che il suo giudizio non è esatto. No, la nostra razza non è degenerata: è sempre la stessa.»




                                              F. De Roberto



venerdì 21 maggio 2021

il pd spiegato nuova versione

Premessa oggi 05-03-2023 ho ascoltato il bellissimo podcast: "La grande imboscata" di Gabriele Germani, che potete trovare a questo indirizzo:  https://anchor.fm/gabriele-germani/episodes/La-grande-imboscata-8-Intervista-a-Gianfranco-La-Grassa-su-Mani-Pulite--Tangentopoli-e-caduta-del-Governo-Berlusconi-e1vi0hr,  dove si parlava dell'argomento di questo post, cosi mi è venuta voglia di rileggere quanto io stesso avevo scritto sul tema. A questa rilettura ho trovato il post molto confuso e criptico, perciò nei limiti del possibile ho cercato di modificarlo per renderlo più chiaro, naturalmente non ho assolutamente modificato intuizioni esplicitate nel post, che dopo il podcast in oggetto o altre letture col senno del poi ritengo sbagliate o  imprecise, in questi casi mi sono limitato a fare delle notarelle per riportare anche la versione che adesso mi appare  corretta o comunque più plausibile.




Oggi voglio provare a scrivere una fantasia: 

C'è una cosa che gli elettori del ex partito comunista, ex democratici di sinistra ecc., non hanno capito o forse fingono di non capire, cioè che il partito democratico, dopo la caduta del muro di Berlino ha rinnegato tutta la sua appartenenza ideologica (ma non i suoi metodi), per passare a posizioni ultra atlantiste ed antieuropee, nel senso più profondo del termine, ovvero nel senso culturale; è diventato cioè quel partito radicale di massa precognizato da Del Noce in tempi non sospetti.


Per spiegare perché tutto ciò sia avvenuto,  voglio provare a tracciare una breve  "controstoria" di quel periodo, ma visto che per il momento non ci sono prove concrete a sostegno della mia tesi, vi invito come da frase d'apertura a considerare tutto il post come pura speculazione, un esperimento di fantapolitica, per così dire. 



Per iniziare torniamo con la mente agli  anni appena prima della caduta del muro di Berlino; chi c'era ricorderà che in Italia la situazione dei maggiori partiti dell'epoca era pressappoco la seguente:

  • Il P.C. agli ordini di Mosca, vista come casa madre nonché base ideologica.

  • La democrazia cristiana seduta a Roma ma con un piede in Vaticano e l'altro  al di là dell'atlantico, dove in verità veniva  mal tollerato a causa dei contrasti ideologici e la troppa intraprendenza politica di certi suoi membri.

  • I socialisti, finalmente con Craxi liberi dal complesso di fratello minore verso il P.C., smaniosi di fare vedere quanto valevano assicurando un posto al sole al paese (Sigonella, Ustica ecc, sono fatti legati a questi tentativi.), senza però volersi (anche perché impossibile) allontanare troppo dallo scomodo ombrello americano, potremmo dire che al momento aspiravano solo a ritagliarsi la libertà di poter dare al paese una bella tintarella. 


crisi di sigonella, uno dei tanti episodi mal sopportati dagli americani.


Con  la Caduta del muro e l'approssimarsi della fine della guerra fredda, socialisti e  democristiani (con quest'ultimo che fino ad allora era stato, come già detto, il principale referente degli USA), non capirono fino in fondo che alcune licenze che lo "zio Sam"  già mal tollerava, ma concedeva loro, sia per la posizione strategica che lo stato italiano ricopriva, sia per il fatto di avere in casa il più grosso partito comunista dell'occidente, adesso erano finite. Invece il partito comunista si rese subito conto*, che con il crollo del muro di Berlino, la rapida dissoluzione del blocco comunista e la morte della casa madre, non solo rimanevano senza protettori internazionali dentro un paese a "libertà vigilata", ma tutta la loro impalcatura ideologica cessava di avere giustificazioni materiali, quindi era necessario, per non finire ecclissati dai lanciatissimi socialisti e sparire assieme all'URSS, giustificare la propria esistenza , trovando un nuovo riferimento culturale di stampo progressista e storicamente affermato.


