Da amatore d'arte, sono convinto che questo ambiente sia un caso paradigmatico della schizzofrenia dei nostri tempi, e di come grazie a quest'ultima si riesca a fare convivere nello stesso settore (ed a volte nelle stesse teste) posizioni all'apparenza inconciliabili fra loro, infatti il settore e diviso in due scuole di pensiero totalmente opposte fra di esse: la prima corrente e formata prevalentemente da storici, critici ed artisti, questi affermano che nell'era della riproducibilità l'importante di un opera artistica è il concetto, l'idea, non l'esecuzione dell'opera in se, per farla breve secondo questi signori: Michelangelo non è un genio anche perché ha saputo realizare il David, ma solo perché l'ha pensato cosi com'è, da questo modo di intendere l'arte derivano certe opere moderne, che appaiono assolutamente brutte o insignificanti, in quanto il valore artistico non sta nel oggetto in se, ma nel messaggio che questo vuole comunicare. Questa scuola di pensiero che io chiamo degli "spirituali" effetivamente è molto comoda ad esempio se si vuole portare ad un esposizione un cesso, per di più di fattura industriale, è riuscire lo stesso a pagare le rate del mutuo, difficilmente però mi convinceranno che la sublime esecuzione tecnica di un antonello sia solo un accessorio ed a riprova di ciò in onore alla citta dove risiedo, con tutti i "ma" e i "se" del caso, prendo ad esempio un'arte minore; provate con tutti i mezzi tecnici a disposizione a riprodurre uno Stradivari o un amati, se ne siete capaci.
La seconda corrente é quella dei restauratori dove se per esempio da un edificio si stacca un mattone, fissano i lati dello sfreggio per evitare che si allarghi, ma mai e poi mai ci butterebbero una cazzolata di calce per riattaccarlo, per paura di "falsare l'opera", memori degli eccessi dei decenni passati dove effetivamente si èra andati un po' oltre, adesso ci costringono ha tenere allo stato di rudere, opere che disponendo di progetti e materiale originale potremmo riportare allo splendore originario. Chiamo questa corrente "i materialisti"
Sebbene le posizioni sembrano antitetiche fra di loro, personalmente a me danno la stessa impressione di un voler "non fare" perche paralizzate dall'essere troppo appiattite su un lato, ed è forse questo la comunanza che le rende conciliabili.
Sene potrebbe trarre una riflessione sull'umano; anch'esso se non vuole rimanere paralizato, per restare fedele a se stesso e progredire, deve essere mediazione fra due realtà; l'intangibile col concreto, lo spirito con la materia, il bestiale con l'angelico.
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