Ho anche altre pecore, che non sono di quest'ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore.
Gv 10,16
L'essere umano, così come tutti gli altri esseri viventi, si è evoluto in un ambiente relativamente povero di risorse; questo fatto fisico ha dato origine ad un comportamento molto competitivo in ogni creatura del pianeta, in particolare nell'uomo; ciò lo porta a mettere egoisticamente se stesso sempre prima degli altri, a mentire, rubare, combattere e se necessario uccidere per raggiungere i propri scopi.
Tutti questi generi di comportamento, amalgamati da una discreta dose di crudeltà ( l'amare il male per il male) fanno parte di quello che la società tradizionale definiva: " peccato originale" un lato bestiale ed oscuro insito dentro di noi, difficile da controllare. Essendo però gli umani una specie sociale, per porre un freno a questi istinti e potersi permettere una convivenza proficua e nei limiti del possibile pacifica con altri membri del proprio tipo; sin dai tempi più remoti gli uomini si sono dotati di un'etica, civile o religiosa che sia per il nostro discorso poco importa, anche se è interessante far notare come un'etica di tipo religioso sia più per sua natura universale e facilmente esportabile, rispetto ad etiche di tipo civile, oltre che più solide, in quanto non rispondendo ai rappresentanti del potere di turno, non subiscono fluttuazioni in base al carisma di quest'ultimi, ma imporrà agli uomini di rendere conto alla divinità stessa.
Generalmente l'avanzamento etico di una civiltà sopravanzava di molto il suo progresso tecnologico, questo fatto in tutta la storia umana ha permesso grosso modo che tutte le conquiste tecniche dell'uomo, venissero per così dire "domate" dal suo senso etico, per tutta la sua storia il fine ultimo dell'essere umano almeno a livello teorico era l'affrancamento e il riscatto di tutta l'umanità. Ed a questo punto e importante notare come più le conquiste tecniche rendevano l'uomo potente materialmente, più il concetto di uomo si allargava da prima al clan, poi a tutta la città, poi ancora alla nazione, in seguito all'impero, e così via, e di come al contrario la dignità di essere umano si fa più esclusiva e stringente al calare delle capacità tecnologiche e di sofisticazione culturale.
Verso la seconda metà dell'Ottocento, con da un lato gli strascichi degli ideali napoleonici di stampo rivoluzionari-illuministici, dall'altro l'avvento della rivoluzione industriale, questo stato di cose iniziò a frantumarsi, e così possiamo osservare come alcune società umane, per la prima volta nella storia si ritrovano con capacità materiali che sorpassano il senso etico dei suoi membri, ma in questo modo l'orrore con freni indeboliti a trattenerlo, si fa di massa. Se nei millenni addietro l'istinto al massacro dell'essere umano veniva in qualche modo ostacolato dalle sue possibilità tecniche, durante gli ultimi secoli questo handicap decade, non credo sia un caso se dall'Ottocento in poi i genocidi siano così numerosi.
Il caso emblematico di tutto ciò e naturalmente il nazismo, che approfittando di tutto l'avanzamento tecnico del popolo tedesco, e dello sconquasso di quella società, tenta di dargli una nuova etica pseudo scientifica e darwiniana, essendo però questa etica rozza e primitiva, è assolutamente non adatta ai mezzi tecnici che la società tedesca possedeva, per ciò li condusse sostenendolo all'olocausto della minoranza ebraica e di tutti gli individui considerati in qualche maniera inferiori.
Dicevamo il caso tedesco puo rivelarsi emblematico, ma non è certo l'acme del processo, infatti subito dopo grazie alla guerra fredda e la conquista delle armi atomiche abbiamo rischiato di raggiungere nuovi primati, in un'ideale classifica degli orrori, e per arrivare al succo del discorso; benché l'incubo di una guerra atomica oggi sia relativamente più remoto, sono convinto che il relativismo dei valori cui soffre la società attuale che si e acutizzato rispetto ai decenni passati, unito alle straordinarie scoperte scientifiche degli ultimi tempi, sia il pericolo più pressante che minaccia la specie umana.