Fu così che dopo un repulisti all'interno del P.C.I.,  con il cambio di nome e la fuoriuscita degli elementi più impresentabili, i malumori americani verso gli alleati italiani e le esigenze comuniste, passati i primi momenti di confusione, parvero convergere, e con l'insediamento alla presidenza americana di un democratico; Bill Clinton, addirittura si fusero definitivamente insieme.


Come dicevamo questa è fantapolitica e perciò possiamo dare sfogo alla nostra fantasia; in questo modo con la "fantasia" intendo, è facile immaginare come certi poteri americani  ( si può dire o suona complottista?) Intenzionati a sbarazzarsi da un lato, di alcuni elementi fastidiosi, oscurantisti e di stampo papista presenti dentro la DC  e dall'altro dei troppo intraprendenti socialisti, stringessero un patto "scellerato" con l'ex nemico, adesso desideroso di impegnarsi a diventare il loro nuovo partito di riferimento, e forse già allora con l'implicita intesa che dà "partito comunista" già  PDS, diventassero nel tempo  "partito democratico". Mentre gli  apparati americani si impegnarono a loro volta a dare una "manina" per  fare piazza pulita degli avversari fino ad allora predominanti e facilitarne così la scalata ai vertici: ed ecco in questo modo spiegati i processi di mafia e tangentopoli, vicende che non a caso sfiorarono solo di striscio il P.C. e nel caso di tangentopoli videro come suo personaggio simbolo un individuo che era capace di parlare peggio di quanto io sia capace di scrivere :lol.  Per fortuna che a scombussolare almeno in parte questi piani ci penso la discesa in campo di Berlusconi...

Dicevamo che questo post è solo un lavorio di immaginazione ma siccome il vero spesso supera la fantasia, non deve stupire come tanti piccoli indizi nella realtà sembrano dare una qualche forma di plausibilità alla mia storia, parlo di cose come il fatto Che in Europa l'unica sinistra magioritaria a non derivare dal socialismo europeo ma da un partito marxista-leninista è appunto la "sinistra" italiana, o che in Italia l'unico partito sopravvissuto al crollo del muro di Berlino sia proprio il partito comunista, o ancora di come tanti fuoriusciti della DC (evidentemente considerati fedeli da qualcuno), trovarono dentro il partito ex avversario una sistemazione comodissima e di rilievo,  potrei continuare poi ricordando di come il governo italiano allora guidato da Dalema, si aggrego senza esitazioni alle operazioni di bombardamento NATO in Serbia, o ancora di come quel partito ripetiamo: ex comunista, nel tempo a teso sempre più ad avvicinarsi alle posizioni "liberals" americane, verità quest'ultima su cui vorrei soffermarmi un attimo, per dopo avviarmi a concludere il post.


Quello che gli elettori di quel partito non vogliono capire è che il partito democratico per conservare il potere, oltre ad essersi asservito totalmente a Washington con la stessa cieca e stupida fedeltà con cui sotto altro nome prima serviva Mosca,  ha fatto sue le ideologie radical-progressiste di quella nazione, quindi in linea con i suoi nuovi ideologi d'oltre oceano, ormai poco gli importa che il 90% delle risorse siano detenute dal 10% della popolazione. Quello che gli interessa e che in quel 10% siano rappresentati: neri, donne, gay ecc. 

Benché come premesso questa è solo una speculazione(meglio ripetere), chi mi legge Ammettera che se si guarda il partito democratico sotto questa lente, dopo risulta facile capire  perché con 3 operai morti al giorno, il dibattito di questi tempi all'interno di quel partito sia lo "ius soli" e il "ddl zan".  


