Leggevo proprio adesso i commenti sotto l'articolo dell'ennesimo allarme: i giovani non fanno più figli. La maggior parte dei commenti incolpava la scarsità di denaro. Anche se le condizioni generali sono realmente peggiorate e la stabilità di un tempo nel bene come nel male, diventa sempre più una chimera. In fondo, lo sappiamo: ciò è solo il pretesto di chi non vuole guardarsi dentro e cerca una giustificazione esterna: è colpa di...
In verità continuiamo a vivere in uno dei periodi con i più alti tassi di benessere diffuso che la storia ricordi. La Grecia classica, Roma, il Rinascimento, erano periodi di profonda miseria se paragonati alla nostra decadenza, di diverse misure di grandezza, per giunta.
Alla fine, però, leggo un commento più meditato: i giovani hanno smesso di fare figli perché sono più responsabili delle precedenti generazioni, motivo per cui sanno quale responsabilità e impegno comporta.
Poveri ragazzi disgraziati: questo vi hanno trasmesso i vostri padri, solo la fatica, solo l'impegno di continuare la vita. Case piene di benessere, ma prive della gioia di condividere, fosse anche un torsolo di mela per ricevere un sorriso.
Eppure, nonostante allevati come fardelli, lo stesso viziati, al punto da non consentirgli di crescere. Estranei all'idea di mettere in discussione il mondo così come fatto loro intravedere. Immuni contro la vecchia caparbietà dei giovani di provare a stravolgerlo prendendosene sulle spalle le responsabilità.
Così disabituati all'incertezza del vivere, da pretendere stabiliti standard, anche per commettere il più basilare gesto d'amore.
Allora eccoli a giustificare la ritrosia a impegnarsi, come se fosse un atto d'altruismo. Negare il futuro a chi spetta di diritto per risparmiare loro le fatiche del vivere.
Nichilismo come amore.
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