Il ritardo della dimensione etica nella nostra società ha portato ad un mondo dove ogni ideologia è diventata vera; ma un luogo dove tutto è vero e anche un luogo dove tutto è contemporaneamente falso, le stesse verità scientifiche si stanno relativizzando, e l'uomo privo di un appiglio forte viene spogliato sia delle sue certezze, sia della sua spiritualità e ridotto cosi all'aspetto materiale e zoologico, l'unico possibile in quanto autoevidente. Ciò ci a condotto a situazioni estreme, di cui un ottimo esempio sono certe ideologie verdi, dove gli esseri umani che vi aderiscono, spinti anche da sentimenti senza dubbio benevoli verso un distorto senso ecologico, considera, riducendo ai minimi termini la questione, come l'unica cosa che li distingue da altri esseri viventi; la volontà di sopravvivere in quato specie che ha esperienza della morte e la determinazione cosciente nel farlo, coscienza che spera affievolirsi nei propri simili a favore di benefici effetti sull'ecosistema e inconsciamente forse, a loro stessi, la volontà di potenza applicata alle amebe.
non è la prima volta che l'essere umano si ritrova ad un cambio di morale, l'egemonia romana, l'affermarsi del cristianesimo ecc. Però è senza dubbio la prima volta che questo stravolgimento si verifica senza la prospettiva di un sostituto "forte" valido, e con l'avanzamento tecnico/scientifico che procede in maniera spedita. Ciò produce principalmente due problemi altrettanto urgenti e insidiosi:
Da un lato la negligenza dell'occidente che dell'avanzamento tecnologico e stato il principale artefice, ed ha esportato la sua potenza scientifica, ma non si e curato di fare altrettanto con un'etica in grado di domarla, ed in questo modo a consegnato un potere incontrollato in mani forse non preparate ad usarlo, e come esempio di ciò mi basta citare le violenze tribali dell'africa nera, rese ancora più feroci e vaste grazie all'uso delle tecnologie bianche. O ancora tutto il dibattito sull'eugenetica sollevato da alcune politiche e branche di ricerca condotte dalla società cinese, società che è bene ricordare avendo conosciuto l'Olocausto dalla parte delle vittime, se bene con altrettanta ferocia per mano giapponese, non ha però provato il rigore e l'ideologica determinazione tedesca, e ha quindi meno scrupoli ad intraprendere certe pratiche, rispetto ad un occidente che avendo in toto contribuito alla nascita ed all'affermarsi di quei fermenti malefici ed inumani, è meno intraprendente e piu cauto, ad autorizare le medesime pratiche.
Dall'altra appunto il barcollare dell'occidente stesso, che sprovvisto se medesimo, di un etica forte e condivisa, si ritrova ormai in balìa al relativismo più estremo, che lo vede attaccarsi come già detto, al più rozzo materialismo per cercare un qualche punto di riferimento, ma con ciò facendo si rischia di sminuire la condizione umana sino a ridurla ad un qualcosa di meccanicistico, replicabile e per sottinteso sostituibile, ed in questo modo autoalimentare quel odio di sé, alimentazione che consiste nel riconoscersi come specie senza un significato forte, tutto ciò trova ottimi modelli esplicativi nell'esempio di prima su un preteso ritorno alla natura dove quest'ultima e sempre benefica, giusta e protettrice, contrapposta all'uomo, meglio se bianco ed occidentale a cui si attribuisce il ruolo di prevaricatore, invasivo e venefico. O ancora nella moda dell'identitarismo, moda che in antitesi con quanto ho cercato di porre in evidenza alcuni paragrafi prima, sul progressivo ampliamento della dignità umana, pretende di classificare e descrivere gli esseri umani in tutto il loro essere per differenze minime e superficiali ( sesso, colore della pelle, religione) frammentandoli in un pulviscolo di sottogruppi e riducendoli di fatto in marionette predeterminate e conoscibili, pretendendo in certi casi per assecondare questi loro capricci infantili di "accomodare" quando non cancellare del tutto certe acquisizioni scientifiche, senza altra prova a supporto delle loro motivazioni che le loro credenze ideologiche stesse. Oltre ai pericoli insiti di per sé in atteggiamenti del genere, che espongono la società, specialmente se democratica a cambi di ideali ed umori rapidi e repentini dell'opinione pubblica, suscitate dall'emozione del momento piuttosto che da una ponderata riflessione, non e da sottovalutare nemmeno il rischio che gruppi di potere per interessi egoistici sfruttino queste incertezze per tornare anche grazie al uso accorto dei nuovi media ad un concetto di verità come utile del più forte, riuscendo in questo modo a sfruttare le cospicue capacità che le nuove acquisizioni tecnologiche ci hanno permesso, come mezzi per ottenere i propri fini egoistici, incuranti delle aspirazioni e dignità dell'essere umano come specie.
Non si tratta di limitare la scienza ma semmai di rimettere l'uomo al centro dell'esperienza umana, il riflettere che non siamo costruiti solo di materia razionale, ma anche il simbolo ed il rito se profondi nella nostra specie hanno valenza, e che sopratutto, quando l'uomosi ritrova meccanizato esso stesso e deresponsabilizato delle proprie azioni diventa capace, come gli avvenimenti del passato ci hanno dimostrato, di compiere ogni male, specialmente se non si rende nemmeno conto di commetterlo.
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