Ma i nostalgici non disperino, qualcosa del vecchio partito è stato mantenuto e per accorgersene basta che qualcuno ad esempio non sia d'accordo con questa scala dei valori, magari perchè come da tradizione Europea, specie comunista, mette al primo posto la giustizia sociale rispetto ai diritti civili, vedrete allora come in un lampo questo dissidente si ritroverà contro tutto il pattume culturale ancora pesantemente egemonizzato, che lo etichetteranno come fascista o collaboratore dei fascisti, accusa  che come ai bei vecchi tempi, non si nega a nessuno, ne sanno qualcosa  perfino le "br"; qualcuno forse ricorderà ancora di come gli esponenti del P.C. inserissero il termine "cosidette" tra la parola brigate e la successiva rosse. Perché  quel partito come accennato prima, ha sì cambiato ideologia, ma non metodi e forma mentis,  perciò  non tollera chi "li supera a sinistra".


Come in tutte le storie di fantasia anche in questa mia c'è una morale: la morale di questo canovaccio di trama è che nonostante tutti i loro mali, acutizzati negli ultimi tempi, c'è  da apprezzare gli Stati Uniti, che ci concedono ancora la libertà di poter scrivere certe "speculazioni", purtroppo c'è  anche di che intristirsi, stavolta per determinati popoli, che alcune vicende del proprio passato, per comodità di vita le leggono appunto solo come fantasie.      


A comodità mia e di chi legge riporto una breve cronologia dei fatti più salienti del periodo in esame:

11 ottobre 1985 crisi di sigonella 

09  novembre 1989 cade il muro di Berlino 

03 febbraio 1991 nascita del PDS

08 dicembre 1991 fine dell'URSS  

30 gennaio 1992 sentenza definitiva maxi processo di palermo

17 febbraio 1992 inizia tangentopoli

23 maggio 1992 strage di capaci

20 gennaio 1993 insediamento di Clinton 

04  marzo 1993 processo andreotti

26 gennaio 1994 discesa in campo di Berlusconi 

Ps

Visto che siamo nell'anno Dantesco, se dovessi dare un seguito a questa storia, potrebbe essere una buona idea parlare di un fiorentino, che resosi conto che la scalata al partito di riferimento del deep state Americano in Italia è troppo ardua,  decide di fondare un partito ex novo per provare a scippargli il ruolo, come ai tempi loro lo scipparono alla democrazia cristiana,  magari per dare un tocco di esotismo alla cosa, inserirei anche qualche viaggio in Arabia.



*Update 05-03-2021 Il professor Gianfranco La Grassa data l'avvicinamento tra comunisti italiani e america non all''indomani della caduta del muro ma addirittura agli inizi degli anni settanta con  Berlinguer, che già persuaso delle difficoltà dell'URSS inizio a muoversi per trovare dei referenti internazionali oltreatlantico, mi pare abbia ragione lui, la caduta del muro probabilmente accelero solo dei processi già in corso. 


martedì 4 maggio 2021

Il bisogno di un etica forte

Ho anche altre pecore, che non sono di quest'ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore.

                                                     Gv 10,16




L'essere umano, così come tutti gli altri esseri viventi, si è evoluto in un ambiente relativamente povero di risorse; questo fatto fisico ha dato origine ad un comportamento molto competitivo in ogni creatura del pianeta, in particolare nell'uomo; ciò  lo porta a mettere  egoisticamente se stesso sempre prima degli altri, a mentire, rubare, combattere e se necessario uccidere per raggiungere i propri scopi.


Tutti questi generi di comportamento, amalgamati da una discreta dose di crudeltà ( l'amare il male per il male) fanno parte di quello che la società tradizionale definiva: " peccato originale"  un lato bestiale ed oscuro insito dentro di noi, difficile da controllare. Essendo però gli umani una specie sociale, per porre un freno a questi istinti e potersi permettere una convivenza proficua e nei limiti del possibile pacifica con altri membri del proprio tipo; sin dai tempi più remoti gli uomini  si sono dotati di un'etica, civile o religiosa che sia per il nostro discorso poco importa, anche se è interessante far notare come un'etica di tipo religioso sia più per sua natura universale e facilmente esportabile, rispetto ad etiche di tipo civile, oltre che più solide, in quanto non rispondendo ai rappresentanti del potere di turno, non subiscono fluttuazioni in base al carisma di quest'ultimi, ma imporrà agli uomini di rendere conto alla divinità stessa.


