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mercoledì 27 novembre 2024

Di dighe, giornalisti e altri fastidi

La cosa che mi fa più specie della nostra società è che, nonostante dovrebbe essere lampante da almeno un secolo, che gli uomini all'interno di una comunità sono come pesci in una diga, ovvero  quando il livello dell'acqua si alza o si abbassa, lo fa per tutti indistintamente, che essi siano il re o l'ultimo degli straccioni poco cambia, se le condizioni migliorano o peggiorano, ciò varrà per tutti. Eppure, nonostante questo, molti continuano a perseguire i propri interessi a scapito del bene comune.

Prendiamo un esempio concreto: la guerra in Ucraina. Era evidente che questo conflitto ci avrebbe danneggiato e che sostenere ad oltranza una posizione russofoba non avrebbe tenuto conto degli interessi dell'Europa, senza però nemmeno tutelare gli interessi dell'Ucraina. Considerati i vari interessi in gioco, almeno di avventurarsi in un conflitto totale, l'unica alternativa sarebbe stata trovare un compromesso che garantisse gli interessi di tutti. Eppure, i giornali hanno proprio fatto così. Ora che la crisi è arrivata, cosa fanno gli editori? Vendono le testate e licenziano il personale ( vedi le voci di "ristrutturazione all'interno del gruppo Gedi)". Eppure, i giornalisti rimasti continuano a sostenere la posizione oltranzista, sperando vanamente di mantenere le loro posizioni e i loro privilegi.

Ma i giornalisti sono in buona compagnia, pensiamo ai super-ricchi: da quando il benessere si è diffuso, l'umanità ha fatto passi da gigante in termini di progresso tecnologico, qualità della vita, cure mediche, sicurezza e molto altro. I ricchi come e facile immaginare, sono quella categoria di persone che grazie alle loro disponibilità economica hanno potuto godere al massimo di tutti questi benefici. Eppure questa massa di idioti,  ultimamente pare non pensi ad altro che a concentrare su se medesimi quanto più ricchezza possibile, senza tenere in considerazione le conseguenze di tali scelte. I risultati di tutto ciò iniziano a intravedersi chiaramente, con il rischio di destabilizzare il sistema di cui loro stessi beneficiano . 

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