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venerdì 14 marzo 2025

Il senso delle cose




Io ho grande rispetto per la scienza, ne sono un entusiasta, conosco i suoi metodi e so per certo che è il sistema più straordinario e sicuro, per studiare la realtà materiale che ci circonda. Sono al fianco degli scienziati al 100%, e mi arrabbio come e più di loro, quando lamentano che le persone comuni non conoscono il pensiero scientifico e di conseguenza non sanno applicarlo.

Ma provo la stessa rabbia quando vedo scienziati avventurarsi con sufficienza in altri mondi e fare la stessa cosa, con la sicumera di chi pensa che la propria chiave apra tutte le porte. Per esempio oggi mi è capitato di leggere questo passo da un libro di Feynman: "Potrebbe essere vero che il miracolo di Lourdes guarisce. Ma se è vero, allora dovrebbe poter essere studiato. Per migliorarlo. Se è vero, potremmo scoprire in che modo gli astri influenzano la vita e con una indagine statistica rendere il sistema più efficace, verificando le prove in modo obiettivo, con più attenzione. Se a Lourdes il processo di guarigione funziona, potremmo domandarci fino a quale distanza dal luogo del miracolo può stare il malato."


Naturalmente in questo passo Richard Feynman non sta proponendo un vero studio, ma un gioco teorico. Applicando aprioristicamente il metodo scientifico ai miracoli, non li studia per capirli, ma per ridurli all’assurdo e dimostrarne l’irrazionalità. Chissà se ha mai provato ad applicare lo stesso metodo, per migliorarlo, si intende, quella volta quando ha accarezzato uno dei suoi figli mentre dormiva, o nella dichiarazione di matrimonio alla sua compagna, per dimostrarle il suo amore. Se lo avesse fatto, avrebbe scoperto che anche queste cose sarebbero apparse altrettanto paradossali e irreali.

Non ridete, la giusta inclinazione della mano o il tempo che ci mette a percorrere il viso mentre lo accarezza, sono cose veramente importanti, per non parlare poi della corretta sonorità della voce o la postura, mentre  si pronuncia la fatidica frase, con le giuste procedure, magari è possibile che il bimbetto cresca meno discolo, o la signorina si accontenti di una cerimonia meno costosa ...

Personalmente, vorrei studiare meglio quella volta che pioveva e uno sconosciuto signore mi ha donato un ombrello di riserva, potrei mettere su una fiorente industria di ombrelli, senza spendere il becco di un quattrino.

Al di là delle battute, Quello che voglio dire non è che si pretende che la scienza rispetti la religione, come sostiene sempre Feynman più avanti nello stesso testo, la scienza ha tutto il diritto di indagare questi fenomeni per capire prima se siano reali o frutto di inganno, e dopo se effettivamente possano ritenersi miracolosi o di origine naturale. La scienza può anche dirci, dopo averne studiato un numero statisticamente significativo di casi, se sia più probabile che questi fenomeni esistano o meno. 



Quello che non le è concesso fare è applicare il metodo scientifico aprioristicamente, senza uno studio reale, come fa Feynman, travisandone il significato e ridurli all'assurdo. Insomma la scienza ha gli strumenti per dire se ciò che è successo è vero o falso, ma non può permettersi di applicare la propria logica e in base a ciò rigettare in toto il fenomeno, anche non riproducibile, ancora prima di averlo studiato seriamente.

In teoria giunti a questo punto, era mia intenzione, parlare di come in una prospettiva spirituale, andrebbe approcciato un miracolo, però mi è stata sollevata una critica a cui vorrei rispondere per evitare malintesi: Feynman era noto per il suo stile provocatorio, atto a suscitare riflessioni e dibattito, lo dimostra quando dice che, se crediamo al miracolo, dobbiamo studiarlo. Non dubito che, in caso di un vero studio, avrebbe adottato un approccio più serio. Questo non toglie però che la sua provocazione sia effettivamente semplicistica, un Oddifreddi ad esempio parlando proprio dello stesso tema è riuscito a fare provocazioni più valide e non penso che Il professore per quanto intelligente, lui per primo si ritenga al livello di Feynman. Questo, unito al fatto che tratta la religione, accumunandola ad argomenti quali l'astrologia, per me, è evidente indice della bassa opinione che lo scienziato ha su questi temi. A ogni modo questo testo non vuole essere un giudizio su Feynman, piuttosto trarne spunto, per muovere una critica ad una mentalità che trovo abbastanza diffusa nell'ambiente scientifico. Sperando di aver chiarito questo passaggio proseguiamo con i miracoli.


Così come nell'esempio dell'ombrello, dove l'importante non è stato tanto l'oggetto in sé, ma la generosità e l'altruismo di chi lo ha donato. Allo stesso modo in caso di miracoli l'importante non è il miracolo in sé, ma il significato spirituale che esso trasmette, il miracolo non è un fenomeno fisico in senso stretto, perciò parlarne in termini della sua misurabilità, riproducibilità o migliorabilità, aprioristicamente, porterà sempre a paradossi, ma se lo si prende nel giusto senso, se l'episodio è reale, non ha più tanta importanza che la grazia sia stata concessa a quello e a quell'altro no, o che sia capitata in così pochi casi su tanti milioni di persone che la richiedevano.

Presa in quest'ottica, che per inteso è l'unica che può far cogliere il senso di questi eventi, studiare la biologia e la medicina, come Feynman auspica faccia chi crede in questi fenomeni, servirà, sì, ma per evitare di finire vittima di errori o inganni. Ma pretendere che queste discipline possano darne una spiegazione a priori o ci possono dire anche altro è un atto di presunzione che nulla ha da invidiare verso chi affermava di conoscere il moto del sole, perché lo aveva dedotto dalla Bibbia.


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