Generalmente  l'avanzamento etico di una civiltà sopravanzava di molto il suo progresso tecnologico, questo fatto in tutta la storia umana ha permesso grosso modo che tutte le conquiste tecniche dell'uomo, venissero per così dire "domate" dal suo senso etico, per tutta la sua storia il fine ultimo dell'essere umano almeno a livello teorico era l'affrancamento e il riscatto di tutta l'umanità. Ed a questo punto e importante notare  come più le conquiste tecniche rendevano l'uomo potente materialmente, più il concetto di uomo si allargava da prima al clan, poi a tutta la città, poi ancora alla nazione, in seguito all'impero, e così via, e di come al contrario la dignità di essere umano si fa più esclusiva e stringente al calare delle capacità  tecnologiche e di sofisticazione culturale.


Verso la seconda metà dell'Ottocento, con da un lato gli strascichi degli ideali napoleonici di stampo rivoluzionari-illuministici, dall'altro l'avvento della rivoluzione industriale, questo stato di cose iniziò a frantumarsi, e così possiamo osservare come alcune società umane, per la prima volta nella storia si ritrovano con capacità materiali che sorpassano il senso etico dei suoi membri,  ma in questo modo l'orrore con freni indeboliti a trattenerlo, si fa di massa. Se nei millenni addietro l'istinto al massacro dell'essere umano veniva in qualche modo ostacolato dalle sue possibilità tecniche,  durante gli ultimi secoli questo handicap decade, non credo sia un caso se  dall'Ottocento in poi i genocidi siano così numerosi.


Il caso emblematico di tutto ciò e naturalmente il nazismo, che approfittando di tutto l'avanzamento tecnico del popolo tedesco, e dello sconquasso di quella società, tenta di dargli una nuova etica pseudo scientifica e darwiniana, essendo però questa etica rozza e primitiva,  è assolutamente non adatta ai mezzi tecnici che la società tedesca possedeva, per ciò  li condusse sostenendolo all'olocausto della minoranza ebraica e di tutti gli individui considerati in qualche maniera inferiori.


Dicevamo il caso tedesco puo rivelarsi emblematico, ma non è certo l'acme del processo, infatti subito dopo grazie alla guerra fredda e la conquista delle armi atomiche abbiamo rischiato di raggiungere nuovi primati, in un'ideale classifica degli orrori, e per arrivare al succo del discorso; benché l'incubo di una guerra atomica oggi sia relativamente più remoto, sono convinto che il relativismo dei valori cui soffre la società attuale che si e acutizzato rispetto ai decenni passati, unito alle straordinarie scoperte scientifiche degli ultimi tempi, sia il pericolo più pressante che minaccia la specie umana. 



Il ritardo della dimensione etica nella nostra società ha portato ad un mondo dove ogni ideologia è diventata vera; ma un luogo dove tutto è vero e anche un luogo dove tutto è contemporaneamente falso,  le stesse verità scientifiche si stanno relativizzando, e l'uomo privo di un appiglio forte viene spogliato sia delle sue certezze, sia della sua spiritualità e ridotto cosi all'aspetto materiale e zoologico, l'unico possibile in quanto autoevidente.  Ciò ci a condotto a situazioni estreme, di cui un ottimo esempio sono certe ideologie verdi, dove  gli esseri umani che vi aderiscono, spinti anche da sentimenti senza dubbio benevoli verso un distorto senso ecologico, considera, riducendo ai minimi termini la questione,  come l'unica cosa che li distingue da altri esseri viventi;  la volontà di sopravvivere in quato specie che ha esperienza della morte  e la determinazione cosciente nel farlo, coscienza che spera affievolirsi nei propri simili a favore di benefici effetti sull'ecosistema e inconsciamente forse, a loro stessi, la volontà di potenza applicata alle amebe.


non è la prima volta che l'essere umano si ritrova ad un cambio di morale, l'egemonia romana, l'affermarsi del cristianesimo ecc. Però è senza dubbio la prima volta che questo stravolgimento si verifica senza la prospettiva di un sostituto "forte" valido,  e con l'avanzamento tecnico/scientifico che procede in maniera spedita. Ciò produce principalmente due problemi altrettanto urgenti e insidiosi:


Da un lato la negligenza dell'occidente che dell'avanzamento tecnologico e stato il principale artefice, ed ha esportato la sua potenza scientifica, ma non si e curato di fare altrettanto con un'etica in grado di domarla, ed in questo modo a consegnato un potere incontrollato in mani forse non preparate ad usarlo, e come esempio di ciò mi basta citare le violenze tribali dell'africa nera, rese ancora più feroci e vaste grazie all'uso delle tecnologie bianche. O ancora tutto il dibattito sull'eugenetica sollevato da alcune politiche e branche di ricerca condotte dalla società cinese, società che è bene ricordare avendo conosciuto l'Olocausto dalla parte delle vittime, se bene con altrettanta ferocia  per mano giapponese,  non ha però provato il rigore e l'ideologica determinazione tedesca, e ha quindi meno scrupoli ad intraprendere certe pratiche, rispetto ad un occidente che avendo in toto contribuito alla nascita ed all'affermarsi di quei fermenti malefici ed inumani, è meno intraprendente e piu cauto, ad autorizare le medesime pratiche.


Dall'altra appunto il barcollare dell'occidente stesso, che sprovvisto se medesimo, di un etica forte e condivisa, si ritrova  ormai  in balìa al relativismo più estremo, che lo vede attaccarsi come già detto, al più rozzo materialismo per cercare un qualche punto di riferimento, ma con ciò facendo si rischia di sminuire la condizione umana sino a ridurla ad un qualcosa di meccanicistico, replicabile e per sottinteso sostituibile, ed in questo modo autoalimentare quel odio di sé, alimentazione che consiste nel riconoscersi come specie senza un significato forte, tutto ciò trova ottimi modelli esplicativi nell'esempio di prima su un preteso ritorno alla natura dove quest'ultima e sempre benefica, giusta e protettrice, contrapposta all'uomo, meglio se bianco ed occidentale a cui si attribuisce il ruolo di prevaricatore, invasivo e venefico. O ancora nella moda dell'identitarismo, moda che in antitesi con quanto ho cercato di porre in evidenza alcuni paragrafi prima, sul progressivo ampliamento della dignità umana,  pretende di classificare e descrivere gli esseri umani in tutto il loro essere  per differenze minime e superficiali ( sesso, colore della pelle, religione) frammentandoli in un pulviscolo di sottogruppi e riducendoli di fatto in marionette predeterminate e conoscibili, pretendendo in certi casi per assecondare questi loro capricci infantili di "accomodare" quando non cancellare del tutto certe acquisizioni scientifiche, senza altra prova a supporto delle loro motivazioni che le loro credenze ideologiche stesse.  Oltre ai pericoli insiti di per sé in atteggiamenti del genere, che espongono la società, specialmente se democratica a cambi di ideali ed umori rapidi e repentini dell'opinione pubblica,  suscitate dall'emozione del momento piuttosto che da una ponderata riflessione, non e da sottovalutare nemmeno il rischio che gruppi di potere per interessi egoistici sfruttino queste incertezze per tornare anche grazie al uso accorto dei nuovi media  ad un concetto di verità come utile del più forte, riuscendo in questo modo a sfruttare le cospicue capacità che le nuove acquisizioni tecnologiche ci hanno permesso, come mezzi per ottenere i propri fini egoistici, incuranti delle aspirazioni e dignità dell'essere umano come specie. 

 

Non si tratta di limitare la scienza ma semmai di rimettere l'uomo al centro dell'esperienza umana, il riflettere che non siamo costruiti solo di materia razionale, ma anche il simbolo ed il rito se profondi nella nostra specie hanno valenza, e che sopratutto, quando l'uomosi ritrova  meccanizato esso stesso e deresponsabilizato delle proprie azioni diventa capace, come gli avvenimenti del passato ci hanno dimostrato, di compiere ogni male, specialmente se non si rende nemmeno conto di commetterlo.